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Libri di Antonio Nappi

Biografia e opere di Antonio Nappi

Deontologia come habitus. Introduzione al nuovo Codice deontologico dell'assistente sociale

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2021
In quale misura attenersi al Codice deontologico? Come può facilitare l’assistente sociale nel corso della sua concreta operatività? Perché deve essere un testo vivo, dinamico e duttile rispetto ai tempi e perché dovrebbe renderci vitali come professionisti? Quesiti che nella realtà continuano ad alimentare discussioni e confronti non sempre corrispondenti al significato fondativo delle norme deontologiche. Gli autori, consapevoli che il lavoro degli assistenti sociali, in quanto professione, ha una forte e indispensabile valenza etica, analizzano il nuovo Codice deontologico nei suoi aspetti contenutistici e attraverso la lente dei cambiamenti sociali, dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo sostenibile. I valori e i principi etici, inscritti nel DNA della professione prima ancora che nel Testo codicistico, sono considerati fonti imprescindibili di discernimento dell’operatività. Il volume consta di due parti distinte ma consequenziali: la prima di commento a Titoli e articoli della nuova Carta deontologica alla luce dei recenti sviluppi tecnico-metodologici, istituzionali e giuridici; la seconda di approfondimento su temi che interrogano la professione e che, per la loro complessità, richiedono spazi di riflessione più ampi, utili a individuare coordinate etiche alle quali ancorare decisioni, pianificazioni e implementazioni, con lo sguardo rivolto al presente, con le sue sfide e urgenze che interrogano il futuro. Il linguaggio semplice e comprensibile rende il testo adatto sia agli studenti di Servizio Sociale sia agli assistenti sociali che devono impegnarsi e confrontarsi su e con questioni professionalmente complesse e con dilemmi etici sollevati dalla pratica. Risulta altresì un utile e agile strumento di analisi critica e di approfondimento sui temi deontologici per i responsabili dei servizi sociali, per i docenti e i formatori e, in generale, per tutti coloro che desiderano accrescere le proprie conoscenze in questo ambito.
22,00 20,90

La prevedibilità nel diritto penale. Contributo ad un'indagine sistemica

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2020
pagine: 704
La prevedibilità è il confine che identifica il diritto penale, differenziandolo dall'arbitrio. Essa, pertanto, non è graduabile né frazionabile, poiché ogni forma di ridotta o parziale prevedibilità apparterrebbe all'oltre-confine. L'epistemologia sistemica, in questa prospettiva, impone di avvolgere nel mantello della prevedibilità l'azione di ogni attore in criminalibus. Tale dimensione, statica, è però teleologicamente neutra ed assolve - quindi - ad una funzione meramente conoscitiva. Solo nella dimensione dinamica, infatti, può tracciarsi la rotta della coerenza con l'assiologia dell'ordinamento vigente, che si staglia nell'orizzonte dell'integrazione sociale del reo, inscindibilmente connessa alla metronomia diacronica. Il tempo della prevedibilità è 'battuto' dall'interazione tra il prius legislativo (preciso/determinato) ed il posterius giurisprudenziale (ragionevolmente predicibile). La prevedibilità, tuttavia, va ben oltre: non v'è - dall'agire del pubblico ministero all'ultima propaggine dell'esecuzione sanzionatoria - territorio che ad essa possa dirsi estraneo. L'indagine prova a disvelare la valenza euristica delle geometrie sistemico/diacroniche: esse, così disegnate, possono irrobustire i confini della prevedibilità, allontanando il diritto penale dallo scivoloso pendio verso l'arbitrio.
92,00 87,40

Diritto penale e malattia irreversibile: dal «dovere di vivere» al diritto di autodeterminazione

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2019
pagine: 176
La concezione della vita come dovere, già in sé problematica, appare decisamente inadeguata in rapporto al moltiplicarsi di ammalati 'strappati alla morte' che, versando in condizioni estremamente compromesse, rivendicano il proprio diritto di autodeterminazione terapeutica (o clinica, allorché, nei casi di irreversibilità, i trattamenti sanitari non possano curare, ma solo prolungare l'esistenza). Il principio pluralistico suggerirebbe di concepire la vita come diritto, del quale la persona - e non lo Stato - è titolare originario: in tale prospettiva, manca l'offesa e, con essa, la tipicità, allorché l'interessato si determini nel senso dell'eutanasia consensuale pietatis causa o del suicidio medicalmente assistito. Vietando, invece, sia l'una che l'altra pratica di 'fine vita', il nostro sistema penale legittima discriminazioni tra pazienti irreversibili, costringendo ad un'indesiderata agonia coloro, tra essi, che siano affetti da una patologia la cui natura non conduca, a seguito dell'interruzione dei trattamenti salvavita, a una morte immediata. De iure condendo, potrebbe escludersi la tipicità della condotta del personale sanitario che attui l'eutanasia consensuale, sia attiva che passiva, oppure del suicidio medicalmente assistito, ove si ritenga preferibile tale diversa ipotesi di riforma.
23,00 21,85

Principio personalistico e «binomi indissolubili»

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 472
Il principio personalistico implica la concezione della pena come progetto, finalizzato all'integrazione sociale ed arricchito dai contenuti di una rivisitata giustizia riparativa. Ne deriva, come naturale conseguenza, la necessità di riformare ab imis il sistema sanzionatorio. Va, quindi, superata ogni istanza legata alla prospettazione diffusa del simbolismo penale: esso, infatti, produce una rassicurazione della collettività, sterile e di breve durata, al pari di ogni intervento non fondato su un complessivo, razionale progetto politico-criminale, la cui carenza allontana scelte, legislative e di politica sociale, conformi a Costituzione, fondamentali per contrastare l'agire criminoso. Muovendo in questa direzione vi sarebbe spazio di operatività per i 'binomi' a cui ci riferiamo nell'indagine: ad esempio il canone di autodeterminazione andrebbe coniugato, nel biodiritto penale, con il solidarismo, fondamentale postulato dello stato sociale di diritto così come l'intero spettro della legalità penalistica con una prevedibilità sistemica, ispirata ad istanze di garanzia.
63,00 59,85

La crisi del sistema delle sanzioni penali

Libro
anno edizione: 2011
pagine: 424
Ognuno dei Progetti di riforma del codice penale presi in considerazione muove dalla consapevolezza dello stato di crisi che affligge, tra l'altro, il sistema sanzionatorio. In luogo di una razionale struttura normativa, fondata su unitarie premesse strategiche di politica criminale ed articolata in meccanismi di coerente realizzazione dei fini perseguiti, il nostro ordinamento privilegia una congerie di istituti, affastellata al punto da rendere la risposta sanzionatoria talvolta ineffettiva, talaltra vessatoria e, comunque, incerta. L'esito è dato dalla composizione della popolazione carceraria, costituita in prevalenza da tossicodipendenti ed extracomunitari: ciò sembra espressione di un sistema punitivo ispirato ad una poco raccomandabile prospettiva da diritto penale della marginalità, se non 'del nemico', nonché a modelli di stampo sintomatico, orientati non alla logica dei fatti offensivi, ma all'universo problematico dei tipi da punire in quanto espressivi di mondi pericolosi. Apprezzabile, quindi, è l'impegno della dottrina, teso ad individuare una soluzione che consenta di superare questo stato di iniqua disfunzionalità.
42,00 39,90

26,99 25,64

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