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Carocci: Biblioteca medievale

Tutte le nostre collane

Nihon ryoiki. Cronache soprannaturali e straordinarie del Giappone

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2010
pagine: 210
Per la prima volta in italiano viene pubblicato un testo-chiave del buddhismo giapponese: storie di pescatori, mercanti, finti monaci e santi autentici, mendicanti, principesse e imbroglioni... scritte dal monaco Kyokai probabilmente tra l'810 e l'824. Una lettura piacevole grazie al suo stile scarno, ma incredibilmente attuale.
19,50 18,53

Sonetti amorosi e tenzone

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2009
pagine: 276
Questo volume va idealmente unito a quello, già apparso nella stessa collana, dei "Sonetti satirici e giocosi" di Rustico Filippi: si ricomporrà così il profilo insolito e suggestivo di un poeta delle origini che si cimentò in due generi antitetici. Avventuroso sperimentatore, nei sonetti comici, di un linguaggio ora esplicitamente osceno, ora - e più spesso - velatamente gergale, metaforico e allusivo, Rustico offre di sé contemporaneamente, e in pari misura, tutt'altra immagine letteraria nei versi d'amore, nutriti di una sostanziosa conoscenza della scuola siciliana e della poesia trobadorica, costruiti intorno a un nucleo espressivo e lessicale forte, con un'accentuata ricerca di musicalità, dalla cifra personale ed apprezzabile. Filippi riesce, nelle sue prove migliori e sia pur con una certa intermittenza, a creare un'atmosfera intima e lievemente malinconica; l'"io" lirico è ancora molto vicino al soggetto dell'amore cortese, ma, benché non si possa definirlo né storico né tantomeno autobiografico, non appare neppure sempre e del tutto impersonale.
29,00 27,55

I trovatori e la crociata contro gli albigesi

Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2009
pagine: 126
La grande fioritura della poesia trobadorica coincise, nella seconda metà del XII secolo, con l 'irresistibile diffusione - in una parte della stessa area geografica, la Linguadoca occidentale - dell'eresia catara. Quando la Chiesa, per reprimerla, scatenò la Crociata contro gli Albigesi, i trovatori non tacquero: sentirono incombere una minaccia di distruzione su tutta la civiltà cortese che avevano cantato e fecero sentire la loro voce di rivolta e di speranza. I resti poetici raccolti in questo volume sono fra i più belli e i più importanti dì una produzione civile e politico-religiosa che ebbe esponenti di altissima levatura. come Peire Cardenal, Guilhem Figueira o l 'Anonimo autore della seconda parte della Canzone della Crociata albigese autori di fra le più feroci satire o invettive anticlericali (oltre che antifrancesi) che ci abbia lasciato la letteratura medievale. Non che questi trovatori - a eccezione di qualche caso isolato - aderissero alla fede eterodossa: ma i loro argomenti polemici si trovano spesso in così stretta consonanza con quelli dei Catari, che molti eretici -come attestano i documenti dell'Inquisizione- ne conoscevano a memoria le poesie. Ciò che le rende oggi ancora più emozionanti è il fatto che si tratta della testimonianza dei vinti, dei portavoce di quel mondo di Paratge - "Nobiltà", "Patria", "Civiltà", occitana - che stava crollando sotto i colpi congiunti della Chiesa e della monarchia francese. Il sogno di Raimon de Miraval, che era certo del pronto recupero del suo castello conquistato dai Crociati di Simone di Montfort - "poi donne e amanti potranno/tornare alla gioia che hanno perduto" non si sarebbe più realizzato.
15,50 14,73

Voluspá. Un'apocalisse norrena. Testo norreno a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2008
pagine: 222
La "Voluspá" è stata redatta intorno all'anno 1000. È un testo apocalittico, in cui sono narrati a Odino, per bocca di una profetessa, l'origine del cosmo e la sua fine, la creazione dell'uomo, le vicende dei giganti e degli esseri divini, la descrizione di luoghi inospitali e terrificanti ai margini del mondo conosciuto, il sorgere di un nuovo mondo dopo l'incendio finale. L'autore, anonimo ma certamente poeta dotto e raffinato, delinea gli episodi fondamentali della storia cosmica con pochi e suggestivi tratti, lasciando all'uditore il compito di ricostruire l'ordito della narrazione. Il testo norreno è accompagnato dalla traduzione e da un commento approfondito che ha il compito di offrire al lettore le coordinate culturali in cui inserire un componimento poetico di fascino straordinario ma anche di notevole difficoltà. Se c'è un mito che ha condizionato in vari modi e misure il Novecento è certamente quello del Crepuscolo degli Dei: la Voluspá ne costituisce il racconto originario e fondamentale.
21,20 20,14

La saga di Bósi. Testo norreno a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2008
pagine: 120
La "Saga di Bósi", tradotta e commentata in questo volume sulla base della sua redazione più antica (stilata in Islanda attorno al 1400), ha tutte le carte in regola per essere annoverata fra le "saghe leggendarie" (fornaldarsögur): vi compaiono personaggi nordici, con tanto di genealogie, riferimenti a figure o occorrenze storiche o pseudostoriche, oppure appartenenti ad altre saghe del corpus leggendario; l'ambientazione è fondamentalmente scandinava, con elementi riconducibili alla mitologia locale. La "Saga di Bósi" si distingue però anche per un gusto marcato per il fantastico e l'osceno, e per il ripetersi di tematiche stereotipe quali le scene di seduzione, il ratto della sposa, la fanciulla prigioniera di mostri e di megere, e la principessa sorvegliata dall'eunuco: aspetti che tradiscono la penetrazione di un nuovo genere di intrattenimento dai caratteri non totalmente autoctoni. Il testo che ne risulta è una saga assai godibile e colorita, limitata forse da elementi di maniera e dalle prime avvisaglie di un gusto che ormai sta cambiando, ma arricchita da uno stile vivace e da elementi tradizionali che, qualunque sia la loro effettiva funzione e derivazione, ne fanno lettura raccomandabile per chi già abbia frequentato testi norreni, e accattivante introduzione alla letteratura delle saghe per chi per la prima volta vi si accosti.
12,50 11,88

Commento all'«Eneide». Libri I-VI. Testo latino a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2008
pagine: 299
Il "Commentum SuperSex Libros Eneidos Virgilii" ("Commento a sei libri dell'Eneide di Virgilio") di Bernardo Silvestre è quanto resta di un progetto di lettura allegorica dell'epos di Virgilio redatto (1125-1150 ca.) da un celebre maestro della Scuola di Chartres. Prezioso documento sull'interpretazione di un classico antico nel Medioevo, il testo, pur nello statuto frammentario (concluso nelle ultime sezioni da un anonimo glossatore), presenta un duplice interesse. Testimonia un latino tardo già permeato degli umori colloquiali della disputa scolastica, e offre le coordinate per scorgere l'origine dell'esegesi allegorica. Interpretando l'"Eneide" come il romanzo di formazione di un eroe alla ricerca di una meta salvifica (intravista nell'oltretomba degl'inferi), Bernardo Silvestre disegna l'archetipo dell'Enea cristianizzato alla ricerca di verità metafisiche, più volte ripreso nel Medioevo fino alla suprema riscrittura della Commedia di Dante, forse a conoscenza di qualche glossa del commentatore di Chartres. La versione letterale (la prima apparsa in Italia), e il commento analitico permettono una lettura documentata di questa dotta enciclopedia simbolica.
21,50 20,43

Del carnale amore

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 158
La corona di sonetti di Guittone d'Arezzo, nota finora con il titolo fuorviante di "Trattato d'amore", costituisce un punto di riferimento importante nel dibattito poetico e culturale fra Due e Trecento sulla "natura dell'amore". L'opera, tràdita dal solo codice latino e.III.23 della Real Biblioteca di San Lorenzo dell'Escorial di Madrid, riprende e reinterpreta in chiave moralistica un motivo di lunga tradizione letteraria, che dai "Remedia amoris" di Ovidio si prolunga idealmente fino ai trovatori, viene teorizzato nel "De amore", il trattato in prosa di Andrea Cappellano, e giunge fino ai poeti della Scuola siciliana. Composto da Guittone dopo la sua conversione, avvenuta nel 1265, il ciclo di componimenti del codice Escorialense è concepito come un macrotesto lirico coeso attorno al tema della "rappresentazione dell'amore", sviluppato in chiave allegorica e attraverso gli strumenti logici e formali dell'argomentazione dimostrativa a fini didascalici. La descrizione di Amore in "figura", come fosse cioè un'immagine dipinta, serve a smascherare la natura diabolica e peccaminosa della passione amorosa, personificata con le fattezze di un fanciullo alato, nudo, cieco, dotato di zampe unghiute da uccello rapace per ghermire l'innamorato e di frecce infuocate per colpirlo a morte.
15,00 14,25

Vite dei filosofi all'asta-La morte di Peregrino. Testo greco a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 238
Tra le "Vite dei filosofi all'asta" e "La morte di Peregrino" si apre una medesima scena e si svolge, al contempo, una medesima vicenda del pensiero: è un teatro e una storia della mimesi, con la giostra - un po' folle e bislacca - delle copie, delle imitazioni, dei simulacri che danzano ormai liberi e festeggianti sulla morte, inequivocabilmente definitiva, della verità. Il grande cadavere è quello della filosofia platonica e di tutte le filosofie che, sulle orme di Platone, hanno voluto porsi sul piedistallo della virtù e della conoscenza vera. Così Luciano, il grande scrittore di Samosata (II secolo d.C.), mette in vendita, anzi in svendita, tutte le filosofie possibili sulla piazza del mercato ed erige un grande rogo su cui, simbolicamente, con l'impostura di Peregrino, sale anche tutta quella vanagloria filosofica che ha spirato con potenti soffi di alterigia per secoli e secoli. Da queste ceneri possono così rinascere la scrittura e il racconto, liberati dai sequestri e dalle ipoteche della verità e della virtù, del bene e della politica. Ha l'aria della vendetta, tutto ciò, e lo è certamente. Ma è anche qualcosa in più. Questa scena, allestita da Luciano tra le "Vite" e il "Peregrino", è una delle riflessioni più profondamente filosofiche che sia dato di leggere sul "ragno implicito" di ogni filosofia: l'ipocrita recita dell'esemplarità. Se poi questa recita ha già trovato dei pericolosi eredi, come i cristiani...
19,00 18,05

Così rossa è la rosa. Scenari d'amore pre-cortese, a Baghdad. Testo arabo a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 135
Stabilire con certezza chi sia l'inventore di una nuova figura dell'amante, lo schiavo d'amore, che partecipa, col fascio di elementi differenziati che veicola, della costruzione di un discorso d'amore completamente nuovo che si va affermando a Baghdad fra l'VIII e il IX secolo, non è un'operazione feconda se la si riduce a un semplice problema di storia letteraria. Provare a vedere in quale luogo del mondo, e in quale contesto un poeta possa produrre un'etica della deriva d'amore, e una semiotica del corpo innamorato che produce conoscenza, può essere un modo diverso di impostare una riflessione vecchia più di un secolo sulle origini dell'amor cortese, e sulle dibattute influenze della poesia araba andalusa sulla lirica trobadorica medievale; influenze dietro il cui viaggio si stagliano non solo modelli letterari che superano la frontiera tra Andalusia islamica e Occidente latino, ma anche modelli sociali cristallizzati intorno alla concezione dell'amore, che la periferica Andalusia ha ereditato dal centro a cui si ispira, l'Oriente islamico. Abu Nuwas e la sua scuola, nella Baghdad del IX secolo, rinnovano la poesia amorosa araba in una maniera così profonda da creare tutte le premesse per un genere di poesia particolare, che amplia a dismisura la problematizzazione letteraria dell'amore e di chi ne è colpito; Abu Nuwas conferisce alla figura dell'amante disperato, il "folle d'amore" della tradizione poetica precedente, un nome e una cittadinanza nuovi: lo schiavo d'amore anticipa il martire per amore.
14,50 13,78

Psychomachia. La lotta dei vizi e delle virtù. Testo latino a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 157
Prudenzio, nato a Calagurris, in Spagna neL 348 d.C., fu avvocato e governatore della provincia ed è considerato il poeta più rappresentativo della letteratura cristiana latina. La "Psychomachia", ispirata alle scene belliche dell'Eneide, narra l'allegorica battaglia tra vizi e virtù per il possesso dell'anima umana.
13,90 13,21

La canzone di Guglielmo. Testo francese a fronte

Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 360
Siamo soliti identificare la grande epica francese del Medioevo con la Chanson de Roland con il suo eroismo sublime, il suo pathos, le sue calcolate e superbe simmetrie. Ma con la Chanson de Guillaume (1140 ca.) irrompe un mondo diverso, dominato dal basso e dal vile, dai corpi, dalla paura. le riarse distese dell´Archamp sono il rovescio di Roncisvalle: qui Guglielmo e i suoi uomini avanzano a fatica nella calura, "coperti di fegato e di sangue", travagliati dalla fame e dalla sete, come animali braccati ed esausti. "Oh, grossa asta, come pesi sul braccio!/ Con te non aiuterò Viviano all´Archamp, / che con doloroso affanno si battè! / Oh, grande scudo, come pesi al collo! / Con te non aiuterò Viviano in pericolo mortale! / Oh, buon elmo, come stordisci la testa! / Con te non aiuterà Viviano nella mischia, / che sull´erba si batte all´Archamp!". In questa atmosfera desolata, abbandonata da Dio, risplendono però Guglielmo, possente e vorace, vicino ad Eracle, a Thôrr, al Bhîma del Mahâbhârata, Guiburt, la fedele compagna, garante della sua sovranità il nipote Gui, puer, indomito, Rainouart. grossolano, impuro, comico, ma depositario, più di ogni altro, del coraggio e del valore. Attraverso sovrasensi mitici, spinte vitalistiche e triviali, queste fìgure ci riportano, potentemente, alle lontane radici indoeuropee della società nobiliare.
19,90 18,91

I fabliaux. Testo francese a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 108
Nella ricca e variegata produzione di Rutebeuf, attivo a Parigi tra il 1249 e il 1280 e considerato come una delle più originali personalità poetiche del XIII secolo, spiccano gli attacchi satirici contro i Domenicani e i Francescani, i "poemi della sventura", dove l'ispirazione personale si coniuga con la metafora ludica, e un gruppo di cinque fabliaux, che vengono qui riproposti nella traduzione di Alberto Limentani. Nei personaggi di questi racconti comici dominano la sopraffazione e l'ipocrisia, l'intreccio giocoso è illuminato e deformato da una luce livida e beffarda. Ma da questo corrucciato umor nero, che non si esaurisce nel moralismo e nella sentenziosità, emerge come nel "Testamento dell'asino" e nel "Peto del villano" - un enorme buffoneria, un'acre, eversiva cifra giullaresca, che sembra prefigurare l'avvento di Villon.
12,80 12,16

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