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Libri di Giorgio Manganelli

Biografia e opere di Giorgio Manganelli

Il vescovo e il ciarlatano. Inconscio e letteratura: l'incontro con Ernst Bernhard

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 200
Nel 1973, di fronte a una sbalordita platea di psicoanalisti e studiosi di psicologia, convenuti a Roma per discutere di Jung nella cultura europea, Giorgio Manganelli pronunciò una memorabile apologia dell'incubo, del carattere luciferino e visionario della letteratura, dell'isolamento sociale dello scrittore. Una dichiarazione di guerra al senso comune e alla «psicologia» (junghianamente intesa come l'antitesi della «visione») che cinquant'anni dopo potrà apparire come l'ultimo grande «manifesto» del Novecento. Ed anche una singolare maniera di mettersi a nudo, come un animale notturno venuto a sfidare le ottimistiche certezze della «cultura» e le banalità della «cattiva letteratura». Non è certo un caso, inoltre, che un autoritratto tanto lucido e convincente prenda forma all'interno di un discorso su Jung e sulla psicologia del profondo. Era stato un allievo di Jung, il leggendario apolide Ernst Bernhard, frequentato a Roma all'inizio degli anni Sessanta, ad aprire a Manganelli le porte di quello «spazio psichico» del quale e dal quale non si stancherà mai di scrivere, dall'esordio dell'Hilarotragoedia fino al capolavoro postumo, La palude definitiva. I saggi e gli articoli raccolti in questo libro sono la testimonianza esplicita di interessi profondi, che innervano di sé, in modo più segreto, anche tutte le pagine maggiori di Manganelli. Con una sospetta perizia da autentico esperto, e sempre accompagnato dalle innumerevoli risorse di uno stile impareggiabile, lo scrittore indaga sui libri e le vite di Bernhard, di Freud, di Jung, di un Oliver Sacks appena scoperto; ripercorre qualche celebre caso clinico, discorre dei sogni, di un possibile «galateo» per attraversare indenni le loro foreste di simboli...
14,00 13,30

Lettere familiari. Con un testo di Giorgio Vasta

Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2024
pagine: 288
“Si legge”, scrive Giorgio Vasta nel testo che accompagna queste "Lettere familiari" di Giorgio Manganelli, “intromettendosi tra i bisbigli degli innamorati o dei fratelli, risalendo lungo la spirale che lega un figlio a una madre, il respiro di un padre a quello della figlia. Si legge di ciò che è stato il quotidiano degli altri, che a volte fiorisce improvviso e a volte se ne resta legnoso, un quotidiano che è progetto, problema, fantasticazione, ricerca, inciampo, delusione, e dunque si leggono le circostanze minute delle giornate, le attese, i preparativi, i presentimenti e i dispiaceri, tutte le piccole vicende del corpo – le eccitazioni, i disturbi –, si leggono i desideri, i tormenti, le ambizioni, le frustrazioni, tutti i farò e dirai e andremo e saremo: l’esistenza che mentre accade è sempre un po’ baldanzosa un po’ patetica, cieca e sorda, timida, famelica, simultaneamente vulnerabile e indistruttibile; e ancora, continuando a fare irruzione nella dimora delle confabulazioni private si legge di come a un certo punto la morte smaglia il tempo, separando il tempo dal tempo e insieme umiliandolo, e allora la scrittura tenta di farsi consolazione per provare a stare dentro la scomparsa”.
18,50 17,58

Drammi celtici. Testo inglese a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2024
pagine: 320
Scritti in un unico atto, con il fine di raccontare le vicende di eroi e personaggi mitici – dall’amore tragico di Deirdre e Naoise all’epopea di Cuchulain – i Drammi celtici immergono il lettore nel verde brillante delle terre irlandesi, restituendogli tutto il fascino di un mondo lontano, ma non ancora perduto. È un omaggio al patrimonio di storie e leggende di una terra ricca di folklore e tradizione, di magia e suggestione questo di Yeats, definito “il poeta degli assaggi, dei tentativi” da Giorgio Manganelli, che ha tradotto per BUR questa edizione, arricchita dall’aggiunta di un nuovo dramma, L’elmo verde. Yeats si prefigge con il suo teatro di costruire un sistema di valori stabili e autosufficienti, al cui centro ci sono la gestualità e il linguaggio, strumenti necessari per ricostruire tutta l’imprevedibile fantasia e le infinite metafore delle realtà più umili. “Alla fine” scriveva Yeats “resta solo la vita, e il lettore frettoloso forse non vi vedrà che la favola.”
13,00 12,35

Emigrazioni oniriche. Scritti sulle arti

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2023
pagine: 348
«Che bello non essere di professione critico d’arte, ma andar vagabondando ad adocchiare tele e disegni, e dir sciocchezze» proclama Manganelli nell’affrontare la pittura del Pitocchetto. In effetti, sarebbe arduo ravvisare in lui la serietà benpensante dello specialista: diffida dei musei, frutto di «una macchinazione, una prepotenza, una frode»; dichiara che allestire una pinacoteca «non è più sensato che fare abitare tutti i Giuseppe in un solo quartiere di una città»; e lascia trapelare che ai quadri, riflesso della «mentita consistenza» del mondo, preferisce talora i disegni, appartenenti «al luogo discontinuo dei fantasmi». Ma non ci si deve ingannare: l’«incompetenza» autorizza a essere imprecisi, emotivi, irresponsabili – esattamente ciò che permette alla critica di condividere la natura misteriosa, elusiva, notturna della letteratura. Non a caso nel 1977 Manganelli ha precisato che «lo scrittore è colui che è sommamente, eroicamente incompetente di letteratura». I saggi qui riuniti saranno allora letteratura generata dall’arte – o meglio dalle arti, visto che le sue predilezioni si estendono dalle statue stele lunigianesi, «feti di dèi», all’amata pittura del Seicento e agli amici come Toti Scialoja, fino agli ex voto e alle libellule-mascotte di Lalique, numi tutelari del viaggio. E proprio in quanto letteratura, svincolata da gravami disciplinari, questi scritti riescono a sovvertire ogni idea sull’arte e a insegnarci una nuova grammatica della visione. Come quando, a proposito dei Mangiatori di patate di Van Gogh, leggiamo: «Le patate sono notte, profondità, cimitero, tomba, nero, nerità; e hanno la forma sgraziata e concentrica del mondo».
24,00 22,80

Un matrimonio epistolare. Corrispondenza tra Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Alessandra Wolff von Stomersee

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del Gattopardo, e Alessandra Wolff von Stomersee, baronessa baltica e psicoanalista che contribuì a introdurre Freud in Italia, si sposarono nel 1932, trentottenne lei, di due anni di meno lui: si erano conosciuti grazie a complicati incroci di famiglia, frequenti tra gli aristocratici del tempo. Per una lunga fase della vita si spedirono lettere con molte notizie su come trascorrevano le giornate, su parenti, amici, pranzi e cani e, soprattutto, sulle reciproche letture. Rari i sentimenti. Scritte tra il 1932 e il 1943, quando, a causa delle vicende belliche, il loro matrimonio finì per assumere un «assetto più tradizionale», queste circa duecento lettere costituiscono una testimonianza estremamente significativa. Fino ad allora il loro era stato, infatti, quello che si potrebbe definire un «matrimonio epistolare»: basato su di una forte consonanza intellettuale ma di cui lo stare lontani per lunghi periodi costituiva «un elemento strutturale». Erano, i coniugi Lampedusa, fatalmente vincolati ai luoghi, alle case, ai miti fondanti della propria origine, tanto che lo scambio epistolare, il parlarsi rimanendo ognuno nel suo mondo, era divenuto, negli anni, uno dei codici primari della loro comunicazione. Giuseppe amava perdutamente la grande casa di Palermo: la casa dove era nato e si aspettava di morire. Licy (così veniva chiamata in famiglia Alessandra) non poteva, invece, restare separata a lungo dal castello avito di Stomersee in Lettonia e dalla «gente del Baltico», la «sua» gente. Sarà la guerra a scompigliare definitivamente assetti fino ad allora ritenuti immutabili: Palazzo Lampedusa viene bombardato e distrutto nel 1943, il castello di Stomersee confiscato tra l'avanzata dei tedeschi e la controffensiva sovietica. Nel commento che conclude il volume, Giorgio Manganelli caratterizza così i due personaggi: lei, «regina boreale che ha per reggia un castello tedesco in terra di Lettonia»; lui, «custode della propria infanzia»; e sottolinea quanta energia promani da lei e quanto più languido, infantile ed emotivo appaia lui. Caterina Cardona sulle lettere, attraverso le lettere e oltre le lettere di Giuseppe e Licy conduce la sua sottile indagine svelando «un gioco della psiche, una astuzia della intelligenza e degli affetti» (Manganelli) che cattura l'interesse del lettore conducendolo alla ricerca della chiave profonda di un matrimonio e alla genesi imprevista di un capolavoro: Il Gattopardo.
14,00 13,30

Mia anima carnale. Lettere a Ebe

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 128
Un «mandrillo con gli occhiali», si definisce Manganelli in queste strepitose lettere inedite degli anni 1960-1973, avviluppato com'è in «brodi bollenti» e in «spinaci butirrosi»; un Manganelli faceto sì, ma anche focosamente innamorato. E poco importerebbe tutto questo, se l'amore non gli dettasse lettere che in buona parte sono racconti perfettamente prismatici, di grande vitalità inventiva, capaci di farsi visionari e svoltare in una sensualità golosamente rovente: «Cara la mia cotogna, tu mi sembri un morbido, sugoso frutto autunnale, di quelli che abbisognano di gran tempo per maturare tutti i loro succhi intrinseci, che vivono la loro estate assieme all'autunno, quei frutti deliziosi, voluttuosi, mielati, goccianti zuccheri interiori che hanno una lunga, afra e lazza (acerbetta) adolescenza, quando erano piccoli e duri, e legavano i denti. Ora sei nespola, ananasso, pompelmo e cotogna. E io ti voglio mangiare, ammannita sul desco delle tue lenzuola». È anche un «rètore galante e insinuoso», Manganelli. Per la donna amata, Ebe, che è lontana, organizza un concerto tutto mentale. Dispone nello spazio fantastico gli strumenti musicali. Dirige gli esecutori. «Io suono per te», dice, nel suo «forum interiore». E se la destinataria tiene nella borsa due sensualissime «orchidee... casuali e brucianti», lui estrae dalla valigia «una carezza lunga, lenta, senza distrazione». Si inchina, Manganelli, alla fine, volgendo le spalle agli orchestrali. Ci sono lettere che arrivano dall'Africa, dalla Malesia, dalle Filippine. La donna amata è sempre un «sole portatile per tutte le sere della vita». E intanto Manganelli recensisce paesaggi, serate tropicali, una azzardata escursione tra poco invitanti coccodrilli, in «un ambiente di vegetazione trionfale», senza mai venir meno alla sapiente energia e all'impudica felicità del suo linguaggio: «Di Malacca non ti dirò nulla», scrive; e specifica: «è una delle cose più straordinarie, più struggenti, più fascinose che abbia mai visto; credo che in Oriente non ci sia nulla di simile. Per parlarne bisognerebbe recitare, fare grandi gesti, poi muovere gli occhi in modo sognante e allusivo, camminare a passetti, inginocchiarsi due o tre volte, cantarellare, fare il gesto di cullare un bambino mormorando uno scongiuro, suonare un tamburello, un'arpa, organizzare un funerale, schiocchiare la lingua come al termine di un pasto copioso, e infine singhiozzare». Manganelli è stato uno dei massimi scrittori del Novecento. Ha scritto libri di grande successo come Centuria e Pinocchio: un libro parallelo; o, nell'ambito saggistico, i celebri saggi raccolti nel volume La letteratura come menzogna. Ora si lascia scoprire come sorprendente scrittore di lettere rese preziose dalle sue ineguagliabili vocabolerie.
13,00 12,35

Poesie

Libro
editore: Crocetti
anno edizione: 2022
pagine: 372
L'errore fu nascere sotto lo Scorpione, o in opposizione di pianeti infausti: o forse l'errore fu nascere, nient'altro.
20,00 19,00

Altre concupiscenze

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2022
pagine: 227
Concupiscenza libraria ce lo ha confermato: la recensione, «minimo mostriciattolo», può trasformarsi in una magnifica narrazione che ha come personaggi «le parole di un libro», in letteratura sulla letteratura o, se vogliamo, in uno specifico genere letterario, magari ambiguo, arbitrario, «impuro», persino irresponsabile, ma capace di svelare quell'«immagine segreta», quello «strato sotterraneo» in cui risiede la grandezza di un libro. Occorre, certo, che il recensore sia un «animale passionale» e soprattutto uno scrittore, giacché «recensire è scrivere». Inveterato bibliomane, Manganelli ha frequentato i più diversi autori: ma a quali in particolare riservava la sua devozione? Quali considerava «complici di libertà»? E ancora: quale idea della letteratura tale costellazione proietta? Lo scopriremo grazie a questa raccolta, che completa Concupiscenza libraria: «... è una prima approssimazione di ciò che cerco: un luogo insieme notturno e labirintico» leggiamo a proposito di Borges. Un luogo unico, dunque, irripetibile, inimitabile: un «incantesimo che agisce in guise occulte tanto che il così detto scrittore non ne sa, non ne saprà mai nulla». Esattamente ciò che troviamo in Dickens, Yeats, Savinio, Nabokov, Borges, Landolfi, Calvino, Calasso. Qualcosa di oscuro, elusivo, enigmatico, lontano anni luce dal «languore affettuoso», dal compiacimento di certi autori pensosi, virtuosi e saggi: «Ora, non è facile tollerare un saggio, non è facile lottare con un uomo comprensivo e antico: » ammette riferendosi a Carlo Levi «ma almeno in letteratura, si può».
20,00 19,00

Concupiscenza libraria

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2020
pagine: 454
Lettore accanito e onnivoro, Manganelli comincia assai presto a scrivere di libri, nel 1946, e nel giro di qualche anno la recensione si trasforma nelle sue mani in un vero e proprio genere letterario che esige uno scrittore, capace non tanto di giudizio – compito «da professore o da irto pedagogo» – quanto di un «gesto critico, esatto, lucido, veloce e non precipitoso, felicemente prensile». I presupposti di tale nuovo genere li ritroveremo tutti in questa raccolta, dove Manganelli rivela una capacità di aprire i suoi pezzi con un ‘presentimento di racconto’ («Se sono in preda ad un rissoso malumore, tre pagine di Singer mi “stigrano”, come si dice in certi dialetti emiliani»); di cogliere le peculiarità di un autore come si infilza una farfalla in una bacheca (L’Iguana è un libro che «sembra non avere autore, ma solo essere un perfetto “apporto”, come dicono gli spiritisti»); di dare sfogo a una «concupiscenza libraria» che lo trascina da Omero a Chaucer, all’amato Seicento, a Vincenzo Monti, Keats, Ivy Compton-Burnett sino a Oliver Sacks e Anna Maria Ortese; di brandire irresistibilmente ironia e sarcasmo («Stretto nella teca dei suoi calzoni accanitamente abbottonati, il ritroso Cassola ha della letteratura un’idea che fa apparire “La famiglia cristiana” l’organo dell’Ente per lo Scambio delle Mogli»); di officiare fastose cerimonie stilistiche e verbali; ma soprattutto di farci intravedere, dietro lo «spazio di indifferenza emotiva» che pone fra sé e ciò che scrive, quella passione della letteratura che «produce matrimoni, fughe a due, notti insonni, poesie, serenate, omicidi, ma in nessun caso cose ragionevoli e sensate».
24,00 22,80

I racconti

Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2017
pagine: 694
19,00 18,05

Favole

Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2016
pagine: 253
La cicala e la formica, la volpe e il serpente, il lupo e l'agnello, la gallina dalle uova d'oro: i personaggi e le situazioni delle favole di Esopo fanno parte da millenni della cultura popolare e non solo, al punto da essere ormai depositati nel profondo del nostro immaginario. E se i protagonisti delle storie sono quasi sempre animali, le doti, i difetti e le virtù che essi incarnano sono intensamente umani: invidiosi o saggi, avidi o coraggiosi, ipocriti o astuti, con i loro stratagemmi, i loro errori ingenui e le loro battute fulminanti compongono davanti ai nostri occhi un mondo semplice ma profondamente autentico, in cui ognuno di noi può riconoscere tratti di se stesso e delle persone che ci circondano. In questa edizione di pregio, le raffinate illustrazioni di Edward Detmold restituiscono alla perfezione — con la loro vitalità naturalistica e la loro vivacità decorativa -l'eterna attualità delle favole di Esopo, facendoci sorridere, e insieme riflettere, davanti all'immutabilità della natura umana.
17,00 16,15

Centuria. Cento piccoli romanzi fiume

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2016
pagine: 320
Apparso per la prima volta nel 1979, "Centuria" viene ripresentato in un'edizione che affianca agli originali "cento piccoli romanzi fiume" non solo trentuno "altre centurie", ma anche sette racconti scartati da Manganelli nel corso dell' elaborazione dell'opera. Arricchisce il volume il saggio che Italo Calvino scrisse nel 1985 per presentare al pubblico francese la traduzione di "Centuria".
14,00 13,30

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