Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Mondadori: Strade blu. Non Fiction

Tutte le nostre collane

Il grifone. Come la tecnologia sta cambiando il volto della 'ndrangheta

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 180
In un mondo sempre più interconnesso, dove le distanze vengono annullate da un click e i luoghi d'incontro virtuali stanno soppiantando quelli reali, anche le mafie stanno imparando ad adattarsi: sfruttando le potenzialità della tecnologia, si addentrano nello spazio digitale come fosse un nuovo territorio di conquista. Ancora una volta, la criminalità organizzata dà prova di essere estremamente flessibile e capace di stare al passo coi tempi. Non si serve più di picciotti rozzi e sfrontati, ma di abili professionisti con competenze nel settore informatico e finanziario. Le sue armi sono oggi hardware e software sofisticatissimi, che permettono di insinuarsi negli angoli più oscuri del web, protetti non dall'antica omertà, ma dall'anonimato che lo spazio digitale consente di mantenere. La «scoperta» delle criptovalute, poi, ha aperto lucrose e inattese prospettive, se si pensa che nel 2022 il volume delle transazioni illecite ha raggiunto il record di 20,6 miliardi di euro. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso illustrano questa metamorfosi citando cifre e documenti, a dimostrazione del fatto che la mafia, e in particolare la 'ndrangheta, agisce ormai su scala globale, spacciando droga, riciclando denaro, compiendo truffe finanziarie e vendendo armi in ogni parte del pianeta, senza nemmeno doversi spostare da casa. In questo peculiare processo di ibridazione, la 'ndrangheta, come il mitologico grifone, incarna al contempo «valori» tradizionali e nuove istanze, rendendo sempre più fluidi i confini tra legalità e illegalità. Le forze dell'ordine, di conseguenza, si trovano al cospetto di sfide inedite, che vanno affrontate con la consapevolezza che, in una dimensione transnazionale, è necessario superare le differenze politiche, culturali e giuridiche in nome di un comune obiettivo: proteggere la società e le generazioni future dalle insidie di «una mafia silente», abilissima nell'arte del mimetismo e della metamorfosi.
18,00 17,10

A occhi aperti

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 256
Ci sono fotografie capaci di segnare un'epoca, di lasciare un segno, di sintetizzare mille parole. Immagini destinate a fissarsi per sempre nella nostra memoria e a costruire l'immaginario collettivo. Mario Calabresi, giornalista e grande appassionato di fotografia, ha viaggiato a lungo per incontrare gli autori di scatti divenuti ormai iconici e farsi raccontare quali emozioni li avessero attraversati mentre fermavano sulla pellicola un pezzo di Storia. Il fotogiornalismo, come il giornalismo, è fatto di pazienza, dedizione e costanza. Per essere credibili bisogna andare dove i fatti accadono, per vedere, capire e testimoniare. Non può farlo chi si limita a osservare il mondo dall'alto, chi resta distante e distaccato, ma soltanto chi è pronto a calarsi anche nelle realtà più crude, chi si immerge nelle storie correndo rischi. Lo sanno bene Josef Koudelka, che ha documentato la Primavera di Praga del 1968, Don McCullin, testimone dei sanguinosi conflitti in Vietnam e nell'Irlanda del Nord, Steve McCurry, che ha affrontato i monsoni e attraversato l'Afghanistan in macerie, o Gabriele Basilico, che ha immortalato una Beirut distrutta da anni di guerra civile. I fotografi incontrati da Calabresi hanno accettato di raccontare i momenti che li hanno definiti: l'umanità dolente in fuga dai massacri ruandesi o gli schiavi delle miniere a cielo aperto ritratti da Sebastião Salgado, le discriminazioni razziali americane testimoniate da Elliott Erwitt o i rifugiati palestinesi ai quali, nelle sue immagini volutamente un po' sfocate, rivolge con pudore lo sguardo Paolo Pellegrin. Questo libro contiene le lezioni di Susan Meiselas, capace di costruire rapporti di una vita con i soggetti delle sue foto, come le denunce in bianco e nero di Letizia Battaglia, che ha messo sotto gli occhi dell'Italia la realtà della mafia siciliana. "A occhi aperti" è un affascinante viaggio non solo nella fotografia, ma negli eventi che hanno fatto la Storia degli ultimi cinquant'anni, ancora oggi vividi e toccanti grazie a uomini e donne che hanno saputo cogliere l'attimo perfetto.
24,00 22,80

La speranza africana. La terra del futuro concupita, incompresa, sorprendente

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 348
Il nostro futuro si giocherà in Africa. Il mondo la osserva con un'attenzione nuova. È il baricentro demografico del pianeta: lì si concentrerà la crescita della popolazione in questo secolo, mentre la denatalità avanza altrove. Un'altra sfida riguarda le materie prime, in particolare materiali strategici nella transizione verso un'economia sostenibile: molti dei minerali e metalli rari indispensabili per i pannelli solari o le auto elettriche vengono estratti in Africa. Del continente gli italiani conoscono solo una narrazione pauperistica e catastrofista. L'Africa è descritta come l'origine della «bomba migratoria» che si abbatterà su di noi. Viene compianta come la vittima di tutti gli appetiti imperialisti e neocoloniali: quelli occidentali o la nuova invasione da parte della Cina. Fa notizia solo come luogo di sciagure e sofferenze: conflitti, siccità e carestie, sfruttamento e saccheggio di risorse, profughi che muoiono attraversando il Mediterraneo. Dagli anni Settanta, quando si spensero le prime speranze di rinascita nell'epoca dell'indipendenza post-coloniale, l'Occidente ha mescolato la sindrome della pietà, i complessi di colpa e una «cultura degli aiuti umanitari» destinata a creare dipendenza e corruzione. Contro gli stereotipi s'impone una nuova narrazione. Ce la chiedono autorevoli personalità africane, che si riprendono il diritto di raccontare l'Africa così com'è davvero, senza piangersi addosso, ribellandosi ai luoghi comuni occidentali. L'Africa non è una nazione, è un continente immenso con diversità enormi, dal Cairo a Johannesburg, da Addis Abeba a Lagos. Non è solo sofferenza e fuga, come dimostra la sua straordinaria vitalità culturale. A New York, Londra e Parigi siamo invasi da romanzi, musica, film, pittura e mode creati da nuove generazioni di artisti africani. La diaspora brilla per le eccellenze: negli Stati Uniti i recenti immigrati dall'Africa hanno dato vita a una delle comunità etniche di maggior successo. Esiste un protagonismo africano. Sbagliamo quando descriviamo il continente soltanto come «oggetto» di manovre altrui (America, Cina, Russia, Europa). Senza ricadere nelle illusioni dell'Afro-ottimismo che già si sono accese e spente nei decenni passati, questo saggio è una provocazione contro la pigrizia intellettuale e un antidoto contro le lobby che usano l'Africa per i propri scopi. Il nostro sguardo deve cambiare perché lo sguardo degli africani su se stessi sta cambiando. Fallito il modello degli aiuti, fallite le dittature e gli statalismi, mentre c'è chi tenta di importarvi il «modello asiatico», noi europei dobbiamo uscire dalla nostra passività. Quasi un ventennio fa, Federico Rampini fece scoprire agli italiani un'Asia nuova, in vorticoso cambiamento, con Il secolo cinese e L'impero di Cindia. Oggi affronta con lo stesso approccio spregiudicato il Grande Sud globale, guidandoci nella sua riscoperta senza paraocchi, da testimone in presa diretta, attraverso reportage di viaggio e dando la voce a personaggi che fanno la storia.
20,00 19,00

Una vita partigiana. Perché la battaglia per i nostri diritti continua ancora oggi

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 168
«Sono andata a scuola fino al bombardamento di Reggio, il 7 gennaio 1944. Dopo, le magistrali furono trasferite più a nord, troppo lontane per me, che avrei dovuto raggiungerle pedalando. Avevo sedici anni. A casa ho detto subito che volevo aiutare mio padre e i suoi amici. Volevo entrare nella Resistenza. Avevamo impressa sulla pelle l'avversione per quella violenza e per le angherie che stavamo subendo, i rastrellamenti, i saccheggi, gli incendi, le uccisioni pubbliche: era normale essere sfacciatamente antifascisti.» Teresa Vergalli è stata partigiana combattente, nome di battaglia Anuska. Era una staffetta: percorreva in lungo e in largo le campagne della Val d'Enza, tra la provincia di Reggio Emilia e quella di Parma, portando messaggi e documenti, ma anche guidando dirigenti e responsabili militari da un punto all'altro, curandosi che non venissero intercettati o arrestati. Tra il 1944 e il 1945 si è ritirata in montagna per sfuggire ai rastrellamenti, poi è tornata di nuovo in pianura a organizzare i Gruppi di difesa delle donne per la Resistenza e per l'emancipazione, a tenere un'infinità di colloqui e piccole riunioni segrete per l'educazione democratica della popolazione e degli stessi partigiani. Finita la guerra, ha terminato gli studi e proseguito l'attività politica: ha partecipato alla creazione dell'Unione Donne Italiane e dell'Associazione delle ragazze, poi ha scelto di diventare maestra elementare, con la missione di contribuire a creare cittadini consapevoli, capaci di coscienza sociale e di solidarietà. Oggi Teresa Vergalli ha novantacinque anni e dolorosamente osserva che, mentre la storia sembra ripetersi, ancora siamo chiamati a discutere di pace, di diritti delle donne, di scolarizzazione per tutti. Per questo una volta ancora sente il bisogno di raccontare la propria storia. Per ricordarci che tutto ciò che abbiamo conquistato con il sangue e con il dolore – la libertà, la democrazia – non è un'acquisizione perenne, ma deve continuare a essere difeso. E non per forza o solo al fronte, ma nella società tutta.
18,00 17,10

La cortina di vetro. Vecchie paure e nuovi confini. L'Europa dell'est oltre il passato sovietico

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 228
Mentre l'Occidente si è illuso che il crollo dell'Unione Sovietica avrebbe segnato anche la dissoluzione della cortina di ferro che a lungo ha sfregiato l'Europa e diviso il blocco occidentale e il blocco comunista, non è stato così per i paesi che all'ombra di quella lunga cicatrice vivevano. Ucraina, Bielorussia, Polonia, i paesi baltici e i Balcani non hanno mai smesso di stare con il fiato sospeso: al confine tra due mondi, in bilico tra due sistemi, la democrazia da una parte, l'autocrazia dall'altra. Se alcuni di questi paesi sono rimasti ancorati alla Russia, altri hanno invece abbracciato il mondo occidentale perché se ne sono sempre ritenuti parte, altri ancora hanno intrapreso una corsa forsennata per entrare nella NATO e nell'Unione europea considerandole l'unica assicurazione contro l'aggressività russa. Poi c'è il paese per il quale stare di qua o di là è diventato questione di vita o di morte: l'Ucraina. Sono nazioni che portano tuttora il peso di una storia incompiuta, sempre in cerca di una resa dei conti. Flammini sceglie «di raccontare questo mondo mai tramontato, rimasto per trent'anni in sottofondo» lungo una cortina che nel tempo ha perso la sua impenetrabilità e che «i rapporti economici, gli scambi culturali e i viaggi hanno reso di vetro». L'autrice tesse insieme racconti, incontri e viaggi, mostrando come l'invasione dell'Ucraina del 24 febbraio 2022 e il ritorno della guerra in Europa non possano essere letti semplicemente «come il gesto folle di un presidente in cerca del suo impero». Perché «a quel giorno Vladimir Putin ci è arrivato compiendo un percorso ben preciso, che i paesi che vivono attorno alla Russia tenevano sotto osservazione sin dall'implosione dell'URSS». Per capire il mondo di domani, occorre partire da qui.
18,50 17,58

I giorni della libertà. Storie di chi ha combattuto per l'Italia

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 288
Tutto inizia con una pietra d'inciampo vicino casa. Alessandro Milan la scorge in un giorno di ottobre, quasi per caso. Riporta il nome di Angelo Aglieri, impiegato del «Corriere della Sera», arrestato nel maggio 1944 con l'accusa di aver introdotto in redazione una bomba a mano, poi condotto al carcere di San Vittore e da qui deportato al campo di Fossoli. Determinato a ricostruirne la storia, Milan inizia la sua ricerca. A quella vicenda però se ne intrecciano presto molte altre: la storia di chi allora era soltanto un ragazzino, come Sergio Temolo, e perse il padre per mano fascista il 10 agosto 1944 nell'eccidio di piazzale Loreto, o di chi mise a disposizione il proprio coraggio, come Carmela Fiorili, portinaia del palazzo in viale Monza 23 – noto come il «Casermone» –, staffetta partigiana insieme alla figlia, Francesca, e per mesi punto di riferimento sicuro per la resistenza meneghina. Il risultato è un grande affresco di uomini e donne che, pur non conoscendosi, si trovano legati da un filo invisibile, protagonisti e testimoni della Storia. Le loro vite si sfiorarono tra le strade dello stesso quartiere, della stessa città, Milano, sempre più devastata dai bombardamenti e dalle macerie. Quello di Milan è il racconto di una pagina della resistenza milanese, ma anche un racconto universale che, con accuratezza storica e un brillante passo narrativo, restituisce un pezzo di storia del nostro Paese. Un racconto che parte da Milano e si dipana nel resto d'Italia, dal campo di prigionia di Fossoli a Riva del Garda fino alle campagne vicentine di Arzignano. Un racconto che parla di noi, del nostro passato e del nostro presente.
19,00 18,05

Una volta sola. Storie di chi ha avuto il coraggio di scegliere

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 180
Rachele ha trentotto anni quando il tumore che aveva scoperto mentre aspettava il terzo figlio si ripresenta. Da lì la decisione di scrivere qualcosa da lasciare ai suoi bambini, un diario della sua vita. Lo fa mandandomi venticinque messaggi vocali, un racconto senza sconti o giri di parole di tutto quello che ha vissuto e che vale la pena raccontare. Li ho custoditi e poi trascritti. Oggi Rachele non c'è più, ma riascoltare la sua voce e le sue parole ha acceso in me una domanda: per cosa vale la pena vivere? La sensazione più forte dopo la pandemia è di quanto tutto sia precario, mutevole, di quanto la vita sia preziosa e valga la pena alzare la testa. Così ho cominciato a osservare e ascoltare come sta cambiando il mondo e ho cercato persone che potessero regalarmi con l'esempio una convinzione: si vive una volta sola e non si deve sprecare un solo istante. Bisogna essere fedeli a sé stessi, fare scelte coraggiose e appassionate e vivere con intensità, regalandosi ogni giorno la possibilità di scegliere. Per Franco significa, dopo oltre sessant'anni di vita insieme, non lasciare la mano di sua moglie neppure per un giorno. Per Claudia, trovare la forza di ribellarsi al marito camorrista, alle sue regole, e ricominciare da capo. Per Camilla, attraversare l'oceano in cerca delle proprie origini. Per Sami, rispondere con l'impegno e la memoria agli orrori che hanno segnato la sua storia. Per Laura, scegliere la vita, reagire, anziché rinunciare e arrendersi.
18,00 17,10

Eroina. Dieci storie di ieri e di oggi

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 204
Valentina ha iniziato a fumare eroina a 13 anni. Era il 2002. Nessuno pensava che l'eroina fosse ancora una minaccia, si diceva che a farsi erano ormai solo i tossicomani sopravvissuti agli anni Ottanta, simbolo di un passato da dimenticare. Oggi Valentina ha 33 anni, è entrata e uscita da dodici comunità terapeutiche, solo per finire in carcere. Parte da qui, dalla vicenda di una ragazza come tante, il percorso di ricerca di Vanessa Roghi sul mondo delle cosiddette «droghe pesanti». Una storia che inizia alla fine dell'Ottocento, quando i derivati dell'oppio furono salutati come i rimedi definitivi contro il dolore, prima che se ne conoscesse il risvolto dell'assuefazione e della dipendenza, e arriva ai giorni nostri, quando nel 2019, poco prima dello scoppio della pandemia di Covid-19, si è verificata una nuova impennata nel consumo di eroina, dopo quindici anni di calo costante. Passando dalla costruzione socioculturale della figura del «tossico» ai corsi e ricorsi della «guerra alla droga», fino alla responsabilità delle case farmaceutiche nella nuova crisi degli oppioidi. Sullo sfondo di questo scenario, l'autrice si interroga sulla possibilità di una soluzione diversa, sia dalla politica punitiva adottata da molti Paesi europei, fra cui l'Italia, il cui risultato è che su 850.000 detenuti il 18 percento è recluso per uso o possesso di droghe, sia da quella delle comunità terapeutiche, dove l'imperativo è rinunciare di colpo e per sempre alle sostanze. Questa «terza via» si chiama riduzione del danno ed è l'ammissione che, per alcuni, smettere di assumere stupefacenti non è un'opzione praticabile. È un'alternativa che deve declinarsi sul singolo e soprattutto rinunciare alla stigmatizzazione del soggetto, che serve solo a emarginarlo e condannarlo a una morte «civile». Una ricerca appassionata e documentata, che ci porta nell'inferno della dipendenza dalle droghe. Perché «grazie a una vera e propria epica dei narcos, paradossalmente, del sistema mondiale della droga sappiamo senza dubbio molto di più di quanto sappiamo del "drogato" vicino a noi».
18,50 17,58

Il laboratorio senza fine. Il ruolo dell'Afghanistan tra passato e futuro

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 264
I recenti eventi in Afghanistan hanno dimostrato come quell’area costituisca un nodo centrale per il moderno jihadismo internazionale. Le cause sono da ricercare nella storia della prima jihad afghana contemporanea risalente agli anni ’80 del secolo scorso e nel ruolo di rompighiaccio che quell’area ha avuto nella legittimazione senza precedenti del concetto di jihad. Da allora diversi stati hanno cominciato a sostenere attivamente movimenti che si autodescrivevano come jihadisti in ambiti sempre più vasti: prima nell’Asia del Sud, poi nel Caucaso, Medio Oriente e Nord Africa, infine ovunque si trovino comunità musulmane. Sostenuto inizialmente anche da potenze occidentali, il movimento jihadista si è gradualmente rivolto sempre di più contro l’occidente stesso. L’autore discute le ragioni di questo successo e s’interroga sulle implicazioni e gli sviluppi nel prossimo futuro.
19,00 18,05

Lezioni di sogni. Un metodo educativo ritrovato

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 300
Siamo nel pieno di quella che papa Francesco ha definito una catastrofe educativa: molti adulti si sentono sperduti, impreparati, quasi impotenti di fronte alle nuove generazioni e i giovani si trovano senza punti di riferimento sicuri. In un mondo che cambia con rapidità, è più che mai necessario ripensare il difficile compito di educare. Ripercorrendo quanto scritto negli ultimi trent'anni, mescolando ricordi personali e pubbliche riflessioni, Paolo Crepet offre il frutto della sua lunga esperienza, delineando quello che in molti hanno definito «il metodo Crepet». Un lungo viaggio, che pone al centro il bisogno di ripensare la genitorialità, la scuola, il rapporto tra le generazioni, il futuro. Non possiamo ignorare che la necessità di un profondo cambiamento si scontri con resistenze, timori, egoismi difficili da vincere, freni che privano bambini e ragazzi del diritto di far nascere i propri sogni e di coltivarli, affidandosi alla capacità di sentire le proprie emozioni e di lasciarsi coinvolgere dalla passione per un progetto di vita. Serve dunque la forza di una voce critica, anche scomoda, che scuota da questo torpore educativo e aiuti a invertire la rotta. Le pagine di Lezioni di sogni vogliono essere dunque spunti, provocazioni, richiami, un'occasione per riflettere sul futuro delle giovani generazioni. Che cos'è il talento e come supportarlo? Come gestire il rapporto con la tecnologia e i social media? Come educare alla gentilezza, al rispetto, alla complessità? Sono solo alcuni degli interrogativi a cui nessuno può sottrarsi, perché «i bambini ci guardano e imparano da noi bellezze e viltà». Paolo Crepet scrive perciò questo libro «come un portolano utile, per naviganti impauriti da vecchie e nuove tempeste, per chi voglia riafferrare il bandolo di una matassa troppo strategica perché sia lasciata all'ignavia degli indifferenti».
19,50 18,53

L'eredità di un giudice. Trent'anni in nome di mio fratello Giovanni

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 144
È il 23 maggio 1992 quando, lungo l'autostrada che da Trapani porta a Palermo, la mafia uccide il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani con una carica di cinque quintali di tritolo. Un attentato efferato e vile che scuote l'intero Paese e s'imprime nella memoria collettiva, travolta appena due mesi più tardi dal ripetersi di quel tragico copione in via D'Amelio, quando a perdere la vita sono il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Per anni la rabbia e l'indignazione per il sangue sparso dalla mafia erano durate soltanto il tempo dei funerali. Dopo la strage di Capaci, invece, qualcosa cambia. Nel Paese, e soprattutto a Palermo. La rabbia diventa pretesa di giustizia, il lutto necessità di testimonianza. Nessuno può più rimanere indifferente. Né le istituzioni, né i cittadini. È l'inizio di quella metamorfosi culturale, morale e delle coscienze che Giovanni Falcone riteneva indispensabile per poter combattere la mafia su larga scala. Ma non solo: è anche l'inizio del viaggio di una donna che sceglie di tramutare il proprio dolore privato in testimonianza universale. Dalla morte del fratello, infatti, Maria Falcone ha dedicato instancabilmente la sua vita all'affermazione dei valori della legalità e dell'antimafia nella società, e in particolare tra i giovani. Oggi, a trent'anni dalla strage, ricorda il fratello e si racconta: quei terribili giorni, la voglia di reagire, l'instancabile impegno e l'attivismo per promuovere una cultura della legalità. E riflette su come siano cambiati da allora la lotta alla mafia e il nostro Paese. Una testimonianza sincera e tenace che fonde la storia personale con una delle pagine più tragiche della nostra storia recente.
17,50 16,63

Ci sono cose più importanti. I diritti che non possono più essere rimandati

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 168
«I giornali e i media parlano solo di temi politicamente corretti. Non si può scherzare più su nulla. Se usi espressioni come "signore e signori" vieni accusato di non essere inclusivo. La famiglia è quella composta da madre e padre, basta con la lobby gay! Viviamo in una dittatura del pensiero unico e nessuno lo dice.» È davvero così? Ogni volta che in Italia si prova a fare un passo avanti nel campo dei diritti civili o si lotta per la difesa o l'empowerment di quelle che definiamo minoranze, qualcuno immediatamente protesta: «Ma non ci sono cose più importanti?». La retorica del «ci sono cose più importanti» negli ultimi anni è diventata una vera e propria tendenza, la risposta prediletta in ogni dibattito. Ed è proprio seguendo questa logica che molte battaglie vengono messe in secondo piano, perché, appunto, c'è sempre qualcosa di «più importante». E così il fine vita, il diritto all'adozione o alla genitorialità di persone single o non sposate, i diritti delle persone LGBTQIA+, lo ius soli, la parità fra uomini e donne scivolano lontani nell'agenda delle priorità. Nel frattempo, però, le «cose importanti» non sono comunque successe. L'Italia è al quarantunesimo posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa, siamo penultimi per tasso di occupazione in Europa. In questo libro, Cathy La Torre disegna la mappa di un viaggio nei diritti che non possono più attendere. Attraverso esempi concreti, racconta come altrove hanno fatto, spesso a costo zero, quello che in Italia ancora si rimanda. Un prontuario gentile che vi permetterà di avere sempre una risposta pronta e fondata all'annosa domanda: «Ma non ci sono cose più importanti?».
18,00 17,10

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.