Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Libri di Hannah Arendt

Biografia e opere di Hannah Arendt

Ebraismo e modernità

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
pagine: 240
“Si ha il diritto ai "diritti dell’uomo" se non si è cittadini?” si chiedeva Hannah Arendt. La sua non era una domanda retorica perché l’antisemitismo moderno inaugura un fenomeno nuovo nella storia contemporanea. Se inquadrato e analizzato a partire non tanto dalla pratica dello sterminio, bensì dal sistema di regole che lo precede, rende chiaro come nella società civile possa avvenire l’iter “da cittadino a straniero”. Hannah Arendt ha sperimentato questa condizione di “apolide”: straniera al mondo tedesco, osteggiata dalla sinistra e in conflitto radicale con il mondo ebraico di cui non condivideva atteggiamenti e scelte politiche. I saggi tradotti in questo volume discutono alcune delle questioni più controverse del nostro tempo: l’autonomia della cultura ebraica nel mondo moderno, il problema dell’esilio, la fondazione dello Stato di Israele, la possibilità della pace in Medio Oriente.
12,00 11,40

La banalità del male. Ediz. 70° anniversario

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 368
“Il mio miraggio è il libro che mette le mani addosso, il libro che sbatte per aria, il libro che ‘fa’ qualche cosa alle persone che lo leggono.” Queste parole di Giangiacomo Feltrinelli non possono non risuonare nella mente quando si affronta un testo come "La banalità del male", che Feltrinelli pubblica nel 1964, un anno dopo rispetto all’edizione originale. È un libro sconvolgente, che merita appieno l’aggettivo “necessario”. Perché a quindici anni dalla fine della Seconda guerra mondiale Arendt ci fa assistere insieme a lei al processo contro Adolf Eichmann, uno dei principali responsabili dell’organizzazione della “soluzione finale”. Nel resoconto e nella riflessione che ne conseguono l’autrice mostra che, contrariamente a quello che potremmo aspettarci, Eichmann non è un demone con la schiuma alla bocca e l’inconfondibile marchio del male stampato addosso. È un uomo normale. Il naso aquilino, l’occhiale di tartaruga, la corporatura minuta, la stempiatura abbondante. Quando la sua linea di difesa viene impostata su un superficiale “stavo solo eseguendo gli ordini”, si delinea la cupa presa di coscienza di questo volume: solo raramente il male è “grande”; molto più spesso ci somiglia, ha l’abito grigio della compiacenza, ha la sagoma della persona che ci precede nella fila al supermercato. E questo è terrificante. Arendt rifiuta un facile manicheismo e si chiede cosa voglia dire essere umani in un mondo in cui il male può essere tanto banale.
14,00 13,30

Antisemitismo e identità ebraica. Scritti 1941-1945

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 232
«Ci furono tempi felici in cui si poteva scegliere liberamente: meglio morti che schiavi, meglio morire in piedi che vivere in ginocchio. E ci furono tempi infami in cui intellettuali rincretiniti hanno dichiarato che la vita è il sommo dei beni. Oggi sono arrivati i tempi terribili in cui ogni giorno si dimostra che la morte dà inizio al suo governo del terrore esattamente quando la vita è diventata il sommo bene; che chi preferisce vivere in ginocchio, muore in ginocchio; che nessuno può essere ucciso più facilmente di uno schiavo» (Hannah Arendt). Sono pagine illuminanti e di drammatica attualità quelle che Hannah Arendt scrive tra il 1941 e il 1945, nell’ora più buia del mondo: pagine in cui entrano la guerra, il nazismo, la Shoah, l’idea di un esercito ebraico per combattere in Europa, gli insediamenti in Palestina, la critica al sionismo che non cercava il dialogo con i vicini arabi. Antisemitismo e identità ebraica, come scrive Enzo Traverso nell’introduzione inedita, ci permette di entrare nel laboratorio intellettuale di Arendt, cogliendo come in un’istantanea un momento cruciale del suo sviluppo. Con la prefazione di Enzo Traverso.
21,00 19,95

La rivoluzione ungherese e l'imperialismo totalitario

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 168
Hannah Arendt scrive questo testo, uscito nella seconda edizione americana di Le origini del totalitarismo e mai pubblicato nella sua versione integrale in italiano, nel 1958. Sono passati due anni dalla rivoluzione ungherese, repressa dall’intervento dell’Armata Rossa. Arendt analizza come in dodici anni l’Ungheria abbia vissuto sotto il totalitarismo sovietico, per poi ribellarsi nel 1956 per dodici giorni che hanno fatto storia. La rivoluzione colse tutti di sorpresa, fu spontanea, non aveva leader, non era organizzata o diretta da qualcuno, era mossa solo dal desiderio di libertà. Non ne derivò una guerra civile, né caos o anarchia, ma l'improvvisa nascita dei consigli rivoluzionari che, tuttavia, vennero immediatamente soppressi dalla soverchiante forza dell'URSS. Le ultime parole che giunsero dall’Ungheria libera furono pronunciate da Radio Kossuth: “Oggi tocca a noi, domani o dopodomani sarà un altro paese, perché l’imperialismo di Mosca non conosce limiti e sta solo cercando di prendere tempo”.
14,00 13,30

Che cos'è l'autorità?

Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2023
pagine: 96
Il principio di autorità, che ha fatto grande Roma e il suo impero e che il cristianesimo ha trasmesso all'Occidente, ha conosciuto una crisi irreversibile a partire dall'età moderna. Nessuna rivoluzione ha saputo rifondarlo su nuovi presupposti, mentre i regimi totalitari del Novecento hanno avvalorato pericolose confusioni tra autorità e autoritarismo illiberale. L'autorità, sostiene Hannah Arendt in questo saggio scritto nel 1954, precede il potere e lo legittima: essa non si fonda né sulla forza né sulla persuasione, ma sul riconoscimento e il rispetto indiscusso da parte della comunità. Con impareggiabile rigore, la grande pensatrice tedesca indaga le origini, gli sviluppi e il tramonto di una delle idee centrali della teoria politica oltre che di uno dei fondamenti della convivenza civile, un percorso destinato a sfociare nella «perdita della solidità del mondo», ovvero nella nascita di quella che molti anni dopo Zygmunt Bauman chiamerà la «società liquida».
5,90 5,61

L'umanità in tempi bui. Lessing, Luxemburg, Giovanni XXIII, Jaspers, Blixen, Broch, Benjamin, Brecht, Gurian, Jarrell

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2023
pagine: 296
“Anche nei tempi più bui abbiamo il diritto di aspettarci un po’ di luce.” In questi saggi, Hannah Arendt ripercorre le esistenze di dieci intellettuali che hanno conosciuto le tenebre del proprio secolo. Queste personalità illuminate hanno vissuto gli orrori ricorsivi dei “tempi bui”, tentando di contrastarli. Per quanto diversi tra loro, Karl Jaspers, Rosa Luxemburg, Bertolt Brecht, Papa Giovanni XXIII, Walter Benjamin e tutti gli altri protagonisti del volume sono accomunati dall’aver combattuto in prima linea, non cedendo mai alla tentazione delle retrovie o di una ritirata nelle scorciatoie del disimpegno. Ogni ritratto è un esercizio di biografia filosofica, un elogio della pluralità e di chi ne è stato portatore.
22,00 20,90

Sulla violenza

Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2023
pagine: 144
«Chiunque abbia avuto occasione di riflettere sulla storia e sulla politica» osserva Hannah Arendt «non può non essere consapevole dell'enorme ruolo che la violenza ha sempre svolto negli affari umani.» In questo breve, densissimo saggio la Arendt dà ragione della sua affermazione ripercorrendo i fatti storici degli anni Sessanta sullo sfondo di tutto il Ventesimo secolo. In una lucida, penetrante (e ancora attualissima) radiografia del fenomeno, cui tuttavia non mancano il tono e la vibrazione dell'autentica passione politica, l'autrice tocca temi quali il rapporto fra violenza, potere, forza e autorità, la «razionalità» della violenza, le sue cause, le sue origini, le differenze tra violenza collettiva e violenza individuale.
18,00 17,10

La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2023
pagine: 368
Otto Adolf Eichmann, uno dei comandanti delle SS responsabili dell’organizzazione della cosiddetta “soluzione finale”, fu processato nel 1961 a Gerusalemme, avendo commesso crimini contro il popolo ebraico, crimini contro l’umanità e crimini di guerra sotto il regime nazista. Hannah Arendt assistette al processo come inviata del “New Yorker” e ne nacque un libro scomodo, che pone le domande che non avremmo mai voluto porci e dà risposte che non hanno la rassicurante certezza di un facile manicheismo. Il suo resoconto, spiega Ezio Mauro nella sua prefazione, è “il tentativo di recuperare una misura umana di razionalità che consenta di mandare avanti il mondo dopo Auschwitz”: è un’esplorazione attenta e appassionata del contesto storico e politico, un’analisi del tempo nazista, indispensabile per capire come quella quotidianità ordinaria e mediocre abbia potuto farsi strumento dell’orrore. Questo tipo di indagine diventa necessaria poiché “quel che si vede e quel che si sente non riescono a restituire la portata dell’accaduto che resiste al diritto, alla giustizia, alla pietà, dunque alla comprensione”. Sprovvisto di qualsiasi tipo di eccezionalità, concentrato sulla corretta esecuzione del compito assegnatogli, Eichmann è l’incarnazione “banale” del Male, che per questo risulta tanto più terribile, perché i suoi servitori più o meno consapevoli non sono che piccoli, grigi burocrati. I macellai del nostro tempo non hanno la “grandezza” dei demoni: sono dei tecnici, si somigliano e ci somigliano. Prefazione di Ezio Mauro.
13,00 12,35

Che cos'è la libertà?

Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2022
pagine: 96
L'esperienza dei totalitarismi del Novecento ha alimentato la convinzione che la libertà cominci dove finisce la politica. Contro questo comune sentire e contro l'idea di molta tradizione filosofica che la libertà sia una condizione interiore, uno spazio intimo in cui gli uomini possono eludere la coercizione esterna e sentirsi liberi anche se sono schiavi, prende posizione Hannah Arendt. La libertà non è un attributo della volontà, ma del fare e dell'agire. L'uomo sperimenta l'essere libero come realtà concreta della sua vita nel mondo, nello spazio pubblico e nel rapporto con gli altri uomini. Per essere libero l'uomo non solo deve essersi liberato dalle necessità materiali ma deve anche potersi inserire attivamente in una comunità di cittadini. Perché, come ci ricorda con rigore e passione la grande pensatrice tedesca in questo breve saggio che è un elogio delle virtù della politeia, «la libertà è la ragion d'essere della politica».
5,90 5,61

Noi rifugiati

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 112
Viene pubblicato qui, in una nuova edizione italiana che ne restituisce tutto il suo carattere dirompente, il celebre saggio "Noi rifugiati". Hannah Arendt lo scrisse di getto nel 1943, a due anni dal suo arrivo a New York. Testimonianza esistenziale di un'apolide d'eccezione, ma anche primo manifesto politico sulla migrazione, è una lettura indispensabile per orientarsi nello scenario politico attuale, dove è andata aumentando la massa di coloro che, presi tra le frontiere nazionali, vengono considerati corpi estranei, rifiuti ingombranti. Che ne è dell'accoglienza? E della partecipazione al mondo comune? Ricostruisce la lezione di Arendt, e riflette sui diritti umani dei rifugiati, il saggio conclusivo di Donatella Di Cesare. Gli Stati nazionali continuano a discriminare e respingere, mentre si moltiplicano i campi di internamento e le zone di transito a cui, nelle periferie dell'ordine mondiale, sono consegnati gli esseri umani ritenuti «superflui».
12,00 11,40

Rosa Luxemburg

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2022
pagine: 138
Nata in una famiglia di socialisti ed ebrei assimilati, Hannah Arendt crebbe nel culto di Rosa Luxemburg. La stesura del suo capolavoro, Le origini del totalitarismo (1951), e del saggio Sulla rivoluzione (1963) fu l'occasione per avviare un confronto inedito con l'opera di Rosa Luxemburg, che le rivelò tasselli sconosciuti della sua poliedrica personalità. Lo scritto arendtiano, qui riproposto in una nuova traduzione, evidenzia la relazione tra le idee di queste due "donne in tempi bui": la diffidenza nei confronti dei movimenti di emancipazione femminile, i limiti dell'internazionalismo di fronte all'emergere della questione nazionale, il maniacale bisogno di protezione della sfera intima, l'esigenza di stabilire metri di equità nel mondo, la necessità di confrontarsi con Marx, l'ansia di preservare l'autentico spirito rivoluzionario insieme al dovere storico e politico di indicare limiti e criticità della prassi rivoluzionaria del XX secolo.
10,00 9,50

La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2019
pagine: 348
Otto Adolf Eichmann, figlio di Karl Adolf e di Maria Schefferling, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la sera dell'11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di Gerusalemme l'11 aprile 1961, doveva rispondere di 15 imputazioni. Aveva commesso, in concorso con altri, crimini contro il popolo ebraico e numerosi crimini di guerra sotto il regime nazista. L'autrice assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il "New Yorker", sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro il caso Eichmann. Il Male che Eichmann incarna appare nella Arendt "banale", e perciò tanto più terribile, perché i suoi servitori sono grigi burocrati.
13,00 12,35

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.