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Libri di Francesco Occhetto

Biografia e opere di Adriana Zarri

Poeti iraniani. Dal 1921 a oggi. Testo originale a fronte

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 444
Paese delle cupole celesti, di profeti e sfarzosi sovrani, di deserti e di lussureggianti giardini, terra di santi, carovanieri e astronomi, l'Iran è noto in Occidente o per il suo passato leggendario oppure per il suo drammatico presente. Echi di un mondo fiabesco da Mille e una notte si sono mescolati, nell'immaginario collettivo, con scene tratte dai reportage di viaggi esotici facendo - di quella iraniana - una cultura tanto idealizzata quanto, nel profondo, poco conosciuta. Tutti da scoprire, per i lettori italiani, sono sia lo speciale rapporto che lega gli iraniani alla poesia (la poesia tout court ma anche la tradizione classica di Firdusi, Hafez, Sa'di, Rumi, Khayyam, 'Attar, per fare solo qualche nome) sia il fondamentale contributo che l'Iran ha dato alla lirica del Novecento - in termini ora di opposizione ora di testimonianza dei profondi mutamenti politico-culturali che hanno segnato la storia del Paese. Sono trascorsi poco più di cento anni dalla nascita della Poesia nuova, il movimento poetico che nel 1921 portò la letteratura dell'Iran ad aprirsi al mondo entrando nella modernità. Un secolo che questa antologia documenta allineando i dodici poeti più rappresentativi, con i loro volti, le biografie, i versi. Dal fondatore della Poesia nuova, Nima Yushij, alla voce sperimentale e innovativa del poeta-profeta Ahmad Shamlu, il cui grido contro la corruzione e la censura ha scosso le coscienze; da Ziya' Movahhed, con la sua scrittura minimale, limpida ed euritmica, a Garous Abdolmalekian, interprete di una vibrante poesia civile. Da Shafiei Kadkani, grande esperto di retorica classica che, sulla scia di Akhavan Sales e Sohrab Sepehri, fonde la tradizione letteraria con le più amare riflessioni contemporanee, a Seyyed 'Ali Salehi, fautore della Poesia parlata. Imprescindibile presenza è quella della libera e personalissima testimonianza di Forugh Farrokhzad, la cui poetica intimista e spregiudicata dà voce alle emozioni e alla determinazione di una giovane donna in cerca di libertà espressiva; e poi, ancora, si va dal poliedrico cineasta Abbas Kiarostami, all'art pour l'art di Bijan Jalali e Yadollah Royai che, distaccandosi dall'impegno civile, si concentrano sulla resa estetica e filosofica del testo attraverso lo sperimentalismo. Una galleria di figure poetiche diversissime tra loro, per intonazione e generazione, qui convocate a rappresentare la voce di un intero popolo. Lo scrive Kiarostami: «Dalla feroce sorte / il rifugio è poesia / dalla crudele amata / il rifugio è poesia / dalla palese tirannia / il rifugio è poesia».
24,00 22,80

La mia voce sa ancora di stelle. Diari 1936-1948

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 296
«Ciò che canta in me è il canto dell'eternità. Ciò che è entrato in me non può più morire». Nei diari giovanili di Adriana Zarri c'è già tutta l'intelligenza, la passione, la ricerca di una mistica immersione nel creato che l'hanno resa una delle teologhe e delle pensatrici più intense e importanti del Novecento. Le sue parole giungono ai lettori di oggi vibranti e vive, come dopo uno sconfinato viaggio nell'universo dell'anima. "La mia voce sa ancora di stelle" è una scelta dai diari giovanili di Adriana Zarri. Con l’intensità che ci è nota racconta in presa diretta la storia della sua «conversione» e i conflitti sorti in seguito alla scoperta della fede, con la vita e con l’altra sua principale vocazione, quella letteraria. Nello scorrere di queste pagine dove c’è già tutta l’intelligenza, la passione, la ricerca di una mistica immersione nel creato che ritroveremo nelle sue opere successive, si delinea così il sorprendente ritratto di una giovane donna impegnata a documentare «dal vivo» le proprie precoci metamorfosi e conquiste interiori. Una volta, lo scrittore francese Julien Green disse che «il maggiore esploratore su questa terra non fa viaggi più lunghi di colui che scende in fondo al proprio cuore e si china sugli abissi dove il volto di Dio si specchia tra le stelle». Adriana Zarri, nei suoi diari, ha fatto proprio questo: ha sondato l’indecifrabile miniera dell’abisso umano fino a scoprirne il luccicante fondale. Fino a intravederne Dio. «Ed è per tale ragione» scrive il curatore Francesco Occhetto «che la sua “voce lontana sa ancora di stelle”. Dal passato, dopo una lunga e affannosa ricerca di senso, giunge fino a noi portando in salvo queste schegge di cometa che sono le sue parole così vibranti e vive, testimonianza di un viaggio sconfinato nell’universo dell’anima».
20,00 19,00

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