Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Libri di Alessandro Mulieri

Biografia e opere di Alessandro Mulieri

Contro la democrazia illiberale. Storia e critica di un'idea populista

Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2024
pagine: 160
«Storicamente, la democrazia è sempre stata associata a una forma di giustizia sociale. Lo stesso non può dirsi di coloro che difendono la democrazia illiberale tra i populisti di destra, giacché non c’è nessuna giustizia sociale nell’idea di utilizzare il nome della democrazia per attaccare delle minoranze e promuovere un’idea di società che esclude piuttosto che includere». Uno spettro si aggira per l’Europa e per il mondo: la democrazia illiberale. Che cos’è la democrazia illiberale? Perché sta diventando sempre più centrale nei dibattiti odierni? Quali sono i suoi antecedenti storici e filosofici? Ma soprattutto: come possiamo difenderci dalle chiare derive autoritarie implicite in un regime i cui fautori teorizzano e difendono la disuguaglianza? Parafrasare il Marx del Manifesto può aiutarci a dare un senso al recente dibattito su uno dei termini più discussi e controversi degli ultimi anni, un termine in cui ciò che è stato considerato per molto tempo il simbolo del governo più libero ed egualitario della storia – la democrazia – si accompagna alla negazione di un’eredità che pensavamo ormai acquisita dopo circa tre secoli di lotte, e cioè la difesa delle libertà fondamentali. In questo saggio Alessandro Mulieri presenta un’analisi a tutto campo del problema della democrazia illiberale, decostruendone le basi teoriche e politiche e proponendo una genesi storicamente contestualizzata di questa forma di governo populista a partire da una più ampia ricognizione della storia della democrazia antica e moderna. Coniata all’inizio degli anni novanta dal giornalista americano Fareed Zakaria, ma in realtà con una lunga storia alle spalle, l’espressione «democrazia illiberale» nasce come una categoria descrittiva impiegata da opinionisti e analisti politici per dare senso a uno spettro ampio di regimi molto diversi tra loro ma accomunati da un unico obiettivo: utilizzare le procedure elettorali per portare avanti posizioni politiche liberticide. In realtà, la filosofia della democrazia illiberale ha antecedenti importanti nel mondo premoderno e nel pensiero antilluminista otto-novecentesco, ma è soltanto recentemente che essa si è trasformata inizialmente in una categoria fondamentale di interpretazione della politica internazionale e successivamente, soprattutto negli ultimi anni, in una vera e propria filosofia politica militante coltivata da alcuni ideologi e leader del populismo. Ripercorrendo i momenti salienti di questa storia, e del suo complesso rapporto con la storia e la filosofia della democrazia più in generale dall’antichità a oggi, il volume propone una critica serrata dell’utilizzo contemporaneo del concetto di democrazia illiberale, sia come categoria storico-politica che come ideale normativo o frase slogan della politica attiva, e mira a decostruire questo concetto dall’interno. L’obiettivo è quello di presentare una difesa appassionata della democrazia liberale che, contro ideologi e politici populisti, dovrebbe anche tornare a riscoprire il nucleo storico originario dell’ideale democratico, quello, cioè, di essere un «governo dei poveri».
18,00 17,10

Il pensiero di Pandora. Donne e politica dall'antichità al Settecento

Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2023
pagine: 144
Siamo abituati a pensare che la storia delle grandi idee politiche del passato sia stata scritta soltanto da uomini, molti dei quali particolarmente critici nei confronti delle donne e dell'eguaglianza di genere. Ma è davvero così? Il libro offre uno sguardo diverso sull'avvicendarsi delle teorie e ideologie politiche pre-ottocentesche, in cui a fare da protagonisti sono invece alcuni pensatori e pensatrici distintisi per la loro concezione innovativa sui rapporti tra i generi e sulla condizione femminile. Da Aspasia a Averroè e Christine de Pizan, da Cornelio Agrippa a Mario Equicola e Lucrezia Marinella, da Margaret Cavendish a Thomas Hobbes, Mary Astell e Olympe de Gouges, il testo mette in risalto filosofi, filosofe e scrittrici che dall'antichità al Settecento hanno utilizzato i linguaggi politici del mondo precedente all'età contemporanea per affrontare, spesso in modo del tutto originale, il tema complesso del rapporto tra i generi. Ne risulta un'indagine in cui dalle filosofe di Platone si passa attraverso le imama di Averroè, fino agli umanisti e alle scrittrici rinascimentali che teorizzavano la superiorità del genere femminile su quello maschile per concludere con alcune protagoniste delle rivoluzioni politiche del Seicento e del Settecento.
16,00 15,20

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.