Libro
anno edizione: 2021
pagine: 224
Nell'estate del 1943, mentre su Torino infuriano le incursioni aeree degli anglo-americani, Corrado, insegnante di scienze in un liceo cittadino, si sottrae al pericolo dei bombardamenti trovando rifugio nella casa di due mature signore - madre e figlia - presso le quali ha affittato una stanza, sulle colline fuori città. Passeggiando nella solitudine dei boschi e dei prati insieme al cane Belbo, può coltivare l'illusione che la guerra sia qualcosa di remoto, e addirittura accarezzare fantasie di regressione all'epoca libera e spensierata della sua infanzia nelle Langhe. Durante una delle sue camminate, però, Corrado approda alle Fontane, un'osteria rurale che è diventata luogo di riunione di un gruppo di operai antifascisti, in mezzo ai quali ritrova Cate, sua antica fidanzata, con il piccolo Dino. Cate e il gruppo delle Fontane diventano presto per Corrado un duplice, perentorio richiamo alle responsabilità a cui tende a sottrarsi: quella della paternità Dino potrebbe infatti essere figlio suo - e quella della militanza civile e politica. Un duplice richiamo che, dopo l'armistizio dell8 settembre, l'occupazione tedesca della penisola, l'inizio in Italia di una feroce guerra civile e l'arresto di Cate e dei suoi amici da parte dei nazifascisti, si fa quasi ineludibile; perché ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione. Pubblicato nel 1948, La casa in collina è una delle massime espressioni della narrativa pavesiana, il romanzo che meglio descrive il clima in cui nacque la Resistenza e in cui prende forma quello stile imperniato su una prosa rapida e ritmata, scabra e intensa simile a quella dei migliori scrittori americani - per la quale il suo autore è a buon diritto annoverato fra i classici della nostra letteratura recente.