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Carocci: Biblioteca medievale

Tutte le nostre collane

La conversione di ser Jonathas giudeo. Miracle play del XV secolo

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2013
pagine: 246
A partire dal secolo XIII si moltiplicano in tutta Europa narrazioni che accusano gli ebrei dei crimini più efferati contro la cristianità: crocifissioni di innocenti, assassini, cannibalismo rituale. Fra queste chimere, e in concomitanza con la crescente importanza attribuita al sacramento eucaristico culminante con l'istituzione della festività del Corpus Domini, compare e si diffonde rapidamente quella di furto e sacrilegio ai danni dell'ostia consacrata. Un evento miracoloso fa sì che, scoperti, i colpevoli siano puniti con la tortura e il rogo. Di tale fantasia persecutoria compaiono più tardi alcune trasposizioni sceniche: nell'Inghilterra centro-orientale della seconda metà del secolo XV, l'anonimo "miracle play" in volgare medioinglese "La conversione di Ser Jonathas Giudeo" - noto anche come "The Play of the Sacrament" - si distingue dalle analoghe rappresentazioni teatrali francese e italiana, oltre che per la presenza di un intermezzo farsesco, per un tono meno marcatamente virulento nei confronti degli ebrei e perché restituisce alla vicenda, in luogo della conclusione sanguinaria, quella edificante della conversione che caratterizzava le più antiche cronache e narrazioni.
29,00 27,55

Poesie. Testo francese a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2013
pagine: 154
Ricordato da Dante e da Petrarca come uno dei trovatori più illustri del XIII secolo, Aimeric de Peguillan, protagonista dell'"internationalisme vécu" di area europea, approda nell'Italia settentrionale, dove frequenta i casati dei Monferrato, dei Malaspina e degli Estensi. La scelta antologica offre una campionatura della sua produzione letteraria, attraversata da una "clamorosa dicotomia": un côté di tipo giullaresco con testi di registro quotidiano e basso, nei quali l'autore dialoga con Sordello o con Guillem Figueira, e un versante più elevato, in cui l'esaltazione della follia amorosa e l'inutile guerra contro la passione diventano le note caratterizzanti di un'elezione aristocratica di matrice cortese. L'ars retorica del tolosano trova una vasta eco di riprese, non solo in ambito trobadorico, ma anche italiano, dai siciliani ai siculo-toscani, fino a Guittone d'Arezzo. Nel costruire un ponte fra Aimeric e il pubblico di oggi, si è dunque cercato di rendere "leggibile" una produzione lontana dalla nostra sensibilità, e di sottrarre il lettore a una sorta di "atrophie sentimentale", proprio come voleva Aimeric de Peguillan.
18,00 17,10

Cligès. Testo francese a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2012
pagine: 299
Il "Cligès" è forse il capolavoro di Chrétien de Troyes: letteratura classica e contemporanea, scienza, politica, libero arbitrio e rivalutazione della donna, tutto è armonicamente amalgamato in una costruzione rigorosa impostata secondo i dettami della più avanzata retorica poetica. La narrazione scorre fluida e piacevole ma richiede una lettura attenta ai particolari celati nel testo, e la traduzione cerca di restituirne la profondità psicologica, l'ironia e l'eleganza compositiva, mantenendone, nei limiti del possibile, anche alcuni significativi artifici retorici.
32,50 30,88

La macina e il telaio. Due carmi mitologici norreni

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2012
pagine: 154
Vengono qui tradotti e commentati due carmi norreni d'ispirazione eddica, il Gróttasöngr e il DarraDarljód, dove si parla di una macina cosmica e di un telaio del tutto particolare. Entrambi i componimenti trattano del destino: quello universale amministrato da due gigantesse, e quello individuale affidato a un gruppo di valchirie. Nei due carmi mito, leggenda e storia si fondono in maniera tale da offrire una rappresentazione viva e affascinante della tradizione scandinava medievale con riferimento a figure sovrannaturali femminili. Il ricco e particolareggiato commento del curatore guida il lettore nella complessa trama dei riferimenti mitologici, degli aspetti linguistici e nell'affollato mondo del Medioevo scandinavo. Il volume è completato da un contributo "al femminile" di Paola Mura sulla tessitura e i suoi risvolti simbolici.
17,00 16,15

Libro delle creature. Differenze sottili delle nature diverse

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2011
pagine: 424
Ildegarda di Bingen (1098-1179), benedettina tedesca, deve la sua fama soprattutto all'opera mistica e filosofica, alle visioni che le valsero la santità e alle pregevoli composizioni musicali. Il suo eclettismo la spinse a esplorare altri campi del sapere sino a pervenire a quello medico e naturalistico: il "Libro delle creature" è uno dei frutti di quell'esperienza. Strutturato come un'enciclopedia, i libri che lo compongono passano in rassegna il mondo vegetale, quello animale e quello minerale, restituendo una sorprendente conoscenza della natura. In un creato costituito dai quattro elementi e percorso dagli umori, l'uomo e gli esseri animati e inerti hanno in comune l'essere creature. Se "Dio ha raffigurato tutte le sue opere nella forma dell'uomo" - come Ildegarda asserisce in una visione -, realizzando un microcosmo dotato di anima, l'uomo riflette anche nelle creature un po' di sé, delle sue caratteristiche fisiche e anche dei suoi sentimenti. Ma il Libro delle creature non è soltanto questo: le creature non sono soltanto oggetti da conoscere, classificare e studiare, ma veri e propri concentrati di principi e sostanze che servono all'uomo per curarsi e nutrirsi. Un immenso ricettario dove tutto, dalla pianta più sconosciuta all'animale più feroce, dal metallo più nascosto alle acque del fiume più impetuoso ha la sua utilità per il benessere dell'uomo. Dopo le sublimi visioni mistiche Ildegarda sembra qui ricordarci che anche il corpo, e non solo l'anima, vuole la sua parte.
42,50 40,38

Canzoni d'amore e di taverna. Nel Trecento alla corte di Shiraz. Testo persiano a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2011
pagine: 343
Nella Shiraz del Trecento, in una corte dove si alternano principi gaudenti e principi bacchettoni, emerge il genio di Hàfez (1319-1390), il più grande lirico persiano da qualcuno paragonato a Petrarca, ammirato da Goethe e da Emerson che lo conobbero in traduzione. Lo "stilnovo" hafeziano canta le grazie di un bellissimo e innominato amico, in cui, a seconda delle prospettive ermeneutiche adottate, è dato vedere vuoi un amore proibito, vuoi un simbolo dell'Amico divino, vuoi una controfigura del principe lodato. Poeta mistico o poeta epicureo? Le sue immagini ci appaiono comunque traslucide di realtà soprannaturali: il vino può rimandare a mistiche ebbrezze, il bel coppiere può ricordare il Dio del Corano (LXXVI, 21) che versa il vino ai beati; e la condotta trasgressiva, il peccato ostentato in barba alla legge e ai dottori, può magari sottilmente rinviare a una ricerca di santità. Ma sopra ogni cosa colpisce il frammentarismo strutturale e irriducibile di questa poesia, densa e tersissima, soffusa di quella grazia squisita e ineffabile che è nelle tante miracolose "sospensioni nel vuoto" che si producono nel passaggio da un verso all'altro, là dove l'autore sa spesso introdurre novità repentine di tono, cambi imprevisti di giro d'immagini, alternanze inattese di pensieri, arguzie, argomenti, ironie.
33,00 31,35

Vino, efebi e apostasia. Testo persiano a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2011
pagine: 327
Vino, efebi e apostasia sono un po' i tre pilastri, sotto il profilo tematico, della poetica persiana classica, che tipicamente predilige motivi "mal-famati" o bad-nâm, un termine dal trasparentissimo etimo indoeuropeo. Abilmente orchestrando questi elementi, Hâfez ha saputo produrre una poesia che si libra tra il Sensibile e il Sovrasensibile, tra il terreno e il celeste, qualcosa che incantò il vecchio Goethe, il quale rese omaggio a Hâfez nel suo West-Oestlicher Diwan e lo definì "il mio gemello orientale". Poeta edonista e cantore della vita libertina all'apparenza, le sue immagini sono traslucide di realtà soprannaturali: il vino può rimandare a mistiche ebbrezze, il bel coppiere può ricordare il Dio del Corano (LXXVI, 21) che versa il vino ai beati; e la condotta trasgressiva, il peccato ostentato in barba alla legge e ai dottori, può magari sottilmente rinviare a una ricerca di santità. Ma sopra ogni cosa colpisce il frammentarismo strutturale e irriducibile di questa poesia, le tante "sospensioni nel vuoto" che si producono nel passaggio da un verso all'altro, là dove l'autore sa spesso introdurre sorprese, novità repentine di tono, cambi imprevisti di giro d'immagini, alternanze inattese di pensieri, arguzie, argomenti, ironie.
30,00 28,50

Poesie e canzoni. Testo tedesco a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2011
pagine: 120
Questa breve antologia di componimenti autobiografici di Oswald von Wolkenstein intende presentare il trovatore tardomedievale sudtirolese attraverso alcune canzoni su viaggi ed avventure, poesie sull'alternarsi delle stagioni, sulla gioia e la fatica del vivere, la terra natale, l'amore, nonché attraverso alcune riflessioni filosofiche e religiose. Spiccano in particolare la complessità e l'originalità, ma anche l'intensità espressiva della vena lirica e musicale del cavaliere-poeta, così lontano eppure così vicino per le tematiche trattate e le impressioni rievocate. Le poesie, in traduzione italiana con testo in tedesco protomoderno a fronte, sono accompagnate da commenti letterari e stilistico-linguistici. Una introduzione critica sulla vita e le opere di Wolkenstein, sulle edizioni e i manoscritti e sugli aspetti linguistici e musicali dei suoi componimenti completa questa prima traduzione italiana.
14,00 13,30

Otia imperialia. Libro III. Le meraviglie del mondo. Testo latino a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2010
pagine: 428
Concepito per un sovrano (Enrico Plantageneto il Giovane, morto prematuramente) e realizzato per un altro (l'imperatore Ottone IV di Brunswick), il libro degli "Otia imperialia", frutto di una gestazione durata trent'anni, racchiude il distillato delle esperienze e delle conoscenze di un autore dalla vita dinamica e dal temperamento curioso. Opera enciclopedica ma anche speculum principis, tocca gran parte dello scibile del suo tempo, dal campo storico a quello geografico ma anche religioso, politico, letterario e folclorico; e proprio la parte connessa alle tradizioni popolari, grosso modo circoscritta al terzo capitolo oggetto di questa traduzione, risulta essere la più innovativa per la propria epoca - per il ricorso ad una cultura alternativa e non canonica qual era quella orale - e la più interessante per il lettore moderno. Attingendo a piene mani al serbatoio del fantastico, del fabuloso, del leggendario e non discriminando tra sfera religiosa e sfera pagana, Gervasio di Tilbury evoca un mondo popolato da creature singolari per forma e poteri: santi dalle eccezionali virtù, esseri umani zoomorfi, animali con qualità umane, donne-serpente, fate, streghe, licantropi, folletti e fantasmi, tutto un creato parallelo e coesistente a quello reale e, soprattutto, percepito come non meno vero.
34,00 32,30

La vita e i buoni costumi del saggio re Carlo V

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2010
pagine: 375
Il Livre des fais et bonnes meurs du sage roy Charles V è da considerarsi una delle opere fondamentali della produzione politica di Christine de Pizan. Tradurre l'opera dal medio francese, lingua di difficile accesso, fatto salvo per gli specialisti, permette oggi un approccio diretto a uno dei testi-chiave per la comprensione della situazione politica francese all'epoca della follia del re Carlo V, della reggenza non ufficializzata dei principi di sangue reale e alla vigilia delle guerre civili. Si tratta di un libro che ci permette non solo di comprendere il momento di svolta nella produzione letteraria della scrittrice e la sua scelta di impegno civile, ma soprattutto ci introduce nel cuore della corte di Francia e delle questioni più sensibili che la toccano per quanto riguarda il ruolo del sovrano, la partecipazione della nobiltà al governo, ma anche le grandi questioni internazionali quali lo Scisma, l'elezione imperiale, la guerra franco-inglese.
32,00 30,40

Tristrant. Testo tedesco a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2010
pagine: 160
Le vicende di Tristano e Isotta, dell'eroico nipote di re Marco di Cornovaglia e della bella principessa irlandese, hanno goduto di una popolarità pari a quella dei cavalieri di re Artù e di Lancillotto e Ginevra, diffondendosi in tutta Europa. Quella di Eilhart von Oberg ne è la prima versione medievale tedesca. Datata al 1170-1190 circa, è di sicuro valore filologico poiché è l'unica versione della vicenda tristaniana ad esserci giunta integra in due manoscritti del XV secolo e ad essere con ogni probabilità la sola a rifarsi al testo originale, perduto, noto come Estoire. La vivacità della narrazione, la bellezza dei dialoghi, l'attenzione alla psicologia dei personaggi e l'abilità dimostrata dall'autore nella commedia dell'intreccio e dell'equivoco entusiasmano il lettore. Caratterizzato da un linguaggio stringato e conciso e da un stile rapido e incalzante, il poema di Eilhart è stato a lungo messo in ombra dall'opera, di tutt'altro spessore, del più tardo Gottfried von Straßburg. Attento ai particolari e curato nei dettagli, Eilhart muove i protagonisti del suo romanzo di Tristano sullo sfondo di un grande affresco, mettendo potentemente in luce la dimensione guerriera della società nella quale il poema è stato composto, e offrendo al lettore uno spaccato di ambiente medievale e una caratterizzazione dei personaggi capaci di appassionare, ma anche di far riflettere.
17,60 16,72

L'epos dei mercanti. Byline russe dek ciclo di Novgorod

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2010
pagine: 183
Novgorod, fra le antiche città-stato russe, fu a lungo dominante sul piano economico, politico, culturale. Il suo declino coincise con l'ascesa di Mosca, che la sottomise definitivamente sul finire del XV secolo per mano del Gran Principe Ivan III autoproclamatosi zar. Di istituzioni tendenzialmente democratiche e repubblicane, ebbe a capo illustri condottieri come Aleksandr "Nevskij", che nel XIII secolo seppe arginare l'invadenza tartaro-mongola e al contempo sconfiggere i potenti nemici occidentali, resistendo perfino all'offerta papale del titolo di re. Contrariamente agli altri Stati russi, Novgorod ebbe solo saltuariamente un sovrano stabile e, fino alla caduta, rafforzò le proprie caratteristiche di repubblica mercantile. Ciò spiega la natura tutta particolare del suo epos popolare, assai meno eroico e titanico di quello kieviano, più umano e civile e, per certi tratti, anche più liberamente fantastico.
17,80 16,91

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