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UTET

Tutti i libri editi da UTET

La nazione napoletana. Controstorie borboniche e identità «suddista»

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 352
Fino alla firma della resa all’esercito piemontese il 13 febbraio del 1861, per più di quattro generazioni la dinastia dei Borbone aveva regnato nell’Italia meridionale, Stato autonomo e indipendente che fu per sette secoli la “Nazione napoletana”. Un Paese con una propria economia, una propria industria, un proprio esercito, un proprio inno nazionale; un Paese con valori riconoscibili, condivisi dai suoi abitanti. Per molti di loro, l’unità d’Italia rappresentò la fine del mondo che avevano conosciuto e nel quale si identificavano. In molti reagirono all’occupazione. Eppure, mentre di Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele II si sa quasi tutto, pochissimi sono i libri che raccontano le storie degli ufficiali e dei soldati che scelsero di rimanere fedeli al Regno delle Due Sicilie e si opposero ai piemontesi. Uomini che dopo la sconfitta dovettero affrontare umiliazioni, processi e prigionie. Non erano tutti aristocratici o assolutisti: in tanti erano liberali, alcuni avevano combattuto nella Prima guerra d’indipendenza nel 1848 e condividevano il sogno d un’Italia federale; ma quasi tutti furono bollati come retrogradi, reazionari, sbandati, e cancellati dalla memoria comune. Gigi Di Fiore racconta un Risorgimento “al contrario”, visto e vissuto dalla parte degli sconfitti: storie di eroismo e coraggio, come quella di Francesco Traversa, morto sotto i bombardamenti durante il lungo assedio di Gaeta; storie di fede e determinazione, come quella del magistrato Pietro Calà Ulloa, l’ultimo capo del governo borbonico; storie di ribellione, come quella dei lavoratori dello stabilimento di Pietrarsa, che dettero vita alla prima rivolta operaia dell’Italia unita. E ritorna sui nodi non sciolti di quello che è stato il Risorgimento al Sud, alla scoperta di che cosa significa oggi richiamarsi a un’identità “suddista”, termine che l’autore libera da ogni connotazione negativa, rivalutando le radici culturali e storiche del Meridione. Per comprendere, una volta per tutte, che cosa è andato perduto con la nascita del Regno d’Italia.
18,00 17,10

Il cervello anarchico

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 256
Possiamo riappropriarci della nostra salute. Siamo abituati a considerare il corpo come qualcosa di separato da noi: un organismo il cui “star bene” viene sempre più delegato a medici e specialisti di varia natura. Eppure, ricorda Enzo Soresi nel "Cervello anarchico", il nostro benessere non deve di necessità passare attraverso la medicalizzazione: «Assumersi la responsabilità della propria salute significa in primo luogo adottare uno stile di vita che innalzi il livello di resistenza alle malattie». Un invito, dunque, ad ascoltare con attenzione il nostro corpo, a riavvicinarsi alle sue esigenze e non trascurarne i segnali, siano essi di natura psichica o fisica. Come dimostrano le ultime scoperte della Psico-neuro-endocrino-immunologia, il nostro organismo è infatti un’unità, un insieme indiviso di mente e corpo la cui crescita armonica dipende dalla comprensione del legame fra eventi cognitivi, emotivi e fisiologici. E il cervello è il luogo dove tutti questi fattori si incontrano: nel suo sviluppo giocano un ruolo importante le nostre emozioni; pensieri e convinzioni si ripercuotono sulla nostra capacità di provare dolore; e anche lo stress psicologico, se da una parte ci aiuta a fornire prestazioni efficienti, è tuttavia in grado di determinare l’insorgere di varie patologie. Attraverso l’analisi di diversi casi clinici, raccontati con la passione e la competenza di un medico che da più di cinquant’anni è all’avanguardia nella ricerca scientifica, Enzo Soresi costruisce un libro rigoroso eppure coinvolgente, approfondito ma scorrevole, invitandoci a riflettere sulla complessa ed eccezionale macchina organica che ciascuno di noi, come individuo, costituisce.
15,00 14,25

Cosa sognano le IA

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 144
Una volta era solo lo strumento che aiutava il protagonista di un film di fantascienza nelle sue avventure, o il freddo esecutore che, ribellandosi, metteva a repentaglio la sorte dell’umanità. Oggi l’intelligenza artificiale è un elemento del nostro quotidiano. I social network la usano per determinare quali contenuti mostrarci (e da quali utenti), esistono programmi in grado elaborare foto a partire da semplici indicazioni testuali, profili virtuali con cui conversare, e sempre più professioni affidano a software di scrittura la redazione di documenti: queste e altre intelligenze artificiali sono destinate a stravolgere la nostra vita. Ma se da un lato i tecnoentusiasti spingono per integrare sempre più le IA nella nostra società, dall’altro analisti e scienziati continuano a lanciare allarmi inquietanti. Dobbiamo veramente aver paura dello sviluppo delle intelligenze artificiali? Dalla vertiginosa rincorsa all’ultima scoperta che infiamma la Silicon Valley ai chatbot che si comportano come teenager affetti da sindromi maniaco-depressive, dalle battaglie tra Elon Musk e Sam Altman ai lavoratori del Sud globale sfruttati per il training delle reti neurali, Pietro Minto si destreggia tra i passi falsi e i momenti gloriosi, le leggende e i timori che circolano intorno all’invenzione che in questo momento sembra poter ridefinire il nostro futuro.
14,00 13,30

La via coreana. Come la Corea del Sud sta conquistando l'Occidente

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 208
«Controllo il nodo della cravatta riflesso sul vetro della finestra, stretto nel mio completo migliore, improvviso una smorfia che vorrebbe somigliare a un sorriso mentre mi accingo a ballare il Gangnam Style insieme ai miei colleghi. Seduto davanti a noi c’è uno degli uomini più potenti della Repubblica di Corea.» Inizia così il viaggio di Natan Mondin in una delle maggiori organizzazioni governative della Corea del Sud. Il suo compito è quello di costruire un ponte per gli investitori italiani, diffondere le eccellenze, esportare il sogno coreano. Come lui ce ne sono in ogni paese. È solo una delle tante pedine del piano di Seul. Storicamente schiacciati tra la Cina e il Giappone, e con l’opprimente regime del Nord sulla soglia di casa, i cittadini coreani hanno covato un sentimento di rivalsa e frustrazione, che li ha spinti in un’ambiziosa rincorsa verso il progresso. Ossessionata dalla propria reputazione, da anni ormai la Corea del Sud ha intrapreso un pian per cambiare la propria immagine planetaria. Dopo l’espansione delle sue aziende, che contano ormai numerose grandi multinazionali come Hyundai o Samsung, Seul si è oggi trasformata in un entusiasmante esportatore di prodotti culturali: film premiati agli Oscar come Parasite o serie tv da milioni di spettatori come Squid Game, band musicali osannate ovunque come i bts, fumetti letti da milioni di adolescenti sul cellulare... Per non parlare del cibo o della moda. Un fenomeno talmente pervasivo da richiedere un termine specifico, hallyu, ovvero la new wave coreana. La fortuna globale della Corea tuttavia non è dovuta solo a un florido connubio di intelligenze eccezionali, bensì a un piano politico di soft power elaborato dalle classi dirigenti. Dalla storia alle contraddizioni sociali, dal boom culturale ai rapporti personali, Natan Mondin ci guida attraverso il “paese del calmo mattino”, lungo la sfavillante via coreana, alla scoperta della società più itale del pianeta.
18,00 17,10

Norwegian wood. Il metodo scandinavo per tagliare, accatastare e scaldarsi con la legna

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 256
«Tu che abbatti, tu che vieni qui nel bosco a portare attrezzi, sii delicato nel tuo lavoro: la cura per il bosco è il bene del futuro.» In un mondo sempre più veloce e metropolitano, tra cemento e smartphone, fermarsi a contemplare e praticare l’antica arte del legno può essere un’inattesa via di salvezza. Il norvegese Lars Mytting ci racconta passo passo come si scelgono gli alberi, come si tagliano, come si accatasta la legna e come la si mette da parte per farla asciugare e poi, alla fine, bruciare. Ma mentre ci parla di taglialegna, di motoseghe e di camini, quello che poteva sembrare un semplice manuale pratico diventa una meditazione sull’istinto di sopravvivenza e sul rapporto tra uomo e natura, fatto di tempi lunghi e silenzi. Una lezione di vita, pragmatica e spirituale al tempo stesso, che poteva provenire solo dalle fredde terre scandinave, dove gli uomini da secoli si tramandano le tecniche e le abilità necessarie alla lavorazione del legno ma anche la pazienza e il rispetto nei confronti delle foreste, di quegli alberi che consentono di costruire le case e riscaldarle col fuoco.
20,00 19,00

Premierato all'italiana. Le ragioni e i limiti di una riforma costituzionale

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 168
Leonardo Sciascia spiegava che occorre essere riformisti per ciò che non funziona e conservatori per quello che funziona. Se si parla di riforme costituzionali, è facile perdere questo punto di vista equilibrato. Il 2024 è l’anno decisivo per il cammino parlamentare della cosiddetta riforma del premierato: una modifica dell’assetto istituzionale repubblicano secondo cui alle elezioni politiche nazionali gli italiani sceglieranno non solo i parlamentari, ma anche il capo del Governo che del Parlamento deve avere la fiducia. Si tratta di una riforma che mira a migliorare la capacità dell’esecutivo di attuare le politiche per le quali è stato eletto, rafforzandolo rispetto alle mutevoli alleanze parlamentari che per lunghi tratti della nostra storia repubblicana hanno reso breve e complicata l’attività di molti governi. Non manca chi rileva potenziali rischi nel porre mano agli assetti costituzionali sanciti dai costituenti – chi argomenta nel merito e in punto di diritto, ma anche chi si oppone a qualunque riforma costituzionale per principio. Alessandro Sterpa si addentra nella riforma del premierato con attenzione e competenza, mettendo in luce le ragioni che l’hanno ispirata e gli obiettivi che intende raggiungere. Una voce autorevole che cerca di illustrare ai cittadini italiani, che saranno probabilmente chiamati a esprimersi in un referendum, i lineamenti di una questione complessa, spesso ostaggio di estremismi contrapposti e faziosità politica.
20,00 19,00

Dizionario di mitologia

Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 864
La mitologia classica si presenta come un estesissimo mosaico di storie che «raccontano un mondo parallelo a quello naturale e quotidiano, popolato di creature divine e fantastiche che si annidano negli interstizi della realtà ». Il Dizionario di mitologia di Anna Ferrari offre una guida completa ed esauriente alle tessere di questo mosaico, accompagnando il lettore attraverso la storia di innumerevoli dèi ed eroi. La sua originalità consiste nel non limitarsi a dar conto del mito nell’antichità classica, ma nel seguirne i periodici affioramenti e le ricomparse nella cultura dell’Occidente dal Medioevo all’età contemporanea. A questa attenzione per la vitalità del mito classico si affianca un secondo elemento di originalità, rappresentato dalla presenza di voci dedicate non solo a dèi, eroi, località di importanza centrale nel mito, ma anche a temi, argomenti, piante, animali, oggetti quotidiani. Ogni oggetto, concetto, idea, infatti, nasconde un versante mitico la cui esplorazione è motivo di continue sorprese.
35,00 33,25

Puccini contro tutti. Arie, fughe e capricci di un genio anticonformista

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 192
Chi non ha provato almeno una volta a intonare la gloriosa romanza di Calaf nella Turandot, quando in attesa dell’alba canta «Vincerò»? Forse non tutti hanno presente il suo volto, o persino il suo nome, ma le parole e le melodie che hanno reso immortale Giacomo Puccini sono ancora oggi parte indissolubile della cultura popolare italiana. La carriera rivoluzionaria di Puccini comincia molto presto. Il suo talento è cristallino e, nonostante i melomani più snob arriccino il naso, ritenendo le sue opere troppo popolari e la sua musica troppo poco sofisticata per venire eseguita nei grandi teatri, il pubblico lo adora. Successo dopo successo, Puccini conquista l’Italia e l’Europa, diventando presto una celebrità planetaria. Geniale e rivoluzionario, guascone sempre pronto allo scherzo e alle esagerazioni, donnaiolo ma anche solitario, amante dei motori e ammiratore di Richard Wagner, appassionato di caccia e celebre buongustaio, Puccini non è stato solo un compositore importante, capace di fornire all’opera un punto di riferimento con cui tutti i musicisti successivi dovettero confrontarsi, ma anche una figura sfolgorante nel panorama mediatico. Fu, per esempio, tra i primi a diffondere immagini e video della sua vita privata, come una sorta di antesignano dei moderni influencer, non disdegnò di fungere da testimonial pubblicitario, nella sua concezione della regia operistica fu capace di anticipare il ritmo narrativo dei film, si mosse instancabilmente in giro per il globo e tra le prime pagine dei giornali... Concittadina di Puccini, cresciuta nel suo mito, leggendone le lettere e le interviste, arrivata a suonare e dirigere le sue opere, Beatrice Venezi ha colto l’occasione del centenario pucciniano per scrivere una biografia sui generis del maestro di Torre del Lago: undici racconti, undici momenti di vita con la colonna sonora delle sue opere, a formare una sinfonia di emozioni, sorprese, aneddoti che compongono il ritratto luminoso di un genio controcorrente.
18,00 17,10

L'era dell'umiliazione. Come le aziende, i social media e gli algoritmi alimentano la macchina della vergogna che ci domina

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 256
Vergogna! urlano molti commenti sui social, molti cartelli alle manifestazioni. È una voce rabbiosa che si alza dal basso verso l’alto, a chiedere giustizia in una società ingiusta. E d’altra parte gli antropologi ci spiegano che esistono da sempre riti di purificazione collettiva in cui la vergogna è uno strumento educativo: attraverso una benefica umiliazione, il trasgressore viene perdonato e ricondotto verso virtuosi comportamenti. Ma è sempre così? Cathy O’Neil è una brillante matematica esperta di algoritmi. Ma è anche una persona che conosce da vicino l’umiliazione: fin da bambina si è impegnata in diete continue e fallimentari, provando sulla sua pelle le mille forme in cui le persone grasse sono ridicolizzate nella società statunitense. Così ha deciso di imbarcarsi in questa ricerca che punta al cuore della vergogna contemporanea, troppo spesso usata come arma di marginalizzazione: colpisce i poveri nel labirintico sistema dei sussidi, i tossicodipendenti in cerca di recupero, gli anziani, i malati, gli ex carcerati, colpisce gli stranieri che «dovrebbero essere grati», ma anche le donne che «non stanno al loro posto». L’era dell’umiliazione mostra bene, alternando testimonianze, esempi di cronaca e dati statistici, come la “macchina della vergogna” diventi un meccanismo diabolico ogniqualvolta la collettività si disgrega e perde coesione, riducendosi in una rabbiosa guerra tra bande. In questo il mondo digitale ha un ruolo di accelerazione e distorsione: basta un video di dieci secondi su un social network per rovinare la vita di una persona; e basta consultare una volta un sito di diete per finire perseguitati da mail e pubblicità che fanno leva sulle insicurezze per spillare soldi. Perché, e questa è forse la cosa più odiosa, la macchina della vergogna è anche un business che arricchisce tanto aziende tradizionali che vendono cure miracolose anti-aging quanto giganti dell’hi-tech che lucrano sul traffico creato dalle gogne social. Ma, spiega O’Neil, è possibile sottrarsi a tutto questo, imparando a smantellare la macchina spietata e reimparando invece il ciclo virtuoso della vergogna, fatto di empatia, condivisione e soprattutto perdono.
22,00 20,90

Sta arrivando la fine del mondo? 15 punti di vista sulle paure e i rischi apocalittici del nostro presente

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 256
Nel giugno del 1947 la rivista “Bulletin of the Atomic Scientists” pubblica in copertina l’immagine stilizzata di un orologio con le lancette ferme a pochi minuti dalla mezzanotte: è la prima comparsa del Doomsday Clock, un orologio ideale che, sulla base della valutazione di molti scienziati, segna quanto ci stiamo avvicinando alla fine del mondo. All’epoca, all’indomani di Hiroshima, la preoccupazione era esclusivamente atomica, ma nei decenni seguenti le minacce apocalittiche sono proliferate, moltiplicandosi spaventosamente con l’arrivo del nuovo millennio: siccità, inquinamento, estinzioni animali e vegetali, inondazioni, terremoti, guerre, sviluppi tecnologici fantascientifici, precarietà economica e tensioni sociali. Intanto, i media tradizionali cavalcano le paure a colpi di titoli a caratteri cubitali, mentre nei social network rimbalzano immagini e video in cui ci immergiamo passivamente e depressivamente, come fossero visioni da un futuro distopico. Non si tratta più di sognare una fine del mondo, sembra, ma di scegliere quale fine del mondo ci aspetta. O meglio, abbiamo in realtà il sospetto che il mondo continuerà a esistere, placido e surriscaldato, ma senza di noi. È davvero così? O è solo la narrazione seducente dell’apocalisse che ci ha mortalmente assuefatti? Abbiamo riunito quindici scrittrici e scrittori che si occupano di ambiti molto diversi, e li abbiamo invitati a ragionare intorno a queste domande. Gli interventi che ne sono scaturiti attraversano discipline e argomenti disparati: ecologia, tecnologia, biologia, astrofisica, geopolitica, arte, letteratura, climatologia, economia, storia, cibo, lavoro, sociologia, social media. Al di là di ogni potere apotropaico, in ogni caso, "Sta arrivando la fine del mondo?" è una domanda utilissima. Serve a fermarsi un attimo e raffreddare gli animi, a decodificare il presente per immaginare il futuro di specie che ci aspetta.
19,00 18,05

L'arte della guerra contemporanea. Dalla caduta del Nazismo al conflitto in Ucraina

Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 656
Gli ultimi anni ci sono apparsi come una violenta resurrezione della Storia: le immagini della tragica invasione dell'Ucraina, insieme alle macerie di Gaza, hanno rievocato gli spettri di un'umanità bellicosa che credevamo ormai appartenere al passato. La guerra, finita ai margini della nostra quotidianità, è tornata prepotentemente alla ribalta, conquistando le prime pagine dei giornali e rimescolando i fronti tra interventisti e pacifisti a oltranza. Ma la guerra in sé e per sé non era mai scomparsa - si era solo trasformata. Il fatto è che la seconda guerra mondiale ha segnato un prima e un dopo: la rivalità tra Stati Uniti e Unione Sovietica, con la minaccia di un annientamento nucleare, ha fatto sparire dal tavolo l'opzione di una guerra su scala globale, sostituendola con uno stillicidio di piccoli e medi conflitti dislocati in aree di interesse economico o geopolitico, dove le strategie e le tecniche militari hanno potuto mettersi in discussione, rinnovarsi e a volte reinventarsi. Il generale David Petraeus, ex direttore della CIA e comandante delle forze statunitensi in Iraq e Afghanistan, è stato un grande innovatore in questo senso, trovandosi di continuo nella necessità di operare su territori ostili, in condizioni di guerriglia e mescolanza fra truppe regolari e terroristi, civili e bande armate. In questo saggio scritto a quattro mani, Petraeus mette le sue eccezionali conoscenze sul campo a disposizione dello storico Andrew Roberts, con il proposito ambizioso di tracciare la parabola evolutiva militare dalla guerra di Corea a quella del Vietnam, dalle due guerre del Golfo a quelle nell'ex Jugoslavia, dall'Afghanistan fino al recente conflitto in Ucraina. "L'arte della guerra contemporanea" trae cruciali intuizioni sulla natura tecnica dei diversi scontri, su quali siano gli elementi determinanti per il successo e quali gli errori più reiterati, sulle conseguenze di ogni conflitto e su quanto, ancora, dobbiamo imparare dalla Storia. Se è vero che la guerra, come scriveva il teorico militare Carl von Clausewitz, «non è che la politica continuata con altri mezzi», è dunque inevitabile che i conflitti segnino ancora il nostro presente, evolvendosi in modi sempre nuovi che oggi più che mai è necessario comprendere.
34,00 32,30

Insegnare a nuotare a una foca. Viaggio insolito nella lingua islandese

Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 224
In alcune vacanze basta una settimana per memorizzare le espressioni più frequenti, imparare a dire correttamente “Grazie” e “Buongiorno”, o addirittura arrischiarsi in una breve conversazione. In altre, le parole si aggrovigliano in oscuri ghirigori, lasciandoci smarriti e incapaci di proferire alcun suono. È questo l’effetto che suscita un primo confronto con l’alfabeto islandese. Composto di trentadue lettere, in buona parte simili alle nostre, si differenzia per le impronunciabili ð, Þ e la æ o l’assenza della c, la w e la q, e quella contestatissima della z, esclusa dall’alfabeto con una legge nel 1973. Come se non bastasse, questo sciame di grafemi si coagula in lunghissime espressioni intellegibili e declinabili secondo complessi casi grammaticali. Un incubo per qualsiasi turista, ma anche per studenti volenterosi come il giornalista Brendan Glacken, che nel saggio La terribile lingua islandese scrive: «La gente decide di imparare l’islandese per ragioni diverse, la maggior parte delle quali altamente discutibili». Per Leonardo Piccione confrontarsi con l’islandese è stata una necessità. Arrivato sull’isola per un breve viaggio, è stato affascinato dai panorami, dalla lentezza del tempo, dalle nuvole veloci al punto da trasformarla in sua dimora elettiva. In questa insolita esplorazione, la lingua, i suoi proverbi, le vertiginose costruzioni sintattiche e le bizzarre scelte onomastiche si riflettono nella letteratura, nella visione del mondo e nelle abitudini quotidiane degli islandesi, diventando l’ago magnetico da seguire per orientarsi tra i vulcani e i ghiacci di uno dei paesi più a nord del pianeta.
17,00 16,15

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