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Iperborea: Gli Iperborei

Tutte le nostre collane

Il messaggero. Vita di Muhammad il Profeta

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2025
pagine: 320
C’era una volta un popolo che viveva in una terra desertica intorno alla Mecca, era diviso, governato da leggi tribali e venerava idoli di pietra, cui sacrificava le sue figlie femmine. Un popolo di seminomadi poveri e ignoranti, schiacciato tra grandi imperi – Bisanzio, la Persia, l’Egitto. Tutte civiltà avanzate, ognuna con un suo profeta, che si chiamasse Mosè, Gesù o Zarathustra, e un suo Libro, e soprattutto ognuna con un unico dio. In quella terra inospitale viveva un mercante scaltro, membro di un clan illustre. Era analfabeta, ma visionario e determinato, e dotato di una curiosità e una fantasia inesauribili. Era un poeta. Il suo nome era Muhammad. Soffriva per l’arretratezza del suo popolo, che sognava di vedere prospero e libero. Voleva migliorare la condizione delle donne, voleva che i libri e le idee circolassero liberamente, che il mondo li trattasse con rispetto. Tutti deridevano il suo messaggio rivoluzionario, ma una notte un dio onnipotente gli apparve e gli parlò. L’alba che ne seguì ha cambiato per sempre il mondo. Kader Abdolah è convinto che non si possa giudicare l’Islam, e quindi capire la Storia, senza conoscere il suo Profeta, il suo Libro e la terra che li ha generati.
19,00 18,05

A Nord di Thule

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2025
pagine: 256
È il 1912, la Groenlandia è ancora largamente inesplorata dagli europei e la stazione commerciale Thule è stata inaugurata da poco. È da lì che ad aprile parte Knud Rasmussen, accompagnato da un cartografo danese e due cacciatori inuit, a bordo di slitte trainate da cani: vogliono mappare il canale di Peary – un braccio di mare che separerebbe l’isola dal suo estremo Nord, creando un isolotto su cui l’America potrebbe avanzare pretese – e testimoniare usi e costumi del popolo inuit. Una missione da affrontare con entusiasmo: «Viva la lotta per la vita!» è il motto degli esploratori di fronte a una natura vergine tanto crudele quanto meravigliosa, che affama cani e umani ma regala scenari mozzafiato fatti di luce, vento e ghiaccio. La calotta polare è un deserto bianco dove misurarsi con se stessi, anche con l’aiuto di qualche libro – Flaubert, I promessi sposi – da leggere al riparo degli igloo. Ma soprattutto, la sopravvivenza dei quattro dipende dai saperi degli inuit, che Rasmussen riporta meticolosamente, trasformando il suo diario in un inestimabile documento etnografico: che siano miti, leggende fondative e riti iniziatici o tecniche di caccia e pesca, istruzioni per rivestire le lamine da sci in pelle di tricheco o per costruire un igloo. Così, tra i problemi pratici di una spedizione a quaranta gradi sottozero e la scoperta di territori sconosciuti e ancora da nominare, Knud Rasmussen racconta le sue avventure con lo sguardo del grande esploratore, che vede nella lotta per la sopravvivenza un valore non solo scientifico, ma anche etico e civile.
18,50 17,58

Il mio grande, bellissimo odio

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2025
pagine: 480
Solitaria, eppure dominata da una necessità viscerale di vicinanza e complicità; isolata nella Svezia rurale, eppure assidua frequentatrice dei teatri di Copenaghen; donna che avrebbe preferito nascere uomo: Victoria Benedictsson è stata una delle voci più importanti dell’Ottocento svedese, autrice di romanzi, racconti e opere teatrali firmati con lo pseudonimo di Ernst Ahlgren. Sono gli anni di Strindberg, Ibsen, Ellen Key, di Georg Brandes, che iniziò i dibattiti sul sesso e il ruolo delle donne nel matrimonio e nella società scandinava: le questioni che Benedictsson vive in prima persona. Lei che sogna di diventare un’artista ma viene ostacolata dalla famiglia e poi finisce intrappolata in un matrimonio infelice, con molti figli a carico che fatica ad amare, fonte di un perenne senso di colpa. E che dopo lunghe battaglie col marito, armata solo del suo «bellissimo odio», cioè una strenua determinazione a rivendicare ciò che si merita, riuscirà a mantenersi con la sua penna e a entrare nel ristretto circolo di Brandes, il suo mito e futuro amante. Ma oltre i successi e le conquiste della pioniera, quella di Victoria Benedictsson è anche una vita di dolore, di frequenti malattie e di insicurezze, mossa da una profonda e insaziabile sete di connessione, che finirà tragicamente con il suicidio a soli trentotto anni. Scavando tra diari, lettere e scritti privati, Elisabeth Åsbrink riscopre un’intellettuale di culto a lungo dimenticata con un romanzo biografico in cui la sua lucida voce si mescola, appropriandosene, a quella potentissima della sua protagonista scrittrice.
20,00 19,00

Filosofia minima del pendolare

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2025
pagine: 224
Björn Larsson ha alle spalle un’esistenza nomade e vagabonda a bordo di una barca, ma anche quarant’anni di sfiancante pendolarismo. Pendolare incallito tra Danimarca, Svezia e Italia per lavoro e per amore, durante i suoi numerosi viaggi – in traghetto, treno, bus e qualche aereo – e migliaia di chilometri, ha osservato le abitudini e le nevrosi dei pendolari, incluso se stesso. Il risultato è un libro divertente in cui episodi di vita vissuta sono occasioni di riflessione, e l’elegante lingua della letteratura si mescola al buffo chiacchiericcio quotidiano dei viaggiatori. Si passa da spunti su come scegliere i migliori posti sui mezzi di trasporto agli snervanti imprevisti che spesso tocca affrontare, passando per l’arte di trovare il tragitto più breve a considerazioni profonde sulla decadenza del linguaggio e le trasformazioni della società, con un occhio attento ai cambiamenti nel modo in cui viaggiamo. Tra citazioni dai miti letterari come Martinson e De Beauvoir, Orwell e Beckett, non mancano critiche al capitalismo e riflessioni sull’isolamento durante la pandemia, che ha toccato profondamente chi, come lui, trova nel viaggio una ragione di vita. E c’è spazio anche per l’avventura, naturalmente: quando i venti del Nord soffiano sull’Øresund e i traghetti sono in balia delle onde, è facile ricordare altre burrasche. Con leggerezza e un’ironia che si fa aperta comicità, Larsson trasporta i suoi temi classici, come il viaggio, lo sradicamento e il bisogno di libertà, dal mondo romanzesco dei mari a quello quotidiano e urbano del trasporto pubblico, in un racconto che susciterà immediata simpatia in chiunque abbia vissuto, anche solo per poco, la frustrante esperienza del pendolarismo.
18,00 17,10

L'uomo che non voleva piangere

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2025
pagine: 320
Maestro del racconto realistico ma anche visionario frequentatore del fantastico, erede della grande tradizione della narrativa sociale svedese e insieme originale ammiratore di Kafka: Stig Dagerman fu tutto questo. Sperimentatore e innovatore, nei suoi romanzi alterna l'adesione alla realtà a una poetica dell'assurdo dove gli universi narrativi assumono forti connotazioni simboliche. E questa versatilità emerge anche nei suoi numerosi racconti, che furono in parte pubblicati in vita e in parte raccolti solo dopo la prematura morte dello scrittore. Racconti tra loro assai diversi, e tuttavia in ciascuno ritornano i temi che caratterizzano nel complesso la sua scrittura: il terrore senza nome e senza apparente ragione che attanaglia il protagonista dei Vagoni rossi, la topografia onirica e gli ossessivi sensi di colpa nell'Uomo di Milesia, ma anche il flusso di coscienza in cui – in Dov'è il mio maglione islandese? – il narratore costruisce con un linguaggio duro, cattivo e disperato una versione menzognera e illusoria della propria esistenza per poi, reso confuso e inerme dall'ubriachezza, smontarla e rivelare tutta la propria infelicità, il proprio bisogno d'amore. Dagerman come sperimentatore, dunque, ma il suo sperimentare non è mai fine a se stesso: è piuttosto l'incessante ricerca di mezzi espressivi che permettano di presentare in modo vivo, quasi violento, le grandi questioni dell'esperienza umana. Anzitutto il senso della sofferenza e poi la costante ricerca di un amore che è allo stesso tempo indispensabile e irraggiungibile.
19,00 18,05

La porta delle stelle

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2024
pagine: 160
Ronja, dieci anni, vive a Tøyen, alla periferia di Oslo, con il padre e la sorella diciassettenne Melissa. Piccola, esile, ma dotata di humour sagace, la risposta pronta e la convinzione che le cose possano sempre andare per il meglio, ama prendersi cura di uno scoiattolo nel cortile della scuola e le piace tantissimo quando papà le accarezza i capelli e la chiama Maccheronja. Anche lui è un uomo dolce e sognatore, ma le figlie ormai si sono abituate a vederlo sbandare tra i pub del quartiere, perdere un lavoro dopo l’altro e dimenticarsi di pagare le bollette. Eppure, mentre l’inverno si fa sempre più buio, Ronja riesce a trovargli un posto come venditore di alberi di Natale: si può tornare a sperare, forse quest’anno avranno il loro abete con i regali e, chissà, alla recita di Santa Lucia lo sentirà applaudire. Ma niente dura per sempre – le sorelle l’hanno imparato presto – e quando le cose si rimettono male sanno che dovranno darsi da fare per evitare l’intervento dei servizi sociali: per la loro famiglia scombinata ma piena d’amore sarebbe la fine. Per fortuna c’è anche la gentilezza degli estranei, quella dei passanti, di un anziano vicino di casa, di un uomo misterioso che regala un bellissimo abete. E se il sogno di Ronja di una baita dove stare con Melissa davanti al fuoco mentre papà spala la neve sembra irraggiungibile, d’altronde è Natale, e «un miracolo può sempre capitare». "La porta delle stelle" è una favola classica ma anche un lucido racconto della contemporaneità, crudo e onirico, che con sottile eleganza si muove tra la cura dell’altro e lo sconforto, tra la bellezza della speranza infantile e la fame che rende le prede predatori.
17,00 16,15

Rituali

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2024
pagine: 253
«Un’assenza, uno che non esiste»: così si autodefinisce Inni Wintrop, protagonista di Rituali, uomo senza qualità di fine millennio, ironico spettatore di un mondo che sembra sempre più una «fortezza smantellata», rivelando tutto il vuoto su cui è costruito. Osservatore onnivoro, curioso di ogni esperienza, Inni lascia che le cose gli accadano, riservandosi, nel teatro del mondo, il ruolo di «dilettante». Compra e vende quadri, investe in borsa, viaggia, legge, scrive oroscopi, si abbandona allo scorrere degli eventi, alla casualità degli incontri. Come quello con Arnold e Philip Taads, padre e figlio mai conosciutisi fra loro, di cui diventa amico a vent’anni di distanza l’uno dall’altro. All’opposto di Inni, questi cercano di sottrarsi al vortice della vita e del tempo, barricandosi in un solitario e ascetico rifiuto. Ma la maniacale routine di Arnold e il culto della meditazione Zen e della civiltà giapponese di Philip non offrono redenzione all’insensatezza del vivere. In un mondo che ha perso fedi e certezze, i rituali non sono più la via d’accesso alla dimensione del sacro, restano solo un vano tentativo di tenere a bada la paura in attesa della morte. Due sono i quadri che Inni compra e vende nel romanzo: una «Sibilla», quasi emblematica custode dell’enigma dell’universo, e una stampa giapponese Ukiyo-e, quella «pittura del mondo fluttuante» che Nooteboom stesso non fa che offrirci: l’immagine della vita nel suo effimero fluire, in ciò che la rende, se non accettabile, amata.
18,00 17,10

La pietra del gigante

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2024
pagine: 160
Nere distese di lava, bianchi ghiacciai, casette in legno e edifici brutalisti: l’Islanda dei racconti della Pietra del gigante è una terra di contraddizioni, in bilico tra un passato di ristrettezze, un presente ricco e un futuro incerto. L’Islanda del recente boom economico, che lentamente si riprende dopo aver capito che il mondo non è finito nella catastrofe nucleare tanto temuta durante la Guerra fredda, ma che anzi tutto è finalmente a portata di mano. Così, se nel racconto «2093» il bisnonno ha visto per la prima volta un albero a nove anni, perché nel Nord dell’isola non crescono, in «Wild Boys» rampanti imprenditori organizzano feste grandiose a Londra, tra droga ed eccessi, per liberarsi dal provincialismo della loro giovinezza. Una liberazione che spesso nasconde rimpianti e nostalgia: quella per un mondo raccolto e tranquillo, immune alle sirene del consumismo compulsivo. È la stessa scissione avvertita dal protagonista di «Dormi, amore mio», che vive una relazione in crisi con la donna che ama da quando è adolescente, o dall’architetto deluso della «Pietra del gigante», che si sente la marionetta di uomini ricchissimi e ancora più avidi: può esistere davvero un sentimento profondo e sincero in una società così satura di cose superflue? Con slancio civile e politico e la prosa lucida del grande narratore, Magnason sembra cercare la soluzione in una forma di amore che si nasconde nei gesti più semplici e non richiede spiegazioni: le mani di un bambino che frugano tra i Lego per trovare quelli più colorati, un vecchio che mostra al nipote una sterna artica, una ragazzina che salva un bombo dalla morte tra i ghiacciai.
17,00 16,15

Quelli che restano

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2024
pagine: 320
Simon vive da solo sopra il suo negozio in un quartiere bohémien di Amsterdam. Come il padre e il nonno è un parrucchiere, ma riceve solo su appuntamento i pochissimi clienti, mentre coltiva metodicamente la sua unica passione, il nuoto. Dietro la sua esistenza schiva e sospesa in un’ovattata routine c’è il grande vuoto lasciato dal padre che non ha mai conosciuto, che se n’è andato all’improvviso, abbandonando la moglie incinta, per poi morire nel disastro aereo di Tenerife del 1977, il più grave della storia dell’aviazione, con centinaia di vittime. L’argomento è tabù, la madre reprime i ricordi e il dolore riempiendosi le giornate di impegni e chiacchiere, al contrario del figlio che ora, a quarant’anni, sente il bisogno di scavare nel passato della propria famiglia e nel tragico incidente che ha segnato tante vite come la sua, per provare a colmare la perdita attraverso il racconto degli altri, per cercare di capire il padre e forse così anche se stesso. A scuoterlo è stato un cliente, uno scrittore che sta lavorando a un romanzo su di lui perché affascinato dalla storia di suo padre, ma anche dall’attrazione che Simon prova per un ragazzo con disabilità intellettive che assiste in piscina e che come lui appare chiuso in un’impenetrabile solitudine. Attraverso un sottile impianto metaletterario che sembra riflettere il gioco di specchi nel negozio di Simon, Bakker scrive la storia cruda e toccante di un’assenza, un romanzo sulla solitudine e la singletudine, sul rapporto tra individuo e legami famigliari. Un racconto che mette al centro il corpo, il desiderio, la ricerca di un contatto fisico a cui potersi aggrappare contro la volatilità del sentimento.
19,00 18,05

Il buio scese sull'acqua

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2024
pagine: 672
Alla vigilia della festa di mezza estate, la piccola comunità di Svartvattnet, stretta tra le foreste, i laghi e i fiumi del Nord della Svezia, è scossa dal brutale omicidio di due stranieri in una tenda. Due decenni dopo, negli anni Novanta, il caso è ancora irrisolto, ma tutti sembrano essersene dimenticati, tranne qualche curioso turista con il gusto del macabro. E tranne Annie Raft, che un giorno si allarma vedendo la figlia Mia baciare lo stesso volto scorto nella foresta tanto tempo prima, poco dopo il ritrovamento dei due corpi, quando madre e figlia erano appena arrivate per vivere in una comune. Via via il passato riaffiora, svelando i ventennali intrecci che legano la vita dei tre protagonisti. Birger, che quella fatidica notte è fuori a pesca e pensa alla sua tormentata relazione con la moglie depressa da anni e da poco attivista radicale. Johan, un giovane di origini sami in crisi di identità e in conflitto con la sua famiglia svedese, che accetta il passaggio in macchina di una misteriosa donna diretta in Norvegia. E la pacifica e razionale Annie, che rischia di diventare una miccia pericolosa in un villaggio sempre più diviso tra chi vuole preservare la foresta e chi in cambio di una vita più comoda preferisce disboscare, dove si coltivano vecchi rancori e la paura del diverso è un mezzo di autoconservazione. In un thriller dal respiro filosofico e dai risvolti politici, Kerstin Ekman dipana una vicenda labirintica in cui umani e natura condividono la stessa oscura sensualità, generosa o manipolatrice, e l’odio più nero e l’amore più puro sembrano coincidere, fino a sfociare nella stessa violenza.
22,00 20,90

Armand V. Note a un romanzo non scritto

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2024
pagine: 256
Brillante studente di storia arrivato dalla provincia nella Oslo degli anni Sessanta, tra i movimenti universitari antimilitaristi e la scoperta dei giacimenti di petrolio che faranno ricca la Norvegia, Armand V. intraprende, un po’ per vanità, un po’ per sfida, inseguendo una «vita nobile» e di prestigio sociale, una folgorante carriera diplomatica, coronata nei primi anni Duemila dalla nomina di ambasciatore a Londra. È allora che suo figlio, all’improvviso, lascia gli studi e si arruola nei corpi speciali, partendo per la guerra in Medio Oriente. Per quanto contrario all’intervento occidentale, Armand l’ha sostenuto con fermezza come voleva il suo ruolo, grazie a quello sdoppiamento tra io pubblico e io intimo che ha imparato a gestire in nome del successo. Ma ora si ritrova a fare i conti con la maschera che ha sempre portato, che lo ha reso un servitore impeccabile degli interessi del suo paese al prezzo di svuotarlo come persona, riducendolo a un cinico giocatore capace di «sacrificare» perfino il figlio. Forse è per questo vuoto annichilente, per l’amaro fallimento di un’intera generazione di idealisti sedotti e assimilati dal sistema, che il romanzo su Armand V. non può essere veramente scritto ed esiste solo nelle sue 99 note a piè di pagina, che nonostante tutto, anche senza il testo di sopra, non riescono a smettere di indagare e scavare in questa storia. Opera politica, esistenziale e metaletteraria sui limiti e le possibilità della scrittura e della condizione umana, Armand V. è una tappa dal fascino vertiginoso nella ricerca radicale di Dag Solstad sull’individuo, la società e la letteratura.
18,00 17,10

La giovinezza di Martin Birck

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2024
pagine: 224
Stoccolma, fine Ottocento: Martin Birck è un bambino che ama la sua famiglia, beneducato e gentile. Ma è già diverso dagli altri: sta spesso in disparte, vive nei sogni e nell’immaginazione, ha sempre nostalgia dell’altrove, a Natale dell’estate, in estate della neve e della magia del Natale. Passano gli anni e Martin è un ragazzo diplomato che spera di diventare un poeta e si augura un amore infelice e un posto all’Accademia Svedese, o di vivere da eremita e scrivere per aprire gli occhi all’umanità sul senso della vita e la verità. Ma qual è la verità? Martin la cerca mentre tenta di partecipare ai rituali dei suoi compagni borghesi: un lavoro nella pubblica amministrazione, le serate all’opera, le bevute al bar. Ma «cosa ne abbiamo fatto della vita?» si ripete. Come può trovarsi a suo agio in una società in cui le donne sono represse, costrette a proteggere la loro «virtù» o a macchiarsi della sua perdita, con la compiacenza dei gentiluomini? E come può credere nello stesso dio di sua madre, tutore dell’ordine borghese, e nel suo «cristianesimo per tradizione e consuetudine»? Con grande sensibilità lirica e sottile ironia, Hjalmar Söderberg tratteggia un personaggio che sente lo stesso scollamento tra l’io e la vita di Niels Lyhne di Jacobsen e Malte Brigge di Rilke, in un classico assoluto del Novecento scandinavo. Martin Birck è un rispettabile cittadino, ma anche un femminista ante litteram, un ateo sofferto, un poeta talentuoso eppure mai pubblicato. Finché non scoprirà una possibile felicità minore, da vivere in clandestinità nelle notti di Stoccolma, perché forse solo fuori dalle gabbie delle convenzioni e del perbenismo si trova la vita vera.
17,50 16,63

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