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Libri di Ambrogio Borsani

Biografia e opere di Ambrogio Borsani

Di parlarti non ho coraggio. Poesie inedite per Roberto Volponi

Libro: Libro in brossura
editore: Interlinea
anno edizione: 2024
pagine: 64
«Di parlarti non ho coraggio, / né nominarti come solo amore» scrive Alda Merini negli ultimi due versi di una raccolta inedita ritrovata a 15 anni dalla scomparsa da Ambrogio Borsani, amico e curatore dell’opera complessiva della poetessa dei Navigli. Sono poesie dedicate a Roberto, figlio dello scrittore Paolo Volponi, amico morto improvvisamente in giovane età e frequentato al Bar Chimera. Qui la poetessa amava fermarsi a scrivere poesie con la sua macchina per scrivere spesso usando carta carbone per supplire all’assenza di nastro inchiostrato. «Anima grande, faccia di usignolo / che un giorno tardò al mondo e ha preso il volo» scrive nell’apprendere la scomparsa dell’amico per un incidente aereo di ritorno da Cuba. La riscoperta di una grande autrice per parlare del rapporto tra generazioni, amore e morte.
12,00 11,40

Vagabondi nel Mani. Anime inquiete nel cuore selvaggio del Peloponneso

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2024
pagine: 160
Un viaggio appassionato nella terra dove fioriscono visioni. Qui si rifugiarono gli invincibili spartani quando non furono più invincibili. Elena e Paride si accoppiarono su un’isoletta del Mani scatenando la guerra più famosa del mondo. Ma crearono lavoro per generazioni di poeti, pittori, musicisti. Cosa avrebbe cantato Omero senza la sventurata Elena? Nei secoli il Mani ha continuato a generare miti, ad attirare anime erranti, figure inquiete. Dopo aver camminato il mondo, Bruce Chatwin volle essere sepolto dietro una sperduta chiesetta bizantina sul Taigeto, ignota persino agli abitanti del luogo. Sulla spiaggia di Kalogria, dopo il dottorato su Nietzsche, un giovane Kazantzakis prendeva lezioni di zoticoneria dal selvatico Georgios Zorba. Patrick Leigh Fermor raccontò la storia dei manioti e si fermò a Kardamyli per costruire con la sua Joan una casa incantata. Nella narrazione si intrecciano vicende di poeti maledetti, come Nikitas Nifakis e Nikiforos Vrettakos. Il viaggio scorre poi fra torri cadute, torri cadenti, torri restaurate. Dall’alto, i manioti continuarono a spararsi per secoli con pistole, fucili e cannoni. Una faida infinita. Un popolo di pirati e assassini, ma anche di valorosi guerrieri capaci di cacciare gli ottomani, come l’indomito comandante Petrobey, ostinato ribelle, altero dominatore del Mani. In questo viaggio Ambrogio Borsani scava negli angoli segreti di una terra magica inseguendo storie abbandonate e figure alla deriva. Una narrazione serrata, visionaria, che arriva alle porte dell’Ade, dove lasciavano ogni speranza gli antichi spartani sconfitti e gli sfortunati marinai della battaglia di Capo Matapan. Qui Leigh Fermor e Chatwin salivano a contemplare i profili di terre e di acque che avevano generato dèi, eroi, poeti. Si raccontavano storie di terre lontane, di popoli invisibili, di geografie parallele. Si perdevano tra i misteri del nomadismo, tra i segreti di gente alla ricerca di un punto che rimanda a un altro punto che rimanda sempre a un altro punto dentro infinite reti di punti che indicano altri punti ai confini del mondo, dove i secoli precipitano sui popoli in movimento senza arrestare il loro cammino.
18,00 17,10

Assalto al Paradiso. Avventurieri, poeti e predatori nell'isola Splendente

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2022
pagine: 512
Antichi viaggiatori come Marco Polo e Ibn Battuta raccontano che Adamo si rifugiò qui dopo la cacciata dal Paradiso Terrestre. L’isola che fu Taprobane, Ceylon e infine Sri Lanka ha attirato conquistatori feroci ma anche immigrati pacifici. Il più affezionato di tutti fu Arthur C. Clarke, che per 52 anni visse, amò e scrisse in questo Eden. Qui immaginò "2001 Odissea nello spazio" e fu coinvolto in uno scandalo di pedofilia che venne presto messo a tacere. Agli inizi del secolo scorso Leonard Woolf passò sette anni nel Civil Service a Ceylon, ma quando gli ordinarono di incendiare la capanna di un indigeno si dimise e tornò a Londra per sposare Virginia. Pablo Neruda arrivò a Colombo nel 1927 come console del Cile, scrisse le sue poesie più belle, ma fu meno poetico con le donne, proiettando ombre che ancora pesano sulla sua vicenda umana. Al seguito degli inglesi arrivò il sedicente conte de Mauny: come un Des Esseintes equatoriale trasformò uno scoglio in una splendida isoletta con giardino all’italiana che poi venne acquistata da Paul Bowles. Tra i viaggiatori stregati dall’isola ci fu Nicolas Bouvier, partito in Topolino da Ginevra e approdato a Galle dove rimase stordito per sette mesi. Tra i talenti indigeni ci sono figure straordinarie. Come Geoffrey Bawa, architetto geniale e innovatore che progettava boschi verticali prima che li inventassero in occidente. Michael Ondaatje per fuggire da un padre squilibrato emigrò in Canada, dove ebbe risonanza mondiale con Il paziente inglese. Alle radici di tutto stanno le vertigini delle sconfinate mitologie Veda. E la grande rivoluzione dei canoni buddisti che qui per la prima volta passarono dalla forma orale a quella scritta. Poi arrivarono le invasioni selvagge degli occidentali. I cattolicissimi portoghesi erano impegnati a salvare le anime degli indigeni e a dannare le proprie con massacri e distruzioni. Seguirono gli olandesi, che potevano ammazzare per un sacco di cannella; infine gli inglesi, che si dedicarono a uno sfruttamento intensivo, più razionale, più cinico. Questa terra ha generato immensi splendori. Quattro secoli di invasioni occidentali non hanno fatto in tempo a distruggerli tutti. Ora rappresentano la testimonianza di una storia millenaria, di una cultura tra le più antiche e affascinanti del mondo.
18,00 17,10

Il morbo di Gutenberg. Avventure e sventure di uno schiavo della carta stampata

Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2014
pagine: VI-143
Il libro racconta l'universo dei bibliofili, la passione, la conoscenza, le follie. Si attraversano i mondi del collezionismo, della storia editoriale. Si incontrano personaggi assorbiti dalla febbre della ricerca, si gira per mercatini, per librerie antiquarie. Si entra nella psicologia di collezionisti ossessivi, di lettori possessivi, di editori creativi, combattivi e sovversivi. Un mondo di esseri curiosi divorati dall'ansia della rarità, persi come gli antichi cercatori d'oro nell'eterna speranza di una pepita, di un intero giacimento. Nel racconto spuntano le quotazioni di libri rari, si percorre l'itinerario di biblioteche importanti in continua migrazione, si esaltano le librerie storiche, non contaminate dalla malattia della resa facile. Si racconta il libro come oggetto, come opera d'arte, come risultato di un lavoro di tipografi, artisti, illustratori, incisori, legatori. Illustri e oscuri artigiani del bello che danno valore di contenuto al contenitore del pensiero. Ma alla fine si ritorna al libro come tempio della parola, al pensiero scritto come valore più alto di ogni esperienza umana.
15,49 14,72

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