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Tutti i libri editi da UTET

Gli omicidi di Rillington Place. Un clamoroso errore giudiziario, un serial killer che ha fatto epoca

Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 320
20 marzo 1953, Notting Hill: un affittuario al 10 di Rillington Place sta cercando di fissare una mensola in cucina, quando scopre che sotto la carta da parati c’è un buco. L’uomo strappa la carta, recupera una torcia: dentro si intravede la schiena di un cadavere. È una donna. Non è la sola. Dei quattro corpi femminili trovati dalla polizia, uno appartiene alla moglie dell’ultimo inquilino di quella casa: John Reginald Halliday Christie, ex poliziotto, un uomo qualunque, nascosto dietro piccoli occhiali di corno. Parla a voce bassa e soffiata da quando è sopravvissuto a una bomba all’iprite, in guerra. Ma dov’è finito “Reg” Christie? È scomparso da giorni… Inizia così una delle più incredibili storie di serial killer del Novecento, che Kate Summerscale racconta come un grande romanzo, intrecciando storie e punti di vista. Segue l’inchiesta di Harry Procter, stella della cronaca nera, che aveva già conosciuto Christie anni prima. Lo aveva intervistato come testimone contro un altro inquilino del 10 di Rillington Place, condannato a morte per aver ucciso la moglie incinta e la figlia. E se fosse stato un errore giudiziario, orchestrato da quel pacato uomo diabolico? Entra poi in scena Fryn Tennyson Jesse, giallista in declino, quasi cieca e morfinomane, che spera di poter tornare alla ribalta decifrando la mente di questo insospettabile omicida. E infine ecco Rosalind Wilkinson, giovanissima sociologa che proprio in quei mesi stava facendo una ricerca sul sottobosco della prostituzione: quante delle giovani ragazze scomparse potrebbero essere altre vittime di Christie? Quel piccolo buco nel muro, scoperto per caso una mattina di marzo del 1953, risucchia tutti noi dentro una storia fosca, ripugnante e affascinante insieme. Perché l’ordito di Summerscale alla fine ci rivela che Gli omicidi di Rillington Place sono il vero inizio della nostra ossessione per queste vicende, morbosamente seguite in diretta sui media oppure raccontate nei decenni a seguire come moderne, antichissime fiabe nere.
25,00 23,75

Seguimi! Il marketing come culto, il culto come marketing

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 288
In principio fu Apple. Non bastava più la “fedeltà al marchio”, che per decenni di pubblicità aveva spinto la signora a non scambiare il suo Dash per due anonimi fustini. Apple con il “Think different” dettava un comandamento: non avrai altro computer all’infuori di me. Sui primi forum online infuriavano battaglie tra gli utenti Mac radicalizzati e gli infedeli che ancora servivano l’idolo fasullo pc e il falso profeta Windows. Che cosa era successo? Be’, il marketing aveva semplicemente fatto un passo avanti: il marchio non si doveva più amare, si doveva venerare e difendere, perché ci faceva entrare in una specifica setta di consumatori, in cui sentirsi accolti e amati, in cui riconoscersi e identificarsi. Eppure al mercato neanche questo bastava, come dimostra l’insider Gianluca Diegoli, consulente e professore di marketing. Il passaggio successivo è stato quello di smaterializzare il culto del singolo prodotto per raggiungere la vera trascendenza del consumo, immateriale e pervasiva: non siamo più devoti a una marca, ma a delle pratiche, che siano il running, la mindfulness, il foodporn, le vacanze da postare sui social o la skincare coreana da praticare come un rito laico di purificazione. Seguimi! ci intima il marketing, attualizzando le tecniche classiche di vendita per convincerci della coolness irresistibile del CrossFit o della necessità di quel workshop a Pantelleria; ci rende fedelissimi a un podcast o a un influencer, ci irregimenta sui BitCoin e ci convince a mollare tutto per diventare insegnanti di yoga. È una verità che non ci piace sentire, ma siamo tutti costantemente, allegramente manipolati da culti nuovi di zecca, che durano qualche mese come BeReal o qualche anno come lo zumba. Per fortuna, queste sette “light” non sono pericolose come quelle vere, eppure a ben vedere funzionano con le stesse, identiche regole. Regole che Diegoli è pronto a rivelarvi in questo libro divertente e prezioso, schiudendovi le porte della verità – e inaugurando così, finalmente, il suo culto personale.
18,90 17,96

E anche scrittore. Come ci siamo messi tutti a scrivere

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 180
«È noto che solo con il Novecento l’amore romantico è diventato realmente alla portata di tutti. Non che prima non esistesse, ovvio, ma era appannaggio di una cerchia molto ristretta di persone e cioè di chi poteva permetterselo. Oggi anche la letteratura vive qualcosa di simile. Perché così come, a un certo punto, tutti hanno cominciato ad amare, a un certo punto tutti hanno cominciato a poter scrivere, a poter pubblicare, a poter essere letti e a ricevere complimenti per ciò che scrivono. Ormai esistono Scrittori per le chat con gli amici, Scrittori di gruppi WhatsApp e Scrittori di messaggi di buongiorno. Scrittori di Facebook, X o Instagram. Scrittori di recensioni per Amazon, Scrittori di meme, Scrittori di articoli di giornali senza lettori e Scrittori di lettere ai giornali, Scrittori di preghiere per comunità numerose di cui non immaginiamo neppure l’esistenza e Scrittori di catene di Sant’Antonio, Scrittori di messaggi farneticanti e Scrittori di poesie per strada. Esistono anche Scrittori con un libro nel cassetto, ma – per quanto numerosi – sono ormai una retroguardia blasé.» Non si tratta di accusare gli altri di vanità o velleitarismo: sarebbe bene ammettere che tutti noi, ormai, siamo anche scrittori. Anche noi cerchiamo la parola giusta, riscriviamo se la prima versione non ci soddisfa, pensiamo a come catturare l’attenzione dei nostri lettori. Anche noi sfruttiamo le nostre vite e i nostri ricordi come repertori di materiale letterario e vogliamo essere letti, e apprezzati, da più persone possibile. Arnaldo Greco ha identificato per primo questo vero e proprio mutamento antropologico e in questo delizioso e acuminato volumetto inventaria i pregi, i difetti, i tic, le nevrosi, le virtù di tutti noi, anche scrittori. Che sono simili a quelle dei grandi scrittori del passato, ma con una differenza fondamentale: come osservava perfidamente Gertrude Stein, infatti, «i piccoli artisti hanno tutti i dolori e le infelicità dei grandi artisti, solo che non sono grandi artisti».
18,00 17,10

Svuota il carrello. Il marketing spiegato benissimo

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 272
Ve lo ricordate il tasto “Svuota il carrello”? Si trovava un po’ in tutti gli ecommerce, eppure se fate un giro su Amazon, Zalando o Temu vedrete che è sparito, evaporato in una nuvola di pixel. Che cos’è successo? Semplice, un addetto al marketing si è svegliato e ha pensato: perché permettere all’ignaro consumatore di svuotare con un solo clic l’intero carrello, non appena si fa sentire il rimorso da portafoglio? Da quel giorno ci tocca togliere i prodotti uno per uno, valutando se possiamo fare davvero a meno di quell’utile spremiagrumi o di quella graziosa salopette. Questo è solo un esempio minimo di come le strategie del marketing ci influenzino, invisibili, ogni giorno: dal menu caffè+spremuta (ma la volevi poi la spremuta?) alla bulimia dei servizi streaming (profilo Smart o Premium?); dal 3×2 del supermercato al divano a rate perennemente scontatissimo; dalla comodità pericolosissima di avere il mondo a domicilio in poche ore al fascino vintage dei cari vecchi spot televisivi. Gianluca Diegoli, esperto consulente di marketing, ha scritto un libro che parla non solo agli aspiranti marketer, ma soprattutto a noi consumatori: con autoironia ed esempi concreti ci mostra le tecniche e i meccanismi con cui lui e i suoi compari cercano di venderci qualsiasi cosa, spiegandoci anche perché spesso, alla fine, ci riescono. Un libro rivoluzionario, dunque, che al grido di Svuota il carrello invita a mettere a ferro e fuoco i centri commerciali? Non proprio. Perché in questa infinita partita tra consumatori e marketer è sempre difficile capire quanto le fazioni siano opposte o quanto invece sotto sotto siano complici: per esempio, il Black Friday serve a loro per vendere o a noi per comprare a cuor leggero quel televisore gigantesco? D’altra parte, ci diciamo, era un’offerta imperdibile…
16,00 15,20

La sinistra non è woke. Un antimanifesto

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 180
Sta succedendo: l’elezione di Donald Trump è arrivata a coronare una rimonta delle destre reazionarie in tutto il mondo, con punte di neofascismo o addirittura neonazismo. Dappertutto risorge e trionfa un nazionalismo feroce e cinico, contrapposto allo spirito globalizzante che sembrava il futuro inevitabile del terzo millennio. Sta succedendo, sì, ma la domanda che si fanno tutti, con alterne risposte, è: com’è potuto succedere? Susan Neiman, filosofa statunitense trapiantata in Germania, ha una sua risposta. Non è economica, geopolitica o tecnologica, è una risposta culturale: la destra ha vinto perché la sinistra non esiste quasi più. Fin dai tempi dell’Illuminismo, infatti, la cosiddetta “sinistra” si stringeva intorno ad alcuni valori che ne costituivano l’identità più intima: desiderio di giustizia sociale, spinta verso l’universalismo, fiducia nel progresso. Dalla seconda metà del Novecento, secondo Neiman, uno a uno questi valori sono stati messi in discussione proprio da certe frange liberali e movimentiste: sobillata dalla lettura foucaultiana del mondo come scontro di poteri, sospettosa verso il lascito “imperialista” dell’Illuminismo, spinta subdolamente verso un crudele determinismo darwinista da un’indigestione di psicologia evoluzionista, la sinistra si è smarrita. Ed è così che molti fra coloro che oggi si considerano “di sinistra” non sono davvero “di sinistra”, sono “woke”. Che è una cosa diversa, anzi, in un certo senso è proprio il contrario: un movimento che vorrebbe il progresso ma diffida della modernità; che nega ogni fronte comune possibile, frammentando il corpo sociale in tribù identitarie in lotta; che rinuncia ai diritti sociali e si aggrappa esizialmente ai diritti civili. Già alla prima riga, Susan Neiman dichiara che questo libro non è «una tirata contro la cancel culture». La sinistra non è woke, infatti, è molto di più: un anti-manifesto, una lucida requisitoria sugli sbagli che la sinistra ha fatto, in questi decenni confusi. Perché è solo tornando a costruire, dalle fondamenta dei propri valori, che la sinistra può risorgere.
18,00 17,10

Una domenica d'aprile. Piazzale Loreto, 1945: una fine, un inizio

Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 168
Tutti i cittadini italiani sanno cosa è accaduto a piazzale Loreto, a Milano, nell’aprile del 1945: l’esposizione del cadavere di Mussolini appeso a testa in giù resta come simbolo della fine di un regime e di una guerra, entrambi catastrofici per l’Italia. Ma quel momento e quel luogo non sono solo un simbolo, o un episodio risaputo, e a ottant’anni esatti di distanza Giovanni De Luna riesce a darcene dimostrazione, con una ricostruzione ravvicinata che è insieme un’interpretazione originale. Una ricostruzione ravvicinata, perché il fuoco si stringe sulla città di Milano, il luogo dove era stato fondato il primo Fascio di combattimento nel 1919, dove erano stati fucilati e insepolti i quindici martiri partigiani dell’agosto 1944, dove Mussolini fece il suo ultimo bagno di folla ancora nel dicembre di quell’anno. E perché quella giornata, una domenica d’aprile di festa e di orrore, viene raccontata ora per ora attraverso una miriade di testimonianze “dal basso”: diari, fotografie, lettere, ricordi di gente comune. E insieme un’interpretazione originale, perché a piazzale Loreto accadono avvenimenti che esigono di essere compresi, se non giudicati. La folla che fa scempio del cadavere del Duce è la stessa che lo applaudiva al Teatro alla Scala solo qualche mese prima? Come è possibile che si festeggi la fine di un regime violento abbandonandosi alla violenza? Cosa lascia in eredità quel giorno alla rinata Italia? «Pochi giorni dopo, della folla di piazzale Loreto non restavano tracce evidenti se non nella memoria di chi c’era stato. Si respirava ormai un’altra aria. Ancora qualche anno e, come in un gigantesco processo di rimozione collettiva, il ricordo di quella domenica di aprile sembrava già come si fosse inabissato.» Ma rimuovere il passato non è mai senza conseguenze e guardare in faccia la folla di piazzale Loreto resta fondamentale anche nell’Italia di oggi.
19,00 18,05

La filosofia del Rinascimento. Storia della filosofia. Volume Vol. 3

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 224
Riscoprire e far rivivere la ricerca che «gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino». Con queste parole Nicola Abbagnano indicava il proposito della sua Storia della filosofia, un’opera destinata a diventare un classico. Questo non è solo uno dei testi più riconosciuti e apprezzati in ambito accademico, ma anche e soprattutto una lettura che, come la filosofia stessa, parla di tutti e a tutti, grazie allo stile espositivo accessibile e chiaro di Abbagnano, capace di catturare l’interesse anche di chi la filosofia l’ha conosciuta solo sui banchi di scuola o di chi forse sta ancora aspettando un primo incontro. Dopo La filosofia antica e La filosofia patristica e scolastica, in questo terzo volume viene trattata l’evoluzione del pensiero europeo dai primi umanisti del xiv secolo alla rivoluzione scientifica nel Cinquecento. Alla riscoperta del pensiero antico, con la fioritura del neoplatonismo di Nicola Cusano, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, si affiancano da una parte la nascita della filosofia politica, con Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini, e dall’altra la rivoluzione della fede negli scritti di Calvino ed Erasmo, culminata poi nella Riforma di Lutero. Ed è anche il periodo in cui sono gettate le basi della scienza moderna prima con il naturalismo di Bernardino Telesio, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, poi con le riflessioni e gli studi di Francesco Bacone, Leonardo da Vinci, Niccolò Copernico e Galileo Galilei. Abbagnano riesce a infondere nel lavoro di sistemazione storiografica l’entusiasmo intellettuale del filosofo, mostrandoci la storia della filosofia come un motore di idee e tesi che si avvalorano e contraddicono ciclicamente le une con le altre, tracciando la strada che l’uomo percorre da secoli e continuerà a percorrere fino alla fine dei tempi, perché tale è la sua natura. L’unica certezza che abbiamo è che «nulla di ciò che è umano è estraneo alla filosofia e che anzi questa è l’uomo stesso, che si fa problema a se stesso e cerca le ragioni e il fondamento dell’essere che è suo».
17,00 16,15

Antropocene digitale. Rischiare insieme sulle soglie del futuro

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 224
Nel 1992 il giornalista scientifico Andrew Revkin coniò il termine “Antropocene” per definire l’era geologica contemporanea, poiché la civiltà umana era ormai diventata la forza predominante di trasformazione planetaria. Quasi negli stessi anni iniziava quel turbinio di accelerazioni tecnologiche e visioni futuribili, tra l’utopico e il distopico, che a quella Terra ne affiancavano un’altra, nuovissima e virtuale, tutta contenuta in una stringa di zero e di uno: stava nascendo il cosiddetto “digitale”. Nei trent’anni successivi, gli studiosi si sono accapigliati sulla liceità di entrambi i termini, proprio mentre l’Antropocene e il digitale hanno di fatto trasceso il campo della teoria per manifestarsi come realtà vera e più che palpabile: le temperature hanno iniziato a salire e gli oceani a innalzarsi, mentre la rete e poi i social network si sono compenetrati alla vita quotidiana fino quasi a sostituirla, con all’orizzonte lo spettro sempre più incarnato dell’intelligenza artificiale. “Antropocene” e “digitale” sembrano ancora oggi due fenomeni contemporanei ma separati, entrambi un intreccio di minacce e possibilità che pendono sulla testa del genere umano. Adam Arvidsson e Vincenzo Luise, sociologi esperti nel campo del digitale e delle sue ripercussioni sulla società, decidono invece di cambiare approccio: in questo saggio, documentato e leggibilissimo, ripercorrono la teoria e la pratica di questi due moloch concettuali, tracciandone i percorsi e individuando i punti in cui le loro traiettorie si incontrano. In questo scrupoloso processo di ricostruzione, sorge a un tratto la domanda: e se fosse proprio il digitale a poter salvare l’umanità dal collasso? Non però il digitale come l’abbiamo visto finora, piegato a mero strumento del capitalismo avanzato, ma il digitale nella sua essenza di rete e trasformazione delle pratiche sociali e comunitarie. Questo nuovo Antropocene digitale sembra un’utopia, ma ha molti più appigli pratici di quello che pensiamo.
20,00 19,00

Attraversare i confini

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 176
In nome dei confini, gli stati nazionali hanno trascinato il mondo in conflitti sanguinosi. Per ridisegnare quelle linee, spesso stabilite in modo arbitrario e senza considerare il bisogno di autodeterminazione dei popoli, ci sono state insurrezioni, guerre civili e atti di terrorismo. E oggi il concetto di “confine” è al centro del dibattito pubblico, tanto da monopolizzare ogni campagna elettorale sia della destra nazionalista sia della sinistra più sociale: dobbiamo accogliere i migranti che spingono lungo le frontiere dell’Occidente o dobbiamo difenderci dall’invasione, dobbiamo salvare i più bisognosi o dobbiamo proteggere le nostre radici della commistione culturale? Ma mentre la politica si scontra sulla permeabilità delle nostre frontiere al flusso degli esseri umani, in nome del profitto garantiamo il movimento globale di merci, di capitali e di chi questi capitali li possiede. Vi sono, dunque, confini e confini: aperti per chi ha privilegi di nascita e di censo, chiusi per tutti i poveri, i disperati, i profughi. Grazie alla sua esperienza da reporter, Valerio Nicolosi ci fa camminare lungo tutto l’orlo del mondo occidentale: davanti al fiume che divide Grecia e Turchia, attraverso la Rotta balcanica, sulle imbarcazioni di fortuna che provano la traversata del Mediterraneo, lungo il confine che dall’Ucraina alla Finlandia delimita la “fortezza Europa”, fino ad arrivare al muro che circonda la Palestina. Attraversare i confini con Nicolosi significa osservare il nostro mondo con gli occhi dell’altro, con lo sguardo di chi si ritrova dalla parte sbagliata del confine.
15,00 14,25

Vite parallele. Testo greco a fronte. Volume Vol. 5

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 1008
«Spesso un breve episodio, una parola, un motto di spirito mette in luce il carattere molto meglio che non battaglie con migliaia di morti, grandissimi schieramenti di eserciti, assedi di città.» Di vite e non di storia si impegna a scrivere Plutarco, autore di lingua greca tra i più importanti e fecondi del mondo classico. Nato a Cheronea intorno al 50 d.C., durante il regno dell’imperatore Claudio, fu cittadino dell’Impero romano e condusse una lunga vita: morì ottantenne, dopo essere stato studioso, politico, filosofo, scrittore e sacerdote del dio Apollo a Delfi. Consapevole di vivere in una fase della storia caratterizzata dalla necessità di riunire sotto un unico cielo due mondi distinti, quello greco e quello latino, Plutarco reinterpretò in modo originale la tradizione romana della biografia aneddotica, modificandone la forma e la struttura per venire incontro alle nuove esigenze di un impero che aveva sempre meno frontiere tra Oriente e Occidente. Le “Vite parallele” raccolgono così, a coppie, le biografie di un uomo illustre greco e di un suo corrispettivo latino, scelti secondo criteri di somiglianza nel carattere o nel destino, allo scopo, di natura morale, di mettere in luce l’uomo. Le “Vite” di questo volume hanno un prezioso valore storico, oltre che letterario, poiché narrano due periodi su cui tanta storiografia contemporanea è andata perduta e che sono però fondamentali per la comprensione dell’epoca antica: l’età dei diadochi e la prima età repubblicana. Ecco quindi i ritratti di due uomini di straordinario valore in guerra, dai propri vizi in tempo di pace: alla storia del re macedone Demetrio I detto Poliorcete, “l’Assediatore”, fa da contraltare quella di Marco Antonio, che dopo una fulminante carriera e politica al fianco di Cesare si lasciò sedurre e portare alla rovina da Cleopatra. Seguono le vite di Pirro e Gaio Mario, due generali la cui intelligenza era superata solo dalla loro ambizione. Sono invece autori di coraggiose riforme sociali destinati a una tragica fine i sovrani di Sparta Agide e Cleomene e i tribuni romani Gaio e Tiberio Gracco. Concludono il volume le due vite di Arato di Sicione e Artaserse II, l’unico “barbaro” a cui Plutarco dedicò una biografia, composte come opere a sé ma tramandate con il resto delle “Vite parallele”.
22,00 20,90

L'ultimo orizzonte. Cosa sappiamo dell'universo

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 224
"Cosa sappiamo dell’universo? Molto, moltissimo: la sua età, la sua struttura, cosa contiene e come ha fatto a evolvere in uno spazio disseminato di galassie, stelle, pianeti. Solo poco più di un secolo fa, non sapevamo quasi nulla di tutto questo. Il racconto di come la fisica moderna sia arrivata così avanti sulla strada della conoscenza del cosmo è il racconto di una straordinaria avventura scientifica, che Amedeo Balbi, astrofisico e divulgatore, ci aiuta a seguire passo dopo passo: dalla teoria della relatività di Einstein alla scoperta dell’espansione dell’universo, dall’osservazione della radiazione cosmica di fondo fino all’elaborazione del modello “classico” del Big Bang che oggi riteniamo la migliore descrizione dell’origine del cosmo. Allora, ormai sappiamo tutto dell’universo? Naturalmente no: se siamo sicuri dell’impianto generale, non abbiamo di certo definito con precisione tutti i dettagli. Balbi ci invita perciò alla scoperta della terra di frontiera su cui si svolge la ricerca attuale, dalle conferme della teoria inflazionaria alla ricerca della materia oscura, alla spiegazione dell’accelerazione dell’espansione dell’universo. Ma anche alla frontiera della ricerca, siamo ben lontani dal trovare la risposta definitiva a domande basilari: l’universo è finito o infinito? Lo spazio e il tempo hanno avuto un inizio, e avranno una fine? Le leggi di natura potevano essere diverse? Esistono altri universi oltre il nostro? Per affrontare queste domande con gli strumenti della scienza bisogna spingersi oltre l’ultimo orizzonte, dove gli avvenimenti dei primordi sono nascosti al nostro sguardo da un muro di fuoco, dove le misurazioni che abbiamo fatto sull’universo potrebbero non valere più, dove potremmo scoprire che la fisica che abbiamo elaborato descrive solo un breve momento e un limitato spazio di un ben più ampio e irraggiungibile cosmo. Cosa sappiamo dell’universo?"
16,00 15,20

Streghe. Storie di donne indomabili dai roghi medievali a oggi

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 256
Nel 1487 si diffonde in Europa il Malleus Maleficarum, scritto da due frati domenicani, Jakob Sprenger e Henricus Institoris. Legittimato da una bolla di papa Innocenzo vii, il volume spiega come identificare e perseguitare le ""malefiche"" creature che «uccidono il bambino nel ventre della madre, così come i feti delle mandrie e dei greggi, tolgono la fertilità ai campi, mandano a male l'uva delle vigne e la frutta degli alberi; stregano uomini, donne, animali; fanno soffrire, soffocare e morire vigne e piantagioni; inoltre perseguitano e torturano uomini e donne attraverso spaventose e terribili sofferenze e dolorose malattie interne ed esterne; e impediscono a quegli uomini di procreare, e alle donne di concepire». In mancanza di queste flagranti colpe, per essere dichiarate streghe basta il sospetto: alcune vengono bruciate sul rogo per i loro costumi ritenuti troppo liberi, per aver rifiutato un corteggiamento o per essersi opposte a delle molestie, per la loro sapienza nelle scienze mediche o per condurre una vita appartata... Per tutto il Rinascimento, migliaia di donne vengono perseguitate, torturate e uccise. Attraverso un'analisi precisa e originale, Mona Chollet rintraccia in questa oscura tragedia l'origine della condizione femminile attuale. Perché l'accusa di stregoneria, di essere le lussuriose amanti del diavolo, divenne presto un'arma di sottomissione. È da quel momento che la donna ha lentamente cominciato a chiudersi in un ristretto spazio domestico, a rinunciare alle proprie ambizioni, a sopprimere i propri desideri, ma non solo. È qui che nascono molti dei nostri pregiudizi: verso le donne anziane, simili all'iconografia tipica del sabba, verso le zitelle, le libertine, le ribelli... A distanza di secoli, le streghe sembrano essere nuovamente dappertutto: che vendano grimori su Etsy o si travestano su Instagram, che si uniscano per lanciare incantesimi contro Donald Trump o marcino in piazza al grido di: «Siamo le figlie di quelle che non siete riusciti a uccidere». In tempi di manifestazioni femministe e rivendicazioni salariali, di femminicidi e #MeToo, le streghe sono definitivamente uscite dai libri di storia, perché oggi, come ci ricorda Mona Chollet, «incarnano la donna libera da ogni limitazione, sono un ideale verso cui tendere. Le streghe ci indicano il cammino».
17,00 16,15

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