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Libri di Vincenzo Caputo

Biografia e opere di Vincenzo Caputo

Narrare le immagini. Critici d’arte e critici letterari a confronto. Atti del Convegno internazionale (Napoli, 13-14 novembre 2017)

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2019
pagine: 180
Dare parola alle emozioni, sistematicità alla visione e alla produzione artistica: appare questo il compito specifico di chi si pone l’obiettivo della piena intelligenza di dipinti, sculture e architetture; artisti, critici d’arte e critici letterari che hanno provato a descrivere le peculiarità delle opere create o osservate. Gli ‘artisti-scrittori’ ricoprono un ruolo di primo piano, e i contributi loro dedicati vertono sul rapporto tra espressioni diverse e sulla capacità di alcuni artisti di manifestare la propria creatività per mezzo di linguaggi molteplici. Grande attenzione è poi riservata alle modalità di racconto dell’arte da parte di giornalisti e letterati ‘di professione’: Italo Calvino, Anna Banti, Giustino Fortunato. Infine, viene analizzato l’interesse che critici e studiosi di letteratura hanno dedicato alla visual art: Cesare Garboli, Gianfranco Contini, Ezio Raimondi.
170,00 161,50

«Imitazione di ragionamento». Saggi sulla forma dialogica dal Quattro al Novecento

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2019
pagine: 268
All’altezza del 1585 Torquato Tasso elabora nel suo Dell’arte del dialogo una sorta di descrizione consuntiva: un bilancio ragionato su una fortunata pratica letteraria che vive, proprio nel XVI secolo, il momento di massima fioritura. L’autore della Liberata riflette sui nodi cruciali del ‘ragionare’, collocando la forma nello scaffale dei ‘generi alti’ della nostra tradizione. Il dialogo è in sostanza, per Tasso, «imitazione di ragionamento». È ovviamente una linea che non esaurisce le possibili strade che il dialogo può percorrere, ma che appare forse tra le più lungamente feconde e attraversate. Su tali questioni si soffermano le ricerche, qui raccolte. Esse sono legate a un più ampio progetto, che coinvolge studiosi di diverse sedi accademiche italiane ed europee. Siamo di fronte a quindici case studies, a voler utilizzare il lessico delle scienze sociali, che – interagendo tra di loro – hanno l’ambizione di divenire occasione per una più generale riflessione sulla pratica del ‘ragionamento’ dal Quattro al Novecento.
35,00 33,25

«Ascende sovra tutte le stelle»: le forme del poema dal Tre al Seicento

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 188
Da Giovan Battista Marino a Francesco Petrarca, passando soprattutto per Ludovico Ariosto e Torquato Tasso, i contributi qui raccolti, pur nella loro eterogeneità di contenuti e metodologie, presentano un comune denominatore. Essi analizzano gli usi e i fini poliedrici della ‘narrazione in versi’, nella consapevolezza che tale narrazione riesce ad assumere svariate forme e sfaccettature. L’analisi pone in risalto anche una serie di questioni più ampie, che coinvolgono in generale la ‘forma poema’ nelle sue svariate declinazioni di ‘romanesco’, ‘epico’, ‘eroico’, ‘eroicomico, ‘sacro’, ‘figurato’. La narrazione di battaglie, assedi, scontri singolari, amori contrastati, scambi di persona, encomi differiti mostra quanto sia estesa la ‘materia’ che il poema può includere al proprio interno: rispetto a essa ogni letterato selezionerà specifici percorsi e direzioni.
165,00 156,75

L'io felice. Tra filosofia e letteratura

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2017
pagine: 228
Nel saggio d'apertura di questo volume, punto d'arrivo di una più ampia ricerca che ha coinvolto in modo sinergico studiosi di filosofia e di letteratura, Giuseppe Cacciatore si chiede quale significato possa essere associato oggi al termine “felicità”: «È un'idea, un concetto, una costruzione mentale, un archetipo, una finalità, un godimento estetico, l'effetto di un desiderio, l'esplicarsi di una passione, un'utopia, un sogno, un valore?». A partire dalle riflessioni di Socrate, registrate nella forma dialogica da Platone, i contributi disegnano, attorno a questi e ad altri quesiti, un percorso organico, che va dal Trecento al Novecento (l'averroismo bolognese, Ficino, Fracastoro, Baldi e Tasso, la mistica secentesca, Vico, Manzoni, Dossi, Niccodemi, Pavese, Ricci). Emerge, in maniera evidente, il carattere fortemente polisemico di un “sentimento”, che finisce per coinvolgere filosofia e politica, religione e arte, economia e antropologia, medicina e psicologia, sociologia e letteratura. Scritti di: Giuseppe Cacciatore, Vincenzo Caputo, Annalisa Castellitti, Noemi Corcione, Daniela De Liso, Domenico Giorgio, Sara Laudiero, Fabrizio Lomonaco, Anna Motta, Marcello Sabbatino, Giuseppina Scognamiglio, Fabio Seller, Valeria Sorge.
29,00 27,55

La «virtù eccellentissima». Eroe e antieroe nella letteratura italiana da Boccaccio a Tasso

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2017
pagine: 176
Nel "Dialogo dell'onore" di Giovanni Battista Possevini, edito per la prima volta nel 1553, la 'virtù eroica' si configura – in opposizione al 'vizio' e alla 'bestialità' – come 'eccellentissima'. A essa è concessa la prerogativa di 'conservare' il mondo. Da tale prospettiva, questa 'virtù eroica' assume una valenza pienamente 'civile'. Essa, infatti, sembra avere il compito di garantire l'humanitas in contrapposizione alla ferinitas, di esaltare i valori di una codificata e condivisa società a svantaggio di pericolosi gesti e comportamenti anomici. I contributi, qui raccolti, rappresentano un sondaggio critico sulle poliedriche immagini che eroi e antieroi possono acquisire all'interno della letteratura italiana lungo un arco cronologico che va da Giovanni Boccaccio a Torquato Tasso, passando per Matteo Maria Boiardo, Ludovico Ariosto e Giovanni Andrea dell'Anguillara. Emerge una galleria di personaggi d'arme (Teseo, Alessandro Magno, Rodomonte, Achille) e no (Alvida, Filemone e Bauci, cardinali e vedove), i quali sono una sorta di materializzazione di ben determinate 'virtù' e di ben determinati 'vizi'. È un gioco di opposti, che talvolta finiscono paradossalmente per risultare complementari: la «virtù eccellentissima», appunto, e il «vizio bestiale», l'umanità e la ferinità, il bene e il male.
22,00 20,90

«Il barlume che vacilla». La felicità nella letteratura italiana dal Quattro al Novecento

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 164
I saggi, qui raccolti, rappresentano un sondaggio critico sui poliedrici significati che il termine 'felicità' assume all'interno della letteratura italiana. In un ampio arco cronologico, che va dal Quattro al Novecento, sono stati analizzati autori e testi della nostra tradizione, al fine di verificare le modalità retoriche e narrative attraverso le quali è avvenuto il 'racconto' di tale stato d'animo. Da Giovanni Pontano e Bernardino Baldi a Natalia Ginzburg e Giancarlo Buzzi, da Carlo Goldoni e Alessandro Manzoni fino a Luigi Pirandello la scrittura si mostra particolarmente attenta alla registrazione della variegata polisemia legata al termine 'felicità'. Raccontare questo sentimento, infatti, significa nel contempo riflettere sul suo opposto, porre attenzione al lungo percorso di ricerca che lo preannuncia, verificarne il carattere effimero e nostalgico. In queste indagini risulta evidente l'esistenza di un rapporto strettissimo tra il lessico della 'felicità', con tutte le sue varianti sinonimiche e contrastive, e il lessico narratologico, legato al tempo del racconto. Più che descritta nell'hic et nunc, la 'felicità' è spesso immaginata nella mente della voce narrante come un sentimento strettamente connesso a un passato mitico e irripetibile o a un futuro incerto e difficilmente realizzabile.
23,00 21,85

Dar spirto a' marmi, a i color fiato e vita. Giorgio Vasari scrittore

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2015
pagine: 178
Se si volesse cercare una formula, che riassuma il senso di questa indagine sulla scrittura del pittore Giorgio Vasari, essa potrebbe sicuramente essere individuata sul piano poetico. Nei versi di un sonetto di accompagnamento alle Vite risiede, infatti, il significato profondo della produzione letteraria vasariana. In esso (Questo si dona a voi, donna gradita) la raccolta biografica e, in generale, la scrittura dell'artista si configurano efficacemente come un mezzo per "dar spirto a' marmi, a i color fiato e vita". Non è solo la riproposizione del principio classicista della scrittura che vince la morte, al quale pure si allude ('dare vita' nel senso di permettere alle opere di esistere nel tempo), ma è anche l'idea di una funzione più ampia da affidare alla 'penna' rispetto al 'pennello'. Il libro delle vite e la produzione letteraria finiscono per vivificare le creazioni artistiche, per originare in loro il principio immateriale della vita, che le eleva su un gradino più alto rispetto al piano della pura materialità. L'atto della scrittura, che si configura sostanzialmente come atto di narrazione e di descrizione relativo a immagini dipinte o scolpite, diviene l'unico in grado di fornire il soffio vitale a opere che potrebbero ai più apparire morte, di accendere e, quindi, di generare il moto in immagini che potrebbero ai più apparire statiche.
24,00 22,80

La «bella maniera di scrivere vita»

Libro
anno edizione: 2009
pagine: 292
Realmente vissuto significa fissare nella scrittura le peculiari manifestazioni storiche di quella specifica esistenza. Accade, però, che scrivere una vita possa nello stesso tempo equivalere a seguire un ricettario letterario con obbligate tappe narrative. Se negli ultimi decenni si è avviato un discorso critico sul genere biografico, la questione è sicuramente destinata a complicarsi nel momento in cui si passa, in modo specifico, all'ambito cinquecentesco anche in considerazione di quanta fortuna abbiano riscontrato in sede critica, rispetto alla biografia, altri e altrettanto fondativi generi letterari del XVI secolo (la forma dialogica, ad esempio, quella novellistica e quella autobiografica). E proprio nel corso del secondo Cinquecento che il genere biografico diviene oggetto di una serie di riflessioni teoriche, che coinvolgono letterati come Francesco Patrizi, Giovanni Antonio Viperano e Torquato Malaspina. Ripercorrendo la tradizione precedente, questi trattatisti contribuiscono, in maniera decisiva, allo stabilizzarsi di un preciso paradigma scrittorio, una ("maniera" di scrivere vite, alla quale il letterato decide o meno di aderire.
40,00 38,00

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