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Neri Pozza

Tutti i libri editi da Neri Pozza

Una vita dolce

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 224
Definire Beppe Sebaste un eccentrico sarebbe giusto. Anche se la sua eccentricità fa sempre perno su un'idea della letteratura molto ben definita e solida. "Una vita dolce" è prima di ogni cosa un romanzo. Una serie di storie che si sommano in una narrazione che ha al suo centro la vicenda dolorosa della compagna del protagonista del romanzo. Attorno c'è la ricerca di un senso della vita, il ricordo dei viaggi, la passione per l'Oriente, storie che rendono questo testo intenso, sorprendente, felice. Sebaste ci porta dentro il dolore, ma anche dentro il miracolo dell'esistenza. Ci racconta favole antiche, si identifica con il suo protagonista fino a farci pensare che questo è sì un romanzo eccentrico, ma è soprattutto un memoir. Alla fine usciamo da queste pagine con lo stesso stupore e la stessa incredulità che proviamo dopo aver fatto un viaggio importante. Sentendo ancora addosso la capacità dell'autore di raccontare il suo dolore e il suo smarrimento, senza alcun filtro, ma come fosse una opportunità, una bellezza, una verità del mondo.
18,00 17,10

Il sentiero spirituale

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 160
Accolto al suo apparire come un vero e proprio capolavoro letterario, capace di pagine di «inesorabile bellezza» (Kirkus Reviews), Shantaram è certamente uno dei libri più letti e venduti del nuovo Millennio. Tradotto in 44 lingue e pubblicato in 116 paesi, con oltre 7 milioni di copie vendute, ha imposto all'attenzione della critica e dei lettori di tutto il mondo la figura e l'opera di Gregory David Roberts. Dopo la sua pubblicazione, Roberts è diventato uno degli scrittori più contesi da festival letterari e prestigiose istituzioni e organizzazioni internazionali. Chi abbia letto Shantaram sa, però, che il romanzo non è soltanto «una saga gigantesca e vera» nella quale Roberts narra di Lin, il filosofo che ha smarrito «l'integrità nel crimine», ma anche una di quelle rare opere in cui l'ostinata ricerca del bene tocca la mente e il cuore. Non stupisce, dunque, che qualche tempo dopo il grande successo di Shantaram, Roberts abbia deciso di sottrarsi a ogni attività pubblica per trovare delle risposte alla tensione spirituale che animava il suo libro e l'opera successiva, L'ombra della montagna. Esiste qualcosa? Un'esperienza concreta attraverso la quale accedere realmente al mondo spirituale? Una via per ricongiungersi con l'ordine dell'universo? ha chiesto Roberts al suo maestro. Negli antichi testi buddhisti si narra che Indra, la divinità vedica, donò al Buddha una conchiglia come simbolo della proclamazione del dharma, della giustizia coerente con l'ordine del cosmo. Suonare la conchiglia con la massima innocenza e sincerità, impegnandosi in una forma di attiva devozione, è la via per inoltrarsi sul Sentiero Spirituale, è stata la risposta del maestro. Questo libro narra dell'avvincente viaggio personale, fatto di stupore e comprensione, di spiritualità e devozione, che Gregory Roberts ha intrapreso seguendo il consiglio del maestro, e tenendosi ben lontano da ogni occasione mondana, per dedicare gran parte della propria attenzione ed energia alla ricerca della connessione spirituale. Un viaggio che è dato a ogni essere umano capace del necessario abbandono, e della necessaria sincerità, che il Sentiero Spirituale richiede.
16,00 15,20

I sette monumenti. Miti, verità e misteri dell'Antica Roma

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 400
C'è un solo modo, vivo e palpitante, di conoscere Roma antica ed è attraverso i suoi monumenti, testimoni muti di un passato glorioso che svolgono il ruolo fondamentale di memoria del tempo da cui provengono. Vi siete mai chiesti quante persone ha visto morire il Colosseo fra le sue strutture? O quanti tramonti e albe ha vissuto il Foro Romano? O quanta gente ha guardato a testa in su la Colonna Traiana che se ne sta lì nella sua maestosità dal 113 d.C.? Conoscendo i segreti e le vicende di queste splendide costruzioni, tutto si illumina e loro diventano la rappresentazione reale, fisica e tangibile, di un passato solo apparentemente lontano. Protagonista di questo libro non è solo la storia di Roma antica: è tutto quello che ruota attorno a essa, alle date e ai personaggi che l'hanno fatta (anche loro malgrado); è quel filo invisibile che non si è mai spezzato fino a oggi. Buona parte di ciò che siamo, pensiamo, percepiamo si può rintracciare in ciò che accadde a partire da ventotto secoli fa in quell'anonimo centro rurale formatosi attorno a qualche colle vicino a un guado sul Tevere. I sette monumenti scelti (Foro Romano, Circo Massimo, Colosseo, Pantheon, Colonna Traiana, Terme di Caracalla e Arco di Costantino) diventano l'occasione per narrare gli aspetti meno noti dell'antico mondo romano, le curiosità meno conosciute, i vizi, le debolezze e le grandezze non solo dei personaggi più celebri ma anche della gente comune, le invenzioni, gli spettacoli, i divertimenti, le terme, la vita sociale e i suoi protagonisti, i numeri e i record di un impero vastissimo. Muovendoci in uno scenario reale (troppo spesso travisato da film e romanzi) si può cogliere l'essenza dei nostri antenati, l'ingegno, la furbizia, la sagacia, i sentimenti, ma anche i difetti e la loro (per noi sconcertante) crudeltà. Ma perché sette monumenti? Perché bastavano a ricostruire la vita quotidiana di tutto il millennio romano-antico, e perché sette era un numero dalla profonda simbologia nel superstiziosissimo mondo romano: sette i colli (eppure Roma nelle immediate vicinanze del centro presenta anche altri colli oltre ai sette antichi), sette i re (che quasi certamente non furono sette)... Questo numero ha giocato, nella storia e nella cultura della città, un ruolo determinante.
18,00 17,10

Io, Monna Lisa

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 352
Firenze, 1504. A cinquantun anni, con addosso una corta tunica di colore rosato e un mantello di velluto verde, Leonardo da Vinci incarna in tutto e per tutto il rinomato artista che da Milano è piombato fra i tradizionalisti repubblicani fiorentini, con le loro vesti lunghe e semplici e i capelli tagliati corti. Nel suo studio, tra disegni sparpagliati ovunque, garzoni che macinano pigmenti, mecenati e muse scontente, prende vita, pennellata dopo pennellata, il ritratto di Lisa del Giocondo, la graziosa moglie di un mercante di sete. Ma la figura che affiora dalla tavola di pioppo, il suo sorriso, soprattutto, non hanno molto a che fare con la modella in posa davanti al ca - valletto. Come Prometeo, Leonardo ha infuso nella sua opera migliore il fuoco della vita, e ora Monna Lisa ha un’anima propria che le consente non solo di percepire tutto ciò che la circonda, ma anche di farsi sentire dal suo creatore, a cui la lega un amore assoluto. Per anni da Vinci e il suo dipinto peregrinano da una città all’altra, incapaci di vivere l’uno senza l’altro, fino a quando la morte dell’artista non giunge a separarli, lasciando l’opera in balia di un incerto destino. Cinquecento anni dopo, Monna Lisa osserva il mondo dalla sua prigione di vetro al Louvre, visitata ogni giorno da migliaia di turisti disposti a fare ore di coda solo per guardarla a bocca aperta. È considerata l’opera d’arte più celebre del mondo, ma nessuno conosce il segreto della sua esistenza. Eppure, le sue avventure meritano attenzione, poiché ha vissuto molte vite ed è stata amata da imperatori, re e ladri. È sopravvissuta a rapimenti e aggressioni, a una rivoluzione e due guerre mondiali. E ora vuole solo raccontare la sua storia, una storia di rivalità, intrighi e potere. Ma anche una grande storia d’amore, la storia di ciò che siamo disposti a fare per coloro che amiamo. Ispirandosi all’opera più iconica della pittura mondiale, Natasha Solomons conduce il lettore dall’abbagliante mondo degli studi fiorentini alle corti francesi di Fontainebleau e Versailles, fino al ventesimo secolo. Tra geniali invenzioni, pericoli di ogni genere e ambigui personaggi disposti a tutto pur di possederla, Monna Lisa passerà di mano in mano, diventando protagonista di un’incredibile avventura e insostituibile testimone della storia dell’umanità.
18,00 17,10

Operazione Chastise. 1943. Il raid dei Dambusters i guastatori delle dighe

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 352
Nella notte tra il 16 e il 17 maggio 1943 uno stormo di aerei, il 617 o squadrone composto da centotrenta aviatori britannici, canadesi e australiani, un americano e due neozelandesi, sorvolò la Germania nordoccidentale e distrusse le dighe dei bacini idrici dell'Eder e della Möhne con delle "bombe rimbalzanti", rovesciandone a valle le acque. Il raid, noto come Operazione Chastise (Castigo), costò la vita a ben cinquantatré dei giovani aviatori che l'eseguirono e, nel Regno Unito dell'immediato dopoguerra, fu subito annoverato tra «quei racconti a sfondo storico – al pari di re Artù o di Robin Hood – che si sottraggono a ogni tentativo di rilettura critica da parte degli studiosi», come scrisse il biografo del comandante di stormo Guy Gibson. Nel 1955, I guastatori delle dighe, il film britannico dedicato all'impresa, fu perciò accolto con entusiasmo dall'opinione pubblica, convinta che il raid non avesse lasciato vittime se non gli eroici cinquantatré giovani aviatori. In realtà, nell'Operazione Chastise, nota in Germania come Möhnekatastrophe, perirono circa millequattrocento persone, quasi tutte civili, quasi tutte donne di nazionalità francese, polacca, russa e ucraina: più che in qualunque precedente attacco condotto dalla RAF sul Reich. Una strage di civili, per la maggior parte vittime di Adolf Hitler, che si inquadra nella controversa offensiva condotta dagli Alleati con i bombardieri durante la seconda guerra mondiale. Questo libro nasce dall'esigenza di raccontare di nuovo, e di riconsiderare, la vicenda dell'Operazione Chastise con la speranza di offrire una nuova prospettiva. Un compito arduo per Max Hastings, che conserva ancora «il timore reverenziale provato da bambino per i piloti che avevano fatto esondare la Möhne e l'Eder». Un compito, tuttavia, ineludibile per uno storico che voglia accertare i fatti, e stabilire in questo caso «se la straordinaria storia dell'Operazione Chastise – l'impatto che ebbe sulla seconda guerra mondiale a fronte delle conseguenze umane – si lasci redimere dalla gloria».
20,00 19,00

Piume bianche. Le inchieste di Maisie Dobbs

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 352
A volte il destino si presenta sotto spoglie inaspettate: così è stato per Maisie Dobbs, quando a tredici anni è entrata a servizio in casa Compton e la padrona, Lady Rowan, ha notato in lei un'intelligenza fuori dal comune. Maisie è stata sottratta alla vita grama riservata alle ragazze della sua condizione sociale, ha potuto studiare, è cresciuta sotto l'ala protettrice del grande investigatore Maurice Blanche, ha servito come infermiera in Francia per i soldati sul fronte occidentale ed è, infine, diventata lei stessa un'investigatrice. Con l'ausilio dell'insostituibile assistente Billy Beale, risolve i suoi casi, spesso battendo sul tempo l'ispettore Stratton di Scotland Yard, un po' rivale, un po' spasimante. Nella primavera del 1930, la crisi economica sta mettendo il mondo in ginocchio, anche se non tutti piangono miseria: Joseph Waite ha costruito dal niente un impero, ma ha un problema, la sua fortunatissima erede, la trentaduenne Charlotte, ha fatto sparire ogni traccia di sé, volando via dalla gabbia dorata del privilegio in cui il rude e anaffettivo magnate l'ha rinchiusa. Waite vuole che Maisie la ritrovi, in fretta e senza troppo clamore. Pur non apprezzando i modi spicci e imperativi dell'arrogante «nuovo ricco», Maisie di questi tempi non può certo rifiutare un incarico, sebbene non particolarmente stimolante. L'indagine però prende presto una piega inaspettata: dal passato di Charlotte emerge più di una ragione per la sua fuga, se di fuga si tratta. Inoltre – ultimo fatto ma non per importanza – tre delle sue migliori amiche di un tempo hanno subito una morte violenta, con un unico, piccolo dettaglio che accomuna le diverse scene del crimine. La seconda indagine dell'investigatrice-psicologa Maisie Dobbs.
18,00 17,10

La vita che vive

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 128
Una stessa sensazione, la più semplice, elementare sensazione di essere vivi, può generare la più intensa felicità o può essere, piuttosto, oggetto di paura e di infelicità. Spinoza ha dato a questa sensazione – che ci è familiarissima, ma resta per lo più impercepita e quasi addormentata durante la nostra vita quotidiana – il nome di conatus: una tensione che attraversa il nostro corpo e la nostra mente, e da cui dipendono ogni virtù e ogni vizio. Tutto nasce qui: le paure e i desideri, il fatto che si viva o che si sopravviva. Che cosa fare di questo conatus? È possibile fondare l'etica proprio su questa esperienza elementare? Il saggio di Emanuele Dattilo, scandito in brevi, densi capitoli, cerca di definire questa fondamentale nozione spinoziana, avvicinandola obliquamente, da varie prospettive. Così il conatus si rivela centrale non solo all'interno dell'Etica di Spinoza, ma nell'immediata dimensione etica della nostra vita. Anna Maria Ortese racconta, in un suo articolo, la profonda rivelazione che ebbe, un giorno, calpestando all'improvviso un fiore. Una rivelazione che espresse con meraviglia attraverso le parole: la vita è viva. Riconoscere in ogni gesto il conatus, la vita che vive, significa entrare in una regione totalmente eterogenea a quella delle superstizioni e delle convenzioni morali, una dimensione in cui, secondo Spinoza, la nostra forma si accresce, si intensifica, e apprende a «desiderare direttamente il bene».
13,50 12,83

L'improbabilità dell'amore

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 496
La vita della trentenne Annie McDee negli ultimi tempi ha preso una brutta piega: dopo la rottura con lo storico fidanzato si ritrova sola, in un appartamentino un po’ squallido, l’unico che può concedersi con il suo magro stipendio di cuoca. Cinque settimane prima, a uno speed-dating organizzato in un museo di Londra, ha conosciuto Robert e, ora che vorrebbe fargli un regalo di compleanno, è costretta a rovistare in un negozio di seconda mano. Tra cumuli di ciarpame e scarti appartenuti a chissà chi, Annie nota un quadro appoggiato a una parete, dietro una pianta di plastica. Il proprietario non ne sa granché: ha acquistato la baracca alla cieca, cianfrusaglie e ninnoli compresi. Spinta da un impulso irresistibile, la giovane donna acquista il dipinto, salvo doversene pentire la sera stessa, quando Robert la molla senza nemmeno presentarsi a cena. Decisa a restituire il quadro per riavere indietro i soldi, il giorno dopo Annie pedala fino al negozio del rigattiere, ma al suo arrivo ha un’amara sorpresa: l’area intorno alla bottega è chiusa dal nastro della polizia e al suo posto non restano che macerie fumanti. Poche ore dopo la sua visita nel negozio, qualcuno vi ha fatto irruzione, ha legato il titolare, sparso benzina ovunque e lanciato uno straccio in fiamme. Il locale è bruciato in poche ore. Davanti all’accaduto, a Annie non resta che rassegnarsi al sacrificio delle sue settantacinque sterline e tornarsene a casa con il dipinto sottobraccio. Nelle settimane successive, tuttavia, la sua vita e la sua persona sembrano stranamente diventare oggetto di improvviso interesse e curiosità di un gran numero di bizzarri individui.
19,00 18,05

Vita di Charlotte Brontë

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 624
Le loro esperienze di vita e di scrittura erano molto diverse: Charlotte Brontë riservata, solitaria e anticonformista; Elizabeth Gaskell estroversa, ambiziosa e politicamente impegnata. Eppure, le due scrittrici vittoriane furono grandi amiche. Dopo la morte di Charlotte Brontë, avvenuta nel 1855, suo padre, il pastore Patrick Brontë, affidò proprio alla Gaskell il compito di scrivere una biografia veritiera sulla figlia, troppo spesso vittima di maldicenze e pregiudizi. Elizabeth Gaskell partì così sulle tracce della popolare scrittrice, componendo un'opera notevole per quantità e qualità, attingendo a lettere, intervistando quanti l'avevano conosciuta e arrivando fino a Bruxelles, dove nel 1842 Charlotte si era recata insieme alla sorella Emily per studiare la lingua francese. Ne emerge il ritratto di una donna che, andando controcorrente rispetto all'epoca vittoriana, seppe trovare le parole per dare voce alla propria esperienza, anche a costo di apparire «poco femminile» agli occhi dei contemporanei. Orfana di madre e con un padre «eccentrico», Charlotte crebbe in un villaggio sperduto tra le brughiere dello Yorkshire, in una casa di pietra grigia circondata dalle lapidi di un cimitero. Fin da piccola, grazie a un padre colto e all'avanguardia, assieme alle sorelle e al fratello fu avviata agli studi e incoraggiata a pensare con la propria testa. Un'educazione che un giorno l'avrebbe spronata a mettere mano alla penna per dare vita ad alcuni dei grandi capolavori della letteratura inglese, tra cui Jane Eyre, immediato successo all'epoca della sua pubblicazione e ormai classico intramontabile, che firmò con lo pseudonimo Currer Bell. Storia di una donna volitiva, ribelle e passionale, che fece della letteratura una ragione di vita, l'opera di Elizabeth Gaskell ha il pregio raro di una biografia di Charlotte Brontë composta da una scrittrice che occupa un posto di rilievo nel pantheon delle lettere inglesi.
25,00 23,75

Il posto di guardia

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 384
Ritrovato in un cassetto molti anni dopo la morte dell'autore avvenuta nel 1979, e inedito fino a oggi, questo romanzo rappresenta un unicum nel panorama letterario di questi anni: per lo stile, perché non cede alle mode del tempo, per la capacità visionaria di raccontare un mondo solo in apparenza lontano da noi. Il questurino Crescenzo Falarino, terminato il suo turno di notte al posto di guardia dell'Ospedale dei Pellegrini, vaga per Napoli, in un viaggio a ritroso alla scoperta della sua colpa. Un vagabondare che, fra memoria e realtà, fissa in alcuni luoghi esemplari – Villa Lucia, Palazzo Donn'Anna, il Parco Grifeo, il Caffè Gambrinus – le coordinate mitologiche della città. Il romanzo è costruito come un alternarsi di ricordi personali e di vicende evocate che, affastellandosi nell'arco di un solo giorno, coprono vent'anni, fra Napoli e la Sicilia. Uomo senza qualità, ma ineluttabilmente impregnato di un astratto senso del dovere, Falarino intraprende questo errare nel tempo come un'indagine di polizia, alla ricerca di una verità processuale che non può esistere, e neanche possiamo pretendere. Quello di Viviani è il racconto di una umanità incapace di redenzione, di personaggi densi, di storie intrecciate. Un testimone di quegli anni potrebbe riconoscere in alcuni personaggi figure realmente esistite, ma questo non è un romanzo a chiave. È l'affresco di un'umanità che si muove nel vuoto di un nuovo tempo, sul bordo di una modernità degradata e sfuggente. Ne esce una Napoli preziosa, forse perduta, raccontata senza mai scegliere la strada più facile, priva di tentazioni veristiche. Crescenzo Falarino, pagina dopo pagina, si insinua nella mente del lettore diventando il suo compagno di strada di sempre: familiare e al tempo stesso estraneo come solo i grandi personaggi letterari sanno essere davvero.
18,00 17,10

Il sosia

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 256
È una notte di tregenda a San Pietroburgo, una terribile notte novembrina. Il consigliere titolare Goljadkin avanza a piccoli passi rapidi e minuti. Incurante della neve, dell'aria gravida di ascessi, raffreddori e febbri, vorrebbe fuggire da sé stesso, distruggersi del tutto, ridursi in cenere. In casa di Olsufij Ivanovic, suo benefattore e padre della bella Klara, ha subìto la peggiore delle umiliazioni: è stato messo alla porta come il più spregevole degli esseri umani. Non c'è anima viva in giro, eccetto un passante che, vestito e imbacuccato come il consigliere titolare, sgambetta a passi corti lungo il marciapiede della Fontanka e sparisce poi lontano, procurando a Goljadkin una vaga inquietudine. Il consigliere titolare si affretta allora a raggiungere casa, ma, una volta messo piede nel suo appartamento, una terrificante sorpresa lo aspetta: seduto sul suo letto, il suo conoscente notturno gli fa un cenno amichevole col capo. Goljadkin si accascia al suolo in preda al terrore. L'uomo infatti non è altri che lui stesso, un altro Goljadkin, il suo sosia sotto tutti gli aspetti. Così, con questo espediente carnevalesco comincia quest'opera. Ai contemporanei seguaci della "scuola naturale", quando fu pubblicata per la prima volta nel 1846, apparve in tutto e per tutto come un racconto alla Gogol', in cui il fantastico viene piegato in chiave comico-grottesca. Sbagliavano. Il sosia è lontano dalla dimensione gogoliana della scrittura, poiché annuncia l'essenza stessa, la verità più profonda di tutta l'opera di Dostoevskij: l'idea che l'uomo è un essere fondamentalmente doppio, un vivente capace di essere costantemente altro da ciò che è, l'unico in grado di arrivare persino alla negazione di sé («Di tutto si può discutere all'infinito, ma da me s'è riversata fuori soltanto negazione» afferma Stavrogin nei Demonî). Come scrive Serena Prina nella postfazione a questa edizione, da lei curata e ritradotta dal russo, dell'uomo del sottosuolo, di Raskol'nikov, di Stavrogin, dei Karamazov, di tutti i personaggi che, nell'universo dostoevskiano, sono afflitti da «violente pulsioni contrapposte», Goljadkin rappresenta l'avanguardia, l'«ineludibile punto di partenza dell'esplorazione dei mondi interiori».
16,00 15,20

L'onda del porto. Un sogno fatto in Asia

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 176
Sembra che in ogni opera di Emanuele Trevi ci sia la consapevolezza del confine. L'idea di un'altra terra dove sia possibile non soltanto ignorare i generi ma forgiarli a proprio modo, fonderli, renderli un'altra cosa, senza mai tradirli: tenendo assieme una scrittura narrativa, un resoconto autobiografico, l'idea del romanzo, il diario, il ragionamento filosofico, senza che nulla venga sacrificato. Sembra che in Trevi il racconto privato finisca per riguardare tutti noi come lo avessimo sempre saputo, che – per esempio – Rocco e Pia di Due vite erano nelle nostre vite, anche se non ne avevamo mai sentito parlare prima. Accade anche con l'Asia de "L'onda del porto": la storia di un viaggio, intrapreso d'istinto l'anno dopo la catastrofe dello tsunami del 2004. Un uomo parte per vedere quel che resta di un disastro. Ma senza neppure rendersene conto alla prima tappa rinuncia e si ferma. Quel luogo, che doveva essere soltanto una linea di passaggio, la prima di tante, il preludio a una storia da raccontare su una delle catastrofi più grandi degli ultimi vent'anni, diventa altro. Cosa d'altro? È un restare, un essere trattenuti da qualcosa che non prendendo alcuna forma nitida assume sempre più importanza. "L'onda del porto", uscito per la prima volta nel 2005, è un viaggio nel viaggio. È l'India, il rapporto con i bambini, la concretezza di quel mondo, la sua semplicità, e al tempo stesso è già la consapevolezza che per Emanuele Trevi scrivere e raccontare sono una magia misteriosa, elegantissima, beffarda e sfuggente, una sfida alla verità delle cose. Ci invita ad approdare su una terra mentendoci, promettendo di andare altrove, fingendo che sia soltanto una stazione di posta. E invece ci ritroviamo in un universo che contiene come sempre l'autentica consistenza del mondo letterario e poetico, ma anche personale e umano, di Emanuele Trevi. E ogni volta finisce per stupirci, attraverso una voce che non ha eguali nella letteratura italiana di questi ultimi vent'anni. Il cerchio perfetto che unisce vita e scrittura.
17,00 16,15

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