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Giappichelli: Procedura penale. Studi

Tutte le nostre collane

46,00 43,70

Il contraddittorio scientifico

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2020
pagine: 305
Il sintagma «contraddittorio scientifico» avvicina il percorso della conoscenza scientifica a quello della conoscenza giudiziale. L'accostamento, più che sommare, amplifica i vincoli di razionalità propri di ciascun itinerario e, in tutta evidenza, implica una scelta di metodo in ordine all'impiego, nel procedimento penale, della scienza (o, meglio, delle scienze). La locuzione, di conseguenza, non enfatizza il valore dei saperi tecnico-scientifici, ma riporta l'aspirazione (ontologica) di verità (insita nella ricostruzione processuale dei fatti storici) nell'ambito dei criteri (epistemologici) di credibilità e condivisibilità propri del contraddittorio. Il richiamo agli archetipi, ai principi ed alle regole forgiate per l'amministrazione della giustizia svela presto, tuttavia, la problematicità dei luoghi di costruzione giuridica della scienza, all'interno dei quali il diritto cerca di riconoscere, selezionare e valutare le competenze scientifiche pertinenti. Le indicazioni normative, infatti, non paiono assicurare sempre soluzioni univoche e l'incertezza che ne deriva alimenta il rischio di affidamenti acritici in favore di conoscenze asseritamente superiori. L'attenzione alle coordinate del «giusto processo» impone, quindi, tanto una valutazione puntuale del ruolo di tutte le parti coinvolte e dei rapporti tra di esse, quanto una rilettura attenta dei congegni procedi-mentali chiamati, istituzionalmente, ad assicurare le condizioni di contesto affinché la combinazione tra diritto e scienza non corrobori pericolose insidie, non annulli il tasso di legalità del sistema e non comprometta la tenuta dell'ordine processuale.
40,00 38,00

L'archiviazione per particolare tenuità del fatto. Analisi, rilievi critici e prospettive

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2020
pagine: 192
La scelta del d.lgs. n. 28 del 2015 di includere la causa di non punibilità della particolare tenuità del fatto nel catalogo dei presupposti dell'archiviazione coniuga una persuasiva matrice culturale — ispirata alla proporzionalità tra repressione penale ed effettivo disvalore del fatto — con potenzialità deflative determinanti per la sopravvivenza del nostro sistema giudiziario, che versa da tempo in cronico affanno. La commistione tra la forma, apparentemente liberatoria, del provvedimento e il contenuto — che implica la responsabilità penale dell'indagato, accertata sulla base degli atti di indagine — rende l'archiviazione fondata sulla particolare tenuità un "ossimoro processuale" di delicata regolamentazione. La circostanza che il legislatore le abbia dedicato un'attenzione specifica, apprestando uno speciale itinerario procedurale, ne rivela l'apprezzabile consapevolezza di avere a che fare con un'archiviazione sui generis. Molto più problematico, invece, affermare che a tale consapevolezza si accompagni un rigoroso governo delle peculiarità della materia. L'attuale sequenza archiviativa non sembra pienamente rispettosa delle coordinate costituzionali né coerente con le scelte epistemologiche qualificanti del nostro assetto processuale. Il legislatore è, dunque, chiamato allo sforzo ineludibile di rimeditarne la disciplina, senza introdurre deleterie diseconomie. Nonostante la complessità tecnica dell'operazione, tuttavia, deve rifuggire dalla tentazione di sottrarsi a tale impegno rinunciando all'istituto della non punibilità per particolare tenuità del fatto. L'ordinamento che preferisse una simile scorciatoia si dimostrerebbe non solo culturalmente regressivo ma anche privo di realismo: tornando a imporre di perseguire qualsiasi fatto penalmente rilevante, senza più autorizzare distinzioni legate alla sua concreta offensività, risulterebbe ancora meno efficiente e, quindi, ancora meno credibile.
24,00 22,80

La messa alla prova dell'imputato adulto. Analisi e prospettive di un sistema processuale diverso

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2020
pagine: 392
La sospensione del processo per messa alla prova dell'imputato adulto, introdotta dalla I. 28 aprile 2014, n. 67, è un istituto complesso e proteiforme. La scelta del legislatore di attribuire alla messa alla prova una doppia natura, causa di estinzione del reato e procedimento speciale, ha condotto alla redazione di disposizioni, contenute nel codice penale e in quello di rito, non prive di imperfezioni. Il meccanismo di diversion consente all'imputato di allontanarsi dal processo ordinario in modo condizionato, fuoriuscendone definitivamente, qualora la prova abbia esito positivo, dopo aver percorso un binario parallelo rappresentato da un vero e proprio esperimento trattamentale. La sospensione del processo con messa alla prova infrange la sequenza tra reato e pena. Ne derivano sfide interpretative di non poca misura: alcune possono essere affrontate a livello pretorio, altre necessitano delle pronunce della Consulta e altre ancora sembrano esigere interventi legislativi ulteriori. Il volume ha ad oggetto lo studio della disciplina che regola l'istituto, con particolare attenzione agli aspetti processuali, senza tralasciare le questioni di diritto sostanziale, sia pure limitatamente ai profili essenziali all'economia del lavoro.
48,00 45,60

Scelte discrezionali del pubblico ministero e ruolo dei modelli organizzativi nell'azione contro gli enti

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2018
pagine: XIV-218
La monografia “Scelte discrezionali del pubblico ministero e ruolo dei modelli organizzativi nell’esercizio dell’azione contro gli enti” affronta con taglio originale la materia della responsabilità da reato delle imprese, evidenziando i profili di discrezionalità che connotano l’agire del pubblico ministero e che fanno affiorare significativi punti di contatto tra il nostro sistema e quello statunitense di corporate criminal liability. Le ragioni di opportunità, che non di rado ispirano anche in Italia le decisioni dell’organo dell’accusa, emergono non solo con riferimento all’alternativa tra contestazione dell’illecito e archiviazione, ma anche prima che essa si ponga, sin dal momento in cui bisogna valutare se iniziare le indagini. Nonostante il legislatore abbia puntato molto sul d.lgs. n. 231 del 2001 e continui a scommetterci, come dimostrano per esempio l’ampliamento del catalogo dei reati presupposto e l’estensione dello strumento del whistleblowing anche al settore privato proprio attraverso la novellazione del decreto, la sua applicazione è inferiore alle aspettative. Allo stesso tempo, però, quando il d.lgs. n. 231 del 2001 trova impiego mostra soprattutto il suo volto punitivo, benché l’aspetto più qualificante della normativa sia rappresentato dalla valorizzazione dei modelli organizzativi e delle condotte riparatorie in un’ottica premiale finalizzata a promuovere la cultura della legalità dell’impresa. Pertanto, è quanto mai urgente una riforma con cui introdurre nuove occasioni di ravvedimento postumo dell’ente e riconoscere, in questi casi, una contropartita più allettante, quale potrebbe essere l’estinzione dell’illecito amministrativo da reato.
29,00 27,55

Originari statuti e nuovi orizzonti dei giudizi immediati

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2018
pagine: VI-226
Accomunati da un medesimo nomen iuris il codice di procedura penale accoglie al suo interno diverse declinazioni del giudizio immediato: distinte quanto alla titolarità del potere di impulso; differenti circa i presupposti che lo legittimano. Animato, ab origine, da evidenti pulsioni semplificatorie dell’itinerario procedurale, sul solco di un’evidenza probatoria idonea ad attestare la superfluità di una verifica in contraddittorio sulla fondatezza dell’accusa, il rito immediato nella sua accezione ex auctoritate sembra oggi rispondere a nuove esigenze. Soprattutto nella sua articolazione “custodiale”, l’amputazione delle più ampie garanzie offerte dall'iter ordinario non è adeguatamente bilanciata da un controllo sull’azione depauperato del confronto dialettico fra accusa e difesa. Il rito immediato appare ormai rispondere solo a una discutibile pretesa di “energica repressione” e di incremento, in una prospettiva di recupero dell’efficienza, della produttività degli uffici giudiziari. Lo studio si occupa di analizzare i tratti salienti delle plurime articolazioni dei “riti” immediati; ne sottolinea le differenze; ne evidenzia le più vistose e ingiustificate deviazioni sotto il profilo della compressione delle garanzie di un imputato in balìa delle scelte strategiche del pubblico.
23,00 21,85

33,00 31,35

Intercettazioni e cariche istituzionali

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2017
pagine: 168
La relazione fra giustizia penale e politica costituisce il parametro più affidabile per stabilire la caratura democratica di un ordinamento; di questa relazione le scelte che governano l'esercizio dei poteri inquirenti rivolto alle cariche apicali dello Stato rappresentano un aspetto qualificante e di alto valore simbolico. L'opera ne affronta un'area circoscritta e tuttavia rilevante, la disciplina delle captazioni di comunicazioni e conversazioni che coinvolgono i titolari di munera istituzionali, approfondendo genesi, contenuti normativi, profili applicativi, anche alla luce degli interventi, particolarmente incisivi in materia, della Corte costituzionale. Dall'analisi emerge un assetto largamente insoddisfacente: opzioni legislative in difficoltà di senso e di assai dubbia costituzionalità, lacune e incongruenze sistematiche, coordinate operative di incerta interpretazione lo rendono bisognoso di una radicale rimeditazione, necessariamente affidata a una unica mano legislativa, che sappia tradurre in norme di rango costituzionale un equilibrato bilanciamento fra le esigenze dell'accertamento penale e le prerogative di parlamentari, ministri, Presidente della Repubblica. Al di là delle specifiche soluzioni che il legislatore riterrà di accogliere nel merito, eventualmente declinandole in relazione alle peculiarità delle diverse figure istituzionali, a guidare la riforma dovrà essere un'idea di fondo: nessun malinteso principio di uguaglianza può condurre a disconoscere né la legittimità né l'opportunità di speciali garanzie verso il "domicilio della parola" di quelle figure, a condizione che si tratti di provvidenze esclusivamente commisurate all'obiettivo di assicurare l'esercizio indipendente delle funzioni pubbliche di cui sono titolari.
22,00 20,90

Il diritto di difesa dell'ente in fase cautelare

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2017
pagine: VIII-295
A partire dal 2001, il processo penale si misura con una figura di imputato del tutto inedita: l'ente collettivo, di cui è chiamato ad accertare la responsabilità per gli illeciti amministrativi dipendenti da taluni reati commessi al suo interno, così come delineata dal d.lgs. n. 231 del 2001. Una scelta di campo, quella di calare la nuova e delicata materia nello scenario processuale penale, animata dall'intento di sfruttarne gli incisivi strumenti d'indagine, ma soprattutto le ineguagliabili garanzie. Ne deriva un processo caratterizzato da una sua compiuta regolamentazione, scaturente dall'intreccio tra la disciplina speciale appositamente dettata dal legislatore delegato e la normativa codicistica da essa espressamente richiamata. Un processo che, a giudicare dall'applicazione pratica di questi anni, appare proteso in uno sforzo di adattamento alla nuova realtà, rivelatosi non privo di insidie. Di qui l'idea di uno studio teso ad esplorare quel percorso di adattamento, riguardato attraverso lo scenario della fase cautelare: momento cruciale nell'architettura processuale costruita per i soggetti collettivi. L'indagine si snoda lungo la linea guida di una convinzione di fondo: il riconoscimento in capo all'ente delle garanzie processuali di matrice costituzionale, quale effetto dalla sede prescelta per l'accertamento della responsabilità collettiva, a pRescindere dalla natura che si ritenga di doverle attribuire. Alla luce di tale approccio, si è cercato di imprimere agli istituti propri della fase cautelare un volto che consenta di mantenerli entro una cornice di compatibilità con detti principi, primo fra tutti la presunzione di innocenza, con particolare riferimento alla valutazione dei presupposti delle misure cautelari interdittive e, ancor più, alla dinamica applicativa, ove si staglia il problema del peculiare regime di distribuzione dell'onere della prova in ordine agli elementi costitutivi della responsabilità degli enti. La sfida per l'interprete è, dunque, quella di sondare la praticabilità di interpretazioni costituzionalmente e convenzionalmente orientate delle disposizioni del d.lgs. n. 231 del 2001 in materia cautelare, preservandone la compatibilità rispetto alle categorie classiche del processo penale.
36,00 34,20

Ragionevole durata e prescrizione del processo penale

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2016
pagine: 592
Lo studio ha per oggetto il rapporto, talora avvertito come stridente, tra il canone della ragionevole durata del processo e la prescrizione del reato. La prima istanza è considerata nella sua dimensione nazionale e sovranazionale nel tentativo di fornire un quadro d'insieme che dai dati normativi trascorra a quelli di realtà, a cominciare dai tempi medi di definizione, spesso irragionevoli, del processo penale italiano. Analisi non dissimile è condotta sulla principale causa estintiva conosciuta dall'ordinamento penale, la cui disciplina è da più parti ritenuta meritevole di un profondo ripensamento, anche in funzione del rispetto del valore esplicitato dall'art. 111 comma 2 Cost. L'esame delle loro reciproche interferenze consente di dare conto delle numerose proposte di riforma incentrate sulla rivisitazione della prescrizione del reato ovvero sull'introduzione, accanto ad essa, di un analogo istituto estintivo ricadente sull'azione penale o sul processo. A tali linee dinamiche, espresse tanto dalla dottrina quanto dalla politica, si deve la definitiva acquisizione al dibattito scientifico della nozione, non normativa, di "prescrizione del processo", le cui pur diversificate declinazioni impongono un'attenta verifica onde valutarne l'impatto sul sistema.
66,00 62,70

Le formule di proscioglimento. Radici storiche e funzioni attuali

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2015
pagine: XIV-466
Le formule di proscioglimento nel processo penale rappresentano un istituto tipico della sola realtà italiana. Indagate a fondo, esse non rivelano radici sicure né, tantomeno, una chiara funzione giuridica o sociale. La ricerca parte proprio dal tentativo di affrontare le ambiguità che caratterizzano le molte vesti della mancata condanna, per cogliere le reali esigenze che fanno da sfondo a simile scenario. Dopo l'approfondimento di carattere storico, proteso a rintracciare i motivi dell'introduzione dell'istituto nell'ordinamento penale italiano, lo studio inizia tratteggiando il panorama delle connessioni, assai pregnanti, tra le formule e la struttura del reato, alla ricerca di punti saldi nell'applicazione di ciascun sintagma, a fronte di una giurisprudenza spesso ondivaga. In seguito, ci si è calati a fondo nell'ingranaggio del processo, individuando i reali effetti delle formule, i quali ancora oggi non sembrano chiaramente definibili, amalgamati come sono con i contenuti della motivazione della sentenza. Nell'attraversare le singole fasi del lavoro, ogni conclusione è stata posta sotto la lente della presunzione d'innocenza, quale principio costituzionale irrinunciabile nella considerazione dell'imputato, soprattutto se sciolto definitivamente dall'accusa. Ma proprio questo approccio lascia emergere quanto spesso le formule di proscioglimento, pur scongiurando la condanna, mettano in crisi l'innocenza della persona sottoposta a giudizio.
50,00 47,50

L'interesse ad impugnare nel processo penale

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2014
pagine: XV-386
Questo studio intende fornire un nuovo paradigma d'indagine, in grado di guidare l'interprete attraverso i compositi passaggi in cui l'esame di ammissibilità deve dispiegarsi. Individuati i fondamenti dell'istituto, viene delineato un modello di giudizio, articolato in una parte generale e speciale. La prima è volta a porre in luce le scansioni in cui strutturare la diagnosi di ricevibilità dell'impugnazione, con particolare riguardo alle variabili da considerare e da escludere, alla regola chiamata a dirimere i casi dubbi e ai ruoli spettanti al giudice e alle parti. La seconda è incentrata sulla disamina dei differenti modi d'operare del meccanismo selettivo, ricavati dal multiforme panorama giurisprudenziale. Sotto questo profilo, la sistematica qui suggerita si discosta dall'impostazione invalsa in materia, imperniata sull'enfatizzazione delle diverse coloriture che il presupposto assume quando riferito alle singole parti processuali. Simile visione soggettiva, che rischia di alimentare disparità di trattamento, viene sostituita con l'individuazione di alcuni caratteri oggettivi e trasversali, da considerare autentico cardine del filtro giudiziale: gli attributi qualificanti il concetto di interesse assurgono ad essenziale chiave di lettura, in grado di assicurare pari opportunità di accesso alle giurisdizioni superiori e scongiurare ingiustificate sperequazioni.
44,00 41,80

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