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Adelphi: Piccola biblioteca Adelphi

Tutte le nostre collane

Il flauto magico. Ediz. italiana e tedesca

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 274
A pochi mesi dalla morte, Mozart viene contattato a Vienna da un vecchio amico bavarese, Emanuel Schikaneder, sotto la cui nomea di «avventuriero» e di «guitto» si nasconde un geniale arruffone dai mille talenti; attore, librettista, impresario dal fiuto sopraffino. Proporrà a Mozart (che accetterà entusiasta) di musicare il libretto «esoterico» a cui sta lavorando, avviando la composizione di un'opera sublime –Il flauto magico – ancora oggi in larga parte impenetrabile: un labirinto vertiginoso di sensi riposti e allusioni, che il presente volume cerca di decodificare con due contributi risolutivi. Se Pietro Citati, analizzando la sterminata rete dei testi consultati da Mozart e Schikaneder, chiarisce le ragioni del re-sacerdote Sarastro e l'ambivalenza irriducibile della Regina della Notte, che domina l'opera con «la sua sopravveste brillante di atro splendore», Jurgis Baltrušaitis identifica nel Flauto magico una delle sequenze-chiave di quel percorso sinuoso che l'«Egitto assoluto» e Iside stessa hanno compiuto nei millenni lungo l'immaginario occidentale. L'ultimo tentativo di evocare la «leggenda dell'Egitto», che Mozart e Schikaneder fanno rivivere con la grazia e l'incanto di una favola per bambini. Prefazione di Pietro Citati. Con un saggio di Jurgis Baltrušaitis.
16,00 15,20

Una spia in esilio

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 130
Ogni paese ha i suoi panni sporchi che, pur controvoglia, a volte è costretto a esibire. È quanto accadde in Inghilterra con il clamoroso scandalo dei Cambridge Five, i diplomatici che nel secondo dopoguerra trafugarono documenti top secret e li consegnarono ai sovietici. C'è chi, come Guy Burgess, si diede alla macchia, seminando il panico e alimentando fantasiose leggende prima di essere stanato oltrecortina. E chi, come Anthony Blunt, ordì il sabotaggio dal cuore più sacro e in teoria inviolabile del Regno Unito. Una manna per Alan Bennett. Per nulla interessato allo spionaggio ma avido di pettegolezzi, non si lascerà sfuggire l'occasione di portare in scena i due reprobi. "Una spia in esilio", ispirato a un episodio realmente accaduto, racconta la paradossale missione dell'attrice Coral Browne, che il vanesio Burgess, incapace di rassegnarsi allo squallore moscovita, incarica, non senza averla armata di metro a nastro, di fargli confezionare un abito dal suo sarto di fiducia a Londra. Un problema di attribuzione ruota intorno alla controversa autenticazione di un Tiziano appartenente a Sua Maestà – anche se forse, più del dipinto, è Sir Anthony in persona a essere sottoposto a un severo scrutinio. «Senza dubbio, rispetto a noi, Blunt, Burgess e compagnia erano ancora capaci di nutrire illusioni. Avevano qualcosa a cui votarsi». Questo non tratterrà Bennett dall'infilzare come tordi e mettere sulla graticola l'«innocente all'estero» e l'algido curatore della collezione reale, due pericolosissimi idealisti annidati nel cuore marcio della Guerra Fredda.
13,00 12,35

L'Africa che dicono misteriosa

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 171
Negli anni del suo apprendistato letterario Simenon sfornava a un ritmo forsennato romanzi popolari, molti dei quali ambientati in luoghi esotici, a lui del tutto ignoti, con il solo aiuto di un mappamondo e di un'enciclopedia. Il mondo che creava era bello, perché, dichiarerà in seguito, era «artificiale». Un giorno, però, gli viene voglia di vedere com'è fatto davvero, il mondo. Cominciando dall'Africa. Si imbarca quindi, insieme all'inseparabile Tigy, per Il Cairo, da dove raggiunge Assuan; da lì sorvolerà il Sudan, per poi discendere il Congo fino a Kinshasa, e sulla via del ritorno fare scalo a Port-Gentil, Libreville e Conakry. Solo dopo essere rientrato in Francia ricaverà da questo lungo viaggio i reportage qui raccolti – nei quali non solo non indulge all'esotismo, ma soprattutto assume un tono di denuncia che a molti, all'epoca, farà storcere il naso. «L'Africa ci manda al diavolo» scrive Simenon «e fa bene!». Quello che ha visto non gli è piaciuto affatto – anzi, il più delle volte lo ha profondamente disgustato. Certo, alcuni degli aneddoti che racconta, con la verve che gli conosciamo, lo hanno stupito, a momenti anche divertito; e, con quella voracità impudica che è nella sua natura, non ha perso occasione di scattare fotografie (più di settecento). Tuttavia non nasconde in alcun modo, della realtà coloniale, il fondo più torbido e atroce: né il disprezzo che i bianchi nutrono nei confronti dei neri, né lo sfruttamento e la violenza di cui questi sono vittime – né tantomeno il sordido abbrutimento dei coloni stessi, che Simenon descriverà, a caldo, in quel formidabile romanzo che è "Colpo di luna".
16,00 15,20

Il dito in bocca

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 103
Di fronte a Lung, la giovane protagonista di questo romanzo, i medici, e non solo loro, restano perplessi: non ha mai abbandonato l’abitudine di mettersi il dito in bocca, risponde alle domande mostrando lo smalto delle unghie, racconta lucidamente, leggermente, i fatti della sua vita, ma la chiarezza è apparente ed è facile perdersi fra le sue parole, peraltro scarse; quanto ai fatti, potrebbero far rabbrividire, se non si fosse distratti dal tono agile, sconsiderato e preciso della narratrice. Lo zio-padre Jochim, la madre Marween, le tragiche storie del piccolo fiammiferaio e dell’amica Armance, l’incontro laconico con un grande filosofo, la scimmia albina, lo strano caso del professor Walter, l’enigmatico e sapiente Nathan – con l’aiuto di tutti questi elementi Lung ci presenta un puzzle che non si chiude da nessun lato, e che possiamo tentare di ricostruire solo perché ci sentiamo guidati con discrezione e talento algebrico. Lung attraversa le sue storie senza fermarsi mai, in uno stato di continua sospensione, di dubbia identità, con un passo che ci sembra di vedere per la prima volta – di sonnambula o di veggente –, lasciando dietro di sé una costellazione di emblemi aforistici e la traccia di una presenza dimenticata e fondamentale della letteratura: l’ironia romantica.
12,00 11,40

Esercizi negativi. In margine a «sommario di decomposizione»

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 265
I testi qui raccolti ci offrono il privilegio raro di penetrare nel laboratorio di Cioran e di assistere, per così dire in presa diretta, al distillarsi del suo pensiero. Scopriamo così come il Cioran degli inizi, più lirico, più «scarmigliato», «più apertamente provocatorio», arrivi alla folgorante condensazione del frammento. «Gli Esercizi negativi mostrano l’“esplosione” vissuta e il lento lavoro di rifinitura dello stile» osserva Ingrid Astier, e basterà scorrere anche solo i titoli di alcuni capitoli – «L’assoluto e le sue caricature», «L’improbabile come salvezza», «Il suicidio come strumento di conoscenza», «Tra Dio e il verme», «Del solo modo di sopportare gli uomini» – per cogliere la forza dirompente di un libro dal quale non si esce indenni. Perché «un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo», affermerà molti anni più tardi lo stesso Cioran, svelando l’intento profondo di queste pagine, che alla minaccia dell’accecamento preferiscono la lucidità dell’insonnia.
16,00 15,20

Sull'eguaglianza di tutte le cose. Lezioni americane

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 214
La scienza del XX secolo ha modificato per sempre la nostra comprensione della realtà, anche se siamo ben lontani dal poter affermare che questa realtà abbia un senso (forse non accadrà mai). Eppure, è grazie alla meccanica quantistica che il pensiero può dirsi per la prima volta libero di percorrere strade veramente ignote. A coltivare quello shock permanente, fatto di «stupore e vertigine», è Carlo Rovelli che, dalle "Sette brevi lezioni di fisica", con leggerezza si muove fra gli abissi speculativi della relatività quantistica, senza paura di toccarne il fondo – anche perché quel fondo, secondo lui, non esiste. «Elettroni e mente, sassi e leggi, giudizi e galassie non sono di natura essenzialmente diversa gli uni dagli altri. Sono nozioni che si illuminano a vicenda». Di questo continuo gioco di specchi è fatto il mondo, e per comprenderlo in tutta la sua complessità, per vederne la coerenza e «sentire che è la nostra casa», scrive Rovelli, bisogna fare un salto ulteriore e accogliere l’incertezza che è al cuore della conoscenza, quella che porta all’«eguaglianza di tutte le cose». Come il personaggio di un racconto del Zhuangzi – uno dei grandi libri dell’antichità – che dopo aver sognato di essere una farfalla «svolazzante e soddisfatta della sua sorte» non sa più se è stato lui a sognare la farfalla o è la farfalla a sognare lui.
15,00 14,25

Chiuso per noia

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 326
«Per anni ha scritto delle critiche sui giornali, senza cavarne altro che inimicizie ed errori tipografici» ha detto di sé Flaiano nel 1946. In realtà, dopo aver imparato il mestiere sul campo – tanto che, ricorda, circolava la frase «Questi giovani si fanno una cultura sui propri articoli» –, è stato, a partire dal 1939, un recensore cinematografico acuto e beffardo, pacato e intransigente, raffinatissimo dietro lo schermo della nonchalance, sempre ostile alle falsità e alle insulsaggini: a tutti quei film, insomma, che «presuppongono, di regola, un pubblico eccessivamente tardo di comprendonio» o che «rendono confortevole l’esistenza, allo stesso titolo dei treni rapidi, delle automobili, dei termosifoni». A suscitare l’entusiasmo di chi, come lui, conosceva intimamente il lavoro di soggettista e sceneggiatore (basti pensare alla prodigiosa e tormentata collaborazione con Fellini), e andava al cinema per sgranchirsi «l’immaginazione e la visione morale del mondo», erano piuttosto film come Verso la vita di Renoir, Ombre rosse di Ford o Monsieur Verdoux di Chaplin, «in cui tutto porta il marchio così semplice e raro del genio». Non solo: in un paese dove è lecito essere anticonformisti solo «nel modo giusto, approvato», Flaiano ha saputo esserlo sino in fondo, come dimostra l’irresistibile giudizio riservato a Orson Welles: «i suoi personaggi appartengono a quella categoria che mangia il pollo con le mani non per maleducazione, ma per eccesso di carattere, per prepotenza di immaginazione e di volontà!».
16,00 15,20

Potrebbe anche non esserci più un mondo

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 161
Chi conosce Lovecraft come l’allampanato maestro del mostruoso, autore di una scarna opera che ha segnato la narrativa horror e lasciato un’impronta indelebile su tutti i successori, deve prepararsi a una grossa sorpresa: dopo la sua morte si è rivelato uno dei più copiosi epistolografi di ogni tempo. E quasi un’altra persona. Gli amici, che hanno conservato le sue lettere, ne ricaveranno una scelta di circa un migliaio raccolte in cinque volumi, ma l’intero corpus pare ammonti ad almeno centomila, scritte tra i venti e i quarantasette anni, e diventate, nell’ultima stagione, un’occupazione a tempo pieno. Come rendere l’idea di una corrispondenza di tali spropositate dimensioni? Non restava che prendere una sola lettera, la più lunga, e consegnarla al lettore in forma di libro. Si scoprirà così l’universo quotidiano di Lovecraft, ben lontano da quello che traluce dai racconti, e un uomo totalmente diverso: sobrio, pacato, pieno di troppo sano buon senso – l’altra faccia della sua follia – da offrire all’ignoto destinatario, che già dalla prima pagina scompare. Come un serial killer che alla fine di una lunga giornata, dal suo buen retiro di Providence, ci indottrina sulle grandi epoche storiche, loda la compagnia e la natura, e da critico sempre acuto e rassegnato dell’età moderna ci fa i suoi migliori auguri per l’avvenire.
14,00 13,30

A occhi aperti. Saggi, discorsi, scritti vari

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 275
Chi abbia letto anche solo una pagina, o una poesia, di Ingeborg Bachmann non può che essere rimasto colpito dalla sua audacia nell’affrontare la violenza e il dolore – giacché a farci aprire gli occhi è proprio «quello stato lucido e straziante in cui il dolore diventa fecondo» – e nell’assecondare con tenacia la tensione che ci spinge «verso l’assoluto, l’impossibile, l’irraggiungibile». Ne avrà ora conferma negli scritti qui radunati: che ci parli degli autori che venerava (Musil, Kafka, Plath, Bernhard), di Roma che le ha insegnato «ad andare d’accordo con gli altri», di Maria Callas, del Tractatus di Wittgenstein o del destino della poesia, Bachmann non viene mai meno al compito che si è assegnata: fare della letteratura uno strumento di conoscenza – al punto da incarnarla dolorosamente: «io esisto soltanto quando scrivo, quando non scrivo non sono niente» –, incoraggiare alla verità e pretenderla da sé. Solo così sarà possibile annientare le frasi fatte e conquistare «l’unico, l’irripetibile»: quelle parole cristalline che affiorano di quando in quando in una pagina di prosa o di poesia. Una postura ardita, inflessibile, di cui troviamo la più precisa definizione nel ritratto di Gombrowicz che è anche un ritratto di se stessa: «se devo pensare a qualcuno che abbia un cuore, mi verrà sempre in mente G. ... era una persona che apertamente incuteva timore; non lo è mai stato per me, perché io non voglio che l’orgoglio e un certo modo di atteggiarsi scompaiano dal mondo».
16,00 15,20

La gatta

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 134
Sgomento di fronte alla prospettiva dell’imminente matrimonio che lo allontanerà per sempre da «una dolce, interminabile adolescenza», ci appare sulla soglia di questo libro il giovane Alain: «Ah, Saha, le nostre notti...» sospira, mentre la sua gatta, «azzurra come i sogni più belli», fa le fusa e gli si struscia addosso nel letto, prima di dargli «un bacio da gatto, poggiando il naso umido sotto il naso di lui, tra le narici e il labbro superiore». Per la fidanzata Camille, moderna, esuberante, avida di vita, Alain prova un disprezzo appena velato, e nel suo intimo non può non paragonare la sua irruenza un po’ volgare alla discreta, flessuosa eleganza di Saha. Ma soprattutto: se Camille gli spalanca le porte del mondo degli adulti, con responsabilità da assumere e decisioni da prendere, e gli offre un amore maturo, l’amore che comporta il rischio della perdita, Saha è per Alain l’amore incondizionato, esclusivo, paziente, eterno – e il giardino dorato dell’infanzia. Un triangolo, dunque: dove, nel rapporto di tacita, totale connivenza fra l’uomo e la gatta, l’intrusa è la donna – che finirà per compiere, nei confronti della rivale, un gesto dalle conseguenze forse fatali, macchiandosi in tal modo di una colpa irreparabile.
13,00 12,35

L'ultimo dei chiurli

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 136
Intorno alla metà del Novecento il chiurlo eschimese è stato dichiarato estinto. Questo piccolo, in classificabile libro racconta l’odissea di uno degli ultimi esemplari, che a ogni primavera, mosso dall’istinto, dall’Antartide fa rotta verso l’Artide per accoppiarsi – e per garantire la sopravvivenza della specie. Una condizione tragica, la sua, giacché mai ha conosciuto i suoi simili, sterminati per puro diletto a partire dall’Ottocento. L’ultimo dei chiurli parte così per un viaggio che ha del miracoloso: Patagonia, Paraguay, Honduras, Messico, Stati Uniti, Canada... Supera catene montuose e vulcani, burrasche e tempeste di neve; copre migliaia di chilometri in pochi giorni, senza riposare né sfamarsi; sorvola foreste, fiumi, laghi, paludi; si libra sull’oceano come sulle Ande e sulla pampa. Ma se finora ha sempre affrontato la spedizione da solo, questa volta ha la ventura di imbattersi in una femmina della sua specie, con cui involarsi verso il luogo da lui scelto per riprodursi: pochi contesi metri di terreno spoglio nel Nord più estremo. Sempre che il Destino, nei panni esecrabili dell’uomo, non si metta di traverso. Al lettore non resterà allora che accompagnarli, complice e rapito, nella loro perigliosa, irrinunciabile missione, sull’ala di una prosa che per audacia, anelito e resilienza sa essere all’altezza di quel volo prodigioso.
14,00 13,30

A spasso con il cane Luna

Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 219
Scritti nelle domeniche oziose, «solo con la voglia di raccontare storie avvincenti», i brevi testi qui radunati offrono un saggio dell’onnivora curiosità che è la molla vitale di ogni scienziato, anche di chi, come Vallortigara, «per mestiere passa il tempo a studiare il linguaggio delle lucciole e il tabù dell’incesto nelle falene». Intrecciando etologia, neuroscienze e amore per la letteratura, e sempre forzando i confini tra discipline diverse, Vallortigara delinea in queste pagine un itinerario affascinante: ci conduce per esempio a Capri, sulle tracce dell’etologo estone Jakob von Uexküll; oppure alla scoperta delle prodezze cognitive di Physarum polycephalum, un organismo unicellulare capace di estendere le sue propaggini protoplasmatiche in una rete che compete in efficienza con quella delle ferrovie di Tokyo; o, ancora, alla ricerca della ragione per cui l’uso alternato della narice destra e sinistra in un cane può illuminare il differente funzionamento dei due emisferi cerebrali, e spiegare perché una parte dell’umanità è mancina. Smascherando i più diffusi pregiudizi sul mondo animale, Vallortigara elargisce rivelazioni sorprendenti – sull’empatia delle formiche e l’altruismo dei pappagalli, sugli esiti dei processi di selezione genetica delle galline, sul luogo misterioso del cervello dove è custodita la memoria, sull’origine biologica delle credenze umane in entità sovrannaturali. E ci ricorda che gli animali, oltre che amici meravigliosi, sono anzitutto «una fonte inesauribile di interrogativi».
14,00 13,30

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