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Il Saggiatore: La cultura

Tutte le nostre collane

Delivery. Ediz. italiana

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2022
pagine: 304
Una città senza nome. Potrebbe essere qualsiasi città. Potrebbe essere la nostra. In questa città senza nome un esercito di biciclette si muove nel traffico trasportando oggetti, pranzi e cene, sfreccia tra automobili e autobus, ogni bicicletta una scheggia impazzita. Sopra ognuna di queste biciclette ci sono ragazzi delle consegne, e uno di questi ragazzi delle consegne è il protagonista di “Delivery”. Giunto come rifugiato da un altro paese nella città senza nome, è nito nelle maglie di un’azienda di delivery, in cui una ragazza del centralino, N., gli assegna le consegne e lo aiuta con l’inglese, e in cui un Supervisore violento si assicura che tutti gli ordini vengano evasi. Gli obiettivi sono chiari per il ragazzo delle consegne: buone mance, valutazioni a cinque stelle e conquistare l’amore di N. Ma qualcosa va storto, il Supervisore non è contento. Assegna al ragazzo delle consegne un incarico impossibile, che lo conduce in sella alla sua bicicletta nei quartieri più remoti della città senza nome, e che assomiglia in maniera sempre più inquietante al destino comune dell’essere umano sulla Terra: pedalare, senza una meta, fino alla fine. In “Delivery” la prosa di Peter Mendelsund – dapprima frammentata come la vita di chi è costretto ad arrangiarsi, poi sempre più ampia e ritmica come la pedalata di chi corre incontro al proprio fato – racconta l’epopea quotidiana del nostro tempo, con l’urgenza di un proposito: dare una voce a chi è muto, un corpo a chi è invisibile, una storia a chi vive ai margini della Storia.
19,00 18,05

Il secolo dei media. Stili, dinamiche, paradossi

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2022
pagine: 480
A partire dagli anni novanta, complice la diffusione di Internet e l’avvento di smartphone e social network, la nostra società ha subito trasformazioni radicali. Ma per comprendere il ruolo che i media hanno nel presente, e come gestire le sfide che ci pongono, dobbiamo distinguere cosa sia realmente inedito e cosa invece non somigli più a un ricorso storico, e soprattutto osservare ciò che abbiamo ereditato dal secolo dei media, il Novecento. Peppino Ortoleva ricostruisce la storia dei mass media dal secolo scorso a oggi e analizza i cambiamenti che questi hanno portato nel modo in cui comunichiamo. Muovendosi tra storiografia e antropologia, si sofferma tanto sulle scelte politiche implicite nel progresso tecnologico quanto sulle loro ripercussioni in campi non direttamente connessi con il mondo della comunicazione, come la caduta di tabù che sembravano incrollabili, il diffondersi della pornografia e il ruolo delle abitudini d’acquisto nella costruzione di una comunità. Ogni nostro atto è comunicazione, perfino subire il continuo flusso di messaggi cui siamo sottoposti; se non ne comprendiamo le implicazioni, il rischio è di esserne agiti inconsapevolmente. “Il secolo dei media”, nel solco della tradizione di maestri quali Marshall McLuhan e Umberto Eco, Roland Barthes e Susan Sontag, ci guida attraverso il paradosso della comunicazione umana: essa si fonda sulla possibilità di entrare in contatto con l’altro in virtù delle somiglianze che intercorrono con lui, e al contempo è resa necessaria dall’irriducibile diversità tra individui. E se la comunicazione è a livello di massa, i paradossi diventano un mare. Un mare in moto perpetuo, da affrontare con gli strumenti adeguati.
25,00 23,75

Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 248
Laura Pugno parte da una domanda: si può dare una forma, concreta nella sua astrattezza, alla poesia italiana contemporanea? Si può disegnarne una mappa che ci consenta di percepirla con i nostri sensi, come se spiccassimo il volo sopra una città e d’improvviso fossimo in grado di vederne il disegno, cogliere la vita di chi la abita? Una mappa immaginaria, certo, perché fatta di immaginazioni, del racconto che la poesia italiana fa di se stessa. Una mappa che Laura Pugno ha saputo immaginare. “Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea” prende le mosse da un esperimento avviato da Laura Pugno con un gruppo di poete e poeti: definire i 7 parametri con cui raccontare la poesia, scegliere 99 poeti italiani, assegnare un valore a ciascun parametro per ciascun poeta e infine trasformare i dati in rappresentazioni grafiche, immagini, costellazioni. “Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea” combina critica letteraria e antropologia, statistica e intelligenza artificiale, digital humanities e lettura dei corpora. Con contributi di Emmanuela Carbé, Chiara Faggiolani, Jesús López Fidalgo, Matteo Meschiari, Leire Alegría Murillo, Gianluigi Simonetti, Lorenzo Verna e Maurizio Vivarelli e immagini di Elio Mazzacane, Marina Misiti, Barbara Pastorini e SciamLab, racconta la poesia come una comunità viva di persone e opere, un campo di forze ancora in parte inesplorato che tutti possono contribuire a trasmutare in una mappa sempre più grande e dettagliata. In una fotografia che ci restituisca il multiforme universo del nostro contemporaneo letterario e ci faccia scivolare nel suo futuro più visionario.
23,00 21,85

Guida per cervelli affamati. Perché da bambini odiamo le verdure e altri misteri neurogastronomici che ci rendono umani

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 312
Fish and chips è più buono se mentre ci unge le mani ascoltiamo i Beatles. Un’insalata è più gustosa se servita con un impiattamento ispirato a Kandinskij. Il calice di vino a 45 euro ci sembra migliore dello stesso vino pagato 5 euro. E sappiamo tutti benissimo quanto ci attrae di più una bella fragola rossa rispetto a un cavolo viola. Mangiamo perché dobbiamo nutrirci, ma non solo: il cibo più che di pancia è una questione di cervello. Le neuroscienze se ne sono accorte e si sono messe a studiare la nostra percezione del cibo, trovando che mangiare risponde non solo al primitivo, indispensabile bisogno di sazietà, ma soprattutto al bisogno di gustare; dalla scelta di un alimento al suo assaggio, mangiare mette in moto una serie di meccanismi cognitivi – ancestrali o nuovissimi – che impegna ogni lembo del nostro organo più misterioso. “Guida per cervelli affamati” ci racconta il rapporto tra i nostri neuroni e quello che abbiamo nel piatto, sondato grazie a caschetti che identificano in tempo reale l’oggetto del nostro desiderio culinario, misuratori che rilevano la dilatazione delle nostre pupille davanti a un piatto e scanner che fotografano l’attività del nostro cervello mentre lo assaporiamo. In un viaggio fra menù thailandesi e menù marziani, dessert a forma di spugnette per lavare i piatti e uova centenarie, Carol Coricelli e Sofia Erica Rossi ci spiegano perché mangiamo quel che mangiamo e come ci siamo evoluti dalla raccolta delle bacche ai piatti molecolari, perché il suono che fanno le patatine sotto i nostri denti ci dà un piacere tanto intenso e la paura degli insetti ci fa provare disgusto di fronte a uno stufato di cavallette (anche se sappiamo che mangiarlo regolarmente farebbe molto bene al nostro pianeta). E soprattutto come mai, anche se la pancia è piena, c’è sempre posto per il dolce.
22,00 20,90

Il grande libro del vintage

Libro: Libro rilegato
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 280
Drive-in, Polaroid, la Vespa. Le borse all’uncinetto, i pantaloni a vita alta, le Vans. Friends, Mazinga Z, Dune. La voce di Orietta Berti che fuoriesce da una cassa bluetooth mentre un barman in gilet e baffi a manubrio serve un Old Fashioned in uno speakeasy inaugurato da poco. Che cos’è questa confusione di immagini e oggetti di epoche diverse, stili di vita dimenticati e musica retrò? Che cos’è questa nostalgia nell’aria? La risposta sta tutta in una parola: vintage. Sabina Minardi ci conduce in un colorato viaggio nel cuore di uno dei grandi cortocircuiti del contemporaneo: tra moda e costume, storia e tendenze giovanili, "Il grande libro del vintage" spalanca le porte di questa indefinibile Wunderkammer di destini che si riavvolgono e gusto dell’usato. Un’opera fondamentale per comprendere perché più ci proiettiamo nel futuro più siamo affascinati dal passato; per ritrovarci nei panni appena smessi, che rivestiremo domani.
29,00 27,55

Il giorno in cui il mondo smette di comprare

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 384
I primi ad accorgersi che qualcosa è cambiato sono i commessi dei negozi: quel giorno stanno clamorosamente mancando gli obiettivi di vendita. Poche ore dopo i responsabili di zona mandano resoconti preoccupati ai loro capi. Il giorno successivo gli addetti ai magazzini dei maggiori siti di shopping online vedono i loro ritmi frenetici rallentare. Nel giro di pochi giorni il colore del cielo cambia con il calare delle emissioni di anidride carbonica. Il mondo ha smesso di comprare: non è l’inizio di un romanzo distopico; è l’unica cosa che può salvare noi e la Terra. Parliamoci chiaro: è lo stile di vita basato su un consumo costante la causa principale del collasso ecologico. Siamo disposti ad avviare trasformazioni radicali su scala globale per rendere più verde e sostenibile il nostro stile di vita, ma non a diminuire i nostri acquisti, quello no, è l’ultimo tabù. Se smettiamo di comprare, dicono politici ed economisti, sarà una catastrofe, la fine della nostra società e di milioni di posti di lavoro. Ma è davvero così? Per rispondere a questa domanda, J.B. MacKinnon ha attraversato il pianeta parlando con gli ultimi cacciatori-raccoglitori africani, con dirigenti dell’industria della moda e con chi lavora negli stabilimenti tessili in Bangladesh, con pubblicitari più o meno pentiti e membri di comunità autosufficienti, con chi produce oggetti usa e getta e chi li cura come prodotti artigianali. Ha visitato gli ultimi luoghi degli Stati Uniti in cui i negozi sono chiusi la domenica; ha attraversato città in cui, avendo tagliato l’illuminazione artificiale, si è tornati ad ammirare le stelle; ha scoperto insospettabili sacche di resistenza al consumo nel cuore del Giappone ipertecnologico. Ridurre i nostri consumi non è un processo indolore, ma è possibile, necessario e non rimandabile se vogliamo interrompere la spirale distruttiva che sta devastando le nostre vite e la Terra. "Il giorno in cui il mondo smette di comprare" è la proposta di un futuro diverso, un futuro che inizia da una nostra semplice decisione: devo davvero premere il pulsante «acquista»?
22,00 20,90

Wes Anderson, quasi per caso

Libro: Libro rilegato
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 368
Vecchi fari a strisce rosse e bianche, casinò in legno ai piedi del Monte Bianco, hotel dai colori pastello, stazioni ferroviarie attraversate da treni a vapore, binocoli a gettone sul molo di un lago: abbiamo imparato che l’arte imita la realtà, ma in ogni angolo del pianeta appaiono edifici che sembrano usciti quasi per caso da un film di Wes Anderson. Questo libro è una raccolta di storie e luoghi «andersoniani» davvero esistenti e visitabili in tutta la loro simmetrica bellezza. Un invito alla scoperta e allo smarrimento, a guardare il mondo dal punto di vista del più romantico e agrodolce dei registi contemporanei.
49,00 46,55

Il grande libro della morte. Miti e riti dalla preistoria ai cyborg

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 376
Solenni processioni funebri, pianti rituali, sacrifici e offerte in onore dei defunti, complesse pratiche di purificazione, sepolture, cremazioni e mummificazioni, necropoli grandiose erette a immagine e somiglianza delle città dei vivi: ogni società, ogni popolo del pianeta, sempre e a ogni latitudine, si è confrontato con la morte e ha cercato di renderla meno traumatica, facendone un momento di passaggio condiviso all'interno delle comunità. Oggi invece l'Occidente, accecato dall'illusione di un benessere infinito, opera una rimozione sistematica della morte dalla vita quotidiana e dall'esperienza di tutti, tramutandola in un fantasma indicibile con cui ciascuno si trova a combattere da solo. Il grande libro della morte ripercorre i miti, i riti, le credenze e le tradizioni funebri che hanno accompagnato l'umanità fin dall'alba dei tempi. Esamina come nel tempo sono cambiati gli atteggiamenti individuali e collettivi nei confronti della morte, vista come un confine naturale dell'esistenza nel mondo antico e nel Medioevo per poi diventare un tabù nell'età moderna. Racconta la lunga tradizione di filosofi e scrittori che hanno sottolineato come l'accettazione della nostra mortalità sia la chiave per dare un significato alla nostra esistenza. Rintraccia gli influssi della morte sull'arte figurativa, sul cinema e sulle serie televisive. E approda all'oggi: un'epoca in cui i progressi della scienza e della tecnologia ci spingono a ripensare in nuovi modi l'essere umano, e figure ibride come i cyborg e il movimento del transumanesimo aprono le porte a possibili forme di parziale immortalità. Un'epoca in cui è sempre più pressante la richiesta di un supporto medico e psicologico per i morenti e i loro cari; in cui è più che mai necessario ristabilire un rapporto maturo e consapevole con la morte. "Il grande libro della morte" ci sfida a caricare nuovamente di senso la nostra più grande paura, restituendo l'antico alone di sacralità a questo confine e, al tempo stesso, pensandolo come un passaggio naturale dell'esistenza. Perché è solo guardando negli occhi la nostra fine che possiamo vivere pienamente.
25,00 23,75

Giornalismo culturale. Un'introduzione al millennio breve

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 976
«La critica letteraria è in via di sparizione sia perché gran parte dell’attuale letteratura non è più un oggetto che abbia interesse critico, sia perché gli studiosi non è detto che siano lettori interessati a formulare giudizi.» Queste righe di Alfonso Berardinelli potrebbero suonare come un addio alla critica letteraria. E in effetti sembrano spiegare perché in “Giornalismo culturale” la critica letteraria sia in netta minoranza. Dal 2013 al 2020, periodo nel quale sono stati scritti gli articoli qui raccolti, l’oggetto privilegiato non è la letteratura, ma la cultura nel suo insieme: le idee correnti o dominanti, le élite intellettuali, i linguaggi, le istituzioni, le mode culturali, i luoghi comuni del discorso politico e gli effetti della rete sulla vita di tutti. Eppure quello di Berardinelli è un giornalismo culturale anomalo e singolarmente enciclopedico. È soprattutto analisi del conformismo sociale, delle sue ragioni e delle forme in cui si manifesta. Ed è contraddistinto da una grande mobilità critica a partire dalla grande varietà di occasioni, spunti e casi offerti dall’attualità e dalla cronaca – cui fa da corrispettivo una grande varietà di stili, che spaziano dalla dialettica argomentativa all’ironia distanziante alla vera e propria satira culturale. Una satira tanto più necessaria da quando arti, scienze, filosofia e letteratura sono viste come valori in sé, attività autogarantite e indiscutibili per principio, al punto da far sembrare scorretta o inconcepibile qualunque valutazione selettiva e qualitativa che orienti in una cultura di massa in continua espansione e da cui gli stessi intellettuali sono stati conquistati, ipnotizzati e disarmati. Per Berardinelli il giornalismo culturale è un genere letterario nel quale esprimersi pienamente, in prima persona, con le proprie insofferenze e idiosincrasie, praticato attraverso la critica dei linguaggi specializzati e gergali a partire dalla lingua comune e da un’ottica che non trascura mai di mettere a confronto le parole e le cose, le maschere culturali e le realtà di fatto, per quanto ambigue e sfuggenti siano. Un punto di vista inconsueto sul reale, attraverso cui scoprire verità prima celate.
32,00 30,40

Non ci resta che l'amore. Il romanzo di Mario Dondero

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 296
Anni cinquanta. In mezzo a una strada di Parigi sono raccolte alcune persone, ferme, come in attesa di qualcosa o qualcuno. Uno di loro ha i capelli ispidi e brizzolati, un altro è quasi calvo, parlotta con un uomo baffuto, le mani incrociate sul petto; un altro ancora sputa in aria il fumo di una sigaretta, assorto in chissà quale pensiero. Qualcuno è lì di fronte con una Leica in mano, preme il pulsante, clic. La foto che teniamo in mano ora, sessantadue anni dopo, sembra uno scatto rubato o fortuito; eppure il dito di Mario Dondero non lascia nulla al caso, e la foto che ha scattato a Samuel Beckett, Claude Simon, Robbe-Grillet e gli altri esponenti dell’avanguardia letteraria francese è uno dei suoi capolavori. Ma Dondero non si circonda solo dei grandi del secolo – Fidel Castro, Pasolini, Francis Bacon –: va a cercare la vita negli angoli più remoti del pianeta, instancabile e insaziabile, scatta e scatta. Foto di fornai iracheni, contadini tunisini, pescatori portoghesi, operai francesi in sciopero, perché anche chi non ha un nome ha qualcosa da raccontare. Dove non trova la vita la inventa lui, ogni rullino è una metamorfosi della realtà in poesia. Per chi lo ha conosciuto, Dondero è l’ex partigiano infiammato per l’umanità, un «folletto dei luoghi» costantemente in viaggio, alla ricerca del cuore pulsante che pompa sangue nella Storia. Angelo Ferracuti, che di Dondero è stato amico e discepolo, compie la metamorfosi della realtà in arte, scrive l’avventura di questa vita eccezionale e racconta, con uno stile denso e appassionato, un’epoca di attese e speranze, un’epoca in cui tutto era ancora possibile. “Non ci resta che l’amore”, come una fotografia, cattura l’istante irripetibile in cui l’esperienza umana si trasmuta in vicenda universale.
20,00 19,00

Maimamma

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 224
Lavinia ha trent’anni. Da poco è andata vivere da sola in una casa ancora vuota, che non sa riempire, in una città dai tratti meridionali che ricorda Palermo, e che forse lo è. A trent’anni è così: la vita sembra fuggire via, nulla si ferma, niente rimane. L’amore è un ricordo burrascoso dell’adolescenza. Il sesso, una medicina da ingerire che, a poco a poco, inizia a non fare più effetto. Lavinia, che ha attraversato tutti i periodi della vita – il periodo felicità, il periodo droga, il periodo amici… – ora vive una fase nuova, fatta di disillusioni, insonnie, routine mortale, orari di lavoro folli in un biscottificio in centro, gruppi di amici scomparsi. Solo nei sogni ritrova un po’ della sua fantasia: sogna il vecchio nonno che quando era piccola “parlava con i Santi”; i genitori innamorati, prima che suo padre morisse e sua madre sprofondasse in una solitudine piena di parole casuali e sigarette; lei bambina, affascinata da tutto, curiosa di ogni cosa. E come se non bastasse: Lavinia vive negli ultimi giorni della Terra. È infatti iniziato un countdown, e nel giro di un anno il pianeta, ormai collassato a causa della stupidità umana, rimarrà vuoto. È in questo momento della sua vita, apparentemente breve e disgraziato, che Lavinia si innamora di nuovo. Lu, questo il nome, è un ragazzo più giovane di lei che la porta via dalla città, in una casa sul mare, e sembra prometterle un epilogo inaspettato. Fino a quando, però, Lavinia rimane incinta, e si trova ad affrontare un’ulteriore fase della sua vita, forse l’ultima: diventare madre a un passo dalla fine del mondo. "Maimamma" è il manifesto di una generazione, il libro che racconta le crisi dei trent’anni scritto dal gruppo musicale che più di tutti riesce a comunicarle. Un romanzo che parla di amore, di solitudine, di disperazione, di speranza. Un romanzo che parla di noi, pronti a tutto anche quando ci ritroviamo a un soffio dalla fine.
18,00 17,10

Il secolo della solitudine. L'importanza della comunità nell'economia e nella vita di tutti i giorni

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 416
Il XXI secolo è il secolo della solitudine. Noreena Hertz lo sperimenta in prima persona: a un colloquio di lavoro viene valutata da un algoritmo; un pomeriggio fa shopping con un’«amica del cuore» affittata tramite un servizio online; di sera si trova a sfiorare la pelle artificiale di un robot progettato per essere il suo animale da compagnia. La solitudine che Noreena Hertz racconta non si limita alla frustrazione del desiderio di avere qualcuno vicino; è un male sottile che si è insinuato dentro di noi e ha permeato ogni aspetto della nostra società. È la solitudine strutturale creata dal sistema capitalistico, che ci spinge a pensare solo a noi stessi e a vedere gli altri come concorrenti o nemici. È l’isolamento provato dalle persone che si sentono trascurate e tradite dai propri rappresentanti e dalle istituzioni, al punto di lasciarsi sedurre dal richiamo del populismo e degli estremismi politici. È l’anziana signora giapponese che fa in modo di farsi arrestare per un reato minore, per poter trovare in carcere una forma di comunità. È il mondo parallelo e incontrollato dei social network, dove l’io si occulta dietro una maschera. È l’emarginazione sul posto di lavoro, dove il lavoratore si percepisce come un ingranaggio insignificante. È la solitudine speciale delle metropoli, dove possiamo ordinare centinaia di menu in consegna a domicilio ma non sappiamo il nome del nostro vicino di casa. “Il secolo della solitudine” è il racconto dolente della condizione in cui ciascuno di noi è venuto a trovarsi e insieme una chiamata alle armi contro le distanze siderali che si infiltrano nelle nostre vite, infettando come un virus tanto la salute dei nostri corpi e delle nostre menti quanto le strutture stesse della società. È una sfida a trasformare questa economia disumanizzante in un sistema più sostenibile attraverso interventi mirati dall’alto e dal basso, come maggiori investimenti nel welfare, ricostruzione delle comunità locali, banche del tempo e condomini solidali. È un invito a riscoprire e cementare i valori della collaborazione e dell’altruismo: la celebrazione del singolo non come atomo isolato ma come parte integrante di una comunità.
25,00 23,75

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