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Libri di Emanuela Guercetti

Biografia e opere di Ivan Goncarov

Daniel Stein, traduttore

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2025
pagine: 640
Daniel Stein nasce nel 1922 in una famiglia ebrea polacca. Intelligente e dotato, inizia gli studi e, insieme al fratello, sogna di trasferirsi in Palestina. Il suo grande talento per le lingue e la sua astuzia gli permettono di sopravvivere all’Olocausto. Costretto a fare da interprete e traduttore per la Gestapo, riesce ad approfittare della sua posizione per salvare molti ebrei. Scoperto, si salva miracolosamente dalla fucilazione, combatte con i partigiani contro i tedeschi e, dopo la guerra, si converte al cristianesimo. Prende i voti, entra nell’ordine dei carmelitani scalzi e si trasferisce finalmente in Israele, dove continuerà ad aiutare gli altri, vivendo in fede e lavorando per promuovere l’ecumenismo in un contesto complesso. Questo romanzo polifonico, composto da lettere, interviste, diari, articoli di giornale e atti giudiziari, racconta la storia di un eroe indimenticabile la cui figura, ispirata alla vita di Oswald Rufiesen, rappresenta una luce e una speranza in tempi difficili. Ludmila Ulitskaya ci regala un romanzo ricco, doloroso e, al contempo, divertente, che è anche una riflessione su ebraismo e cristianesimo, fede e umanità, coraggio e le conseguenze da affrontare per restare umani, nonostante tutto.
24,00 22,80

I demoni

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 752
Uscito a puntate sulla rivista «Russkij Vestnik» («Il messaggero russo») tra il gennaio 1871 e il dicembre 1872, "I demòni" nasce come immediata reazione a un fatto di cronaca, il cosiddetto «caso Necaev». Il 21 novembre 1869, a Mosca, i membri di una cellula terroristica della Narodnaja Rasprava (Giustizia sommaria del popolo), guidati da Sergej Necaev, avevano assassinato il loro compagno Ivan Ivanov, colpevole di insubordinazione e sospettato (a torto) di tradimento. Fëdor Dostoevskij, in esilio volontario a Dresda, apprende la notizia dai giornali russi e subito decide di accantonare i progetti letterari più o meno grandiosi che gli affollano la mente, per scrivere un romanzo-pamphlet ispirato proprio a quella vicenda sanguinosa. Intende mettervi in caricatura la nuova generazione dei nichilisti, fanatici e brutali, ma anche denunciare il loro legame con gli irresponsabili «padri», i «liberali idealisti», gli occidentalisti e i socialisti degli anni Quaranta per cui lui stesso aveva simpatizzato, prima dell'arresto e dei lavori forzati. «Sto scrivendo una cosa tendenziosa», scrive all'amico A. Majkov il 25 marzo 1870, «ho voglia di essere sferzante. I nichilisti e gli occidentalisti strilleranno che sono un retrogrado! E vadano al diavolo, dirò la mia, fino all'ultima parola». Ma la composizione dell'opera è tormentosa e procede tra difficoltà con l'editore e ripensamenti. Dostoevskij inventa un narratore (il «cronista») che partecipa marginalmente all'azione, la trasporta in una sonnolenta città di provincia, inserisce un complesso intrigo amoroso e una folla di nuovi personaggi, alcuni buffoneschi, altri luminosi, per ciascuno dei quali elabora un linguaggio, uno stile particolare. Cosí col tempo il libello satirico diventa potente, profetico romanzo di idee, nera tragedia. E soprattutto grandiosa riflessione sul problema che sempre tormenta l'autore, quello della ricerca di Dio e del Male. Nei demòni-nichilisti che seminano caos e violenza, il Male assume tante forme ma resta uno scandaloso mistero, poco scalfito dalle spiegazioni che Dostoevskij esplicita o suggerisce: la malattia, le ferite dell'infanzia, vizi come la superbia, la lussuria, l'accidia e la viltà, lo sradicamento dalla terra e dalla fede del popolo, «l'idea» che «divora» e toglie umanità e compassione, fino a imporre «il dovere di uccidere». È questo stesso mistero del Male che rende indimenticabili e inquietanti la figura e la sorte del demonio-principe Stavrogin, il personaggio attorno a cui tutto ruota, il più ambiguo e fascinoso, il più tragico e forse il più amato dal suo autore.
28,00 26,60

Umiliati e offesi

Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2024
pagine: 464
Il romanzo che nel 1861 segna il ritorno di Dostoevskij alla letteratura dopo l'esilio e i lavori forzati è un perfetto esempio di feuilleton, ridondante nella trama e tuttavia ricco di spunti su cui l'autore tornerà con talento più maturo. Il racconto dei fatti è affidato al giovane scrittore Ivan Petrovicˇ, attorno al quale ruotano tre plot narrativi: l'amore infelice di Nataša per Alëša, figlio del perfido principe Valkovskij che si oppone ferocemente al loro legame; lo scontro tra Nataša e i genitori, da lei lasciati nella disperazione per seguire Alëša e presso i quali troverà infine rifugio; e la vicenda di Nelly, bimba poverissima e malata, resa precocemente adulta dalle violenze e dalle privazioni, anch'essa vittima del perfido Valkovskij, respinta da tutti e accolta da Ivan Petrovicˇ. A risollevare Umiliati e offesi dalle farraginosità e dagli eccessi melodrammatici è proprio la dimensione etica delle due figure femminili: la generosa e integerrima Nataša e la piccola Nelly, prefigurazione del tema dostoevskiano dell'infanzia violata, a cui è assegnata la funzione catartica di condurre gli adulti al rimorso e al riscatto. Introduzione e prefazione di Fausto Malcovati.
15,00 14,25

Anime morte

Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2024
pagine: 432
Pavel Ivanovic Cicikov, arrivista senza scrupoli, ma di inoffensiva apparenza, viaggia attraverso la Russia con la sua carrozza, il cocchiere Selifan e il servo Petruska per comprare a poco prezzo "anime morte", i nomi dei contadini morti o fuggiti ma ancora a carico dei proprietari. Il suo diabolico piano è di servirsene per ottenere le assegnazioni di terre concesse a chi dimostra di possedere un certo numero di servi della gleba. In realtà, le vere "anime morte" non sono i contadini di cui Cicikov va a caccia, ma i vivi che egli incontra, i proprietari terrieri, figure grottesche e patetiche che hanno ormai cancellato la loro umanità, trasformandosi in una galleria di vizi sordidi e ripugnanti. Il romanzo è un vasto affresco della Russia rurale, una discesa agli inferi nella provincia vista come inesauribile campionario di grettezze. Tutto, in "Anime morte", è sotto il segno di questa degradante mediocrità e trivialità, di cui lo stesso Čičikov è campione ed emblema. Introduzione di Serena Vitale.
13,00 12,35

Funeral party

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 176
Nell’estate del 1991, in un soffocante appartamento di New York, un gruppo di immigrati russi si riunisce attorno al letto di morte di Alik. Artista fallito ma carismatico, uomo energico innamorato dei piaceri mondani, amato da donne e uomini in egual misura per la sua gioia di vivere, umanità e forza, è costretto a letto da una malattia che non da speranza. Nonostante tutto, però, è capace di rallegrare anche quella che è diventata la sua veglia funebre. Mentre Alik attende la sua ora, i suoi cari ricordano le esperienze condivise e la vita vissuta prima di lasciare il paese natale, discutono su quale donna fosse l’amante preferita del malato o se dovessero battezzarlo, mentre tengono d’occhio quello che sta accadendo nella loro vecchia patria, quell’Unione Sovietica, che, come Alik, si trova ad affrontare la fine. Ludmila Ulitskaya, una delle più grandi autrici russe, cattura, con umorismo e grande profondità psicologica, la complessità delle emozioni umane. Un romanzo che racconta la vita attraverso la morte e l’amore attraverso la perdita, e anche come, nell’esilio, ognuno cerchi a modo suo una patria.
18,00 17,10

La casa del tempo sospeso

Libro: Libro in brossura
editore: Salani
anno edizione: 2023
pagine: 880
Nella periferia di una città qualunque una Casa si staglia tra le altre, ordinaria e un po' inquietante. È un istituto dove, per qualche tempo, si raccolgono ragazzi disabili, dall'infanzia all'adolescenza. Ma dal momento in cui varcano quella soglia, tutto cambia. La realtà cessa di esistere e viene rimpiazzata da un altro mondo con regole, leggi e riti spesso crudeli e oscuri. I nuovi eroi – Fumatore, Tabaqui, Lord, Sfinge, Cieco e gli altri – si conoscono e si dividono in gruppi, ingaggiano epiche battaglie nei luoghi a un tempo sconfinati e ristretti della Casa: il Solaio, la Foresta, il Tetto diventano gli scenari di una guerra di desideri, di speranze e di immaginazione, dove la posta in gioco è scegliere se tornare al mondo esterno o rimanere, sospesi per sempre in una realtà fantastica. Nella Casa tutto è possibile: l'amore, l'odio e la morte; la perdita, il dolore e la gioia; nella Casa i ragazzi sono liberi, il tempo si ferma e si dilata smisuratamente. Alla fine, perduta l'infanzia, si troveranno di fronte alla prova più difficile: credere alla promessa dell'età adulta e lasciare la Casa o rinunciarvi e rifiutarsi di crescere. Romanzo corale di formazione fantastico e realistico al tempo stesso, metafora potente dell'adolescenza, "La casa del tempo sospeso" è un inno d'amore all'età ingrata e prediletta, alle sue esaltazioni e tragedie, al senso di frustrazione e di onnipotenza che la pervade; e la condizione dei ragazzi altro non è che il segno di un sapere più vero e profondo, conquistato attraverso la passione, il sentimento e la speranza.
19,90 18,91

Linee del destino

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2022
pagine: 512
Il giovane studioso Anton Lizavin, nel compilare una tesi sugli scrittori della sua regione, si imbatte nel nome di Simeon Milaševič, una figura marginale e dimenticata, eppure velata di fascino e mistero. Indagando negli archivi, Anton rinviene un piccolo baule pieno di carte apparentemente senza valore, ma sulle quali sono annotati appunti sparsi, riflessioni sospese e aforismi densi di complessità: sono involucri di caramelle che Milaševič ha utilizzato per riversarvi i suoi pensieri, nascondendovi una rivelazione assoluta che Anton è determinato a decifrare. I suoi sforzi si trasformeranno ben presto in un’ossessione, e tra i due scrittori inizierà così un inseguimento surreale e metafisico nel quale, pagina dopo pagina, le loro voci si risponderanno fino a mescolarsi. Sullo sfondo di un’Unione Sovietica provinciale e fantastica, tra sette religiose che riesumano i morti e li cuociono come carne, studenti che catalogano meticolosamente le proprie allergie credendo di potervi scorgere i più profondi segreti e grotteschi fabbricanti di dolciumi che svolgono segretamente il ruolo di mecenati rivoluzionari, la ricerca di Anton proseguirà fino a confondere in modo irreversibile i confini di epoche e uomini, di realtà e immaginazione; in un vorticoso intrecciarsi di linee divergenti al centro delle quali è sepolta, forse, una verità ultima sull’esistenza terrena. Mark Charitonov dà vita a un classico contemporaneo, erede della scrittura di Gogol’, Pasternak e Nabokov. Composto all’oscuro della censura sovietica, “Linee del destino” ci conduce, attraverso un’umanità multiforme e carnevalesca, a contemplare il barlume di un’illuminazione sulla natura degli esseri viventi; perché è solo nella nostra interconnessione che possiamo aspirare all’assoluto.
24,00 22,80

Infanzia

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2022
pagine: 320
“Era come se prima di conoscerla avessi dormito, nascosto nell’oscurità, ma lei comparve e mi risvegliò, mi portò alla luce, legò ogni cosa intorno a me in un filo ininterrotto, intrecciò tutto in un merletto multicolore, e subito e per tutta la vita divenne un’amica.” Parole piene di fiabesca magia che descrivono l’incontro del piccolo protagonista con la nonna materna, vera stella polare di questo romanzo autobiografico. Rimasto orfano di padre a soli cinque anni, Aleksej Peškov (vero nome di Gor’kij) si trasferisce a vivere con un nonno tiranno e una nonna materna meravigliosa narratrice. È lei che con il suo mondo di storie e leggende aiuterà il piccolo, curioso e sovente spaventato, ad affrontare la barbarie della vita. Colorata dalla povertà e da una brutalità orribile, è quest’infanzia che ha permesso a Gor’kij di comprendere – in un modo negato a un Tolstoj o a un Turgenev – la vita del russo comune e di rappresentarla in un racconto permeato di una dolce e struggente malinconia, inestricabile miscela di pianto e riso. Atmosfere e toni che si fatica ad associare all’autore universalmente considerato l’iniziatore del “realismo socialista” – un’etichetta che lo travolse rendendolo oggetto di opposti furori, esaltatori o denigratori, concentrati non tanto sulla sua opera, ma sulla sua vita o su ciò che della sua vita si è voluto mostrare. A quasi un secolo dalla sua scomparsa, è giunto il momento di rileggere i suoi libri, e di farlo con uno sguardo nuovo.
12,00 11,40

Guerra e pace

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 1560
«'Guerra' è il mondo storico, 'pace' il mondo umano. Il mondo umano interessa ed attrae particolarmente Tolstoj soprattutto perché egli è convinto che ogni uomo - di ieri, di oggi, di domani - valga un altro uomo...» (Leone Ginzburg). La più autentica epopea narrativa della letteratura moderna. Sullo sfondo della crisi europea degli inizi dell'Ottocento, si intrecciano le vicende dei membri di due famiglie dell'alta nobiltà russa, i Bolkonskij e i Rostov, fra i quali emergono le figure di Natasa Rostova, Andrej Bolkonskij e Pierre Bezuchov. Tolstoj accompagna i tre protagonisti, simboli dell'armonia del mondo, attraverso balli, battaglie, matrimoni, morti, partecipando direttamente alle loro inquietudini e dando voce ai moti interiori del cuore.
25,00 23,75

Babij Jar

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2019
pagine: 454
«Dio sia lodato, questo regime di pezzenti è finito» dice nonno Semerik, che il potere sovietico lo odiava con tutta l'anima, quando i tedeschi occupano Kiev nel settembre del 1941. «Ora si comincia a vivere». Tolik ha solo dodici anni, ma non gli ci vorrà molto per capire che le speranze del nonno sono vane. Ben presto Babij Jar, la forra nei pressi di Kiev, diventerà la tomba della popolazione ebraica, e poi di zingari, di attivisti sovietici, di nazionalisti ucraini, dei calciatori della Dinamo che si sono rifiutati di farsi battere dalla squadra delle Forze armate tedesche, di chi ha rubato del pane. E mentre da Babij Jar giungono senza tregua i colpi della mitragliatrice, mentre gli attentati organizzati dagli agenti dell 'Nkvd devastano la via principale e persino la venerata cittadella-monastero, mentre cominciano le deportazioni, Kiev diventa una città di mendicanti a caccia di cibo. Per Tolik, che aveva conosciuto la terribile fame staliniana, non potrebbe essere più chiaro: tedeschi e sovietici si stanno scontrando «come il martello e l'incudine», e in mezzo ci sono gli insignificanti «omuncoli» — e lui, in preda a un «mare di disperata angoscia animale». L'unica via d'uscita è assecondare la furibonda vitalità che lo pervade, sopravvivere in barba a tutto, crescere. Crescere per odiare chi trasforma il mondo in una prigione, in un «frantoio per pietre per denunciare violenze e menzogne. Anche le ultime, atroci: dopo la liberazione di Kiev, Tolik e sua madre, in quanto persone «vissute sotto l'occupazione », verranno marchiati come «merce scadente» — e il massacro di Babij Jar cancellato.
24,00 22,80

Il Maestro e Margherita

Libro: Libro rilegato
editore: Salani
anno edizione: 2018
pagine: 544
«E, per finire, mi viene in mente una cosa che scrive uno scrittore italiano che si chiama Giorgio Manganelli, che quando deve recensire un romanzo russo di Goncarov (Gancaróv) che si intitola Oblomov (Ablómav, più o meno), lui dice, più o meno, che Oblomov è un libro che non si può recensire, perché o lo avete letto, 'e vi ha sedotto', o non l'avete letto, 'e allora, per favore, non perdete altro tempo con queste fatue righe, e andate a leggerlo'. Ecco. Il Maestro e Margherita, uguale» (dalla prefazione di Paolo Nori)
12,90 12,26

Oblòmov

Oblòmov

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 658
Meditato e scritto per oltre un decennio, "Oblòmov" venne pubblicato nel 1859, suscitando fin dal primo apparire ampi dibattiti. In effetti il protagonista eponimo, Il'jà Il'ìc Oblòmov, è uno di quei personaggi davanti ai quali tanto i lettori comuni quanto i critici letterari non rimangono indifferenti: preda di un'invincibile apatia che neppure l'amore sincero per la bella Ol'ga riesce a vincere, è caratterizzato da un'ipertrofia della coscienza cui corrisponde una paralisi dell'azione, o un suo dissiparsi in gesti sterili e disperati. Il "tipo umano" che Goncaròv mette in scena è da un lato squisitamente russo - e imparentato con altri celebri personaggi di quella letteratura, dall'Onégin di Puskin al Pecòrin di Lérmontov -, un tipico esponente dell'aristocrazia ottocentesca irrimediabilmente corrotta dai suoi stessi privilegi; dall'altro è emblematico di una condizione esistenziale eterna, a metà strada tra Amleto e Don Chisciotte, con la quale ogni generazione, in ogni luogo, si confronta.
12,00

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