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Carocci: Biblioteca medievale

Tutte le nostre collane

Buovo D'Antona. Versione in ottava rima (1480)

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2008
pagine: 224
Il IV libro dei "Reali di Francia" è dedicato a Buovo d'Antona, alla più fortunata di quelle vicende che Andrea da Barberino veniva raccogliendo in versione ciclica nella saga genealogica della prestigiosa dinastia francese, largamente cooptata in scenari italiani. La storia di Buovo costituisce indubbiamente il racconto, inizialmente autonomo, che conobbe il maggior numero di redazioni e di adattamenti anche al di fuori di questo polittico romanzesco, in parte anticipato dalla serie franco-italiana denominata "Geste Francor". Nessuno degli altri romanzi utilizzati nella saga di Andrea da Barberino conosce una diffusione così ampia e una serie così numerosa e vivace di adattamenti e riscritture.
19,50 18,53

La saga di Bósi. Testo norreno a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2008
pagine: 120
La "Saga di Bósi", tradotta e commentata in questo volume sulla base della sua redazione più antica (stilata in Islanda attorno al 1400), ha tutte le carte in regola per essere annoverata fra le "saghe leggendarie" (fornaldarsögur): vi compaiono personaggi nordici, con tanto di genealogie, riferimenti a figure o occorrenze storiche o pseudostoriche, oppure appartenenti ad altre saghe del corpus leggendario; l'ambientazione è fondamentalmente scandinava, con elementi riconducibili alla mitologia locale. La "Saga di Bósi" si distingue però anche per un gusto marcato per il fantastico e l'osceno, e per il ripetersi di tematiche stereotipe quali le scene di seduzione, il ratto della sposa, la fanciulla prigioniera di mostri e di megere, e la principessa sorvegliata dall'eunuco: aspetti che tradiscono la penetrazione di un nuovo genere di intrattenimento dai caratteri non totalmente autoctoni. Il testo che ne risulta è una saga assai godibile e colorita, limitata forse da elementi di maniera e dalle prime avvisaglie di un gusto che ormai sta cambiando, ma arricchita da uno stile vivace e da elementi tradizionali che, qualunque sia la loro effettiva funzione e derivazione, ne fanno lettura raccomandabile per chi già abbia frequentato testi norreni, e accattivante introduzione alla letteratura delle saghe per chi per la prima volta vi si accosti.
12,50 11,88

Commento all'«Eneide». Libri I-VI. Testo latino a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2008
pagine: 299
Il "Commentum SuperSex Libros Eneidos Virgilii" ("Commento a sei libri dell'Eneide di Virgilio") di Bernardo Silvestre è quanto resta di un progetto di lettura allegorica dell'epos di Virgilio redatto (1125-1150 ca.) da un celebre maestro della Scuola di Chartres. Prezioso documento sull'interpretazione di un classico antico nel Medioevo, il testo, pur nello statuto frammentario (concluso nelle ultime sezioni da un anonimo glossatore), presenta un duplice interesse. Testimonia un latino tardo già permeato degli umori colloquiali della disputa scolastica, e offre le coordinate per scorgere l'origine dell'esegesi allegorica. Interpretando l'"Eneide" come il romanzo di formazione di un eroe alla ricerca di una meta salvifica (intravista nell'oltretomba degl'inferi), Bernardo Silvestre disegna l'archetipo dell'Enea cristianizzato alla ricerca di verità metafisiche, più volte ripreso nel Medioevo fino alla suprema riscrittura della Commedia di Dante, forse a conoscenza di qualche glossa del commentatore di Chartres. La versione letterale (la prima apparsa in Italia), e il commento analitico permettono una lettura documentata di questa dotta enciclopedia simbolica.
21,50 20,43

Delle occasioni amorose

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 201
Fratello minore del più celebre Abu Hamid, il grande teologo sistematico dell'islam medievale, Ahmad Ghazali si distingue come originale cantore della "santità" di Satana, inopinatamente eretto a modello dell'amante mistico, e scrive con questo breve trattato una densa, originale riflessione sui fondamenti e la "fisiologia" dell'amore. Sequela dal ritmo travolgente di aforismi e stringate argomentazioni, intervallati da aneddoti e versi, questo testo ha sedotto e affascinato nei secoli innumerevoli sufi e poeti dalla Persia all'India musulmana. Scandagliando il tema dell'eros, Ahmad Ghazali porge una sottile, profonda "teologia della bellezza e dell'amore", sicché la sua analisi dell'amore umano si rivela essere in realtà una ineguagliata, raffinatissima meditazione sull'amore divino e sulle leggi misteriose che lo regolano.
19,50 18,53

Del carnale amore

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 158
La corona di sonetti di Guittone d'Arezzo, nota finora con il titolo fuorviante di "Trattato d'amore", costituisce un punto di riferimento importante nel dibattito poetico e culturale fra Due e Trecento sulla "natura dell'amore". L'opera, tràdita dal solo codice latino e.III.23 della Real Biblioteca di San Lorenzo dell'Escorial di Madrid, riprende e reinterpreta in chiave moralistica un motivo di lunga tradizione letteraria, che dai "Remedia amoris" di Ovidio si prolunga idealmente fino ai trovatori, viene teorizzato nel "De amore", il trattato in prosa di Andrea Cappellano, e giunge fino ai poeti della Scuola siciliana. Composto da Guittone dopo la sua conversione, avvenuta nel 1265, il ciclo di componimenti del codice Escorialense è concepito come un macrotesto lirico coeso attorno al tema della "rappresentazione dell'amore", sviluppato in chiave allegorica e attraverso gli strumenti logici e formali dell'argomentazione dimostrativa a fini didascalici. La descrizione di Amore in "figura", come fosse cioè un'immagine dipinta, serve a smascherare la natura diabolica e peccaminosa della passione amorosa, personificata con le fattezze di un fanciullo alato, nudo, cieco, dotato di zampe unghiute da uccello rapace per ghermire l'innamorato e di frecce infuocate per colpirlo a morte.
15,00 14,25

Vite dei filosofi all'asta-La morte di Peregrino. Testo greco a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 238
Tra le "Vite dei filosofi all'asta" e "La morte di Peregrino" si apre una medesima scena e si svolge, al contempo, una medesima vicenda del pensiero: è un teatro e una storia della mimesi, con la giostra - un po' folle e bislacca - delle copie, delle imitazioni, dei simulacri che danzano ormai liberi e festeggianti sulla morte, inequivocabilmente definitiva, della verità. Il grande cadavere è quello della filosofia platonica e di tutte le filosofie che, sulle orme di Platone, hanno voluto porsi sul piedistallo della virtù e della conoscenza vera. Così Luciano, il grande scrittore di Samosata (II secolo d.C.), mette in vendita, anzi in svendita, tutte le filosofie possibili sulla piazza del mercato ed erige un grande rogo su cui, simbolicamente, con l'impostura di Peregrino, sale anche tutta quella vanagloria filosofica che ha spirato con potenti soffi di alterigia per secoli e secoli. Da queste ceneri possono così rinascere la scrittura e il racconto, liberati dai sequestri e dalle ipoteche della verità e della virtù, del bene e della politica. Ha l'aria della vendetta, tutto ciò, e lo è certamente. Ma è anche qualcosa in più. Questa scena, allestita da Luciano tra le "Vite" e il "Peregrino", è una delle riflessioni più profondamente filosofiche che sia dato di leggere sul "ragno implicito" di ogni filosofia: l'ipocrita recita dell'esemplarità. Se poi questa recita ha già trovato dei pericolosi eredi, come i cristiani...
19,00 18,05

Così rossa è la rosa. Scenari d'amore pre-cortese, a Baghdad. Testo arabo a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 135
Stabilire con certezza chi sia l'inventore di una nuova figura dell'amante, lo schiavo d'amore, che partecipa, col fascio di elementi differenziati che veicola, della costruzione di un discorso d'amore completamente nuovo che si va affermando a Baghdad fra l'VIII e il IX secolo, non è un'operazione feconda se la si riduce a un semplice problema di storia letteraria. Provare a vedere in quale luogo del mondo, e in quale contesto un poeta possa produrre un'etica della deriva d'amore, e una semiotica del corpo innamorato che produce conoscenza, può essere un modo diverso di impostare una riflessione vecchia più di un secolo sulle origini dell'amor cortese, e sulle dibattute influenze della poesia araba andalusa sulla lirica trobadorica medievale; influenze dietro il cui viaggio si stagliano non solo modelli letterari che superano la frontiera tra Andalusia islamica e Occidente latino, ma anche modelli sociali cristallizzati intorno alla concezione dell'amore, che la periferica Andalusia ha ereditato dal centro a cui si ispira, l'Oriente islamico. Abu Nuwas e la sua scuola, nella Baghdad del IX secolo, rinnovano la poesia amorosa araba in una maniera così profonda da creare tutte le premesse per un genere di poesia particolare, che amplia a dismisura la problematizzazione letteraria dell'amore e di chi ne è colpito; Abu Nuwas conferisce alla figura dell'amante disperato, il "folle d'amore" della tradizione poetica precedente, un nome e una cittadinanza nuovi: lo schiavo d'amore anticipa il martire per amore.
14,50 13,78

Psychomachia. La lotta dei vizi e delle virtù. Testo latino a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 157
Prudenzio, nato a Calagurris, in Spagna neL 348 d.C., fu avvocato e governatore della provincia ed è considerato il poeta più rappresentativo della letteratura cristiana latina. La "Psychomachia", ispirata alle scene belliche dell'Eneide, narra l'allegorica battaglia tra vizi e virtù per il possesso dell'anima umana.
13,90 13,21

La canzone di Guglielmo. Testo francese a fronte

Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 360
Siamo soliti identificare la grande epica francese del Medioevo con la Chanson de Roland con il suo eroismo sublime, il suo pathos, le sue calcolate e superbe simmetrie. Ma con la Chanson de Guillaume (1140 ca.) irrompe un mondo diverso, dominato dal basso e dal vile, dai corpi, dalla paura. le riarse distese dell´Archamp sono il rovescio di Roncisvalle: qui Guglielmo e i suoi uomini avanzano a fatica nella calura, "coperti di fegato e di sangue", travagliati dalla fame e dalla sete, come animali braccati ed esausti. "Oh, grossa asta, come pesi sul braccio!/ Con te non aiuterò Viviano all´Archamp, / che con doloroso affanno si battè! / Oh, grande scudo, come pesi al collo! / Con te non aiuterò Viviano in pericolo mortale! / Oh, buon elmo, come stordisci la testa! / Con te non aiuterà Viviano nella mischia, / che sull´erba si batte all´Archamp!". In questa atmosfera desolata, abbandonata da Dio, risplendono però Guglielmo, possente e vorace, vicino ad Eracle, a Thôrr, al Bhîma del Mahâbhârata, Guiburt, la fedele compagna, garante della sua sovranità il nipote Gui, puer, indomito, Rainouart. grossolano, impuro, comico, ma depositario, più di ogni altro, del coraggio e del valore. Attraverso sovrasensi mitici, spinte vitalistiche e triviali, queste fìgure ci riportano, potentemente, alle lontane radici indoeuropee della società nobiliare.
19,90 18,91

King Horn. Testo inglese a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 127
"King Horn" è certamente nata come opera di intrattenimento che mirava a soddisfare i gusti di un pubblico bramoso di storie che tenessero con il fiato sospeso: il protagonista, infatti, si trova perennemente in situazioni pericolose e deve dimostrare ogni volta grande spirito di iniziativa per superare i diversi ostacoli. I suoi fruitori originari non erano però necessariamente di umile origine e di scarsa cultura ed erano in grado di apprezzare non solo il tenore degli eventi narrati ma anche la qualità della narrazione. L'anonimo autore ha allora adottato una tecnica compositiva apparentemente semplice, ma coerente e rigorosa: concentrandosi sempre su un singolo gesto e un singolo episodio, mostra un gusto che si potrebbe definire cinematografico nel collegamento delle azioni che accrescono progressivamente la statura dell'eroe fino alla conquista finale di un regno e di una regina. Questa traduzione costituisce pertanto una rivalutazione di "King Horn", che la tradizionale definizione di testo "popolare" ha spesso relegato tra le opere minori, interessanti più come testimonianze di un'epoca che per le loro qualità letterarie. L'analisi testuale svolta dalla curatrice ha rivelato invece tanto coerenza nella trama quanto vivacità e dinamismo nel racconto, il che consente di apprezzare le doti narrative del poeta e di rivalutare in generale l'attività del "jongleur", figura tipica dello spettacolo medievale.
13,90 13,21

I fabliaux. Testo francese a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 108
Nella ricca e variegata produzione di Rutebeuf, attivo a Parigi tra il 1249 e il 1280 e considerato come una delle più originali personalità poetiche del XIII secolo, spiccano gli attacchi satirici contro i Domenicani e i Francescani, i "poemi della sventura", dove l'ispirazione personale si coniuga con la metafora ludica, e un gruppo di cinque fabliaux, che vengono qui riproposti nella traduzione di Alberto Limentani. Nei personaggi di questi racconti comici dominano la sopraffazione e l'ipocrisia, l'intreccio giocoso è illuminato e deformato da una luce livida e beffarda. Ma da questo corrucciato umor nero, che non si esaurisce nel moralismo e nella sentenziosità, emerge come nel "Testamento dell'asino" e nel "Peto del villano" - un enorme buffoneria, un'acre, eversiva cifra giullaresca, che sembra prefigurare l'avvento di Villon.
12,80 12,16

Il giudice della Beira. Testo spagnolo a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 108
Il testo consiste in una farsa, continuazione della precedente "Farsa di Ines Pereira". Il contadino bonaccione, prima rifiutato, poi sposato e allegramente tradito dall'arguta Ines nel primo episodio, in questo sequel è chiamato a corte, per rendere ragione delle sentenze "bizzarre" da lui pronunciate in veste di (improbabile) giudice rurale.
12,30 11,69

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