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Libri di Sergio Blazina

Biografia e opere di P. Grossi

Lo specchio della produzione. Critica dell'industria del desiderio

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 146
Già negli anni Sessanta del Novecento Jean Baudrillard scrive alcuni testi di critica della società dei consumi, e lo fa in una prospettiva di marxismo eretico che prende le mosse sia da Henri Lefebvre sia da Guy Debord e dai situazionisti. Il suo intento fin dai primi lavori è allargare il raggio d’applicazione della critica dell’economia politica di Marx agli effetti sociali della circolazione delle merci. Baudrillard mira a trascendere la produzione e lo scambio economico delle merci, inserendo a pieno titolo nella produzione stessa ambiti invece considerati da Marx come residuali o sovrastrutturali, quali la cultura, l’informazione, la sessualità. E ciò perché tali ambiti, acquisiti nel ciclo della valorizzazione del capitale, rendono immediatamente produttivo anche il consumo. In questa logica, "Lo specchio della produzione" ipotizza una forma/segno che identifica la stessa forma/merce e che è ancor più influente nella determinazione del valore rispetto al mero calcolo del costo economico dato dal rapporto tra salario, prezzo e profitto. Alla critica della forma/merce Baudrillard intende sostituire una critica dell’economia politica del segno e della sua espressione suprema, il valore/desiderio, che si presenta come variabile indipendente dalla produzione e come il sistema che sussume ogni possibilità di radicale rottura con il sistema nel suo complesso. Introduzione e postfazione di Maurizio Ferraris.
14,00 13,30

La Divina Commedia. Antologia

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
anno edizione: 2010
pagine: 744
25,10 21,84

Adelchi

Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2007
pagine: LVII-208
Nell'Adelchi (1820-22) Manzoni mette in scena una vasta ricostruzione storica degli avvenimenti che hanno preceduto il crollo del regno longobardo in Italia tra il 772 e il 774, travolto dall'avanzata vittoriosa dei franchi. La ragion di stato, incarnata da Carlo Magno, ha leggi ferree che possono solo essere accettate o respinte e non conosce altro rapporto che tra dominatori e dominati, cosicché all'uomo «non resta che far torto, o patirlo». Ma il principe Adelchi, figlio del re longobardo Desiderio, non sa adeguarsi alla logica del potere: al mondo barbarico che si regge sulla conquista, il tradimento e l'oppressione, egli oppone la fedeltà che non si piega al compromesso, l'affetto, la pietà, la ricerca della pace, e come un antico eroe sceglie consapevolmente la propria sconfitta. La tragedia, qui proposta insieme agli appunti preparatori per l'incompiuto Spartaco, segna il punto di arrivo del pessimismo manzoniano sulla storia come dominio dell'ingiustizia e della violenza: all'intensa pietà per i vinti e i vincitori l'autore unisce la dolorosa commiserazione verso il popolo italiano straziato dagli invasori stranieri. Introduzione di Pietro Gibellini Prefazione e note di Sergio Blazina.
9,00 8,55

7,60 7,22

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