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Giappichelli: Procedura penale. Studi

Tutte le nostre collane

La «ragionevole durata» delle indagini

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2013
pagine: 350
La trama normativa che fissa limiti cronologici per lo svolgimento delle indagini preliminari, nelle linee di fondo, tuttora risponde all'originario disegno. Nell'assetto che è venuto alla luce, a giocare un ruolo significativo è il principio della ragionevole durata. Non può negarsi un nesso tra tale direttiva costituzionale e i termini posti alla ricerca delle fonti di prova; tuttavia, l'incidenza e il peso di questo legame dipendono dal modo d'intendere l'art. 111 Cost. In quest'ottica, ad offrire le coordinate di riferimento deve essere il fine di tutela della persona, valore che - nel rappresentare il fulcro del "giusto processo" - ispira anche la garanzia della ragionevole durata: un argine, dunque, alla forza pervasiva dell'art. 112 Cost. È secondo tale chiave di lettura che deve essere esaminata, nelle diverse articolazioni, la disciplina volta a circoscrivere entro un rigido lasso temporale le indagini preliminari. In tal senso, l'iscrizione della notitia criminis e i meccanismi di verifica giurisdizionale appaiono i cardini di un impianto normativo che - non immune da vizi congeniti - è spesso tradito a causa di esegesi riduttive. Il pericolo di analoghe tendenze si registra sul versante dei molteplici canali integrativi che servono a bilanciare la previsione di indagini preliminari a "tempo": qui l'obiettivo deve essere la salvaguardia dei delicati equilibri tra gli interessi antagonisti.
39,00 37,05

I giudizi direttissimi fra codice e leggi speciali

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2013
pagine: XI-400
Misura minima del processo penale, il giudizio direttissimo attraversa i secoli, apparentemente indenne al mutato contesto costituzionale. Banco di prova del processo accusatorio sin dal primo codice post-unitario, esso rappresenta per molti uno strumento prezioso, quasi irrinunciabile. Eppure i dati indicano un costante insuccesso statistico del rito. Nell'affannoso tentativo di dare risposta alla perdurante crisi di efficienza della giustizia italiana, il legislatore moltiplica le forme del giudizio direttissimo extra codicem e ne rafforza la cogenza, imponendone l'adozione al ricorrere dei presupposti di merito. Da qui una sua rinnovata centralità nel dibattito dottrinale. Immutato nelle forme essenziali e tutto schiacciato sul dibattimento, il giudizio direttissimo tradisce alcuni principi del modello accusatorio a cui idealmente si ispira, poiché non assicura a tutte le parti le condizioni essenziali per l'esercizio di quei diritti che la Costituzione e le Carte europee dichiarano essere l'ossatura del "giusto processo". Questo studio intende rimetterne in discussione i capisaldi, prendendo le mosse dall'analisi critica dei presupposti di merito ed affrontando con realismo il volto attuale del rito speciale, nelle sue forme tipiche ed atipiche, nelle sue parti statiche e dinamiche. Arginare gli aspetti discriminatori insiti nella disciplina in esame e relegare l'esemplarità del rito ad un passato di cui non si ha nostalgia: questi gli obiettivi che ci siamo posti.
45,00 42,75

Il prelievo coattivo di campioni biologici nel sistema penale

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2012
pagine: 240
27,00 25,65

L'ammissione della prova in dibattimento

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2012
pagine: 278
La fase di ammissione della prova in dibattimento, morfologicamente descrivibile come sequenza iniziale e autonoma del procedimento probatorio, deputata alla selezione dei mezzi da esperire per la verifica dell'ipotesi formulata dal pubblico ministero, è disciplinata da un reticolo di regole che operano su due piani diversi, ma complementari: le norme che modulano la ripartizione dei poteri di iniziativa probatoria tra le parti e il giudice; le disposizioni che tracciano il volto polimorfico del "diritto" alla prova, delineando parametri, preambolo dialettico e caratteri della decisione giudiziale, anche di quella che revochi una precedente statuizione in ordine all'ammissibilità della prova. Chi osservi in filigrana la costante interazione tra i due piani normativi nell'evolvere della sequenza ammissiva ne trae una rappresentazione, di tipo quasi geometrico, dei vari punti di contatto, identificativi, in un certo momento, della dislocazione dei poteri di impulso probatorio e della cifra del "diritto" alla prova. Da questa idea nasce l'intento, perseguito col presente lavoro, da un lato, di svelare la complessa fisionomia del thema probandum e le variabili, talora sfuggenti, che ne accompagnano la proiezione dinamica nel dibattimento, dall'altro, di ripercorrere le scansioni del subprocedimento di ammissione della prova per cogliervi le situazioni giuridiche che regolano sia i rapporti interni tra i contendenti, sia quelli esterni tra le parti e il giudice.
32,00 30,40

L'attendibilità delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia nella chiamata in correità

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2012
pagine: XI-333
La controversa figura dei collaboratori di giustizia, importante strumento di accertamento dei reati di criminalità organizzata, torna a fasi alterne alla ribalta per l'eco di talune rivelazioni che sovente aprono scenari investigativi del tutto nuovi. È noto che, proprio per le potenzialità dei racconti che promanano da coloro che hanno fatto parte delle associazioni criminali, il legislatore ha progressivamente incentivato la collaborazione processuale. Se da una parte, però, è possibile cogliere la tendenza a sollecitare la scelta di collaborare con la promessa di un premio, dall'altra è pure evidente la diffidenza per i racconti resi da chi abbia un tornaconto personale. Con l'introduzione del vigente codice di rito si era ritenuto che i rischi di inaffidabilità delle dichiarazioni del coimputato potessero essere controllati grazie alla regola posta dall'art. 192 commi 3 e 4, in base alla quale tali dichiarazioni possono essere valutate solo in presenza di adeguati elementi di riscontro. Col tempo, però, è maturata la consapevolezza dell'insufficienza di questo meccanismo quando la chiamata in correità provenga da un collaboratore di giustizia, e della conseguente necessità di dotarsi di mezzi di controllo ulteriori, che permettano di selezionare dichiarazioni attendibili per tutto l'arco del procedimento, non solo al momento della valutazione in giudizio del materiale probatorio raccolto. Lo studio analizza questi strumenti normativi di promozione dell'attendibilità.
39,00 37,05

La revisione. La giustizia penale tra forma e sostanza

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2012
pagine: 516
57,00 54,15

La formazione digitale delle prove dichiarative. L'esame a distanza tra regole interne e diritto sovranazionale

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2012
pagine: 200
La formazione delle prove dichiarative attraverso l'esame a distanza, un istituto introdotto già nel 1992 e finora connotato da uno spazio applicativo marginale, è destinata a vedere accrescere la sua importanza grazie al miglioramento degli strumenti di collegamento audiovisivo determinato dall'esplosione della tecnologia digitale. Una forte spinta all'impiego di questa modalità istruttoria proviene, al contempo, dalle esigenze della cooperazione internazionale, nell'ambito della quale la raccolta a distanza delle prove dichiarative risulta particolarmente appetibile proprio grazie alla sua indipendenza dalla dimensione spaziale. Il volume ha ad oggetto le regole in tema di esame a distanza alla luce di questa rinnovata prospettiva, considerandone i limiti di compatibilità con il principio del contraddittorio nella formazione della prova e analizzandole sia nell'ambito interno sia nelle loro ripercussioni sovranazionali. Se ne può ricavare un quadro normativo non privo di imperfezioni, che appaiono però suscettibili di essere superate tramite un'interpretazione conforme alla Costituzione, alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e al diritto dell'Unione europea. Grazie a tale approccio ermeneutico è consentito fin da subito, senza la necessità di attendere un restyling legislativo o una pronuncia di illegittimità costituzionale, modellare una disciplina capace di affrontare le sfide sempre più complesse che pone la criminalità nel mondo globalizzato.
22,00 20,90

Gli strumenti di controllo sulla sede dell'indagine

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2011
pagine: XV-216
Il tema dei procedimenti diretti ad appurare che l'indagine sia portata avanti dal giusto ufficio è caratterizzato da due lacune: una sta nelle norme, l'altra nei pensieri, ma risalgono entrambe all'illusione accusatoria che ha segnato la fine degli anni Ottanta. La convinzione che il cuore del processo penale sarebbe stato il dibattimento ha ingannato: per tale ragione, nell'impianto normativo entrato in vigore nel 1989, la competenza del pubblico ministero è sottoposta a controlli debolissimi. Sfruttando questo varco, molte procure hanno a poco a poco debordato, tanto da convincere il legislatore a tornare sui suoi passi. Dal canto suo, la dottrina sembra ferma a vent'anni fa: la competenza viene studiata con riguardo al processo; le indagini sono un'appendice negletta, alla quale si dedica un fugace cenno di raccordo, modellato sulle conclusioni raggiunte per le fasi successive: un modo di ragionare che porta a fraintendimenti gravi. Questo libro da una parte tenta di proporre soluzioni interpretative inedite, talvolta dichiaratamente provvisorie e sperimentali ma comunque autonome, cioè sganciate da quelle tradizionalmente raggiunte per la fase del processo. Dall'altra offre qualche indicazione per una riforma che porti a compimento questa lunga transizione ed introduca un procedimento di controllo nuovo e veramente affidabile.
24,00 22,80

Il contributo della giustizia consensuale e riparativa all'efficienza dei modelli di giurisdizione

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2010
pagine: 408
Assicurare un processo in tempi ragionevoli: su questa scommessa si gioca il futuro della giustizia penale. Si tratta di un obiettivo che, soprattutto dopo l'introduzione dell'art. 111 comma 2 Cost., ha trovato un preciso fondamento costituzionale. L'inefficienza dei sistemi giudiziari, del resto, costituisce un problema, comune a molti Stati, ma che in Italia ha assunto dimensioni preoccupanti, tanto da aver provocato l'intervento degli organi di controllo del Consiglio d'Europa. A questi temi è dedicato il presente lavoro, alla cui base vi è l'idea che non basti più puntare sulla differenziazione dei modelli processuali, essendo sempre piìi indispensabile aprirsi verso modelli differenziati di risposta al reato anche alternativi alla stessa giurisdizione. A tal fine - anche da un'indagine condotta a livello europeo è emerso che un ruolo essenziale possono e debbono giocare le parti private. Le procedure di conciliazione, di transazione, di mediazione, così come le procedure accelerate e semplificate appaiono quali condizioni di sopravvivenza del sistema. Il processo di maturazione culturale, avviato con l'introduzione di meccanismi di giustizia consensuale, sembra invero consenta di guardare con interesse ai paradigmi di tipo riparativo-conciliativo e, in particolare, alla mediazione, la cui implementazione nel nostro ordinamento può essere utile a contribuire al recupero di credibilità del sistema giudiziario.
44,00 41,80

Attività preparatorie del contraddittorio dibattimentale

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2010
pagine: XVI-337
Il presente studio osserva un problema cruciale del processo penale: come preparare un dibattimento in contraddittorio che si ispiri all'idea del giusto processo. Dunque, non la fase degli atti preliminari al dibattimento in senso descrittivo o organizzativo, bensì come punta di iceberg di una più ampia attività preparatoria svolta anche in altre fasi. Spesso vengono trascurati alcuni aspetti essenziali della realtà processuale, riconosciuti invece dall'art. 111 comma 3 Cost., senza i quali non si arriva ad applicare il metodo dialettico nell'assunzione della prova: che l'accusa sia oggettivamente formulata in modo che l'asserto difensivo dell'imputato possa aspirare a scalfirla e che l'imputato possa predisporsi a contrastarla, se non quanto si è preparato il pubblico ministero ad esprimerla. Sono qui analizzati: la formazione del fascicolo per il dibattimento, con le dinamiche di disposizione della prova tra le parti, i rischi di condizionamento del giudice e gli opportuni rimedi; la complessa funzione del decreto che dispone il giudizio e le cause di invalidità; la "chiarezza e precisione dell'accusa" minacciata da espedienti elusivi dell'accusatore; le indagini integrative dell'accusa e della difesa; la finalità, talvolta compromessa dalle deviazioni della prassi, della discovery degli atti e della presentazione delle liste testimoniali; il diritto alla controprova e i limiti al potere del giudice di supplire ad una preparazione insufficiente delle parti. La trattazione esamina alcuni casi.
37,00 35,15

Il procedimento per decreto penale. Dalla logica dell'accertamento sommario alla dinamica del giudizio

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2008
pagine: XI-264
Rispetto all'abbondanza di indagini condotte attorno ad altri riti alternativi, la storia del procedimento per decreto si è sempre caratterizzata per una singolare penuria di contributi, cui ha fatto da contraltare una considerevole serie di pronunce costituzionali, Ìl più gran numero delle quali di segno reiettivo. E indubbiamente al giudice delle leggi va tributato il merito di aver consentito a un procedimento a continuo rischio d'illegittimità la sopravvivenza nel nuovo assetto costituzionale, stimolandone a un tempo la silenziosa crescita che l'avrebbe condotto all'attuale codificazione. La via che ha consentito un simile risultato si è avuta con la costruzione di un modello astratto - fondato sullo schema del contraddittorio eventualmente differito -, nel quale oggi tutti identificano l'unico strumento in grado di non far precipitare il rito in un'incostituzionalità pressoché certa. Di qui l'andamento a blocchi contrapposti che contraddistingue l'attuale modello di procedimento per decreto, e che ha condotto a ipotizzare una cosi marcata specialità della "fase" monitoria da ripercuotersi, a ritroso, sulla gestione delle indagini preliminari e da travolgere, in avanti, ogni tappa del giudizio, dall'azione alla decisione e al giudicato.
33,00 31,35

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