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Libri di Aldo Agosti

Biografia e opere di Aldo Agosti

Dalla parte giusta. Le guerre civili dei fratelli Giambone (1894-1944)

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2025
pagine: 214
La storia che qui si ricostruisce di Eusebio, Vitale, Pietro, Emilia, Louise, Gisella Giambone è quella di uomini e donne che le grandi, a tratti terribili, vicende del Novecento hanno trasformato in protagonisti assoluti del proprio destino. È la storia di una famiglia proletaria comunista che emigra da un piccolo paese piemontese, lambisce New York, si sviluppa nella Torino del biennio rosso e si radica a Lione, dove nel 1922 Eusebio e Vitale sono costretti a riparare per sfuggire alle persecuzioni fasciste, lavorano in fabbrica e militano nei gruppi italiani del PCF. Eusebio diventa dirigente nazionale dell'Unione popolare italiana. Vitale va a combattere in Spagna in difesa della repubblica e qui muore nel 1937. L'epilogo della storia è in Italia: Eusebio dopo mesi di dura prigionia nel campo francese del Vernet viene internato in Irpinia e alla vigilia dell'8 settembre 1943 raggiunge Torino. Diventa un dirigente della Resistenza e rappresenta il PCI nel primo Comitato militare del CLN. Catturato, viene processato e fucilato con altri sette all'alba del 5 aprile 1944. Tra le ultime lettere ai familiari, una è rivolta alla figlia tredicenne: «Il tuo papà è stato condannato a morte per le sue idee di Giustizia ed Eguaglianza […] La vita vale di essere vissuta quando si ha un ideale, quando si vive onestamente, quando si ha l'ambizione di essere non solo utili a sé stessi ma a tutta l'umanità».
19,00 18,05

Juventus. Storia di una passione italiana. Dalle origini ai giorni nostri

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 384
Nell’autunno del 1897 un gruppo di allievi del liceo Massimo d’Azeglio di Torino, uno dei più prestigiosi del capoluogo piemontese, si riunisce nell’officina dei fratelli Canfari per fondare una società sportiva studentesca. Al centro del progetto, un gioco da poco importato dall’Inghilterra: il football. Da quei ragazzi in camicia bianca e pantaloncini neri che rincorrevano un pallone cucito da un calzolaio con avanzi di suole, nasceva la Juventus. In oltre cento anni di storia, la bacheca della “Vecchia signora” si è riempita di trofei, decine di campioni si sono avvicendati sul campo da gioco, tracciando l’evoluzione della squadra più amata e, allo stesso tempo, più odiata d’Italia. A guardarli con lo sguardo dello storico, tuttavia, gli annali juventini non raccontano semplicemente le vicende sportive, i cicli vittoriosi e le cocenti delusioni. Dietro quelle coppe, negli spazi tra le foto delle formazioni ufficiali, emerge potente la storia di una città e di un intero paese: l’arrivo della prima guerra mondiale, che portò quei ragazzi che fondarono la squadra dai campi da gioco alle trincee sul fronte austriaco; l’avvento del regime fascista e le leggi razziali che costrinsero alle dimissioni dai vertici societari tutti i dirigenti ebrei; e poi, naturalmente, il rapporto con la famiglia Agnelli, la Fiat, il boom del dopoguerra e i cambiamenti del tessuto sociale che l’emigrazione di massa da sud verso nord portò a Torino e a tutta l’Italia. Su questo sfondo storico si stagliano i trofei del trio magico Charles-Sívori-Boniperti, la bicicletta iconica di Parola, la tragedia dell’Heysel, i successi sotto la guida di Trapattoni, le magie di le roi Platini, fino al “neocalcio”, allo scandalo calciopoli, alla Serie B e alla rinascita. Aldo Agosti e Giovanni De Luna, tra i massimi storici italiani e accaniti tifosi bianconeri, rileggono la storia del club con rigore e passione, perché la costruzione dello stile Juventus, l’evoluzione del modello imprenditoriale e del rapporto con il potere e con la società circostante possono raccontare da una nuova, inedita, prospettiva i cambiamenti di oltre un secolo di storia del nostro paese.
17,00 16,15

Umberto Terracini. Un comunista solitario

Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2024
pagine: 270
Umberto Terracini può a buon diritto essere considerato uno dei personaggi più significativi della vicenda politica del Novecento italiano, del quale ha attraversato molti dei momenti più importanti. Per la prima volta, un libro ne ricostruisce per intero la biografia: dagli anni formativi dell’adesione al socialismo alla fondazione dell’«Ordine Nuovo» con Gramsci, Togliatti e Tasca, poi la scissione di Livorno, vissuta da protagonista, e la militanza nel Partito comunista, del quale fu subito un dirigente di spicco. Passato attraverso il carcere, il confino, il doloroso allontanamento dal partito, la guerra e la Resistenza, fino ad approdare alla carica di presidente dell’Assemblea costituente, che gli concesse il privilegio di apporre la sua firma in calce al testo della Costituzione repubblicana. Figura di grande spessore umano e morale, continuò negli anni successivi ad assumere posizioni originali e controcorrente, ad esempio negli anni settanta, quando si oppose con forza alla politica del compromesso storico voluta da Berlinguer, e nel periodo più cupo del terrorismo, durante il quale si distinse per la sua posizione in difesa della vita di Aldo Moro, schierandosi a favore della trattativa con le Brigate rosse per la liberazione del prigioniero. Altrettanti spunti che, come scrive Aldo Agosti nell’introduzione al volume, fanno dell’avventura umana e politica di Terracini «una storia affascinante». Introduzione di Aldo Agosti.
28,00 26,60

Espulso per tradimento. Storia di un detenuto comunista che chiese la grazia al duce

Libro: Libro rilegato
editore: Donzelli
anno edizione: 2023
pagine: 144
Cesare Cassi, un giovane comunista torinese, dirigente del partito clandestino, viene arrestato dalla polizia per attività sovversive. L’anno dopo, il Tribunale speciale fascista lo condannerà a quindici anni di reclusione, con l’accusa pesantissima di aver contribuito alla riorganizzazione del Partito comunista. Entrato in carcere, prima a Milano, poi a Volterra e infine a Spoleto, sconterà sette anni di prigione, esattamente nello stesso periodo di Antonio Gramsci, e come lui vivrà una dolorosa «trasformazione molecolare» che, nel suo caso, lo porterà alla sofferta decisione di chiedere la grazia. Una scelta di questo tipo, per il Partito comunista allora clandestino, equivaleva a un tradimento: chi faceva domanda di grazia era considerato alla stregua di una spia o un provocatore, indipendentemente dal grado di coinvolgimento prima avuto nella causa, e veniva espulso dal partito. Chiedere clemenza al regime voleva dire fare tabula rasa del passato e al tempo stesso varcare una barriera verso un futuro di solitudine politica irreversibile. E così sarà: il comunista duro e puro considerato dai suoi giudici «fanatico e pervaso dalle più accese teorie sovversive» non tornerà mai più alla vita politica. Una coltre d’oblio si stenderà sulla sua storia di militante fino a farla scomparire. La vicenda di Cassi, raccontata attraverso le 278 lettere che scrisse alla famiglia negli anni del carcere, consente di affrontare l’inedito nodo dei detenuti politici che sotto il fascismo decisero di chiedere la grazia (e spesso la ottennero), un fenomeno non insignificante a livello quantitativo, ma quasi ignorato dalla storiografia. Nel racconto di Cesare, il carcere fascista appare drammaticamente non solo come la palestra di formazione di quadri del Pci in cui lo hanno monumentalizzato la memorialistica anti fascista e la stessa storiografia, ma un luogo di oppressione e di umiliante svilimento dell’individuo. La storia della vita spezzata in due di Cesare Cassi mette a nudo in maniera esemplare le problematiche esistenziali del rapporto tra pubblico e privato, tra sentimenti e bisogni, tra ideologia e vita. E per questo merita di essere conosciuta.
18,00 17,10

36,50 34,68

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