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Libri di Vittorio Giacopini

Biografia e opere di B. Traven

L'orizzonte degli eventi

Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 396
Il personaggio che dice "io" quasi non ha il tempo di presentarsi: lo Zingaro appare subito in scena (e non importa se la scena è onirica o meno) e, salvo rare assenze, la tiene occupata sempre. Lo Zingaro viene da lontano, è il freak, il drop out, il filosofo, il profeta. Entra ed esce portando saggezza e provocazione, gioca, straccia le facili verità, fustiga le eredità culturali, fa linguacce a buonismi e isterismi. Non è rivendicativo, semmai vendicativo. Non ammette arretramenti. Stabilisce con l'autore un dialogo serrato, uno scambio sbilanciatissimo di opinioni. I due si scontrano e si incontrano, viaggiano lungo le rotte del presente, attraversando la pandemia, la crisi climatica, le migrazioni, lo stimolo costante dell'informazione e il progresso scientifico. Sorta di nano nietzschiano, che porta alla luce la voce degli ultimi, lo Zingaro conduce alla verità negletta, al passato obliterato, alla fine del tempo. I due protagonisti si scontrano e si annientano, fino ad arrivare al limite degli eventi, letteralmente al buco nero destinato a inghiottire il loro addio. Siamo di fronte a un romanzo pamphlet che ruota intorno alla consapevolezza della Storia e del tempo. Ricchissimo di suggestioni e motivazioni, L'orizzonte degli eventi è una delle opere più autenticamente provocatorie della remissiva cultura italiana. Parla a chi vuole intendere, e per una volta questa limitazione deve essere interpretata come una sfida vera, come coraggio intellettuale.
20,00 19,00

Contro la cultura di massa

Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2022
pagine: 120
In anticipo di decenni, Lasch individua chiaramente i guasti che il processo di modernizzazione in atto avrebbe provocato nella società contemporanea: la fine delle culture popolari autonome, rimpiazzate da una cultura di massa tarata sulle esigenze del mercato; la crisi della democrazia, ormai confusa con la libera circolazione delle merci; l'estinzione tanto della comunità solidale quanto di un'idea di individuo del tutto estranea all'atomizzazione perseguita dal neoliberismo. Ma se questa modernizzazione avviene indubbiamente sotto l'egida del capitalismo finanziario, essa è però avallata da una sinistra, radical e liberal, incapace di interpretare il processo in corso. Forse perché ne condivide, come ben evidenzia Michéa, la medesima visione sociale e politica di stampo illuminista, a cominciare dall'idea di Progresso. Nulla ha dunque impedito a quel processo di trasformare la cultura in merce e il popolo in una massa anonima composta da Io minimi, consumatori narcisi e anime perse: una deriva largamente prevista, contro la quale Lasch, nel suo modo lucido e appassionato, ci aveva messo in guardia.
14,00 13,30

Epifanie

Libro: Libro rilegato
editore: Racconti
anno edizione: 2021
pagine: 256
Un gigante del Novecento illustrato dal finalista al Premio Campiello Vittorio Giacopini. Con tre saggi di Giacopini, Terrinoni, Avolio. Impreziosita da oltre cento illustrazioni e dal tratto caustico di Vittorio Giacopini questa nuova e inedita edizione delle Epifanie raccoglie nella loro totalità tutte e quaranta le prose che ci rimangono del primo Joyce “dublinese”, scritte fra il 1900 e il 1904. Scenette, visioni, sogni, allucinazioni, momenti significativi della quotidianità fissati dall’«occhio spirituale» dello scrittore, finalmente aperto alla vertigine del mondo e alla sua quidditas, alle metafore visive e a una prospettiva originale sulle cose. «Nel ripubblicare questi testi, accompagnati dalle illustrazioni e dalle parole di Vittorio Giacopini (un gesto artistico che si adatta perfettamente al loro spirito originario, dando forma a un dialogo a distanza che è l’unico senso dell’arte viva, che non spiega ma dispiega) e dalla lettura eretica di Enrico Terrinoni l’invito al lettore è di recuperarne l’originaria forza irradiante e l’apertura significante, di lasciare che la parola evochi e che la letteratura, come scrive Joyce, si faccia carne» (Carlo Avolio, nell’Introduzione «Visioni di Joyce» contenuto in Epifanie). «Ekfrasi concise e taglienti, si presentano come vere e proprie visualizzazioni di segreti decifrati. Per questo si prestano in maniera naturale all’illustrazione – e il tratto caustico, ironico, di Vittorio Giacopini ce lo dimostra chiaramente» (Enrico Terrinoni, nel saggio «Dello scrivere epifanico», contenuto in Epifanie). Come accade per ogni grande artista da giovane, c’è stato un tempo in cui James era già, e non ancora, il grande Joyce. In cui la visione «chiara» di un ragazzo con velleità letterarie cominciava per la prima volta a registrare il mondo con l’idea di metterlo per iscritto, in cui le strade di Dublino potevano rappresentare ai suoi occhi buoni una scenografia memorabile, eppure anche effimera, prossima allo svanire, all’oblio, alla dissoluzione del tempo e della vista. Anni di apprendistato in cui un dublinese arrabbiato e insoddisfatto tratteggiava i suoi primi canovacci alla ricerca di un metodo e di un’estetica nuovi, sebbene sospeso e sbigottito davanti all’oggetto puro del narrare. Stephen Dedalus definirà queste prime composizioni possibili, questi momenti di radiosa ispirazione giovanile, «epifanie». Improvvise manifestazioni spirituali nella trivialità di un discorso o di un gesto o in uno stato della mente degno di essere ricordato.
23,00 21,85

Coriandoli il giorno dei morti

Libro: Libro in brossura
editore: Racconti
anno edizione: 2019
pagine: 211
L'autore di questo libro, la didascalia «B. Traven», altri non è che una congettura. La teoria più accreditata lo ritiene il giornalista e anarchico tedesco Ret Marut, un'altra lo individua nell'attore Otto Feige, ma c'è chi ha sostenuto fosse il suo agente Hal Croves, la sua traduttrice Esperanza López Mateos, il comunista Linn Gale o il fotografo Traven Torsvan. Ciò che si sa è che volle e riuscì a mantenere l'anonimato, che si trasferì in Messico diventando famoso negli Stati Uniti grazie a Humphrey Bogart e alla trasposizione cinematografica del suo "Tesoro della Sierra Madre", e che per i patiti delle biografie aveva inventato una formula: "Se l'uomo non può essere conosciuto attraverso le sue opere, allora o l'uomo non vale niente o non valgono niente le sue opere. Se vogliamo tener fede al suo monito, non ci rimane che far così". Introdotti, curati e illustrati da Vittorio Giacopini, i racconti contenuti in "Coriandoli il giorno dei morti" ci parlano di un occidentale affascinato, immerso e rapito da una cultura spontanea, quella messicana, che è antica e meticcia, assediata e impermeabile all'uomo bianco, deliziosamente volgare, a tratti terribilmente violenta, ma anche attraversata da una saggezza quasi sempre imperscrutabile e a suo modo esilarante. È una cultura dove i binocoli hanno poteri magici, dove i tradimenti vengono ripagati col sangue, rappresentata da banditi armati di machete, indios che assomigliano a imperatori e galeotti che si affidano ai santi. Il lettore in cerca d'autore è avvertito: a forza di cercare Traven, o chi per lui, non potrà far altro che perdersi nel folto della giungla, ritrovandosi al massimo con un asino o un fantasma. A quel punto dovrà scegliere se scappare senza risposte o sentire su di sé il fascino e l'inadeguatezza di una logica diversa, una festa da giorno dei morti.
17,00 16,15

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