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Neri Pozza: Bloom

Tutte le nostre collane

Due vite

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2021
pagine: 128
«L’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti e cercare la distanza giusta, che è lo stile dell’unicità». Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all’apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, cosi propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia. Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice, quel legame che accade quando «Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino».
15,00 14,25

Il lettore

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2018
pagine: 206
Germania, fine anni Cinquanta. Mentre il paese cerca di archiviare definitivamente gli orrori della guerra, il quindicenne Michael Berg cerca di lasciarsi alle spalle i giorni maledetti della sua adolescenza. Svanita l’itterizia che lo ha costretto a letto per un intero inverno, ora può avventurarsi di nuovo per le strade della sua città, e raggiungere la casa di Hanna Schmitz, la sconosciuta trentenne che lo ha soccorso un giorno d’ottobre in cui, di ritorno dalla scuola, la malattia si era fatta sentire con violenza. Occhi azzurri, capelli biondo cenere, il volto spigoloso ma femminile, Hanna Schmitz esercita un’attrazione fatale sul ragazzo. Nella sua casa, un modesto appartamento in cui la stanza più grande è la cucina, Michael riceve la sua iniziazione alla vita sentimentale. Un’iniziazione fatta di travolgente passione e pudori, interrotti di tanto in tanto da uno strano rituale imposto dalla donna: la lettura ad alta voce da parte del ragazzo dei classici della letteratura tedesca. Un giorno, però, Hanna svanisce nel nulla senza lasciare traccia, gettando Michael nella più cupa disperazione. Alcuni anni dopo, il ragazzo, divenuto studente di legge, la rivede in un’aula di tribunale in cui si celebrano i cosiddetti Auschwitzprozesse… in veste di imputata.
16,00 15,20

La gloria

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2017
pagine: 199
«Sognavo un romanzo ambizioso e bellissimo e l'ho scritto pensando ai giovani e a tutti coloro che non credono in Dio, ma sentono l'angoscia di non crederci». Così Giuseppe Berto accompagnò la pubblicazione, nel settembre 1978, di questo libro ritenuto oggi, a distanza di quasi quarant'anni dalla sua uscita, una delle grandi opere del nostro Novecento. I temi che attraversano l'intero corpus della produzione dello scrittore veneto - la commistione di bene e male, la colpa insita nel fatto stesso di esistere, la necessità di «misurarsi ogni giorno con l'eternità, o con l'assenza di eternità» - si ritrovano tutti in queste pagine e ne fanno una delle più alte espressioni della poetica e dello stile dell'autore del "Male oscuro". Il romanzo si presenta nella forma di un monologo di Giuda Iscariota, un Giuda onnisciente che ha già varcato la soglia della vita e conosce l'intero corso della storia successivo al tempo della predicazione di Cristo, poiché cita pensatori e uomini del mondo moderno. È il racconto di un animo inquieto che narra la sua «umana» vicenda di giovane rivoluzionario, «legato agli zeloti per cospirazione e fuggito dalla città santa per scampare alla croce». Un giovane che, dopo aver vagato per le terre d'Israele ansioso di capire «se ci fosse davvero un eterno o non piuttosto un infinito vuoto», si imbatte in Cristo, «il più bello tra i figli degli uomini», con addosso quella maestà della quale è sempre «incerto se sia cosa terrena o divina». Un giorno, Cristo lo guarderà, «inquisitivo e vincolante», e gli dirà: «Non immagini quale croce sarai chiamato a portare. Quando avrò bisogno di morte, lo dirò». E, un giorno, lui Lo tradirà. Luca, Marco, Matteo racconteranno di lui, Giuda Iscariota, ricorrendo all'astrattezza di un simbolo, il simbolo del male, ignari della sua intima complicità con il Messia dei Messia, della necessità del tradimento perché risplenda la Gloria di Cristo, della necessità stessa della morte perché avvenga la resurrezione.
16,00 15,20

Tre piani

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2017
pagine: 276
In Israele, nei pressi di Tel Aviv, si erge una tranquilla palazzina borghese di tre piani. Eppure, dietro quelle porte blindate, la vita non è affatto dello stesso tenore. Al primo piano vive una coppia di giovani genitori, Arnon e Ayelet. Hanno una bambina, Ofri, che occasionalmente affidano alle cure degli anziani vicini in pensione. Ruth e Hermann sono persone educate, giunte in Israele dalla Germania, lui va in giro agghindato in giacca e cravatta, lei insegna pianoforte al conservatorio e usa espressioni come «di grazia». Un giorno Hermann, che da tempo mostra i primi sintomi dell'Alzheimer, «rapisce» Ofri per un pomeriggio, scatenando una furia incontenibile in Arnon, inconsciamente e, dunque, irrimediabilmente convinto che dietro quel gesto, in apparenza dettato dalla malattia, si celi ben altro. Al secondo piano Hani, madre di due bambini e moglie di Assaf, costantemente all'estero per lavoro, combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e lo spettro della follia che, da quando sua madre è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico, non smette mai di tormentarla. Un giorno Eviatar, il cognato che non vede da dieci anni, bussa alla sua porta e le chiede di sottrarlo alla caccia di creditori e malintenzionati con cui è finito nei guai. Hani non esita a ospitarlo e a trovare cosi un riparo alla sua solitudine. Salvo poi chiedersi se l'intera vicenda non sia un semplice frutto dell'immaginazione e dei desideri del suo Io. Dovrà, giudice in pensione che vive al terzo piano, avverte l'impellente bisogno di dialogare con il marito defunto e per farlo si serve di una vecchia segreteria telefonica appartenutagli. Sorto da una brillante idea narrativa: descrivere la vita di tre famiglie sulla base delle tre diverse istanze freudiane - Es, Io, Super-io -della personalità, "Tre piani" si inoltra nel cuore delle relazioni umane: dal bisogno di amore al tradimento; dal sospetto alla paura di lasciarsi andare. E dona al lettore personaggi umani e profondi, sempre pronti, nonostante i colpi inferti dalla vita, a rialzarsi per riprendere a lottare.
17,00 16,15

Il male oscuro

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2016
pagine: 508
Apparso per la prima volta nel 1964, “Il male oscuro” ottenne subito un grande successo, vincendo nello stesso anno il Premio Viareggio e il Premio Campiello. L'apprezzamento critico che ne segui, tuttavia, non colse forse pienamente la grandezza di quest'opera e della figura di Giuseppe Berto nel panorama della letteratura italiana del secondo Novecento. Come sovente accade, questo romanzo e lo stesso Berto conoscono forse soltanto oggi quella che Benjamin definiva «l'ora della leggibilità». Comparato con le opere di quell'epoca caratterizzata da una società in piena espansione, “Il male oscuro”, come nota Emanuele Trevi nello scritto che accompagna questa nuova edizione, appare come «lo specchio, frantumato ma straordinariamente nitido, di un intero mondo, di un'epoca storica», un capolavoro assoluto dotato di «un'autorevolezza paradossale, che si basa sulla travolgente energia degli stati d'animo». Come i grandi libri, il romanzo presuppone una genealogia. Berto ha ammesso più volte il suo debito con “La coscienza di Zeno” di Svevo e “La cognizione del dolore” di Gadda, dalla quale ricavò il titolo stesso del suo libro. “Il male oscuro”, tuttavia, segna una svolta fondamentale rispetto a queste opere precorritrici: non descrive semplicemente una nevrosi, ma la mima e la incarna. Il suo linguaggio è la manifestazione stessa del male, «l'epifania tragicomica della sua oscurità» (Trevi). Un'assoluta novità artistica e letteraria che Berto non esitò a battezzare «stile psicoanalitico». Una prosa modernissima che, narrando di un male assolutamente personale, fa scorrere davanti ai nostri occhi «la Roma della Dolce Vita e di via Veneto, i medici e le loro contrastanti e fallaci diagnosi, l'industria del cinema con tutte le sue bassezze e le sue assurde viltà, la famiglia borghese e la sua economia domestica, i cambiamenti del costume sessuale, i rotocalchi a colori e le villeggiature in montagna»... la malattia di un'epoca apparentemente felice.
18,00 17,10

Dove si nasconde il lupo

Dove si nasconde il lupo

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 352
«Vedo ancora quelle minuscole dita di neonato e cerco di capire se siano diventate le dita di un assassino». Il mondo di Lilach Shuster sta crollando. Tutto è cominciato il giorno in cui un uomo afroamericano armato di machete è entrato nella sinagoga riformata di Palo Alto e ha versato il sangue di innocenti. Lilach pensava di avere tutto: una casa con piscina nel cuore della Silicon Valley, un marito di successo, un impegno nel volontariato e la sensazione di vivere in un luogo dove non è necessario difendersi sempre, come nel loro paese d’origine, Israele. La vita sotto il sole carezzevole della California non aveva nulla a che vedere con quella condizione di allarme permanente in cui sono nati Lilach e suo marito Michael, ma in cui non volevano crescere il loro figlio Adam. Dopo i fatti di Palo Alto, quella sensazione di pericolo è tornata, come se fosse sempre stata lì. La preoccupazione per Adam, quell’adolescente introverso e gracile come un uccellino, è diventata ansia protettiva, terrore per la sua incolumità. Ogni sera Lilach scruta il volto del figlio in cerca di uno spiraglio in quel guscio che lo racchiude, con la domanda inespressa tra le labbra: cosa hai fatto, figlio mio, nelle lunghe ore in cui siamo stati separati? Poi una sera, a una festa, un compagno di scuola di Adam, Jamal Jones, muore e c’è chi pensa che sia stato lui a ucciderlo. Sui muri della scuola compaiono scritte antisemite che lo accusano. Lilach non sa più chi è suo figlio, ma teme di conoscere più di un motivo per cui Adam avrebbe voluto uccidere Jamal. Ayelet Gundar-Goshen costruisce il suo nuovo romanzo intorno alla paura, la paura del futuro, la paura dell’altro, ma anche la paura di chi ti sta più vicino e può rivelarsi estraneo, il lupo nella tua casa. Un romanzo in cui non ci sono confini netti tra innocenza e colpa, sopruso e giustizia, e la verità appare complessa e inafferrabile come nella vita vera.
19,00

Splendore e viltà

Splendore e viltà

Libro
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2020
pagine: 608
Il 3 settembre 1939, in risposta all’occupazione della Polonia da parte di Hitler, la Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania, e l’intero paese si prepara ai bombardamenti e all’invasione naziste. Le istruzioni del governo, impartite alla popolazione, non smorzano affatto la gravità dell’ora: «Dove il nemico atterrerà» avvertono, «i combattimenti saranno violentissimi». Vengono smontati i segnali stradali, distribuite trentacinque milioni di maschere antigas ai civili, l’oscuramento è così totale che nelle notti senza luna i pedoni urtano contro i pali della luce e inciampano nei sacchi di sabbia. La paura di ritrovarsi i tedeschi nel giardino di casa è tale che persino gli alti vertici dello Stato si preparano a scelte estreme. Harold Nicolson, futuro segretario parlamentare al ministero dell’Informazione, e la moglie, Vita Sackville-West, mettono nel conto la possibilità di suicidarsi pur di non cadere in mano nemica. «Dovrà essere qualcosa di rapido, indolore e poco ingombrante» scrive Vita al marito. Nel maggio 1940 i bombardamenti cominciano realmente. Dapprima con attacchi apparentemente casuali, poi con un assalto in piena regola contro la città di Londra: cinquantasette notti consecutive di bombardamenti, seguiti nei sei mesi successivi da una serie sempre più intensa di raid notturni. Nel maggio 1940, alle prime incursioni aeree sul suolo britannico, il primo ministro Neville Chamberlain, sfiduciato di fatto dal parlamento, si dimette e re Giorgio vi nomina al suo posto Winston Churchill. Dal 10 maggio 1940 al 10 maggio 1941 si svolge l’anno decisivo delle sorti del Regno Unito, l’anno che si conclude con «sette giorni di violenza quasi fantascientifica, durante i quali realtà e immaginazione si fusero, segnando la prima grande vittoria della guerra contro i tedeschi». L’anno in cui «Churchill diventò Churchill – il bulldog con il sigaro in bocca che tutti noi crediamo di conoscere – e in cui tenne i suoi discorsi più memorabili, dimostrando al mondo intero che cosa fossero il coraggio e la leadership». Erik Larson lo narra in questo libro, cronaca dei giorni bui e di quelli luminosi di Churchill e della sua cerchia ristretta, e racconto dei «piccoli ma curiosi episodi che rivelano come fosse realmente la vita durante le tempeste d’acciaio di Hitler».
22,00

Il tempo che resta

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
pagine: 272
19,00 18,05

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