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Libri di Enrico Mannucci

Biografia e opere di Enrico Mannucci

I giornali non sono scarpe. Tommaso Besozzi. Il più grande giornalista italiano del dopoguerra

Libro: Libro in brossura
editore: DIARKOS
pagine: 240
La vita di Tommaso Besozzi ricostruita e raccontata passo dopo passo. Nell'Italia del 1945 è uno dei tanti giornalisti a caccia di lavoro. Vigevanese, a quarantadue anni ha già una lunga carriera dietro le spalle. Firma di spicco per L’Europeo, mise a segno il suo primo grande colpo nella primavera del 1949 quando, tramite una scrupolosa inchiesta giornalistica, riuscì a far scarcerare un italiano, Gino Corni, condannato in Francia ai lavori forzati per tre tentati omicidi. Definito da Oreste Del Buono "il più grande giornalista italiano del dopoguerra", rivoluzionerà lo stile del cronista con una scrittura accurata e attenta ai particolari meno appariscenti. Sempre più impigliato in una disastrosa insicurezza esistenziale, mai a troppo agio con gli altri e con se stesso, morì suicida nel 1964.
16,00 15,20

Ombre. La verità sui casi De Gasperi e Togliatti

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2024
pagine: 320
Nella seconda metà del Novecento italiano, la reputazione di due fra i “Padri della Patria” repubblicana viene messa in discussione da altrettante lettere, entrambe apparentemente autografe, entrambe foriere di lunghe e velenose polemiche. Per Alcide De Gasperi si tratta di un messaggio che, nel 1944, avrebbe spedito agli inglesi dal rifugio in Vaticano perché non esitassero a bombardare Roma, in modo da convincere la popolazione italiana dell’abisso in cui il fascismo la stava precipitando. Emerso fra mille misteri, il messaggio viene riprodotto, nel 1954, da Giovannino Guareschi sul Candido. Il tribunale di Milano, però, lo giudica un falso e la pubblicazione costa un anno e mezzo di carcere al creatore di Don Camillo. Per Palmiro Togliatti, il caso nasce dalla corrispondenza – conservata negli archivi moscoviti e recuperata nel 1992 – con un compagno di partito rifugiato in Unione Sovietica. Il leader comunista suggerisce di trascurare il destino dei prigionieri dell’Armir perché la loro disgrazia incentiverà la Resistenza. Questa lettera, invece, è indubbiamente autentica, però la versione riprodotta in Italia contiene alcune grossolane deformazioni rispetto all’originale russo che ne annulleranno, in pratica, l’importanza storico-politica. Al di là dell’autenticità di queste missive, le due vicende sono curiosamente speculari e meritano di essere ricostruite in parallelo. La «colpa» è la medesima: stimolare l’opposizione al fascismo grazie al sangue versato dai connazionali. Analogamente disastrose – seppur diverse – le conseguenze sugli artefici degli scoop. Notevole l’impatto sulla scena politica nazionale di entrambe le lettere. Anche perché ne viziarono l’interpretazione le manovre connesse alle imminenti elezioni presidenziali – quelle che, non senza sorprese, portarono al Quirinale rispettivamente Giovanni Gronchi e Oscar Luigi Scalfaro. Ricorrenti alcuni dei personaggi che hanno avuto voce in capitolo nelle vicende, a partire da Giulio Andreotti. In tanti possono dire di aver concorso alla nascita della Prima Repubblica italiana. Ma due figure spiccano nell’elenco: Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti. Un destino curioso li accomuna quando si va a rovistare fra le ombre che, a un certo momento, hanno incrinato proprio la loro immagine di “Padri della Patria”. In entrambi i casi, lo strumento dell’eventuale delitto è una lettera…
20,00 19,00

Emilio Pucci. Il principe del glamour italiano

Libro: Libro in brossura
editore: DIARKOS
anno edizione: 2024
pagine: 368
Il marchese Emilio Pucci, geniale pioniere del made in Italy, che per primo fece conoscere la moda italiana nel mondo, diventò stilista quasi per caso sulle piste da sci di Zermatt. A partire dalla fine degli anni Quaranta e gli inizi degli anni Cinquanta, elaborò una nuova concezione di abbigliamento basata sull’idea di libertà del corpo, caratterizzata da drappeggi del tessuto, forme semplici ed essenziali, senza pieghe, unite a colori brillanti e motivi vistosi, che lo contraddistinsero da subito e che influenzarono marcatamente la moda di quegli anni. La stampa internazionale lo soprannominò "The Prince of Prints", ma nella sua vita il lato fatuo, la flànerie, ha convissuto e si è intrecciato con episodi tragici e a volte drammatici. Prima di diventare stilista, il suo legame sentimentale con Edda Ciano accese di pettegolezzi tutti i salotti buoni dell’Italia fascista. Lo portò a un susseguirsi di fughe mozzafiato dai servizi segreti alleati e tedeschi alla ricerca dei diari del marito Galeazzo, appena fucilato a Verona. E nel dopoguerra il successo internazionale nella moda e nel design, con uno stile inconfondibile. Uno spaccato del Novecento in cui Enrico Mannucci ricostruisce in modo mirabile le atmosfere e i personaggi dell’epoca che circondano e accompagnano la vita di Emilio Pucci.
20,00 19,00

Morire è poco. L'esilio di Edda Ciano

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2023
pagine: 232
Fu per un ventennio una delle donne più potenti d’Europa, o per questo almeno passò, circonfusa da un’aura di leggenda che non l’abbandonò mai. Era la figlia del dittatore d’Italia: ne fu sempre consapevole anche se talvolta non a suo agio nel ruolo. Ma alla fine del 1943, Edda Ciano Mussolini era una donna disperata, in fuga, inseguita dai nazisti e aiutata da un passato amante che sarà tra i fondatori della moda Made in Italy. In quei giorni, il marito Galeazzo Ciano, uno dei delfini del regime fascista, stava per essere condannato a morte per aver votato, nella notte del Gran Consiglio, il 25 luglio 1943, contro il suocero Benito. Edda decise di fuggire, sotto falso nome, portando con sé i diari di Galeazzo. In Svizzera sarebbe rimasta per un anno e mezzo, dapprima isolata in un convento a Ingenbohl, poi – sempre sotto sorveglianza da parte delle autorità – in una casa di cura a Monthey, non senza imbarazzo del governo elvetico, che non sapeva bene come trattare questa ingombrante rifugiata. Lei, peraltro, non era tipo da rendere le cose facili; gli svizzeri non comprendevano i suoi sbalzi di umore, talvolta la inquadravano come una figura dissoluta; la sottoposero, infine, a numerosi esami clinici e psichiatrici. Il più importante fu quello del dottor Repond, il primario della clinica di Monthey, che compilò un approfondito rapporto dove descrisse, sotto una luce inedita, le dinamiche della famiglia Mussolini e inquadrò Edda come «una grande neuropatica». Dalla clinica, la Ciano riuscì a entrare in contatto con i servizi segreti americani, con Allen Dulles, colui che poi fonderà la Cia, e, dopo una lunga trattativa, gli cedette i Diari del marito, considerati dagli Alleati di valore strategico. Rientrata in Italia nell’agosto 1945, quattro mesi dopo la macabra esposizione del padre a piazzale Loreto, venne confinata a Lipari, l’isola dove erano stati reclusi tanti oppositori del regime. E dove, poco dopo il suo arrivo, la incontrò e intervistò Carlo Levi, l’autore di Cristo si è fermato a Eboli, antifascista militante che si trovò davanti la donna che non era più «la figlia del dittatore».
20,00 19,00

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