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Guerini e Associati: Contemporanea

Tutte le nostre collane

Il Vaticano e la Turchia. Dall’Impero ottomano a Erdoğan

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2020
pagine: 168
Ricorrono quest’anno i 60 anni dall’istituzione delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica di Turchia, un paese che riveste un ruolo particolare nella specifica geopolitica vaticana. Dal XIX secolo e lungo tutto il Novecento fino ai nostri giorni, l’Impero ottomano prima e la Turchia poi hanno rappresentato, infatti, un punto di interesse costante per la Santa Sede, anche se nel tempo le relazioni tra questi due soggetti hanno conosciuto fasi e stagioni diverse, accompagnate da differenti priorità, significati, orientamenti. Costante è rimasta, però, l’attenzione di Roma a un contesto considerato cruciale sia per la presenza di diverse chiese e comunità cristiane ‒ cattoliche, ortodosse e antico-orientali ‒ sia per il suo ruolo nodale in molte dinamiche contemporanee (dal colonialismo alla Guerra Fredda, dai conflitti mediorientali al fondamentalismo islamico). Il rapporto tra Santa Sede e Turchia, pur nella sua complessa articolazione, costituisce un elemento rilevante della «politica» della Chiesa cattolica, testimoniato dai viaggi compiuti in Turchia da tutti i papi che si sono succeduti dalla seconda metà del Novecento. Esperti e studiosi italiani e stranieri si confrontano, contribuendo in modo originale alla ricostruzione dell’azione internazionale della Santa Sede, in una direzione finora troppo poco battuta dalla storiografia contemporanea. Saggi di: E. Conte, G. Del Zanna, P. Dumont, T. Kayaoglu, E. Macar, R. Marmara, V. Martano, A. Riccardi.
16,50 15,68

Rinnovare la liturgia per riformare la Chiesa. Élite cattoliche a inizio Novecento

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2020
pagine: 448
Si è frequentemente insistito, in sede storiografica, sulla stretta correlazione fra le istanze di rinnovamento intellettuale avvertite in alcuni settori dell’intellighentia cattolica all’inizio del Novecento e il lacerante confronto che si stava consumando, in seno alla Chiesa contemporanea, sul rapporto con la cultura moderna e, di conseguenza, sul contributo delle sue élite alla vita pubblica nel corso dell’età giolittiana. I progetti di rinnovamento abbozzati durante questi anni si sarebbero concentrati anche sui temi liturgici. Il volume si propone di interpretare simili tentativi e il dibattito che, nel frattempo, si era sviluppato sulle origini del culto cristiano, quali chiavi di lettura per fare luce sugli sforzi messi in campo – sia pure con non pochi distinguo e alcune contraddizioni – all’interno di circoli novatori italiani allo scopo di incoraggiare una più capillare riforma della Chiesa, delle sue gerarchie e delle stesse classi dirigenti cattoliche. Prefazione di Maurilio Guasco.
35,00 33,25

La svolta del 1938. Fascismo, cattolicesimo e antisemitismo

Libro
anno edizione: 2020
pagine: 224
Le leggi razziali del 1938 rappresentarono un drammatico spartiacque, che mise in luce le divisioni all'interno della Chiesa e di tutto il mondo cattolico riguardo al tema dell'antisemitismo. La coscienza di una parte dei credenti entrò in conflitto con i sentimenti filofascisti che fino ad allora aveva nutrito. Quali ripercussioni vi furono sull'atteggiamento della Chiesa verso il regime? La sfida dei totalitarismi alla tradizione cattolica fu colta in tutta la sua portata, o venne sottovalutata nella convinzione di poter “cattolicizzare” queste nuove e rivoluzionarie esperienze politiche?
22,50 21,38

I gesuiti. Dal Vaticano II a papa Francesco

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2019
pagine: 366
Nessun ordine religioso ha lasciato un segno così indelebile nella storia della Chiesa moderna e contemporanea, come i gesuiti, circondati sin dal loro sorgere, da ammirazione e venerazione, associati a immagini che evocano eroismo, santità, scienza e intelligenza, ma anche temuti, combattuti strenuamente, non solo dagli avversari della Chiesa cattolica, ma anche da forze concorrenti all'interno di essa. La Compagnia di Gesù, oltre a essere un dinamico, originale ed efficiente ordine missionario, è stata per secoli un poliedrico think tank, un raffinato laboratorio culturale, in cui si sono elaborate molte delle politiche della Chiesa. Questo libro nasce dall'idea di ricostruire le principali vicende che determinano, a partire dal Concilio Vaticano II, la genesi e lo sviluppo di quel lungo e complesso processo di «aggiornamento-rifondazione» dell'ordine, che ne trasforma le finalità e in parte l'identità, e che la maggioranza degli storici concorda nel riconoscere come la configurazione di una «Terza Compagnia», diversa da quella «restaurata», più affine e vicina a quella dei padri fondatori. I generalati di Pedro Arrupe dal 1965 al 1983 e quello del suo successore Peter Hans Kolvenbach dal 1983 al 2008 segnano con accenti, sensibilità e prospettive diverse le tappe di questa complessa e difficile transizione dell'ordine più potente della Chiesa cattolica, nonostante il drastico ridimensionamento dei suoi membri. Nessuna famiglia religiosa vive in un tempo così breve, negli anni del post-Concilio, una così significativa «metamorfosi». Con l'avvento al pontificato di Francesco, primo papa figlio di Sant'Ignazio, i gesuiti hanno ritrovato un nuovo protagonismo nella vita della Chiesa, ricevendo dal pontefice uno specifico mandato, circa missiones, quello di divulgare ed educare alla pratica del «discernimento spirituale», il «carisma dei carismi», come lo definisce Paolo VI, lo strumento per realizzare quella «conversione pastorale» cuore della riforma della Chiesa di cui parla nell'enciclica programmatica del suo pontificato, l'"Evangelii gaudium".
34,00 32,30

Il Vaticano e Hitler. Santa Sede, Chiesa tedesca e nazismo (1922-1939)

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2019
pagine: 346
Il nazismo ha costituito una terribile sfida per la Chiesa cattolica, che, in un certo senso, continua fino a oggi: molti giudizi sul cattolicesimo contemporaneo ruotano ancora intorno al rapporto di Pio XI e di Pio XII con Hitler. Innanzitutto, il nazismo ha disorientato la Chiesa tedesca, stretta tra minacce gravissime e crimini che non tolleravano il silenzio. Alessandro Bellino ricostruisce l'accidentato percorso di questa Chiesa, ripercorrendo un vasto dibattito storiografico e mettendo a fuoco vicende poco conosciute, come i processi per scandali finanziari e sessuali del clero, che il regime usò come pesanti mezzi di pressione. Ciò che accadeva in Germania coinvolse subito anche la Santa Sede. Dai documenti vaticani, qui ampiamente esplorati, emerge una gestione quotidiana della sfida nazista, che non seguì inizialmente un disegno chiaro e organico, ma che poi acquistò un orientamento sempre più severo. Lungo questa strada, la condanna della Mit Brennender Sorge non è stata un punto d'arrivo definitivo, ma la base di una sistematica strategia diplomatica finalizzata a contrastare l'influenza nazista nel mondo. La Santa Sede agì come un collettivo al cui interno non c'era spazio per contrapposizioni radicali, tuttavia dai documenti emergono differenze di giudizio, di atteggiamento, di azione. Il Segretario di Stato Eugenio Pacelli appare pienamente coinvolto nel progressivo indurimento della linea vaticana e il pontificato di Pio XI si chiuse con una ferma presa di posizione, proposta dal Segretario di Stato a sostegno del card. Mundelein, contro l'«imbianchino austriaco e per giunta inetto». Prefazione di Agostino Giovagnoli.
28,00 26,60

Paolo VI. Il Vangelo nel mondo contemporaneo

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 319
Un «uomo che ha visto anticipatamente la storia»: così papa Francesco ha definito Paolo VI. Giovanni Battista Montini è stato un uomo del suo tempo, che si è confrontato e scontrato con le questioni della modernità europea e occidentale. Ma la crisi della Chiesa alla fine degli anni Sessanta aprì una fase nuova della sua vita. Dopo essersi lungamente impegnato nel governo della Chiesa, riformandone i retaggi temporalisti e anacronistici, Montini ha dovuto affrontare uno sconvolgimento dell'orizzonte storico che ha reso impossibile una gestione dall'«alto» e dal «centro» dell'istituzione ecclesiastica, come spiega Andrea Riccardi. Questo volume mette a fuoco l'attualità dell'«ultimo» Paolo VI, che si aprì al mondo nuovo della globalizzazione attraverso un confronto sempre più ampio con le grandi questioni della pace (ne parla in questo libro il cardinale Parolin); le realtà dell'America Latina, dell'Africa e della Cina; i nuovi rapporti tra Nord e Sud; la situazione nei paesi comunisti dell'Europa Orientale. Nell'impossibilità di definire un modello unico di Chiesa all'interno di un cambiamento sempre più imprevedibile, Paolo VI si è affidato soprattutto a due bussole: il primato del Vangelo e il «sacramento del povero», che — attraverso l' Evangelii Nuntiandi — hanno orientato anche il rinnovamento della Chiesa latino-americana e la «teologia del popolo» argentina cui si è ispirato papa Francesco.
22,50 21,38

Spiritualmente semiti. La risposta cattolica all'antisemitismo

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2017
pagine: 195
La nascita e la rapida diffusione dell'antisemitismo moderno, politico e razziale, tra Otto e Novecento, ha messo in difficoltà la Chiesa cattolica: da un lato, essa aveva da secoli un atteggiamento antiebraico, che in passato aveva prodotto, nell'Europa cristiana, un regime di segregazione in cui la minoranza ebraica era preservata ma discriminata; d'altro lato, l'antisemitismo razziale, fenomeno pienamente secolarizzato, non teneva in alcun conto il battesimo, ritenendo che un ebreo restasse tale anche convertendosi al cristianesimo. Inoltre, l'antisemitismo metteva in discussione l'unità del genere umano e aveva componenti anticristiane. In quel frangente, la Chiesa ha operato una debole distinzione tra la propria tradizione antiebraica e l'antisemitismo, tentando di salvare la prima pur condannando il secondo, ma ha anche avviato una riflessione complessiva sul rapporto con l'ebraismo. In questo libro si ricostruisce il percorso di riscoperta, da parte cattolica, del legame spirituale tra ebraismo e cristianesimo, come risposta all'antisemitismo, in un processo che porta al Concilio Vaticano II e alla dichiarazione "Nostra aetate", con il superamento dell'antica ostilità religiosa e l'apertura di una stagione nuova nei rapporti tra le due fedi.
20,00 19,00

La Chiesa dei poveri. Dal Concilio Vaticano II a papa Francesco

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2017
pagine: 252
Negli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo, insieme all'incremento dei consumi e al boom economico in Europa e in Nord America, emergevano le contraddizioni di un mondo che iniziava a scoprirsi globale: la questione della povertà assumeva contorni nuovi e drammatici, nel volto delle «periferie» prodotte dai neo-colonialismi. Giovanni XXIII, pochi giorni prima che iniziasse il Concilio Vaticano II (1962-1965), affermò che di fronte a quelle contraddizioni la Chiesa si presentava come «Chiesa dei poveri». Da quelle parole scaturì un dibattito che coinvolse un movimento di vescovi e teologi nel tentativo di promuovere, da una parte, una radicale semplificazione degli apparati ecclesiastici e, dall'altra, l'evangelizzazione dei poveri come la principale missione ricevuta dalla Chiesa cattolica. Muovendosi tra diverse fonti - documenti di archivio, diari dei protagonisti, saggistica e articoli di stampa - il volume vuole ripercorrere e ricostruire, con un interesse storico, le trame di quel dibattilo per rispondere all'interrogativo se l'esperienza della «Chiesa dei poveri» sia riducibile a un «pezzo» della storia istituzionale del Concilio Vaticano II, oppure se possa essere compresa come ima dimensione embrionale e rappresentativa delle evoluzioni del cattolicesimo in età contemporanea, lino alla ripresa di quegli stessi temi, cinquant’anni dopo, da parte di papa Francesco.
22,50 21,38

L'interprete di Auschwitz. Arminio Wachsberger, un testimone d'eccezione della deportazione degli ebrei di Roma

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2016
pagine: 254
Arminio Wachsberger venne arrestato dai nazisti a Roma il 16 ottobre 1943 e deportato ad Auschwitz perché ebreo. Dei 1.024 rastrellati quel giorno, ne tornarono solo 16: Arminio è uno di questi. Da subito, appena dopo la fine della guerra, il protagonista di questa storia ha voluto testimoniare sulle travagliate vicende della sua vita, con la parola e con la scrittura. La sua intraprendenza e la conoscenza delle lingue gli hanno permesso di guardare e raccontare gli eventi da un punto di vista privilegiato: quello dell'interprete tra i deportati e le autorità naziste. Dopo la guerra il suo ruolo di interprete non è venuto meno, e non solo nei tribunali: i suoi racconti hanno tradotto in un linguaggio comprensibile una realtà ai confini dell'immaginabile: la tragica esperienza dei lager nazisti. L'appassionata dedizione di Arminio Wachsberger al suo compito di testimone ha fatto emergere nuovamente diverse domande cruciali (su cui altri autori, fra cui Primo Levi, si erano interrogati con sofferta lucidità): che cosa si ricorda? che rapporto esiste tra testimonianza e verità? perché tra storici e testimoni è sorta una reciproca diffidenza? che rapporto esiste tra storia e memoria? quale ruolo svolgono la scrittura e la letteratura nella trasmissione della memoria?
22,50 21,38

Andreotti e l'Italia di confine. Lotta politica e nazionalizzazione delle masse (1947-1954)

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2015
pagine: 279
Ad appena ventotto anni, Giulio Andreotti si trovò a gestire una serie di problemi delicati, con evidenti ricadute sia sul piano interno che internazionale. Nel 1947 era stato infatti nominato sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio e, fra le varie competenze affidategli da Alcide De Gasperi, vi era la responsabilità politica dell'Ufficio per le zone di confine, un organo istituzionale sorto per coordinare l'attività del governo nelle complesse situazioni di frontiera. L'Ufficio era alimentato da ingenti fondi riservati, che Andreotti decideva di volta in volta come utilizzare. Le carte inedite dell'Archivio Andreotti, e di altri archivi consultati per questa indagine, rivelano un giovane all'inizio della carriera, già dotato delle qualità che contribuiranno a renderlo uno fra i politici più rappresentativi della storia italiana del dopoguerra. Nell'affrontare, le principali sfide poste dal suo compito - la propaganda in difesa dell'italianità, la tutela delle minoranze linguistiche, l'attuazione dell'autonomia speciale), i rapporti spesso difficili con la classe dirigente locale - Andreotti si dimostra già uomo di Stato e di governo più che di partito, di grande pragmatismo e con rapporti privilegiati con il mondo ecclesiastico.
24,50 23,28

Il codice di Camaldoli. La DC e la ricerca della «terza via» tra Stato e mercato (1943-1993)

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2014
pagine: 283
Pubblicato nella primavera del 1945, "Per la comunità cristiana. Principi dell'ordinamento sociale" a cura di un gruppo di studiosi amici di Camaldoli ha segnato il percorso di maturazione democratica del cattolicesimo italiano. Seguendo il magistero di Pio XII, gli intellettuali del Movimento Laureati di Azione Cattolica, in particolare Sergio Paronetto e Pasquale Saraceno, diedero in quelle pagine una compiuta forma dottrinale all'ansia di rinnovamento sociale che attraversava il paese. Nel "Codice" furono travasate eterogenee esperienze - l'attivismo spirituale dei giovani cattolici, la scuola marginalista anglosassone, l'aziendalismo dell'IRI, la riflessione sulla programmazione economica - convergenti nel tracciare una "terza via" sociale allo sviluppo, mediana fra Stato e mercato. Il volume ricostruisce la storia di questa proposta, partendo dalle sue radici culturali negli anni Trenta e allargando successivamente l'orizzonte alla sua ricezione nel secondo dopoguerra, dalla rinascita repubblicana del paese durante la fase dell'Assemblea Costituente fino alla fine della Prima Repubblica. Rapidamente dimenticato dopo la vittoria dell'aprile 1948, di fronte alla crisi del modello di economia mista e alla crescente divaricazione fra politica e società civile, alla fine degli anni Settanta "Per la comunità cristiana" fu riscoperto quale momento dottrinalmente genetico del partito cattolico, un utopico ritorno al passato...
23,50 22,33

Giovanni Paolo II e la fine del comunismo. La transizione in Polonia (1978-1989)

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2013
pagine: 495
Il 16 ottobre 1978 fu eletto Giovanni Paolo II. Per la prima volta dopo 455 anni, a guidare la Chiesa cattolica non era un italiano. Rilevante per la storia del cristianesimo, il fatto assumeva valenze geopolitiche per l'origine del nuovo papa: Karol Wojtyla veniva infatti dalla Polonia, fulcro dell'impero sovietico in Europa orientale. In un contesto internazionale caratterizzato dal riacutizzarsi della guerra fredda, l'elezione del papa polacco impresse una svolta decisiva ai rapporti tra i blocchi e il suo paese divenne il crocevia di uno dei cambiamenti più vasti e radicali della storia del Novecento: la fine del comunismo. Dall'elezione di Giovanni Paolo II alla nascita di Solidarnosc, fino alla Tavola rotonda e alle elezioni del 1989, il cui risultato sorprendente diede vita al primo governo non comunista in Europa dell'Est, l'autore ricostruisce i passaggi decisivi di un decennio di storia grazie a una documentazione largamente inedita, frutto di ricerche negli archivi polacchi e di numerose interviste ai protagonisti di quegli anni. "Una rivoluzione senza sangue rappresenta davvero una conclusione positiva per un Novecento tanto insanguinato dalle sue guerre e rivoluzioni. [...] La storia è piena di sorprese - osservava papa Wojtyla. Tra queste non va dimenticata la 'capitolazione docile' dell'URSS all'evoluzione polacca, impensabile fino a poco prima..." (Dalla prefazione di Andrea Riccardi)
29,50 28,03

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