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Libri di Luca Zoppelli

Biografia e opere di Francesco Orlando

Nei palchi e sulle sedie. Il teatro musicale nella società italiana dell'Ottocento

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2023
pagine: 344
Nell'Ottocento italiano il teatro d'opera rappresenta la principale forma di spettacolo e il fulcro della vita sociale di grandi e piccoli centri. Intrattenimento d'élite, investito di un ruolo di rappresentanza, tocca però tutti gli strati della società urbana, assume ruoli molteplici ed è fruito in modo differente, talora antagonistico, da gruppi di spettatori diversi per estrazione socioculturale, interessi e motivazione. Il volume indaga il contesto istituzionale e politico, la composizione sociale del pubblico, i modi di vivere la serata a teatro; si sofferma sugli orizzonti d'attesa degli spettatori e sulle loro sensibilità di ascolto e di visione; evidenzia in quanta misura usi sociali e pratiche culturali contribuiscano a determinare riflessi e scelte degli autori. Delinea poi un quadro della diffusione del genere e dei suoi “prodotti derivati” al di fuori del teatro, incluse le implicazioni nel processo risorgimentale. Dopo l'Unità le mutate condizioni politiche e sociali trasformeranno la natura dell'opera italiana, sottoponendola alla disgregazione dei livelli di cultura tipica delle società di massa, ma anche suscitando la creazione del nuovo mito della “popolarità”.
32,00 30,40

Donizetti. L'opera italiana

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2022
pagine: 584
È difficile immaginare che sia stata proprio la sua prolificità a relegare per lungo tempo Gaetano Donizetti, negli ultimi trent’anni riscoperto come uno dei protagonisti della cultura romantica europea, in un cono d’ombra. Eppure, se da un lato le più di settanta opere teatrali e le centinaia tra composizioni da camera e brani liturgici gli garantirono notevole fortuna in vita, dall’altro apparvero agli occhi dei critici e dei colleghi contemporanei espressione di superficialità e trascuratezza. La sperimentazione di un’ampia varietà di generi, dal comico al patetico-avventuroso, da quelli italiani a quelli francesi, costò a «Dozzinetti» una reputazione che oggi definiremmo di autore «commerciale», tanto che, dopo la sua scomparsa, poche delle sue opere rimasero in circolazione. Luca Zoppelli ci presenta invece il compositore bergamasco come un artista moderno e pragmatico, che difende le proprie idee ma sa anche creare dei capolavori «a partire dalle sensibilità, dai codici dalle condizioni materiali che lo circondano». Così per esempio le origini proletarie ritornano nell’attenzione verso gli umili in Elisir d’amore o La Fille du régiment, mentre la vasta cultura letteraria e l’indole cosmopolita emergono nell’esplorazione di generi come l’opera romantica frenetica (Lucrezia Borgia), il dramma musicale politico, o il grand-opéra francese (Dom Sébastien). Donizetti ci accompagna lungo il percorso che ha portato un ragazzino povero e dalla voce sgraziata, ma vivacissimo d’ingegno, instancabile, ironico e malinconico, attraverso ambienti musicali e culturali diversissimi, fino a divenire il compositore più rappresentato nei teatri dell’Europa intera: l’autore di un arcipelago drammatico e musicale che è per noi una fonte inesauribile di scoperte e di meraviglia.
40,00 38,00

Su Wagner e altri scritti di teatro musicale

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 262
«"Si chiamava Mime/ un nano malmostoso": così esordisce, in tono di ballata, l'improvvisata autobiografia di Sigfrido nel terzo atto del Crepuscolo degli dei (tutte cose che abbiamo già visto in scena nella giornata precedente, Sigfrido). Uno gnomo fastidioso e ripugnante, codardo, saccente, mielosamente querulo, e soprattutto ipocrita: ha allevato un oda-nello di stirpe divina nella speranza che costui, divenuto adulto, ucciderà per lui il drago che custodisce il tesoro; dopodiché, crede lo gnomo, basterà poco per sbarazzarsene - una pozione soporifera, un fendente sul collo. Personaggio schifoso, insomma. Eppure. Sigfrido va in scena da quasi un secolo e mezzo, e non c'è pubblico che non trovi Mime, per certi aspetti, simpatico. Sarà la patina di comicità che si stende sui primi due atti dell'opera, e che fa di lui quasi un personaggio da cartoon, una specie di Willy Coyote sempre intento a tramare furbissime macchinazioni che poi gli si rivoltano contro, per la divertita commiserazione di tutti. Sarà che la sua ninnananna, pur palesemente sospetta nella sua regolarità sintattica, e grondante di menzogne e mezze verità, è una delle più belle canzoncine infantili che sia dato sentire. L'opposizione assiologica, l'Altro spregevole contro l'eroe puro e senza paura (che però, nell'opera dopo, si macchierà di inganni ancor peggiori, seppure non voluti) finisce insomma per vacillare. Perché alla fine, come scrive Francesco Orlando, «l'arte serve male l'ideologia quando non lesina, a chi sta lì per essere reietto, presenza e voce». È un fenomeno frequente nell'opera in musica: facendo cantare tutti, non si nega ad alcun personaggio la possibilità di orientare in proprio favore, magari per poco, l'identificazione, o almeno la comprensione e l'indulgenza dello spettatore...» (Dalla Prefazione di Luca Zoppelli)
25,00 23,75

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