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Libri di Ezio Mauro

Biografia e opere di Ezio Mauro

Aldo Moro. Cronache di un sequestro

Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
18,50 17,58

La mummia di Lenin

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 208
Il mausoleo di Lenin sulla piazza Rossa è più di un sepolcro: è il cuore pulsante di un’epopea che ha plasmato il Ventesimo secolo. Qui, nella fissità del granito rosso, si conserva il corpo imbalsamato dell’uomo che dirottò la storia e fece della rivoluzione un’idea eterna. Ma cosa accade quando il tempo si compie e l’ideologia che lo ha reso icona si dissolve? Lenin non è solo un leader, è un enigma che attraversa le epoche, sopravvive alla caduta dell’Urss e riemerge come simbolo nell’odierna Russia di Putin. Dalla sua ascesa alla guida dell’insurrezione bolscevica alla malattia che ne segnò il declino, questo libro ricostruisce il mistero del corpo che non può essere seppellito, della memoria che non può essere cancellata. Perché la sua morte – temuta, nascosta, proibita – è anche il sigillo su un potere che ha sempre avuto bisogno della sua presenza per legittimarsi. Seguendo Lenin attraverso le sue stanze segrete, i suoi viaggi e i documenti inaccessibili per un secolo, il racconto svela i retroscena della sua imbalsamazione, affidata a uno scienziato riluttante, e il significato di un esperimento politico che ha sfidato la natura stessa della storia. Con uno sguardo lucido e una scrittura avvincente, l’autore offre una riflessione sulla Russia di ieri e di oggi, sulle sue continuità e sulle sue fratture, e su un corpo che continua a inquietare il presente.
20,00 19,00

La caduta. Cronache dalla fine del fascismo

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2023
pagine: 208
Il 25 luglio 1943 Mussolini viene arrestato. Nella notte si è tenuto il Gran Consiglio del fascismo e ha sfiduciato il Duce, che ora si trova in una caserma, sorvegliato dai carabinieri, sopraffatto da un capovolgimento improvviso del destino. L’Italia intanto è ignara. È un epilogo senza testimoni, nessuno sa cosa sta succedendo. Il Paese si è svegliato al suono del solito bollettino di guerra: è chiaro, nonostante i vertici cerchino di nascondere la verità, che la situazione è disperata. Sul fronte militare, con i numerosi insuccessi, e in casa, tra gli incessanti bombardamenti e la mancanza ormai cronica di beni di prima necessità. La popolazione è demoralizzata, scossa dai lutti, dalla distruzione, dalla fame. Da tempo si è incrinata anche la salute del Duce, afflitto da forti dolori addominali, probabilmente di natura nervosa, che lo hanno obbligato ad assentarsi spesso dai suoi doveri, aggiungendo un altro strato di incertezza. Sono mesi bui, in cui il mondo appare fuori controllo, “il sistema ormai non può reggere, la velocità degli eventi lo scuote, lo sopravanza e lo mette a nudo, rivelandone il volto reale sotto la maschera titanica e magniloquente”. Dopo arriveranno l’armistizio firmato da Badoglio, la repubblica di Salò, la guerra partigiana. Ma in quel momento gli italiani ancora non sanno dove li trascinerà l’inarrestabile corrente della Storia. Con la penna del grande giornalista, Ezio Mauro rimette in scena gli ultimi giorni del fascismo di Stato, raccontando un Paese in bilico tra un regime in declino e un futuro che non ha ancora preso forma.
20,00 19,00

La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2023
pagine: 368
Otto Adolf Eichmann, uno dei comandanti delle SS responsabili dell’organizzazione della cosiddetta “soluzione finale”, fu processato nel 1961 a Gerusalemme, avendo commesso crimini contro il popolo ebraico, crimini contro l’umanità e crimini di guerra sotto il regime nazista. Hannah Arendt assistette al processo come inviata del “New Yorker” e ne nacque un libro scomodo, che pone le domande che non avremmo mai voluto porci e dà risposte che non hanno la rassicurante certezza di un facile manicheismo. Il suo resoconto, spiega Ezio Mauro nella sua prefazione, è “il tentativo di recuperare una misura umana di razionalità che consenta di mandare avanti il mondo dopo Auschwitz”: è un’esplorazione attenta e appassionata del contesto storico e politico, un’analisi del tempo nazista, indispensabile per capire come quella quotidianità ordinaria e mediocre abbia potuto farsi strumento dell’orrore. Questo tipo di indagine diventa necessaria poiché “quel che si vede e quel che si sente non riescono a restituire la portata dell’accaduto che resiste al diritto, alla giustizia, alla pietà, dunque alla comprensione”. Sprovvisto di qualsiasi tipo di eccezionalità, concentrato sulla corretta esecuzione del compito assegnatogli, Eichmann è l’incarnazione “banale” del Male, che per questo risulta tanto più terribile, perché i suoi servitori più o meno consapevoli non sono che piccoli, grigi burocrati. I macellai del nostro tempo non hanno la “grandezza” dei demoni: sono dei tecnici, si somigliano e ci somigliano. Prefazione di Ezio Mauro.
13,00 12,35

L'anno del fascismo. 1922. Cronache della marcia su Roma

Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2022
pagine: 240
“I fascisti spuntarono pochi minuti prima delle due, protetti dal botto dei petardi nelle vie e nei cortili, mentre i balli erano ripresi dopo il brindisi. Da dentro giungevano le note morbide e i versi innocenti di Abat-jour, ma un colpo di pistola nella strada fermò la musica. ‘Aprite, o sarà peggio.’ Con centocinquantun bossoli per terra finiva la prima notte di gennaio e cominciava il 1922 italiano, l’anno del fascismo.” Nei mesi bui che conducono alla dissoluzione dello Stato liberale Mussolini, con la sua concezione tragica e spettacolare della vita, incrocia lo spirito del tempo: la politica viene ridotta alla sua dimensione fisica, la ritualità soppianta la cultura. Attorno, un cielo vuoto di stelle spente, in un mondo politico in disfacimento incapace di leggere la società in trasformazione, frastornato dall’eco mondiale della rivoluzione bolscevica e dalla suggestione contagiosa che il mito della Russia irradiava da San Pietroburgo. Lo Stato liberale italiano sembrava esausto e non lo sapeva, incapace di fronteggiare i nuovi fenomeni sociali e politici, come se non rientrassero più dentro le sue categorie antiche. Il re è solo. Tocca a lui riempire la scena istituzionale, Capo per grazia di Dio e volontà della nazione di uno Stato che si frantuma venendo meno ai suoi impegni costituzionali, e giorno dopo giorno si arrende alla furia fascista che lo incalza per soppiantarlo. Ezio Mauro racconta l’anno decisivo della frattura tra due epoche: dopo la guerra, davanti al potere declinante delle dinastie, c’è in Italia l’impeto crescente, violento, del nuovo movimento fascista. È già un potere?
20,00 19,00

Lo scrittore senza nome. Mosca 1966: processo alla letteratura

Libro: Libro rilegato
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2021
pagine: 336
Andrej Sinjavskij era soltanto la metà di una storia. L'altra metà si chiamava Yulij Daniel'. Insieme, i due scrittori russi sfidarono il regime sovietico con l'arma più potente e più temuta – la parola – pubblicando i loro libri in Occidente con gli pseudonimi di Abram Terz e Nikolai Arjak. Insieme, a soli quattro giorni di distanza, furono arrestati dal Kgb e nel '66 giudicati in un processo che diventò uno scandalo mondiale, il primo dopo la caduta di Chruščëv e delle illusioni riformiste. Per loro la condanna fu quasi identica, cinque e sette anni di carcere e lavoro forzato nel gulag. Su entrambi, l'ultimo giorno del processo risuonarono le parole del giudice istruttore, la sua certezza impenetrabile: "Può darsi che fra vent'anni avrete ragione voi, ma per il momento sono io che ho ragione". Poi il potere sovietico pensò di rompere il filo di quell'amicizia intellettuale tanto profonda da trasformarsi in politica, e tanto forte da tradurla in opposizione: aprì a Sinjavskij la via dell'esilio, mentre Daniel' restava confinato in patria. Sinjavskij viveva a Parigi, insegnava alla Sorbona e i suoi libri si dovevano fermare all'immenso confine dell'Urss. Così lo scrittore veniva proibito nel suo Paese fino a essere dimenticato. Più difficile la partita a scacchi tra il potere e Yulij Daniel'. Lui viveva in patria, dopo il campo era tornato a Mosca in una casa vicino alla stazione Sokol del metrò. Non svolgeva alcuna attività sospetta. Ma la sua vita, il suo nome, la sua identità lo confermavano intellettuale per sempre e dissidente in eterno. Sul suo nome calò un'ombra. Ma lui, continuamente, tra sé e sé ripeteva: Julij Markovic Daniel', scrittore e traduttore, già condannato per attività antisovietiche, uscito dal gulag, residente a Kaluga, vivente a Mosca, via Novaja Pishanaja, ingresso 3, piano secondo, appartamento numero 52. Tutto questo, per colpa di due libri.
20,00 19,00

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