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Pacini Editore: Arte

Tutte le nostre collane

Il Museo Archeologico di Rosignano Marittimo. Risorse e insediamenti nell'Etruria settentrionale costiera. Ediz. italiana e inglese

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2019
pagine: 174
Il Museo Civico Archeologico di Rosignano Marittimo è nato nel 1957, ad opera del locale Gruppo Archeologico, per accogliere i corredi di alcune tombe di età tardo-etrusca rinvenute a Castiglioncello e si è ampliato, in seguito, con reperti provenienti dal territorio comunale. Gli scavi al quartiere portuale di S. Gaetano di Vada, condotti dallo stesso Gruppo tra il 1957 e il 1979, dotano il Museo del suo nucleo più consistente. Con l’inizio degli anni ’80 il Dipartimento di Scienze Storiche del Mondo Antico dell’Università di Pisa assume la direzione scientifica degli scavi di S. Gaetano e parallelamente inizia un’ampia ricognizione topografica del litorale e della valle del fiume Fine. Dal 1987 anche la Val di Cecina, da Volterra al mare, diviene oggetto di indagini sistematiche, nell’ambito del “Progetto Volterra”, promosso dalla Regione Toscana e condotto dal Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa e dai Musei di Volterra e Rosignano. Il nuovo Museo, inaugurato nel 1996 nel cinquecentesco Palazzo Bombardieri, è nato dall’incontro di queste esperienze e si è poi progressivamente arricchito grazie a numerose altre ricerche, condotte soprattutto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. Meritano particolare attenzione, tra queste, oltre al prosieguo delle campagne di scavo nel quartiere portuale di Vada Volaterrana, tuttora in corso, le indagini di scavo condotte tra il 2001 e il 2005 nella necropoli tardo-etrusca di Pian dei Lupi e il recupero di alcuni relitti lungo la costa livornese. Con una particolare attenzione al rapporto fra l’uomo e l’ambiente e alla vocazione marittima del territorio, il Museo ripercorre la storia degli insediamenti e dello sfruttamento delle risorse della fascia costiera compresa tra Castiglioncello e il fiume Cecina e del suo entroterra, dalla preistoria al Medioevo. L’esposizione, dal carattere fortemente didattico ed arricchita da ricostruzioni, plastici e strumenti multimediali, vuole anche essere un’introduzione alla visita del territorio, suggerendo itinerari e percorsi alla riscoperta della storia e delle tradizioni di un paesaggio variegato e suggestivo.
18,00 17,10

Beato Angelico

Libro: Libro rilegato
anno edizione: 2019
pagine: 269
Eccezionale ovvero unico da ogni punto di vista il destino dell’artista a tutti noto come ‘Beato Angelico’, un incantevole protagonista della pittura italiana. Maestro dell’arte sacra, ma anche interprete del primo Rinascimento umanistico; autore di esemplari, liriche e commosse immagini di Madonne, Angeli e Santi, ma anche capace di innovazioni tecniche decisive, dal formato quadrato delle grandi tavole sugli altari unificando i precedenti polittici, al modello della ‘Sacra Conversazione’ ove i santi dialogano naturalmente e spiritualmente alla presenza della Madre e del Figlio. La sua è un’opera poliedrica e varia, personalissima; però mai firmata né datata, dando gran problemi agli storici dell’arte. Umile e discreto sarebbe rimasto sconcertato dall’appellativo ‘Beato Angelico’, lui che voleva essere semplicemente fra’ Giovanni del convento di San Domenico a Fiesole. Anche noto, da giovane laico, come Guido di Piero del Mugello. Fu detto Angelico appena scomparso, per l’alta lode rivolta al Maestro, all’artefice di grandiosi tabernacoli, reliquiari e pale decorate, di variati e inimitabili cicli d’affreschi, di tante pagine miniate ove esprimeva sempre la propria fede, esaltando la bellezza delle creature spirituali nei volti purissimi delle Madonne e nelle sfavillanti ali delle creature celesti. Angelico per grazia e soavità di toni e colori, e per ispirazione sempre intensa e partecipe. Riconosciuto dai contemporanei come sommo maestro, accompagnò il superamento dell’ultimo gotico proponendo una nuova lettura dell’antico, e fu nominato Beato per essere modello d’artista esemplare, riconosciuto Patrono dell’arte sacra dalla Chiesa cattolica. Malgrado ciò il destino della sua opera pittorica, risultato di un quarantennio di continuo, attivo e stimatissimo lavoro, è stato segnato dalla dispersione di tante realizzazioni, anche guastate da incuria e sciagurati restauri. Frammentate e sradicate dalla loro originaria collocazione, sono più silenziose, meno espressive ed emozionanti, e però esposte con ogni riguardo nei maggiori musei d’Europa e d’America. Hanno un destino ben diverso da quello atteso e previsto poiché erano state eseguite su richiesta e compenso delle più grandi famiglie fiorentine, ed erano destinate alla liturgia, alla contemplazione e venerazione dei fedeli. Disgraziatamente è poi giunto a noi soltanto uno, su cinque, dei grandi cicli pittorici realizzati a Roma, dove due papi l’avevano chiamato riconoscendolo “primo pittore d’Italia”. Quattro furono distrutti neppure un secolo dopo il loro compimento, in un’epoca ansiosa di più grandiosa modernità; resta per nostra fortuna intatta la Cappella Niccolina in Vaticano, uno dei più equilibrati e misurati cicli dell’intero Quattrocento italiano, nel suo rinnovato classicismo paleocristiano. Eccezionalmente e fortunosamente integra è infine l’opera più personale e sentita, oggi visibile a chiunque, mirabile nella sua compiutezza e conservazione. È la serie di affreschi del convento fiorentino di San Marco, paradossalmente destinati a rimanere segreti, vincolati dalla clausura, dipinti soltanto per la meditazione e la preghiera di un singolo confratello nella sua cella solitaria.
25,00 23,75

Artemisia Gentileschi

Libro: Libro rilegato
anno edizione: 2019
pagine: 272
In una lettera scritta da Roma il 12 luglio 1612 a Cristina di Lorena, vedova del granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici e madre del giovane Cosimo II, il pittore Orazio Gentileschi presentava la figlia Artemisia come propria allieva ed affermava orgogliosamente che “oggi non ci sia pari a lei, avendo per sino adesso fatte opere che forse i prencipali maestri di questa professione non arrivano al suo sapere”. La ragazza non aveva ancora vent’anni e suo padre ne magnificava le doti artistiche, esaltando la sua precocità nell’apprendimento, al punto che già da tre anni ella dipingeva autonomamente. Dietro la pubblicità di Orazio si celava il desiderio di far approdare Artemisia in Toscana per sottrarla al clima, ormai insostenibile, che si era creato intorno a lei negli ultimi mesi, a seguito di un processo ancora in corso, cominciato a febbraio e destinato a protrarsi sino alla fine di novembre: un processo che – com’è noto agli amanti della storia dell’arte e non solo – vide Artemisia denunciare per violenza carnale il pittore Agostino Tassi, che l’aveva stuprata il 6 maggio 1611 e che nei mesi successivi, prospettando un matrimonio riparatore, aveva approfittato ancora di lei. La vicenda umana e la carriera pittorica di Artemisia, nonché i giudizi che la critica le ha riservato nel corso del tempo, appaiono inscindibilmente legati a questo avvenimento biografico, già di per sé tremendo, e alla pena del processo, durante il quale la testimonianza di Artemisia fu più volte messa in dubbio nonostante avesse ribadito la propria versione persino sotto tortura, e che si concluse, di fatto, con una condanna piuttosto blanda del Tassi. Anche se molto rimane ancora da indagare, la statura artistica di Artemisia ha cominciato ormai ad assumere tratti sempre più precisi. In queste pagine, lungi dal pretendere di stilare un catalogo specialistico, l’autore ripercorre agilmente il percorso artistico di Artemisia mettendo in evidenza la straordinaria qualità della sua pittura e le peculiarità dei soggetti da lei affrontati, soprattutto in relazione agli stimoli culturali con cui venne in contatto durante i suoi soggiorni e i suoi viaggi. La fisionomia di Artemisia verrà così a delinearsi come quella di una donna colta e sensibile, di grande carattere e passione, talvolta spregiudicata; ma anche dotata di senso pratico e ben attenta alla costruzione della propria immagine e carriera. In una parola, un’artista pienamente inserita nel milieu di quel secolo ricchissimo e controverso che è stato il Seicento.
25,00 23,75

Una donna, una chiesa. Maria nell'arte pisana

Libro: Libro rilegato
anno edizione: 2018
pagine: 192
38,00 36,10

Volterra. The Guarnacci etruscan museum

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 117
10,50 9,98

Arnold Böcklin. Atti dei Convegni commemorativi del 190° anniversario della nascita 16 Ottobre 1827

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 240
In occasione della presentazione della traduzione italiana delle Memorie di Arnold Böcklin, Pagine dal Diario della moglie Angela, tenutasi nel settembre 2016, presso il Museo Ugo Guidi a Forte dei Marmi, si convenne che sarebbe stato interessante progettare un evento per ricordare l'opera del grande pittore svizzero, largamente trascurato in Italia ai giorni nostri. Per ricordare il 190° anniversario della sua nascita, avvenuta il 16 ottobre del 1827, si organizzarono due Convegni, da tenersi rispettivamente a Fiesole, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, e a Forte dei Marmi, dove soggiornò convalescente, ma «ringiovanito e pieno di vita, nella sua semplicità irresistibilmente amabile e riuscì a godere ancora una volta a fondo della genuinità della vita da spiaggia italiana», come ebbe a scrivere la sua amica Isolde Kurz. Il presente volume raccoglie i contributi, anche stimolati dalla edizione italiana delle Memorie, presentati nelle due giornate.
20,00 19,00

Mario Bibolotti. 1918-1990. Archipitture. Catalogo della mostra (Stazzema, 15 luglio-20 agosto 2018)

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 115
Discendente da una famiglia di noti scultori nonché titolari di importanti laboratori artistici a Pietrasanta, Lucca, Mario Bibolotti viene indirizzato fin da giovanissimo alla carriera artistica. Si trasferisce a Roma dove si diploma al Liceo Artistico e successivamente si iscrive alla Facoltà di Architettura, ma deve interrompere gli studi perché richiamato al fronte allo scoppio della seconda guerra mondiale. Negli anni '40 si dedica a una pittura di paesaggio che coniuga modernità e tradizione. Partecipa a varie esposizioni, tra cui nel 1948 alla Mostra del Gran Premio Forte dei Marmi e alla Prima Mostra d'Arte contemporanea "Aprile milanese" nel capoluogo lombardo. Conseguita l'abilitazione nel 1950 diviene insegnante di Educazione Artistica nelle Scuole Medie, attività esercitata ininterrottamente fino alla pensione; dalla metà degli anni '50 alla fine degli anni '60 dirige un laboratorio artigianale di scultura. Negli anni '70 riprende a dipingere, la sua pittura adesso si è fatta astrazione architettonica e paesaggistica, il suo linguaggio utilizza forme geometrizzanti. Negli anni '70 e '80 è membro del Comitato organizzatore del Premio Satira Politica e nel 1982, sotto la sua presidenza, la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Forte dei Marmi dedica una mostra a Henry Moore.
10,00 9,50

Sabina Mirri. Inventario (provvisorio) dello studio d'artista. Ediz. italiana e inglese

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 71
La mostra si basa sulla produzione più recente di Sabina Mirri e consiste in una serie di lavori inediti realizzati con media diversi – dalla pittura alla scultura, dal disegno all’acquerello – alcuni dei quali inseriti in una grande installazione architettonica incentrata sull’idea dello “studio” quale metafora del processo creativo, spazio intimo dedicato alla riflessione e alla realizzazione di opere, contenitore di oggetti d’affezione legati alle esperienze di vita e di lavoro. Dagli studioli rinascimentali alle wunderkammer agli studi di artisti e scrittori contemporanei, questi luoghi hanno sempre esercitato un fascino particolare, per la possibilità di leggervi in filigrana i percorsi mentali, più o meno tortuosi, caotici, rigorosi, tanto dello studioso quanto dell’artista.
14,00 13,30

Gipsoteca di Cascina

Libro: Libro rilegato
anno edizione: 2018
pagine: 94
"Questo volume analizza e descrive la musealizzazione di 50 tra bassorilievi e sculture di periodo tardo ottocentesco in avanti, raffiguranti opere della classicità che si rifanno ai più illustri maestri del Rinascimento, quali Lorenzo Ghiberti, Michelangelo Buonarroti, Bernardo Rossellino, Jacopo della Quercia, Donatello, di proprietà dell'ex Istituto d'Arte. Se, per un'amministrazione comunale, salvaguardare il proprio patrimonio artistico rappresenta un punto focale delle linee programmatiche, la nascita della Gipsoteca Civica, posta al primo piano della Biblioteca Comunale di Cascina, ne esplica in pieno la finalità. Da molti anni suddette sculture giacevano in un deposito comunale, in precarie condizioni, ma cosa di non secondaria importanza, avevano perso la funzione primaria per cui erano state create, ovvero la funzione pubblica. Rendere pubblico un bene significa far sì che tale bene accresca la comunità che ne beneficia in termini di conoscenza, di stimolo culturale a nuove aperture, che da esso possono generarsi. Riappropriarsi di opere che sono state una "guida" per generazioni di studenti è un estremo atto di rispetto e di reale tutela delle stesse. Ci auguriamo pertanto che la Gipsoteca Civica diventi sempre più parte integrante del nostro territorio e della nostra cittadinanza, ma anche che si inserisca in un percorso turistico di più ampio spettro, volto ad unire in un continuum le bellezze storico artistiche presenti nella nostra provincia di Pisa." (Ceccardi Susanna). Introduzione di Luca Nannipieri. Con un saggio di Mariagrazia Ristori.
22,00 20,90

Landscapes-Finis terrae. Ediz. italiana e inglese

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 100
Landscapes e Finis terrae sono due serie di fotografie di Luca Lupi. Si tratta di una serie di scatti realizzati in una sorta di contrappunto: i soggetti della prima sono tratti di costa visti dal mare, tratti del mare visti dalla terra i soggetti della seconda. Parlare di soggetti è però qui una pura formalità: quello che le fotografie inquadrano è essenzialmente un vuoto animato da dettagli, luci di cielo e mare restituiti attraverso il medium che per eccellenza lavora con la luce. In Landscapes strisce di terra solide e compatte pur esilissime nella dinamica formale dell’inquadratura, sembrano affrontarsi a una altrettanto esile striscia di mare e insieme soccombere alla vastità del cielo. In Finis terrae si manifesta maggiormente una sorta di tautologia – come i paesaggi marini dipinti con l’acqua di mare del pittore Plasson di Oceano mare di Alessandro Baricco – che si incaglia nelle presenze puntiformi di scogli di mare, boe, mede, bagnanti e ombrelloni che abitano rive e spiagge…
16,00 15,20

Tesori di alabastro in Volterra e nel mondo

Libro: Libro rilegato
anno edizione: 2018
pagine: 216
Il libro, attraverso uno spettacolare apparato iconografico, documenta le opere di alabastro, per lo più inedite fotograficamente, custodite in gallerie, botteghe artigianali, collezioni private, a Volterra e nel mondo. L’opera è anche doverosamente corredata da alcuni capolavori già pubblicati che hanno fatto la storia della cultura dell’alabastro della cittadina toscana. La maggior parte di questo lavoro di ricerca è stata sviluppata da lastre fotografiche risalenti alla fine dell’Ottocento-primo Novecento: esse documentano una produzione assorbita in gran parte dal mercato estero del periodo e fatta conoscere nel mondo dai famosi “viaggiatori dell’alabastro”. Dai preziosi e raffinati cammei in alabastro di Albino Funaioli alla magnifica Torre di Pisa, è trascorso oltre un secolo e mezzo di storia in cui l’alabastro è stato il protagonista assoluto di quel fenomeno di unicità lavorativa che ha caratterizzato la vita e la storia di Volterra. Questo fenomeno può essere giustamente definito come un piccolo “Rinascimento Volterrano” dove pittura, scultura, e musica hanno trovato terreno fecondo per il loro sviluppo artistico.
25,00 23,75

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