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Fabrizio Serra Editore

Tutti i libri editi da Fabrizio Serra Editore

Antigone. I canti

Libro
anno edizione: 2011
pagine: 120
La presente edizione dei "cantica" dell'"Antigone" di Sofocle si propone di studiare la tradizione manoscritta dei passi lirici di questa tragedia e valutare l'attendibilità della colometria trasmessa. Accostarsi allo studio della colometria dei testi lirici non significa accettare fideisticamente i dati offerti dalla tradizione manoscritta, senza analizzarli in maniera critica ed alla luce delle conoscenze metriche che possiamo derivare dagli antichi. Vuol dire, invece, avere una base di partenza su cui lavorare e non negare aprioristicamente la validità della sistemazione metrica offerta dalla "paradosis". Lo studio critico della colometria antica ha il fine, innanzitutto, di verificare se dai manoscritti giunti sino a noi sia possibile ricostruire la sistemazione metrica che il testo lirico presentava nell'edizione alessandrina, ovvero il punto più lontano cui si possa attingere con la "recensio" dei testimoni in nostro possesso, ed in secondo luogo di analizzare quanto è stato ricostruito e valutarlo sulla base della dottrina metrica antica. Il testo dei cantica è corredato da un apparato testuale, in cui sono state registrate soprattutto le varianti maggiormente significative ai fini dell'interpretazione metrica, e da un apparato colometrico, nel quale si registrano le varianti della tradizione manoscritta rispetto alla sistemazione per "cola" adottata nel testo. Ogni coppia strofica è seguita da un breve commento diviso in tre sezioni.
28,00 26,60

Fenici e italici, Cartagine e la Magna Grecia. Popoli a contatto, culture a confronto. Atti del Convegno (Cosenza, 27-28 maggio 2008)

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
anno edizione: 2011
pagine: 528
Il tema dei rapporti tra la civiltà fenicio-punica e la Magna Grecia, specialmente in epoche antecedenti l'avventura di Annibale, non sembra aver trovato fino ad oggi uno spazio specifico nell'ambito del più ampio panorama delle ricerche storiche sull'Occidente mediterraneo antico, se non altro per la frammentarietà dei dati disponibili. L'analisi dei contatti e dei rapporti fra le due civiltà è stata, infatti, sviluppata, sia pur con ricchezza di trattazioni, solo in parte e secondo quadri disciplinari autonomi l'uno rispetto all'altro, da un lato nell'ambito degli studi di storia greca, dall'altro in quello degli studi sul mondo punico; è mancata, fino ad ora, una lettura diacronica della storia dell'Occidente mediterraneo, capace di offrire un'adeguata valutazione delle caratteristiche specifiche e dello sviluppo dei rapporti reciproci in tempi diversi fra i vari attori storici. I due volumi che qui si presentano (fascicoli monografici della "Rivista di studi fenici") vogliono appunto colmare, almeno in parte, questa lacuna: uomo, territorio, ambiente, culture e dinamiche insediative; rapporti, scambi e conflitti; produzioni artistiche, artigianali e monetali; sostrati e adstrati; conoscenza storica, recupero e valorizzazione del patrimonio archeologico e storiografico; analisi delle identità culturali e delle radici della civiltà mediterranea: queste sono state le tematiche sulle quali si è incentrata la ricerca.
590,00 560,50

Gli etruschi e la Campania settentrionale. Atti del 26° Convegno di studi etruschi e italici (Capua, Teano, 11-15 novembre 2007)

Libro: Libro rilegato
anno edizione: 2011
pagine: 720
Le fonti antiche sono concordi nel collegare l'espansione etrusca nella Campania alla feracità del suolo. Capua e Pontecagnano, fra i più antichi centri etruschi della regione, sono ubicate in zone molto fertili (la Terra di Lavoro e l'agro picentino), ma anche in punti che sono incroci di itinerari che si snodano per lo più lungo valichi o valli fluviali e che vanno in varie direzioni, favorendo traffici a largo raggio. Ne consegue che questi stanziamenti hanno avuto anche una valenza economico-commerciale. Il volume che qui si presenta, contenente gli Atti del convegno organizzato nel 2007 dall'Istituto nazionale di studi etruschi ed italici, vuole fare il punto delle conoscenze archeologiche, epigrafiche e storiche, in particolare riguardo al territorio della Campania settentrionale, che ha conosciuto in questi ultimi decenni notevoli progressi di studi e di ricerche sul campo, studi e ricerche che aprono nuove prospettive di indagine e problematiche di vario tipo. Con i dati di cui si dispone oggi, si può dire che i primi stanziamenti etruschi in Campania si trovano nel settore sia settentrionale (Capua), sia meridionale (Pontecagnano, Sala Consilina, Capodifiume, Arenosola) e risalgono addirittura ai primissimi anni del IX secolo a.C., cioè ai primordi della civiltà etrusca. Altre località della stessa regione sono poi definite etrusche dagli scrittori antichi e ad esse sono da aggiungerne alcune documentate da testimonianze archeologiche e/o epigrafiche.
1.895,00 1.800,25

Bernardino Telesio tra filosofia naturale e scienza moderna

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2011
pagine: 184
Sul rapporto di Bernardino Telesio con la tradizione filosofica antica e sulla dimensione innovatrice del suo pensiero i più attenti studiosi hanno offerto un quadro ampio e documentato. Il faticoso lavoro telesiano di rielaborazione dei quadri teorici messi in uso nei suoi scritti, l'intenso confronto con i dispositivi dell'indagine naturalistica aristotelica, gli sforzi di rivisitazione critica del suo poderoso impianto argomentativo, il disegno ricompositivo degli assunti generali in esso presenti, in un quadro di parziale decostruzione della prospettiva cosmologica classica, ha consegnato ai suoi divulgatori contemporanei un compito assai impegnativo. Studiare il mondo fisico dal suo interno e non spiegandolo da presupposti metafisici si presenta sulla scena culturale e scientifica del tardo '500. Eppure questo modo nuovo di riconoscere la totale autonomia della natura e delle sue leggi in virtù delle caratteristiche proprie della natura-materia e di ciò che ne determina stabilità e continuità, pur contrapponendosi ai presupposti dell'impianto metodologico e metafisico aristotelico, non si discosta dalla logica espositiva propria dei peripatetici; anzi, aderendovi tenacemente, ne mette in risalto i punti deboli. Gli studi presenti in questo volume intendono approfondire alcuni di questi tratti dell'opera telesiana; di essi lambiscono alcuni versanti interpretativi, in particolare quelli affrontati dai divulgatori del pensiero telesiano.
58,00 55,10

De differentiis febrium libri duo arabice conversi

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2011
pagine: 112
Il "De differentiis febrium" è un'opera teorico-diagnostica dedicata alle febbri del grande medico Galeno di Pergamo (129-216/217 [?]). La sua composizione è collocabile nel cosiddetto secondo periodo romano dell'attività dello scienziato (168-216/217 [?]), probabilmente nel 174, certo prima del giugno 175. Comprensiva di due libri, è conservata sia nell'originale greco, di cui non esiste ancora una pubblicazione realizzata secondo criteri moderni, sia in alcune traduzioni latine (inedite), sia nella versione araba, di cui il volume che qui si presenta offre l'edizione critica, preceduta da un'ampia introduzione di carattere storico, letterario e linguistico. La traduzione in arabo dell'opera fu realizzata dal maggiore rappresentante della seconda ricezione di Galeno in oriente, Hunain ibn Ishàq (808-873), medico e filosofo, noto sia in oriente che in occidente per la sua attività di traduttore di opere scientifiche e mediche dal greco all'arabo. Come nella tradizione greca, anche in quella orientale il "De differentiis febrium" godette di grande fortuna. La ragione di questa popolarità è forse legata al tema patologico dell'opera, che dovette indurre molti medici a ritenerla una preziosa guida terapeutica: in realtà, la struttura del trattato è più teorica che pratica, essendo volta a individuare l'essenza della febbre e la ragione dei tipi in cui si palesa.
34,00 32,30

Les corps en scène. Acteurs et personnages pasoliniens (Grenoble 3, 23-24 aprile 2009). Ediz. italiana e francese

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2011
pagine: 172
Il presente volume raccoglie i saggi presentati in occasione del convegno internazionale organizzato dal centro di ricerca GERCI (Groupes d'Etudes et de Recherche sur la Culture Italienne) dell'Università Stendhal di Grenoble, il 23 e 24 aprile 2009. Il convegno, oltre ad accogliere ricercatori e studiosi di varie università e paesi (Francia, Italia, Belgio, Brasile) è stato arricchito dalla presenza di Ninetto Davoli che ha condiviso con il pubblico, e con molta generosità, la sua esperienza diretta. Il testimoniare, il raccontare, il ricordare hanno avuto un ruolo centrale in questo convegno che trattava del rapporto tra l'artista e il corpo dei suoi personaggi e attori: un corpo usato come strumento, ma sempre, sostanzialmente, archivio di emozioni, sentimenti e storie. Nel primo gruppo di saggi, incentrati sul teatro, viene studiata la dimensione fantasmagorica del corpo in scena: la presenza ricorrente degli stessi attori, degli stessi corpi nella produzione di Pasolini segnala cioè, paradossalmente, un'assenza: l'assenza di un'identità fissa, determinata, immobile, l'assenza di un corpo univoco, integro, definibile. Altri relatori si sono invece interessati alla rappresentazione del corpo nel cinema, partendo dalla disperata vitalità dei corpi sottoproletari dei primi film per arrivare ai corpi mutilati di Salò. La varietà e la ricchezza delle tematiche trattate in questi saggi permettono quindi di capire l'importanza, nell'opera di Pasolini, del corpo.
40,00 38,00

Vincenzo Gioberti e le congregazioni romane. Il processo del 1849-1852. I giudizi, le procedure e la condanna nei documenti inediti dell'Indice e del Sant'Uffizio

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2011
pagine: 304
Vincenzo Gioberti non parve turbato più di tanto dalla notizia, che gli venne recata nell'esilio parigino, della condanna delle sue opere da parte di una Congregazione di cardinali del Santo Uffizio e dell'Indice, insieme radunati. Ormai le vicende della sua vita lo avevano immunizzato da emozioni di quel genere. Anzi, la condanna dell'intera sua produzione gli appariva come una sorta di punizione per il fatto di essersi proposto come capo di un movimento di cattolici che intendevano conciliare la missione spirituale della Chiesa con le sorti della nazionalità italiana. Una condanna come quella che toccò a Gioberti, per tutte le sue opere, ha in sé parecchio di singolare. Largamente auspicata in alcuni ambienti, venne promulgata in sordina, e delle sue motivazioni nulla si seppe. Parve quasi che fosse stata pronunciata come un atto dovuto, su cui non si doveva ritornare. Il pensatore condannato quasi assecondò questa decisione: la morte, sopravvenuta dieci mesi dopo la sentenza, facilitò ogni cosa. Del processo e delle sue fasi nessuno più si occupò. Questo volume vuole quindi rompere questa "congiura del silenzio", approfittando dell'apertura degli archivi dell'Indice e del Santo Uffizio, voluta da papa Giovanni Paolo II, ed attuata dal suo successore, Benedetto XVI.
94,00 89,30

Scritti sul Rinascimento (1852-1872)

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2011
pagine: 396
Gli scritti raccolti in questo volume rappresentano il frutto più maturo della riflessione storica, filosofica e politica di Spaventa sui temi del Rinascimento e, più in generale, del pensiero classico del XVI secolo. Si tratta di scritti di natura, finalità e stile diversi, interventi programmatici e prese di posizione polemiche, scritti storici e saggi critici, ricerche accademiche e recensioni, appunti per lezioni e schede di lettura. L'effetto complessivo che si ricava da questo intrico di elementi è, tuttavia, quello di una radicale costanza e coerenza teorica, seppur all'interno di una libera e disinvolta utilizzazione dei testi, sia quelli dei classici che quelli degli storici contemporanei. Una disinvoltura che cela però una grande padronanza delle opere di Campanella e Bruno, come anche degli storici della filosofia a cui Spaventa fa spesso riferimento e degli autori italiani con cui entra in conflitto. Da quest'opera complessiva si capisce come il grande merito di Spaventa sia stato quello di aver aperto la strada a una tradizione storica che fa discendere la natura specifica del pensiero italiano (concreto, empirico ma anche psicologico, religioso) dall'Italia stessa, da quel Rinascimento che, dice Spaventa, deve risorgere come è risorto in Germania e come è vissuto in Europa nel corso di due secoli, generando anche buona parte del pensiero francese.
120,00 114,00

Miti e culti tebani nella poesia di Pindaro

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2011
pagine: 252
Come la tradizione manoscritta testimonia, tra i carmi di Pindaro furono gli epinici a godere di maggior fortuna, e tale vantaggio perdura anche negli studi moderni. Eppure i frammenti degli inni, dei peani, dei ditirambi sono una miniera preziosa da cui trarre tradizioni mitiche e allusioni a culti. Anche grazie al sussidio di testimonianze di diversa natura, letterarie e non letterarie, coeve e non coeve, si può capire un'ode pindarica non soltanto come prodotto letterario, ma anche come espressione del proprio tempo e crogiuolo di molteplici significati mitico-religiosi, politici, storici e sociali. Il mito narrato è sempre pertinente all'occasione rituale di esecuzione: così il mito unito al rito diventa un binomio inscindibile, una mescolanza ben amalgamata nella quale i singoli ingredienti si fondono. Questo tipo di ricerca è lo scopo precipuo del presente lavoro, che intende individuare ed analizzare il legame tra Pindaro e i miti e i culti tebani: il poeta da un lato si pone nel solco della vulgata mitologica, ma dall'altro riserva sorprese nella selezione e presenta varianti nella trattazione di miti di tradizione consolidata, grazie soprattutto ai poeti precedenti e alla tragedia attica coeva. Il volume risulta articolato in cinque capitoli, ognuno dei quali fa capo ad un personaggio, eroe o dio, costitutivo della "mitologia tebana".
76,00 72,20

Miti e culti tebani nella poesia di Pindaro

Libro: Libro rilegato
anno edizione: 2011
pagine: 252
Come la tradizione manoscritta testimonia, tra i carmi di Pindaro furono gli epinici a godere di maggior fortuna, e tale vantaggio perdura anche negli studi moderni. Eppure i frammenti degli inni, dei peani, dei ditirambi sono una miniera preziosa da cui trarre tradizioni mitiche e allusioni a culti. Anche grazie al sussidio di testimonianze di diversa natura, letterarie e non letterarie, coeve e non coeve, si può capire un'ode pindarica non soltanto come prodotto letterario, ma anche come espressione del proprio tempo e crogiuolo di molteplici significati mitico-religiosi, politici, storici e sociali. Il mito narrato è sempre pertinente all'occasione rituale di esecuzione: così il mito unito al rito diventa un binomio inscindibile, una mescolanza ben amalgamata nella quale i singoli ingredienti si fondono. Questo tipo di ricerca è lo scopo precipuo del presente lavoro, che intende individuare ed analizzare il legame tra Pindaro e i miti e i culti tebani: il poeta da un lato si pone nel solco della vulgata mitologica, ma dall'altro riserva sorprese nella selezione e presenta varianti nella trattazione di miti di tradizione consolidata, grazie soprattutto ai poeti precedenti e alla tragedia attica coeva. Il volume risulta articolato in cinque capitoli, ognuno dei quali fa capo ad un personaggio, eroe o dio, costitutivo della "mitologia tebana".
152,00 144,40

In ricordo di Roberto Gusmani (1935-2009). Atti della Giornata di studio (Udine, 19 novembre 2010)

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2011
pagine: 160
A distanza di poco più di un anno dalla scomparsa di Roberto Gusmani, avvenuta improvvisamente nell'ottobre del 2009, l'Università di Udine ha organizzato una giornata in suo ricordo, giornata della quale la presente pubblicazione raccoglie e riorganizza i contributi. L'incontro, ospitato significativamente nella sala convegni che l'Università da poco aveva a lui intitolato, ha assunto il tono di un riconoscimento corale alla figura del Maestro, del collega, dello studioso fondatore della scuola linguistica udinese. I testi qui raccolti rispecchiano fedelmente lo svolgimento dei lavori e ciascuno degli interventi ha il pregio di aver saputo toccare un determinato aspetto dell'attività scientifica, accademica, pubblica di Roberto Gusmani, dal Suo contributo all'attività della Società Italiana di Glottologia agli studi sulle lingue indoeuropee della penisola anatolica del I millennio a.C., dall'interesse per le lingue germaniche a quello per le dinamiche interlinguistiche e per la teoria del linguaggio di Aristotele, dall' esperienza della rivista "Incontri linguistici" da Lui diretta per molti anni, alle ricerche di natura teorica e programmatica. In questo modo si è ripercorsa la lunga, operosa e autorevole azione di Gusmani: ricercatore capace di spaziare nei campi del sapere linguistico, docente che crede nella funzione formativa dell'istituzione universitaria, intellettuale che si spende nelle istituzioni.
44,00 41,80

La Repubblica delle lettere, il Settecento italiano e la scuola del secolo XXI. Atti del Congresso internazionale (Udine, 8-10 aprile 2010)

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2011
pagine: 304
Nel periodo compreso tra Rinascimento e Illuminismo, mentre l'Europa è divisa dalla Riforma protestante e dal nuovo ordine stabilito con la pace di Westfalia, gli uomini di cultura nutrono il 'sentimento' di costruire una comunità ideale basata sul rispetto reciproco e sulla tolleranza. Questa comunità, che, secondo un'espressione coniata in Italia nel Quattrocento, prende il nome di 'Repubblica delle Lettere', porterà nel secolo XVII studiosi ed eruditi dei vari ambiti del sapere a sentirsi parte di una società autonoma e indipendente, fondata sull'eguaglianza e l'universalità: la cultura, dunque, prima della politica, ha concepito e praticato uno spazio comune europeo, dando cittadinanza a scrittori, scienziati, filosofi. Il volume che qui si presenta, contenente gli Atti del congresso internazionale La Repubblica delle Lettere, il Settecento italiano (e la Scuola del secolo XXI), promosso e organizzato dall'Università di Udine con la collaborazione scientifica del prestigioso Collège de France, vuole essere un appuntamento per approfondire il passato e, al contempo, guardare al presente attraverso la riflessione sul ruolo della cultura - intesa nel senso pieno del termine - all'interno della scuola, dell'università e della società contemporanea.
64,00 60,80

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