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Il Saggiatore: La cultura

Tutte le nostre collane

WEIRD. La mentalità occidentale e il futuro del mondo

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2022
pagine: 704
Rispetto a tutte le altre popolazioni della storia, siamo decisamente strani. Weird, in inglese. O, meglio, WEIRD: western, educated, industrialized, rich, democratic (occidentali, istruiti, industrializzati, ricchi, democratici). Per funzionare meglio nella nostra forma di civiltà abbiamo modificato i nostri processi mentali, privilegiando il lavoro rispetto ai rapporti umani e diventando più creativi e meno obbedienti. Con la certezza che il nostro fosse l’unico mondo possibile, o se non altro il più evoluto, abbiamo colonizzato mari e terre, esportando ovunque il nostro modo di pensare e delegittimando o addirittura cancellando le culture diverse. Non sorprende che l’idea di forme di umanità alternative alla nostra sia così poco presente anche nel nostro immaginario sul futuro del pianeta e dei suoi abitanti. In WEIRD Joseph Henrich ricostruisce quali siano stati, nella storia della civiltà occidentale, i momenti fondamentali che hanno plasmato il nostro peculiare comportamento sociale: il passaggio da clan e sistemi di parentela complessi alla famiglia nucleare, l’urbanizzazione, la nascita di gilde e corporazioni, l’alfabetizzazione di massa, l’industrializzazione e la nascita dell’Homo oeconomicus, razionale e individualista. Attraverso le lenti dell’antropologia e della biologia evoluzionistica, dell’economia e della psicologia sociale, Henrich ci porta in viaggio nel tempo e nello spazio, per ere e continenti, interrogandosi sulle differenze tra i popoli del globo, osservando i cambiamenti prodotti dall’incontro con la mentalità WEIRD ed evidenziando la totale relatività di principi del vivere comune che consideriamo naturali. WEIRD è uno strumento fondamentale per fare il punto sul percorso della società umana e sul futuro della nostra specie. E, possibilmente, per costruire un domani migliore nel quale poterci chiedere, guardando indietro, perché la gente del nostro tempo fosse così strana.
32,00 30,40

Le dodici vite di Alfred Hitchcock

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2022
pagine: 432
Non è, Alfred Hitchcock, un semplice regista. Come ebbe a dire François Truffaut, è da annoverare «tra gli artisti inquieti come Kafka, Dostoevskij, Poe», per la sua capacità di svelare le nostre ossessioni attraverso le sue, per la sua natura poliedrica, multidirezionale e centrifuga, che ci impedisce di osservarlo da un solo punto di vista, ma impone uno sguardo plurimo, che ne scomponga l’essenza nelle sue molteplici identità. Ed è per questo che Edward White scrive “Le dodici vite di Alfred Hitchcock”: dodici ritratti del personaggio, ognuno da un’angolatura diversa, ognuno che rivela qualcosa di fondamentale su di lui, sulla figura pubblica che ha costruito attorno a sé e sulla creatura leggendaria che è diventato. Non solo dunque la vita che Hitchcock ha vissuto, ma anche i vari ruoli che, in bilico tra realtà e finzione, ha recitato e incarnato: versioni di se stesso che ha trasmesso, consapevolmente o meno, e che noi abbiamo proiettato su di lui. Tra queste dodici personificazioni troviamo l’Hitchcock irrefrenabile buontempone, l’eterno bambino, l’innovatore, il cittadino del mondo, l’artista trasgressivo; ma anche l’Hitchcock privato: il marito, il donnaiolo, il padre di famiglia, l’omone ambizioso ma mai a suo agio nel proprio corpo, l’intrattenitore pieno di contraddizioni. Il ritratto complessivo che prende forma da queste dodici vite conferma l’affermazione di Truffaut: Alfred Hitchcock è stato non solo un colosso di Hollywood, ma un artista a tutto tondo, la cui importanza ha toccato profondamente l’intera cultura occidentale e ancora oggi si riverbera su tutto ciò che è cinema, intrattenimento e cultura pop. “Le dodici vite di Alfred Hitchcock” è dunque la biografia di noi stessi, l’affresco del Novecento attraverso un suo simbolo, pieno di misteri, colpi di scena, zone d’ombra e momenti di suspense; riconosciamo, in questo mosaico, i lineamenti sfuggenti del mito, il suo volto che ci osserva sornione.
27,00 25,65

Antropologia strutturale zero

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2022
pagine: 328
Nel 1941 Claude Lévi-Strauss è un antropologo francese di trentadue anni rifugiato negli Stati Uniti per sfuggire al nazismo. Esiliato dalla sua terra natale, Lévi-Strauss vive in una condizione di incertezza esistenziale e professionale. I sei anni newyorkesi costituiranno invece per lui un percorso iniziatico, un momento di confronto con la tradizione scientifica e di affermazione dei propri principi metodologici dal quale scaturirà la sua rivoluzione nello studio delle culture e società umane. “Antropologia strutturale zero”, curato da Vincent Debaene, presenta per la prima volta al lettore italiano gli scritti di quel periodo, restituendo una nuova prospettiva sul lavoro del celebre studioso e sulla nascita dello strutturalismo in antropologia. Una sinfonia di testi che spaziano da osservazioni sul contesto sociale del boogie-woogie statunitense a descrizioni di strumenti musicali dei Nambikwara e ricette per la selvaggina dei Tupi-Kawahib ad analisi dei rituali alimentari dei Bororo. “Antropologia strutturale zero” illustra il modo in cui Lévi-Strauss maturò la sua rivoluzione antropologica; il modo in cui, tenendo insieme sociologia e psicologia, Mauss e Durkheim, approdò a un nuovo modo di intendere l’essere umano.
38,00 36,10

Delivery. Ediz. italiana

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2022
pagine: 304
Una città senza nome. Potrebbe essere qualsiasi città. Potrebbe essere la nostra. In questa città senza nome un esercito di biciclette si muove nel traffico trasportando oggetti, pranzi e cene, sfreccia tra automobili e autobus, ogni bicicletta una scheggia impazzita. Sopra ognuna di queste biciclette ci sono ragazzi delle consegne, e uno di questi ragazzi delle consegne è il protagonista di “Delivery”. Giunto come rifugiato da un altro paese nella città senza nome, è nito nelle maglie di un’azienda di delivery, in cui una ragazza del centralino, N., gli assegna le consegne e lo aiuta con l’inglese, e in cui un Supervisore violento si assicura che tutti gli ordini vengano evasi. Gli obiettivi sono chiari per il ragazzo delle consegne: buone mance, valutazioni a cinque stelle e conquistare l’amore di N. Ma qualcosa va storto, il Supervisore non è contento. Assegna al ragazzo delle consegne un incarico impossibile, che lo conduce in sella alla sua bicicletta nei quartieri più remoti della città senza nome, e che assomiglia in maniera sempre più inquietante al destino comune dell’essere umano sulla Terra: pedalare, senza una meta, fino alla fine. In “Delivery” la prosa di Peter Mendelsund – dapprima frammentata come la vita di chi è costretto ad arrangiarsi, poi sempre più ampia e ritmica come la pedalata di chi corre incontro al proprio fato – racconta l’epopea quotidiana del nostro tempo, con l’urgenza di un proposito: dare una voce a chi è muto, un corpo a chi è invisibile, una storia a chi vive ai margini della Storia.
19,00 18,05

Il secolo dei media. Stili, dinamiche, paradossi

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2022
pagine: 480
A partire dagli anni novanta, complice la diffusione di Internet e l’avvento di smartphone e social network, la nostra società ha subito trasformazioni radicali. Ma per comprendere il ruolo che i media hanno nel presente, e come gestire le sfide che ci pongono, dobbiamo distinguere cosa sia realmente inedito e cosa invece non somigli più a un ricorso storico, e soprattutto osservare ciò che abbiamo ereditato dal secolo dei media, il Novecento. Peppino Ortoleva ricostruisce la storia dei mass media dal secolo scorso a oggi e analizza i cambiamenti che questi hanno portato nel modo in cui comunichiamo. Muovendosi tra storiografia e antropologia, si sofferma tanto sulle scelte politiche implicite nel progresso tecnologico quanto sulle loro ripercussioni in campi non direttamente connessi con il mondo della comunicazione, come la caduta di tabù che sembravano incrollabili, il diffondersi della pornografia e il ruolo delle abitudini d’acquisto nella costruzione di una comunità. Ogni nostro atto è comunicazione, perfino subire il continuo flusso di messaggi cui siamo sottoposti; se non ne comprendiamo le implicazioni, il rischio è di esserne agiti inconsapevolmente. “Il secolo dei media”, nel solco della tradizione di maestri quali Marshall McLuhan e Umberto Eco, Roland Barthes e Susan Sontag, ci guida attraverso il paradosso della comunicazione umana: essa si fonda sulla possibilità di entrare in contatto con l’altro in virtù delle somiglianze che intercorrono con lui, e al contempo è resa necessaria dall’irriducibile diversità tra individui. E se la comunicazione è a livello di massa, i paradossi diventano un mare. Un mare in moto perpetuo, da affrontare con gli strumenti adeguati.
25,00 23,75

Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 248
Laura Pugno parte da una domanda: si può dare una forma, concreta nella sua astrattezza, alla poesia italiana contemporanea? Si può disegnarne una mappa che ci consenta di percepirla con i nostri sensi, come se spiccassimo il volo sopra una città e d’improvviso fossimo in grado di vederne il disegno, cogliere la vita di chi la abita? Una mappa immaginaria, certo, perché fatta di immaginazioni, del racconto che la poesia italiana fa di se stessa. Una mappa che Laura Pugno ha saputo immaginare. “Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea” prende le mosse da un esperimento avviato da Laura Pugno con un gruppo di poete e poeti: definire i 7 parametri con cui raccontare la poesia, scegliere 99 poeti italiani, assegnare un valore a ciascun parametro per ciascun poeta e infine trasformare i dati in rappresentazioni grafiche, immagini, costellazioni. “Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea” combina critica letteraria e antropologia, statistica e intelligenza artificiale, digital humanities e lettura dei corpora. Con contributi di Emmanuela Carbé, Chiara Faggiolani, Jesús López Fidalgo, Matteo Meschiari, Leire Alegría Murillo, Gianluigi Simonetti, Lorenzo Verna e Maurizio Vivarelli e immagini di Elio Mazzacane, Marina Misiti, Barbara Pastorini e SciamLab, racconta la poesia come una comunità viva di persone e opere, un campo di forze ancora in parte inesplorato che tutti possono contribuire a trasmutare in una mappa sempre più grande e dettagliata. In una fotografia che ci restituisca il multiforme universo del nostro contemporaneo letterario e ci faccia scivolare nel suo futuro più visionario.
23,00 21,85

Guida per cervelli affamati. Perché da bambini odiamo le verdure e altri misteri neurogastronomici che ci rendono umani

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 312
Fish and chips è più buono se mentre ci unge le mani ascoltiamo i Beatles. Un’insalata è più gustosa se servita con un impiattamento ispirato a Kandinskij. Il calice di vino a 45 euro ci sembra migliore dello stesso vino pagato 5 euro. E sappiamo tutti benissimo quanto ci attrae di più una bella fragola rossa rispetto a un cavolo viola. Mangiamo perché dobbiamo nutrirci, ma non solo: il cibo più che di pancia è una questione di cervello. Le neuroscienze se ne sono accorte e si sono messe a studiare la nostra percezione del cibo, trovando che mangiare risponde non solo al primitivo, indispensabile bisogno di sazietà, ma soprattutto al bisogno di gustare; dalla scelta di un alimento al suo assaggio, mangiare mette in moto una serie di meccanismi cognitivi – ancestrali o nuovissimi – che impegna ogni lembo del nostro organo più misterioso. “Guida per cervelli affamati” ci racconta il rapporto tra i nostri neuroni e quello che abbiamo nel piatto, sondato grazie a caschetti che identificano in tempo reale l’oggetto del nostro desiderio culinario, misuratori che rilevano la dilatazione delle nostre pupille davanti a un piatto e scanner che fotografano l’attività del nostro cervello mentre lo assaporiamo. In un viaggio fra menù thailandesi e menù marziani, dessert a forma di spugnette per lavare i piatti e uova centenarie, Carol Coricelli e Sofia Erica Rossi ci spiegano perché mangiamo quel che mangiamo e come ci siamo evoluti dalla raccolta delle bacche ai piatti molecolari, perché il suono che fanno le patatine sotto i nostri denti ci dà un piacere tanto intenso e la paura degli insetti ci fa provare disgusto di fronte a uno stufato di cavallette (anche se sappiamo che mangiarlo regolarmente farebbe molto bene al nostro pianeta). E soprattutto come mai, anche se la pancia è piena, c’è sempre posto per il dolce.
22,00 20,90

Il grande libro del vintage

Libro: Libro rilegato
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 280
Drive-in, Polaroid, la Vespa. Le borse all’uncinetto, i pantaloni a vita alta, le Vans. Friends, Mazinga Z, Dune. La voce di Orietta Berti che fuoriesce da una cassa bluetooth mentre un barman in gilet e baffi a manubrio serve un Old Fashioned in uno speakeasy inaugurato da poco. Che cos’è questa confusione di immagini e oggetti di epoche diverse, stili di vita dimenticati e musica retrò? Che cos’è questa nostalgia nell’aria? La risposta sta tutta in una parola: vintage. Sabina Minardi ci conduce in un colorato viaggio nel cuore di uno dei grandi cortocircuiti del contemporaneo: tra moda e costume, storia e tendenze giovanili, "Il grande libro del vintage" spalanca le porte di questa indefinibile Wunderkammer di destini che si riavvolgono e gusto dell’usato. Un’opera fondamentale per comprendere perché più ci proiettiamo nel futuro più siamo affascinati dal passato; per ritrovarci nei panni appena smessi, che rivestiremo domani.
29,00 27,55

Il giorno in cui il mondo smette di comprare

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 384
I primi ad accorgersi che qualcosa è cambiato sono i commessi dei negozi: quel giorno stanno clamorosamente mancando gli obiettivi di vendita. Poche ore dopo i responsabili di zona mandano resoconti preoccupati ai loro capi. Il giorno successivo gli addetti ai magazzini dei maggiori siti di shopping online vedono i loro ritmi frenetici rallentare. Nel giro di pochi giorni il colore del cielo cambia con il calare delle emissioni di anidride carbonica. Il mondo ha smesso di comprare: non è l’inizio di un romanzo distopico; è l’unica cosa che può salvare noi e la Terra. Parliamoci chiaro: è lo stile di vita basato su un consumo costante la causa principale del collasso ecologico. Siamo disposti ad avviare trasformazioni radicali su scala globale per rendere più verde e sostenibile il nostro stile di vita, ma non a diminuire i nostri acquisti, quello no, è l’ultimo tabù. Se smettiamo di comprare, dicono politici ed economisti, sarà una catastrofe, la fine della nostra società e di milioni di posti di lavoro. Ma è davvero così? Per rispondere a questa domanda, J.B. MacKinnon ha attraversato il pianeta parlando con gli ultimi cacciatori-raccoglitori africani, con dirigenti dell’industria della moda e con chi lavora negli stabilimenti tessili in Bangladesh, con pubblicitari più o meno pentiti e membri di comunità autosufficienti, con chi produce oggetti usa e getta e chi li cura come prodotti artigianali. Ha visitato gli ultimi luoghi degli Stati Uniti in cui i negozi sono chiusi la domenica; ha attraversato città in cui, avendo tagliato l’illuminazione artificiale, si è tornati ad ammirare le stelle; ha scoperto insospettabili sacche di resistenza al consumo nel cuore del Giappone ipertecnologico. Ridurre i nostri consumi non è un processo indolore, ma è possibile, necessario e non rimandabile se vogliamo interrompere la spirale distruttiva che sta devastando le nostre vite e la Terra. "Il giorno in cui il mondo smette di comprare" è la proposta di un futuro diverso, un futuro che inizia da una nostra semplice decisione: devo davvero premere il pulsante «acquista»?
22,00 20,90

Wes Anderson, quasi per caso

Libro: Libro rilegato
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 368
Vecchi fari a strisce rosse e bianche, casinò in legno ai piedi del Monte Bianco, hotel dai colori pastello, stazioni ferroviarie attraversate da treni a vapore, binocoli a gettone sul molo di un lago: abbiamo imparato che l’arte imita la realtà, ma in ogni angolo del pianeta appaiono edifici che sembrano usciti quasi per caso da un film di Wes Anderson. Questo libro è una raccolta di storie e luoghi «andersoniani» davvero esistenti e visitabili in tutta la loro simmetrica bellezza. Un invito alla scoperta e allo smarrimento, a guardare il mondo dal punto di vista del più romantico e agrodolce dei registi contemporanei.
49,00 46,55

Il grande libro della morte. Miti e riti dalla preistoria ai cyborg

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 376
Solenni processioni funebri, pianti rituali, sacrifici e offerte in onore dei defunti, complesse pratiche di purificazione, sepolture, cremazioni e mummificazioni, necropoli grandiose erette a immagine e somiglianza delle città dei vivi: ogni società, ogni popolo del pianeta, sempre e a ogni latitudine, si è confrontato con la morte e ha cercato di renderla meno traumatica, facendone un momento di passaggio condiviso all'interno delle comunità. Oggi invece l'Occidente, accecato dall'illusione di un benessere infinito, opera una rimozione sistematica della morte dalla vita quotidiana e dall'esperienza di tutti, tramutandola in un fantasma indicibile con cui ciascuno si trova a combattere da solo. Il grande libro della morte ripercorre i miti, i riti, le credenze e le tradizioni funebri che hanno accompagnato l'umanità fin dall'alba dei tempi. Esamina come nel tempo sono cambiati gli atteggiamenti individuali e collettivi nei confronti della morte, vista come un confine naturale dell'esistenza nel mondo antico e nel Medioevo per poi diventare un tabù nell'età moderna. Racconta la lunga tradizione di filosofi e scrittori che hanno sottolineato come l'accettazione della nostra mortalità sia la chiave per dare un significato alla nostra esistenza. Rintraccia gli influssi della morte sull'arte figurativa, sul cinema e sulle serie televisive. E approda all'oggi: un'epoca in cui i progressi della scienza e della tecnologia ci spingono a ripensare in nuovi modi l'essere umano, e figure ibride come i cyborg e il movimento del transumanesimo aprono le porte a possibili forme di parziale immortalità. Un'epoca in cui è sempre più pressante la richiesta di un supporto medico e psicologico per i morenti e i loro cari; in cui è più che mai necessario ristabilire un rapporto maturo e consapevole con la morte. "Il grande libro della morte" ci sfida a caricare nuovamente di senso la nostra più grande paura, restituendo l'antico alone di sacralità a questo confine e, al tempo stesso, pensandolo come un passaggio naturale dell'esistenza. Perché è solo guardando negli occhi la nostra fine che possiamo vivere pienamente.
25,00 23,75

Giornalismo culturale. Un'introduzione al millennio breve

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 976
«La critica letteraria è in via di sparizione sia perché gran parte dell’attuale letteratura non è più un oggetto che abbia interesse critico, sia perché gli studiosi non è detto che siano lettori interessati a formulare giudizi.» Queste righe di Alfonso Berardinelli potrebbero suonare come un addio alla critica letteraria. E in effetti sembrano spiegare perché in “Giornalismo culturale” la critica letteraria sia in netta minoranza. Dal 2013 al 2020, periodo nel quale sono stati scritti gli articoli qui raccolti, l’oggetto privilegiato non è la letteratura, ma la cultura nel suo insieme: le idee correnti o dominanti, le élite intellettuali, i linguaggi, le istituzioni, le mode culturali, i luoghi comuni del discorso politico e gli effetti della rete sulla vita di tutti. Eppure quello di Berardinelli è un giornalismo culturale anomalo e singolarmente enciclopedico. È soprattutto analisi del conformismo sociale, delle sue ragioni e delle forme in cui si manifesta. Ed è contraddistinto da una grande mobilità critica a partire dalla grande varietà di occasioni, spunti e casi offerti dall’attualità e dalla cronaca – cui fa da corrispettivo una grande varietà di stili, che spaziano dalla dialettica argomentativa all’ironia distanziante alla vera e propria satira culturale. Una satira tanto più necessaria da quando arti, scienze, filosofia e letteratura sono viste come valori in sé, attività autogarantite e indiscutibili per principio, al punto da far sembrare scorretta o inconcepibile qualunque valutazione selettiva e qualitativa che orienti in una cultura di massa in continua espansione e da cui gli stessi intellettuali sono stati conquistati, ipnotizzati e disarmati. Per Berardinelli il giornalismo culturale è un genere letterario nel quale esprimersi pienamente, in prima persona, con le proprie insofferenze e idiosincrasie, praticato attraverso la critica dei linguaggi specializzati e gergali a partire dalla lingua comune e da un’ottica che non trascura mai di mettere a confronto le parole e le cose, le maschere culturali e le realtà di fatto, per quanto ambigue e sfuggenti siano. Un punto di vista inconsueto sul reale, attraverso cui scoprire verità prima celate.
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