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Libri di Amitav Ghosh

Biografia e opere di Amitav Ghosh

Fumo e ceneri. Il viaggio di uno scrittore nelle storie nascoste dell'oppio

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 400
L’oppio è uno dei farmaci più antichi e potenti. La sua vasta diffusione come sostanza psicoattiva è invece molto più recente, e risale in gran parte a quando l’impero britannico ha fatto del suo commercio dall’India verso la Cina uno strumento di dominio. In modo avvincente e rigoroso, Amitav Ghosh ci mostra come l’oppio sia all’origine della ricchezza di alcune delle più grandi aziende mondiali e di molte delle famiglie più influenti d’America. Spaziando tra la storia della botanica, le mitologie del capitalismo e le ripercussioni sociali e culturali del colonialismo, “Fumo e ceneri” rivela il ruolo fondamentale che una piccola pianta ha svolto nella creazione del mondo come lo conosciamo, un mondo che ora si trova a un passo dal baratro. Un giorno, bevendo una tazza di tè nel suo studio di Calcutta, come ha fatto migliaia di volte in passato, Amitav Ghosh prende coscienza di una rimozione collettiva, quella della grande presenza della Cina nella vita e nella storia del suo paese. Molteplici sono i motivi per cui fino a quel momento gli era sfuggita, e ognuno di loro va ad alimentare l’ampio e sfaccettato discorso che sviluppa in questo saggio: i rapporti tra i due giganti asiatici non sono sempre stati pacifici, ma soprattutto sono stati a lungo mediati da un terzo molto incomodo: l’impero britannico. Ciò che rende il quadro ancora più inafferrabile è che l’oggetto principale dei traffici fra Gran Bretagna, India e Cina sono i prodotti ricavati da due piante dall’aspetto innocuo, “Camellia sinensis” e “Papaver somniferum”: il tè e l’oppio. Come “La grande cecità” e “La maledizione della noce moscata”, questo libro è un diario di viaggio, ma anche un memoir e un’escursione nella storia economica e culturale del mondo. Amitav Ghosh qui si concentra sul ruolo dell’oppio, forte di vent’anni di ricerche sul tema. Con il suo incredibile talento nel tessere insieme i fili narrativi, un po’ alla volta ci porta a vedere come il commercio di questa sostanza al contempo salvifica e letale abbia plasmato i rapporti di forza tra potenze nell’Ottocento, quali bugie si siano raccontate per occultarne gli effetti più nefasti e come dinamiche e bugie si siano ripetute quasi uguali nella recente crisi degli oppiacei statunitense. Un quadro fosco ma affascinantissimo, in cui non manca qualche bagliore di bellezza e di speranza.
22,00 20,90

Mare di papaveri

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 504
Un veliero nel tumultuoso Oceano Indiano, il traffico d’oppio tra Cina e India, un’umanità straordinaria di destini incrociati, passioni, perdite e riscatti in un coinvolgente romanzo di storia e di avventura. Il primo volume della colossale trilogia dedicata all’origine di una nuova civiltà sorta dalla mescolanza di etnie e culture diverse. Una vecchia nave negriera trasformata in mercantile, l’“Ibis”, raggiunge nel 1838 la foce del Gange per dedicarsi a uno dei traffici illeciti più redditizi dell’Impero britannico, il commercio di «delinquenti e stupefacenti», cioè di coolie e oppio. A bordo si ritrovano, come manovrati da un fato più grande, lascari e clandestini, ciascuno sconosciuto agli altri o quasi: Deeti, una donna che è stata data in sposa a un oppiomane; Kalua, il suo amante, che l’ha salvata; Zachary Reid, il comandante in seconda, figlio di una schiava liberata del Maryland; Neel Rattan, ricchissimo raja caduto in disgrazia; Serang Ali, capo dei lascari e marinaio di consumata esperienza; il giovane Ah Fatt, devastato nel corpo e nell’anima dalla dipendenza dall’oppio… A mano a mano che le difficoltà imposte alla traversata dall’impetuoso Oceano Indiano mettono a dura prova i vecchi legami, tutti sulla “Ibis”, ciurma e passeggeri, iniziano a sentirsi «fratelli di navigazione», uniti da una singolare empatia che azzera le distanze geografiche, le caste e le generazioni.
16,00 15,20

Diluvio di fuoco

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 656
Con questo romanzo corale, ricco di atmosfera e luoghi magici, Amitav Ghosh completa la sua grandiosa trilogia: un’opera monumentale, al tempo stesso picaresca saga e vivida ricostruzione storica dell’India moderna. È il 1840 e la tensione tra la Cina e l’India britannica cresce a dismisura in seguito alla repressione del contrabbando di oppio da parte di Pechino. Le confische imperiali cinesi, tuttavia, non passano inosservate a Londra. L’oppio è troppo importante per le casse della regina, e troppo ghiotte sono le opportunità di profitto in quel fazzoletto di mondo per non scatenare una guerra contro il Celeste Impero. Sullo sfondo di queste tensioni, i protagonisti che abbiamo incontrato a bordo della “Ibis” si incontrano di nuovo, questa volta tra Canton e Hong Kong. L’oppio, che al pari di una forza occulta ha pilotato fin dall’inizio i loro destini, li mette uno di fronte all’altro, facendoli amare e odiare, perché ora si ritrovano nel bel mezzo del conflitto sotto bandiere diverse. Mentre vedono le loro certezze infrante e cercano ognuno per sé di inventarsi un nuovo futuro, tutti sono travolti dal dramma che sta per compiersi: la vittoria dell’Impero britannico segnerà il crollo del mondo per come lo conoscevano.
17,00 16,15

Il fiume dell'oppio

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 552
Trascinante e ipnotico, il secondo volume della «trilogia della “Ibis”» è una narrazione di grande fascino che ci svela il cuore oscuro e pieno di contraddizioni di un paese e delle sue genti. Nel settembre del 1838 una tempesta si abbatte sull’Oceano Indiano e la “Ibis”, la goletta partita da Calcutta con un carico di galeotti diretta a Mauritius, viene coinvolta nel vortice. Quando il mare si calma, cinque uomini mancano all’appello: due lascari e tre coolie sono riusciti a fuggire su una scialuppa. Seconda tappa di una grandiosa epopea storica, “Il fiume dell’oppio” segue i suoi personaggi fino ai porti affollati della Cina. Tra mercanti con abiti di seta e lunghe trecce che cadono sulla schiena, inglesi della Compagnia delle Indie, americani dai modi disinvolti e indiani con le vesti di broccato, a Canton tutti adorano un unico dio, il denaro, e riconoscono un’unica legge, quella del libero commercio. Nel dedalo dei corsi d’acqua della città, le navi provenienti dall’Europa e dall’India scambiano i loro carichi di oppio con casse di tè, seta, porcellana e argento. Almeno finché il Celeste Imperatore non spariglia le carte in tavola e dichiara guerra all’oppio e agli occidentali.
16,00 15,20

La maledizione della noce moscata. Parabole per un pianeta in crisi

Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2024
pagine: 368
Nell’aprile del 1621 a Selamon, un villaggio nell’arcipelago delle Banda, una spruzzata di minuscole isole perse tra l’Oceano Indiano e il Pacifico, un banale incidente – la caduta di una lampada nella bale-bale, la sala riunioni requisita per sé e per i suoi da Martijn Sonck, funzionario olandese della Compagnia delle Indie orientali – innesca uno dei crimini più efferati che la storia del colonialismo ricordi. Sonck, incaricato dalla Compagnia di distruggere il villaggio, ha i nervi a fior di pelle. In passato i bandanesi, abitanti dell’unico luogo del pianeta dove cresce l’albero della noce moscata, una delle spezie di cui le grandi potenze coloniali si contendono il monopolio commerciale, hanno perpetrato stragi dei commercianti invasori; così, quando la lampada cade a terra, Sonck è colto dal panico, lui e i suoi consiglieri afferrano le armi e cominciano a sparare nel buio. Ai colpi dei moschetti i soldati intervengono e gli abitanti del villaggio vengono massacrati senza pietà. È il primo sterminio coloniale motivato dal profitto. Nelle pagine di Amitav Ghosh, questa feroce storia di conquista e sfruttamento – dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura – assurge a parabola della furia devastatrice del colonialismo occidentale e delle sue irreversibili conseguenze fino ai giorni nostri: migrazioni, siccità, pandemia, guerre, emergenza energetica.
13,50 12,83

La montagna vivente. Apologo per i nostri tempi

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2023
pagine: 64
C’era una volta, ai piedi dell’Himalaya, una valle dominata da un’enorme montagna coperta di neve, la cui vetta era sempre avvolta dalle nubi. Gli abitanti della Valle veneravano la montagna, danzavano per lei, su di lei cantavano e raccontavano storie. In cambio la Grande Montagna, Mahaparbat, proteggeva la gente e provvedeva ai bisogni di tutti, regalando flora e fauna dalle proprietà miracolose: rare specie di funghi, frutti squisiti, miele profumatissimo e soprattutto una noce dagli infiniti usi medicinali. Nessuno degli abitanti della Valle aveva mai osato scalare la montagna – se lo avessero fatto, avrebbero rotto il fragile equilibrio fra uomo e Natura – così come a nessuno straniero era mai stato concesso di raggiungere le sue pendici. Un giorno, tuttavia, la Grande Montagna comincia a fremere e palpitare, crepacci si aprono profondi nel cuore della Valle. Un esercito di Anthropoi, dotato di armi terribili, si sta avvicinando. E viene per restare. Forse è un sogno, forse un ricordo, forse una favola nera… eppure tutto appare così vero. In questo piccolo libro Amitav Ghosh torna con grazia e semplicità ai temi che hanno segnato la sua carriera di scrittore – le tragedie del colonialismo, lo sconvolgimento che il cambiamento climatico porta con sé – per consegnarci un apologo sul tempo presente e la nostra generazione, un racconto che è anche un monito nei confronti dell’essere umano e della sua insensata voglia di oltrepassare ogni limite.
10,00 9,50

La maledizione della noce moscata. Parabole per un pianeta in crisi

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 336
Nell'aprile del 1621 a Selamon, un villaggio nell'arcipelago delle Banda, una spruzzata di minuscole isole perse tra l'Oceano Indiano e il Pacifico, un banale incidente – una lampada schiantatasi al suolo nella bale-bale, la sala riunioni requisita per sé e per i suoi da Martijn Sonck, funzionario olandese della Compagnia delle Indie orientali – innescò uno dei crimini piú efferati che la storia del colonialismo ricordi. Sonck aveva ricevuto l'ordine di distruggere il villaggio ed eliminare i suoi abitanti. Aveva, però, i nervi a fior di pelle poiché aveva percepito nell'apparente acquiescenza dei nativi un rabbioso fermento. Quando la lampada cadde, il suo nervosismo si mutò in panico. Lui e i suoi consiglieri afferrarono le armi e cominciarono a sparare a casaccio. I bandanesi, abitanti dell'unico luogo del pianeta dove cresce l'albero della noce moscata, una delle spezie di cui le grandi potenze coloniali si contendevano il mono - polio commerciale, furono massacrati, annientati senza pietà. Nelle pagine di Amitav Ghosh, questa feroce storia di conquista e sfruttamento – dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla natura – assurge a parabola della furia devastatrice del colonialismo occidentale e delle sue irreversibili conseguenze fino ai giorni nostri. Come in tante situazioni analoghe, il genocidio dei bandanesi cancellò dalla faccia della terra anche la loro tradizione di armonioso connubio con la natura. Se oggi il nostro futuro come specie è in pericolo, avverte Ghosh, le cause vanno ricercate a partire dalla scoperta del Nuovo Mondo e dall'apertura delle rotte attraverso l'Oceano Indiano. L'odierna crisi climatica, demografica e sociale non è, infatti, estranea all'ordine geopolitico inaugurato dai colonizzatori del Primo mondo, alla visione meccanicistica delle terre di conquista in cui la natura esiste solo in quanto risorsa da sfruttare e non come entità viva, autonoma e densa di significato; all'assoggettamento indiscriminato di «umani selvaggi» e di «non umani» come alberi, animali, paesaggi. Nella narrazione di Ghosh, i drammi del nostro presente globalizzato – migrazioni, siccità, pandemia, guerre, emergenza energetica – si ricongiungono così a episodi soltanto temporalmente remoti, in realtà così affini nella loro furia devastatrice che la maledizione della noce moscata non è affatto lontana da noi.
19,00 18,05

Jungle nama. Il racconto della giungla

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2021
pagine: 80
Questo libro narra di un'antica leggenda custodita nel cuore delle Sundarban, la più grande foresta di mangrovie del mondo. È la leggenda di Dokkhin Rai, uno spirito terribile che, spargendo il terrore, detta la sua legge selvaggia e regna incontrastato sulla foresta. Sotto le sembianze di una tigre, compare all'improvviso al cospetto degli sventurati che osano avventurarsi nel suo reame e ne divora ossa, pelle, mani. È la leggenda di Bon Bibi e di suo fratello Shah Jongoli, due esseri dal grande potere che accorrono da un deserto lontano, richiamati dalle preghiere e dalle suppliche delle creature della giungla in preda al terrore. Forte e misericordiosa Bon Bibi, guerriero dall'energia mostruosa Sha Jongoli, dopo una lotta selvaggia i due pongono fine alla tirannia di Dokkhin Rai, confinandolo alla foce del fiume, là dove l'acqua si unisce alla terra. Bon Bibi impone così la sua nuova legge, una legge che nasce dalla sua sagacia: nel regno degli umani nessun demone dovrà mettere piede; alla foce del fiume, invece, dove Dokkhin Rai avrà la sua fortezza, nessun essere umano dovrà avventurarsi. È, infine, la leggenda di Dhona, il mercante detto il Riccone, che non può accontentarsi dell'agiatezza raggiunta. La sua cupidigia agogna una nuova avventura, un nuovo viaggio al di là di ogni confine e proibizione. Come un antico cantore di miti, Amitav Ghosh narra questo racconto della giungla ricorrendo al potere magnetico dei versi, tradotti in questa edizione italiana da Norman Gobetti e Anna Nadotti. Ne scaturisce un libro prezioso soprattutto per le giovani generazioni che, disegnato da Salman Toor, ridesta l'antica, sapiente legge che ha governato per millenni il rapporto tra gli esseri umani e la natura: la legge di Bon Bibi, per la quale è bene non sfidare mai il cuore selvaggio della natura piegandola ai propri voleri, se si vuole garantire l'equilibrio della terra. Equilibrio che, come mostrano le nefaste conseguenze del cambiamento climatico in corso, è oggi profondamente minacciato dalla "sconfinata" attività degli esseri umani.
18,00 17,10

Mare di papaveri

Mare di papaveri

Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2020
pagine: 544
È il 1838 quando la Ibis, una goletta inglese a due alberi, giunge alla foce del Gange, per dedicarsi a uno dei traffici più lucrosi dell'Impero britannico: il commercio di «delinquenti e stupefacenti», di «oppio e coolie». A bordo, vi è la ciurma più incredibile che sia dato incontrare nelle acque del Pacifico: un gruppo di lascari, i leggendari marinai che parlano una lingua tutta loro. Nel suo avventuroso viaggio, la goletta trasporta un'umanità davvero straordinaria: il figlio di una schiava liberata del Maryland; un raja in rovina; una vedova che non esita a infrangere i sacri riti della tradizione hindu; un uomo che vuole erigere un tempio alla donna che ha amato. Mano a mano che i legami con le origini si affievoliscono e i contorni delle vite precedenti sbiadiscono, tutti, sulla Ibis, equipaggio e passeggeri, cominciano a sentirsi «fratelli di navigazione», uniti da una comunanza che oltrepassa continenti, razze e generazioni.
14,50

Il fiume dell'oppio

Il fiume dell'oppio

Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2020
pagine: 586
È il settembre del 1838 quando una terribile burrasca si abbatte sulla Ibis, la goletta a due alberi in viaggio verso Mauritius con il suo carico di «coolie», di «delinquenti». Nel fracasso della tempesta cinque fuggitivi si allontanano su una scialuppa: due lascari, i leggendari marinai che parlano una lingua tutta loro, e tre coolie: un ex lottatore strappato ai campi di papaveri indiani; il figlio di un ricco mercante di Bombay; e un raja che si è indebitato con gli inglesi ed è finito galeotto tra le stive della Ibis. Qualche giorno dopo attracca a Mauritius un brigantino ridotto anch'esso male in arnese: il Redruth di Fitcher Penrose, il cacciatore di piante che, a Port Louis, avrà di che rallegrarsi, poiché si imbatterà in uno dei più venerati orti botanici del mondo in cui hanno prestato la loro opera lo scopritore della buganvillea e quello del pepe nero. Chi, invece, non ha da essere lieto per nulla è Bahram Modi, il mercante Parsi partito da Bombay alla volta di Canton con la sua Anahita, un elegante vascello a tre alberi con la stiva di prua completamente piena di oppio. Durante la navigazione, il fortunale ha sorpreso la nave e l'intero carico di oppio si è sganciato.
14,50

La grande cecità. Il cambiamento climatico e l'impensabile

Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2019
pagine: 206
Nei primi anni del XXI secolo Amitav Ghosh lavorava alla stesura de “Il paese delle maree”, il romanzo che si svolge nelle Sun-darban, l'immenso arcipelago di isole che si stende fra il mare e le pianure del Bengala. Occupandosi della grande foresta di mangrovie che le ricopre, Ghosh scoprì che i mutamenti geologici che ciclicamente vi avvenivano - un argine poteva sparire nell'arco di una notte, trascinando con sé case e persone - stavano diventando qualcos'altro: un cambiamento irreversibile, il segno di un inarrestabile ritrarsi delle linee costiere e di una continua infiltrazione di acque saline su terre coltivate. Che un'intera area sotto il livello del mare come le Sundarban possa essere letteralmente cancellata dalla faccia della terra non è cosa da poco. Mostra che l'impatto accelerato del surriscaldamento globale è giunto ormai a minacciare l'esistenza stessa di numerose zone costiere della terra. La domanda, per Ghosh, nacque perciò spontanea. Come reagisce la cultura e, in modo particolare, la letteratura dinanzi a questo stato di cose? La risposta è contenuta in questo libro in cui l'autore della trilogia della «Ibis» ritorna con efficacia alla scrittura saggistica. La cultura è, per Ghosh, strettamente connessa con il mondo della produzione di merci. Ne induce i desideri, producendo l'immaginario che l'accompagna. Una veloce decappottabile - un prodotto per eccellenza dell'economia basata sui combustibili fossili - non ci attrae perché ne conosciamo minuziosamente la tecnologia, ma perché evoca l'immagine di una strada che guizza in un paesaggio incontaminato; pensiamo alla libertà e al vento nei capelli; a James Dean e Peter Fonda che sfrecciano verso l'orizzonte; a Jack Kerouac e a Vladimir Nabokov. Questa cultura, così intimamente legata alla storia del capitalismo, è stata capace di raccontare guerre e numerose crisi, ma rivela una singolare, irriducibile resistenza ad affrontare il cambiamento climatico. Quando il tema del cambiamento climatico appare, infatti, in una qualche pubblicazione, si tratta quasi sempre di saggistica. La rara e fugace comparsa di questo argomento in narrativa è sufficiente a relegare un romanzo o un racconto nel campo della fantascienza. Che cosa è in gioco in questa resistenza? Un fallimento immaginativo e culturale che sta al cuore della crisi climatica? Un occultamento della realtà nell'arte e nella letteratura contemporanee tale che «questa nostra epoca, così fiera della propria consapevolezza, verrà definita l'epoca della Grande Cecità»?
10,00 9,50

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