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UTET

Tutti i libri editi da UTET

La sinistra non è woke. Un antimanifesto

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 180
Sta succedendo: l’elezione di Donald Trump è arrivata a coronare una rimonta delle destre reazionarie in tutto il mondo, con punte di neofascismo o addirittura neonazismo. Dappertutto risorge e trionfa un nazionalismo feroce e cinico, contrapposto allo spirito globalizzante che sembrava il futuro inevitabile del terzo millennio. Sta succedendo, sì, ma la domanda che si fanno tutti, con alterne risposte, è: com’è potuto succedere? Susan Neiman, filosofa statunitense trapiantata in Germania, ha una sua risposta. Non è economica, geopolitica o tecnologica, è una risposta culturale: la destra ha vinto perché la sinistra non esiste quasi più. Fin dai tempi dell’Illuminismo, infatti, la cosiddetta “sinistra” si stringeva intorno ad alcuni valori che ne costituivano l’identità più intima: desiderio di giustizia sociale, spinta verso l’universalismo, fiducia nel progresso. Dalla seconda metà del Novecento, secondo Neiman, uno a uno questi valori sono stati messi in discussione proprio da certe frange liberali e movimentiste: sobillata dalla lettura foucaultiana del mondo come scontro di poteri, sospettosa verso il lascito “imperialista” dell’Illuminismo, spinta subdolamente verso un crudele determinismo darwinista da un’indigestione di psicologia evoluzionista, la sinistra si è smarrita. Ed è così che molti fra coloro che oggi si considerano “di sinistra” non sono davvero “di sinistra”, sono “woke”. Che è una cosa diversa, anzi, in un certo senso è proprio il contrario: un movimento che vorrebbe il progresso ma diffida della modernità; che nega ogni fronte comune possibile, frammentando il corpo sociale in tribù identitarie in lotta; che rinuncia ai diritti sociali e si aggrappa esizialmente ai diritti civili. Già alla prima riga, Susan Neiman dichiara che questo libro non è «una tirata contro la cancel culture». La sinistra non è woke, infatti, è molto di più: un anti-manifesto, una lucida requisitoria sugli sbagli che la sinistra ha fatto, in questi decenni confusi. Perché è solo tornando a costruire, dalle fondamenta dei propri valori, che la sinistra può risorgere.
18,00 17,10

Una domenica d'aprile. Piazzale Loreto, 1945: una fine, un inizio

Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 168
Tutti i cittadini italiani sanno cosa è accaduto a piazzale Loreto, a Milano, nell’aprile del 1945: l’esposizione del cadavere di Mussolini appeso a testa in giù resta come simbolo della fine di un regime e di una guerra, entrambi catastrofici per l’Italia. Ma quel momento e quel luogo non sono solo un simbolo, o un episodio risaputo, e a ottant’anni esatti di distanza Giovanni De Luna riesce a darcene dimostrazione, con una ricostruzione ravvicinata che è insieme un’interpretazione originale. Una ricostruzione ravvicinata, perché il fuoco si stringe sulla città di Milano, il luogo dove era stato fondato il primo Fascio di combattimento nel 1919, dove erano stati fucilati e insepolti i quindici martiri partigiani dell’agosto 1944, dove Mussolini fece il suo ultimo bagno di folla ancora nel dicembre di quell’anno. E perché quella giornata, una domenica d’aprile di festa e di orrore, viene raccontata ora per ora attraverso una miriade di testimonianze “dal basso”: diari, fotografie, lettere, ricordi di gente comune. E insieme un’interpretazione originale, perché a piazzale Loreto accadono avvenimenti che esigono di essere compresi, se non giudicati. La folla che fa scempio del cadavere del Duce è la stessa che lo applaudiva al Teatro alla Scala solo qualche mese prima? Come è possibile che si festeggi la fine di un regime violento abbandonandosi alla violenza? Cosa lascia in eredità quel giorno alla rinata Italia? «Pochi giorni dopo, della folla di piazzale Loreto non restavano tracce evidenti se non nella memoria di chi c’era stato. Si respirava ormai un’altra aria. Ancora qualche anno e, come in un gigantesco processo di rimozione collettiva, il ricordo di quella domenica di aprile sembrava già come si fosse inabissato.» Ma rimuovere il passato non è mai senza conseguenze e guardare in faccia la folla di piazzale Loreto resta fondamentale anche nell’Italia di oggi.
19,00 18,05

La filosofia del Rinascimento. Storia della filosofia. Volume Vol. 3

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 224
Riscoprire e far rivivere la ricerca che «gli uomini dell’Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino». Con queste parole Nicola Abbagnano indicava il proposito della sua Storia della filosofia, un’opera destinata a diventare un classico. Questo non è solo uno dei testi più riconosciuti e apprezzati in ambito accademico, ma anche e soprattutto una lettura che, come la filosofia stessa, parla di tutti e a tutti, grazie allo stile espositivo accessibile e chiaro di Abbagnano, capace di catturare l’interesse anche di chi la filosofia l’ha conosciuta solo sui banchi di scuola o di chi forse sta ancora aspettando un primo incontro. Dopo La filosofia antica e La filosofia patristica e scolastica, in questo terzo volume viene trattata l’evoluzione del pensiero europeo dai primi umanisti del xiv secolo alla rivoluzione scientifica nel Cinquecento. Alla riscoperta del pensiero antico, con la fioritura del neoplatonismo di Nicola Cusano, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, si affiancano da una parte la nascita della filosofia politica, con Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini, e dall’altra la rivoluzione della fede negli scritti di Calvino ed Erasmo, culminata poi nella Riforma di Lutero. Ed è anche il periodo in cui sono gettate le basi della scienza moderna prima con il naturalismo di Bernardino Telesio, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, poi con le riflessioni e gli studi di Francesco Bacone, Leonardo da Vinci, Niccolò Copernico e Galileo Galilei. Abbagnano riesce a infondere nel lavoro di sistemazione storiografica l’entusiasmo intellettuale del filosofo, mostrandoci la storia della filosofia come un motore di idee e tesi che si avvalorano e contraddicono ciclicamente le une con le altre, tracciando la strada che l’uomo percorre da secoli e continuerà a percorrere fino alla fine dei tempi, perché tale è la sua natura. L’unica certezza che abbiamo è che «nulla di ciò che è umano è estraneo alla filosofia e che anzi questa è l’uomo stesso, che si fa problema a se stesso e cerca le ragioni e il fondamento dell’essere che è suo».
17,00 16,15

Antropocene digitale. Rischiare insieme sulle soglie del futuro

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 224
Nel 1992 il giornalista scientifico Andrew Revkin coniò il termine “Antropocene” per definire l’era geologica contemporanea, poiché la civiltà umana era ormai diventata la forza predominante di trasformazione planetaria. Quasi negli stessi anni iniziava quel turbinio di accelerazioni tecnologiche e visioni futuribili, tra l’utopico e il distopico, che a quella Terra ne affiancavano un’altra, nuovissima e virtuale, tutta contenuta in una stringa di zero e di uno: stava nascendo il cosiddetto “digitale”. Nei trent’anni successivi, gli studiosi si sono accapigliati sulla liceità di entrambi i termini, proprio mentre l’Antropocene e il digitale hanno di fatto trasceso il campo della teoria per manifestarsi come realtà vera e più che palpabile: le temperature hanno iniziato a salire e gli oceani a innalzarsi, mentre la rete e poi i social network si sono compenetrati alla vita quotidiana fino quasi a sostituirla, con all’orizzonte lo spettro sempre più incarnato dell’intelligenza artificiale. “Antropocene” e “digitale” sembrano ancora oggi due fenomeni contemporanei ma separati, entrambi un intreccio di minacce e possibilità che pendono sulla testa del genere umano. Adam Arvidsson e Vincenzo Luise, sociologi esperti nel campo del digitale e delle sue ripercussioni sulla società, decidono invece di cambiare approccio: in questo saggio, documentato e leggibilissimo, ripercorrono la teoria e la pratica di questi due moloch concettuali, tracciandone i percorsi e individuando i punti in cui le loro traiettorie si incontrano. In questo scrupoloso processo di ricostruzione, sorge a un tratto la domanda: e se fosse proprio il digitale a poter salvare l’umanità dal collasso? Non però il digitale come l’abbiamo visto finora, piegato a mero strumento del capitalismo avanzato, ma il digitale nella sua essenza di rete e trasformazione delle pratiche sociali e comunitarie. Questo nuovo Antropocene digitale sembra un’utopia, ma ha molti più appigli pratici di quello che pensiamo.
20,00 19,00

Attraversare i confini

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 176
In nome dei confini, gli stati nazionali hanno trascinato il mondo in conflitti sanguinosi. Per ridisegnare quelle linee, spesso stabilite in modo arbitrario e senza considerare il bisogno di autodeterminazione dei popoli, ci sono state insurrezioni, guerre civili e atti di terrorismo. E oggi il concetto di “confine” è al centro del dibattito pubblico, tanto da monopolizzare ogni campagna elettorale sia della destra nazionalista sia della sinistra più sociale: dobbiamo accogliere i migranti che spingono lungo le frontiere dell’Occidente o dobbiamo difenderci dall’invasione, dobbiamo salvare i più bisognosi o dobbiamo proteggere le nostre radici della commistione culturale? Ma mentre la politica si scontra sulla permeabilità delle nostre frontiere al flusso degli esseri umani, in nome del profitto garantiamo il movimento globale di merci, di capitali e di chi questi capitali li possiede. Vi sono, dunque, confini e confini: aperti per chi ha privilegi di nascita e di censo, chiusi per tutti i poveri, i disperati, i profughi. Grazie alla sua esperienza da reporter, Valerio Nicolosi ci fa camminare lungo tutto l’orlo del mondo occidentale: davanti al fiume che divide Grecia e Turchia, attraverso la Rotta balcanica, sulle imbarcazioni di fortuna che provano la traversata del Mediterraneo, lungo il confine che dall’Ucraina alla Finlandia delimita la “fortezza Europa”, fino ad arrivare al muro che circonda la Palestina. Attraversare i confini con Nicolosi significa osservare il nostro mondo con gli occhi dell’altro, con lo sguardo di chi si ritrova dalla parte sbagliata del confine.
15,00 14,25

Vite parallele. Testo greco a fronte. Volume Vol. 5

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 1008
«Spesso un breve episodio, una parola, un motto di spirito mette in luce il carattere molto meglio che non battaglie con migliaia di morti, grandissimi schieramenti di eserciti, assedi di città.» Di vite e non di storia si impegna a scrivere Plutarco, autore di lingua greca tra i più importanti e fecondi del mondo classico. Nato a Cheronea intorno al 50 d.C., durante il regno dell’imperatore Claudio, fu cittadino dell’Impero romano e condusse una lunga vita: morì ottantenne, dopo essere stato studioso, politico, filosofo, scrittore e sacerdote del dio Apollo a Delfi. Consapevole di vivere in una fase della storia caratterizzata dalla necessità di riunire sotto un unico cielo due mondi distinti, quello greco e quello latino, Plutarco reinterpretò in modo originale la tradizione romana della biografia aneddotica, modificandone la forma e la struttura per venire incontro alle nuove esigenze di un impero che aveva sempre meno frontiere tra Oriente e Occidente. Le “Vite parallele” raccolgono così, a coppie, le biografie di un uomo illustre greco e di un suo corrispettivo latino, scelti secondo criteri di somiglianza nel carattere o nel destino, allo scopo, di natura morale, di mettere in luce l’uomo. Le “Vite” di questo volume hanno un prezioso valore storico, oltre che letterario, poiché narrano due periodi su cui tanta storiografia contemporanea è andata perduta e che sono però fondamentali per la comprensione dell’epoca antica: l’età dei diadochi e la prima età repubblicana. Ecco quindi i ritratti di due uomini di straordinario valore in guerra, dai propri vizi in tempo di pace: alla storia del re macedone Demetrio I detto Poliorcete, “l’Assediatore”, fa da contraltare quella di Marco Antonio, che dopo una fulminante carriera e politica al fianco di Cesare si lasciò sedurre e portare alla rovina da Cleopatra. Seguono le vite di Pirro e Gaio Mario, due generali la cui intelligenza era superata solo dalla loro ambizione. Sono invece autori di coraggiose riforme sociali destinati a una tragica fine i sovrani di Sparta Agide e Cleomene e i tribuni romani Gaio e Tiberio Gracco. Concludono il volume le due vite di Arato di Sicione e Artaserse II, l’unico “barbaro” a cui Plutarco dedicò una biografia, composte come opere a sé ma tramandate con il resto delle “Vite parallele”.
22,00 20,90

L'ultimo orizzonte. Cosa sappiamo dell'universo

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 224
"Cosa sappiamo dell’universo? Molto, moltissimo: la sua età, la sua struttura, cosa contiene e come ha fatto a evolvere in uno spazio disseminato di galassie, stelle, pianeti. Solo poco più di un secolo fa, non sapevamo quasi nulla di tutto questo. Il racconto di come la fisica moderna sia arrivata così avanti sulla strada della conoscenza del cosmo è il racconto di una straordinaria avventura scientifica, che Amedeo Balbi, astrofisico e divulgatore, ci aiuta a seguire passo dopo passo: dalla teoria della relatività di Einstein alla scoperta dell’espansione dell’universo, dall’osservazione della radiazione cosmica di fondo fino all’elaborazione del modello “classico” del Big Bang che oggi riteniamo la migliore descrizione dell’origine del cosmo. Allora, ormai sappiamo tutto dell’universo? Naturalmente no: se siamo sicuri dell’impianto generale, non abbiamo di certo definito con precisione tutti i dettagli. Balbi ci invita perciò alla scoperta della terra di frontiera su cui si svolge la ricerca attuale, dalle conferme della teoria inflazionaria alla ricerca della materia oscura, alla spiegazione dell’accelerazione dell’espansione dell’universo. Ma anche alla frontiera della ricerca, siamo ben lontani dal trovare la risposta definitiva a domande basilari: l’universo è finito o infinito? Lo spazio e il tempo hanno avuto un inizio, e avranno una fine? Le leggi di natura potevano essere diverse? Esistono altri universi oltre il nostro? Per affrontare queste domande con gli strumenti della scienza bisogna spingersi oltre l’ultimo orizzonte, dove gli avvenimenti dei primordi sono nascosti al nostro sguardo da un muro di fuoco, dove le misurazioni che abbiamo fatto sull’universo potrebbero non valere più, dove potremmo scoprire che la fisica che abbiamo elaborato descrive solo un breve momento e un limitato spazio di un ben più ampio e irraggiungibile cosmo. Cosa sappiamo dell’universo?"
16,00 15,20

Streghe. Storie di donne indomabili dai roghi medievali a oggi

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 256
Nel 1487 si diffonde in Europa il Malleus Maleficarum, scritto da due frati domenicani, Jakob Sprenger e Henricus Institoris. Legittimato da una bolla di papa Innocenzo vii, il volume spiega come identificare e perseguitare le ""malefiche"" creature che «uccidono il bambino nel ventre della madre, così come i feti delle mandrie e dei greggi, tolgono la fertilità ai campi, mandano a male l'uva delle vigne e la frutta degli alberi; stregano uomini, donne, animali; fanno soffrire, soffocare e morire vigne e piantagioni; inoltre perseguitano e torturano uomini e donne attraverso spaventose e terribili sofferenze e dolorose malattie interne ed esterne; e impediscono a quegli uomini di procreare, e alle donne di concepire». In mancanza di queste flagranti colpe, per essere dichiarate streghe basta il sospetto: alcune vengono bruciate sul rogo per i loro costumi ritenuti troppo liberi, per aver rifiutato un corteggiamento o per essersi opposte a delle molestie, per la loro sapienza nelle scienze mediche o per condurre una vita appartata... Per tutto il Rinascimento, migliaia di donne vengono perseguitate, torturate e uccise. Attraverso un'analisi precisa e originale, Mona Chollet rintraccia in questa oscura tragedia l'origine della condizione femminile attuale. Perché l'accusa di stregoneria, di essere le lussuriose amanti del diavolo, divenne presto un'arma di sottomissione. È da quel momento che la donna ha lentamente cominciato a chiudersi in un ristretto spazio domestico, a rinunciare alle proprie ambizioni, a sopprimere i propri desideri, ma non solo. È qui che nascono molti dei nostri pregiudizi: verso le donne anziane, simili all'iconografia tipica del sabba, verso le zitelle, le libertine, le ribelli... A distanza di secoli, le streghe sembrano essere nuovamente dappertutto: che vendano grimori su Etsy o si travestano su Instagram, che si uniscano per lanciare incantesimi contro Donald Trump o marcino in piazza al grido di: «Siamo le figlie di quelle che non siete riusciti a uccidere». In tempi di manifestazioni femministe e rivendicazioni salariali, di femminicidi e #MeToo, le streghe sono definitivamente uscite dai libri di storia, perché oggi, come ci ricorda Mona Chollet, «incarnano la donna libera da ogni limitazione, sono un ideale verso cui tendere. Le streghe ci indicano il cammino».
17,00 16,15

Siamo ciò che mangiamo? Nutrire il corpo e la mente

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 144
«L’uomo è ciò che mangia» è l’aforisma sul cibo più citato di sempre. Al punto da diventare, spesso a sproposito, un motto proverbiale. Oggi, nemmeno due secoli dopo Feuerbach, sembra quasi più vero il contrario. Basta aprire un qualunque menu o leggere l’etichetta di un prodotto alimentare per realizzare fino a che punto ci identifichiamo semmai con quello che non mangiamo: “senza zuccheri”, “senza glutine”, “senza derivati di origine animale”... Sono scelte e rinunce dettate da tabù religiosi, motivazioni ecologiche, norme sociali o mode che ci dividono a loro volta in “tribù” alimentari, tra vegetariani, vegani, crudisti, ma anche strenui difensori dell’onnivoro. Cibi diversi ci nutrono o ci intossicano, e ciò non dipende solo dalle quantità o dalle loro qualità intrinseche, ma dal messaggio che comunicano a livello sociale, culturale e persino politico. Quindi siamo ciò che mangiamo o è ciò che non mangiamo a renderci umani? Tra economia e psicanalisi, con tappe obbligate nell’antropologia e nella storia dell’alimentazione, gli interventi di questa antologia ci permettono di riconsiderare il cibo non semplicemente come un genere di autosostentamento, ma come un mezzo di scambio a tutti gli effetti – commerciale, sociale e culturale – in grado di plasmare il mondo in cui viviamo: dal pane, alimento rituale per eccellenza e base della celebratissima dieta mediterranea, alla carne, il cui mercato sempre più vorace ha finito ormai col diventare una minaccia per le risorse planetarie. E ci invitano a riconoscere nelle abitudini legate al mangiare – dalle diete agli sprechi, dal consumo bulimico all’astinenza totale – un termo metro di salute sociale e psicologica. Comunque sia, in ogni situazione conviviale, dai pranzi in famiglia e tra amici ai mukbang, i pasti “estremi” trasmessi in live streaming (ma consumati in solitudine), il cibo è sempre un discorso che facciamo all’altro. E in cui, inevitabilmente, riversiamo parte di noi stessi.
17,00 16,15

E ho smesso di chiamarti papà. Il memoir della figlia di Gisèle Pelicot

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 216
Il 19 dicembre 2024 si è chiuso in Francia un processo epocale, che per mesi ha dominato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Secondo la sentenza, Gisèle Pelicot è stata per almeno dieci anni vittima del marito Dominique, che le serviva di nascosto cocktail di farmaci per poi abusare di lei, documentando il tutto con video e foto. Non solo: Dominique apriva la porta di casa a estranei, oltre cinquanta, adescati su internet; offriva loro ogni volta il corpo inerme e addormentato della moglie. È una storia terribile che tutti i media hanno reso notoria, ma questo libro la racconta dall’interno, perché l’ha scritto Caroline, l’unica femmina fra i tre figli della coppia. «Il trauma», racconta Caroline, «si espande in ogni direzione come un’onda d’urto», e colpisce tutto e tutti: nell’inferno di interrogatori e prove da verificare, nell’incubo di scoprire la verità sul padre, spuntano nuove immagini che ritraggono le due nuore, riprese di nascosto, e persino alcune foto di Caroline. Sorge il dubbio più atroce: forse suo padre ha drogato e violentato anche lei? Tra le pagine di questa «cronaca di orrore e sopravvivenza» spuntano anche i ricordi di un’altra vita, quando Dominique era un padre come tanti, Caroline era una bambina, e tutto sembrava normale. Sono piccole lettere immaginarie, dialoghi impossibili e strazianti verso un padre che, semplicemente, non esiste più. Eppure dentro l’orrore, pian piano, nasce una storia diversa, di rivalsa: madre e figlia capiscono che non devono vergognarsi di questa storia, tutt’altro, perché la vergogna andrà riversata su gli uomini che manipolano, drogano e violentano le loro mogli, fidanzate, figlie, in un delirio patriarcale di dominazione. Caroline e Gisèle decidono che questa storia verrà resa pubblica, attraverso un processo a porte aperte in cui la stampa sarà la benvenuta, e poi attraverso le pagine di un libro che racconti, finalmente, la verità: questo libro.
19,00 18,05

Cosa sappiamo davvero sull'amore. Tra psicologia, scienza e antropologia, indagine sul mistero dei nostri sentimenti

Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 304
Di una cosa siamo certi: l’amore è il motore immobile della nostra esistenza. Lo sappiamo istintivamente, lo percepiamo con i sensi e lo subiamo con i mille smottamenti del cuore, eppure, se proviamo a fermarci e a pensarci su, non ci capiamo niente: lo guardiamo stupiti come si scruta un oggetto misterioso. Perché l’amore è monolitico eppure sfumatissimo, una gamma che comprende il sentimento che lega una madre a un figlio, un nipote ai nonni, due amanti tra loro, gli amici e le amiche, il padrone e il suo animale domestico, ma persino il fedele verso il proprio Dio (e viceversa?). Lo proviamo da sempre, in tutte queste sfaccettature, e da sempre lo studiamo. Ma oggi, dopo secoli di filosofia, letteratura, chimica, biologia, neuroscienze, antropologia: Cosa sappiamo davvero sull’amore? In realtà, molte cose, come ci spiega l’antropologa Anna Machin. Per esempio che è una ingegnosa soluzione a un problema evoluzionistico: il cervello umano è talmente grande, in proporzione al corpo, che il parto deve avvenire prima del completo sviluppo, e così i nostri neonati sono a lungo inabili e indifesi; necessitano di una madre che li accudisca a lungo e di un padre che difenda il nucleo familiare. Per questo, evoluzionisticamente, è nato l’amore, un complesso cocktail chimico di serotonina, ossitocina e beta-endorfine, uno tsunami ormonale che sconvolge e crea dipendenza. Certo, non siamo più ominidi primitivi, e infatti l’amore si è evoluto a sua volta, si è complicato e stratificato, e tuttora eserciti di scienziati conducono esperimenti, analizzano risonanze magnetiche e reazioni fisiche, aumenti di salivazione, gesti, espressioni, battiti cardiaci... Anna Machin raccoglie una sfida enorme e scrive un saggio emozionante e curioso, che alterna il resoconto degli studi alla testimonianza di gente comune, che parla a cuore aperto di questo sentimento che tutti ci unisce, e tutti ci strugge. Ma alla fine, dopo aver smontato, analizzato, vivise zionato l’amore, ce ne restituisce intatta la forza, e persino rinvigorito il mistero.
24,00 22,80

Ali di piombo. 1977: cronaca di un anno tragico appassionato

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 272
Il 3 febbraio 1977, dalla facoltà di Lettere dell’Università di Roma muove un corteo di migliaia di studenti. Il giorno precedente un violento scontro tra i collettivi e una squadraccia fascista ha messo a ferro e fuoco il campus. In ospedale con un proiettile alla nuca è finito un ragazzo di sinistra di ventidue anni. In molti vogliono vendicarsi, e quando la manifestazione arriva davanti a una sede del Fronte della Gioventù partono i tafferugli. Mitra, pistole, sampietrini, molotov. Roma brucia. Il giorno dopo si contano i feriti: la maggior parte sono ragazzi poco più che adolescenti. Inizia così la cronaca appassionata di uno degli anni più tragici della storia del nostro paese. Lo Stato sembra vacillare di fronte alla drammatica ascesa delle Brigate rosse, che a Torino uccidono il presidente dell’Ordine degli avvocati Fulvio Croce e il vicedirettore della “Stampa” Carlo Casalegno. Per mesi si susseguono scontri di piazza, agguati, violenza politica. L’eroina miete molte vittime. Ma quei giorni non furono solo piombo e sangue. Negli anni settanta nacquero le radio libere, la tv diventò a colori, furono promulgate numerose riforme: il divorzio, l’aborto, il servizio sanitario, il diritto di famiglia, lo statuto dei lavoratori. Concetto Vecchio è tornato nei teatri in cui si è fatta la storia, Bologna, Roma e Torino, ha incontrato decine di testimoni, giornalisti, studiosi e ricostruito con la precisione del cronista e il passo svelto del narratore i fatti che hanno segnato quei mesi. Restituendoci alla fine il vibrante ritratto dell’anno in cui l’Italia repubblicana perse la sua innocenza.
18,00 17,10

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