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Libri di Alberto Grandi

Biografia e opere di Alberto Grandi

In vino felicitas. Manifesto per una vita larga (e felice)

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2025
pagine: 144
Nel vino non c’è solo l’alcol: c’è un po’ di felicità, di memoria, di convivialità. Eppure, tra tutte le nuove paure moderne – dal glutine ai social – ce n’è una che sta guadagnando sempre più adepti: la fobia dell’alcol. Non quella dei medici che lo combattono con dati e statistiche, ma quella diffusa tra le persone comuni che, tra una centrifuga di sedano e una meditazione anti-cancro, inorridiscono se si osa ordinare un bicchiere di vino con un piatto di pasta.  A colpi di debunking – ricerche scientifiche e aneddoti storici alla mano –, il dottor Andrea Casadio e il professor Alberto Grandi si interrogano sui rischi e i benefici del vino e delle bevande alcoliche, e non, per la nostra salute.  La scienza si è data molto da fare per mettere in chiaro le cose e, finora, nessuno studio ha mai stabilito che bere moderatamente sia peggio che non bere affatto. Scopriremo, infatti, che non esiste alcun “rischio zero”, e che gli astemi, pertanto, non possono dormire sonni tranquilli.  Ma soprattutto, impareremo una cosa: la salute non è solo assenza di malattia, ma anche presenza di piacere, convivialità, equilibrio emotivo. Insomma, il benessere non si misura solo in milligrammi per decilitro. Ciò che conta è la misura, la saggezza, la capacità di godersi le cose senza lasciarsene dominare. Allora sì, alziamo il calice. Non per sfidare la scienza, ma per onorare la nostra umanità.
14,90 14,16

La cucina italiana non esiste. Bugie e falsi miti sui prodotti e i piatti cosiddetti tipici

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 272
La cucina italiana tradizionale? È stata inventata cinquant'anni fa e abilmente raccontata dal marketing. È vero che i prodotti italiani sono buonissimi, ma è falso che abbiano origini leggendarie, perse nella notte dei tempi. Anzi, la ricerca storica attesta che la cucina italiana, intesa come prodotti e ricette della tradizione, è un'invenzione recente. Con questo libro, gli autori analizzano la storia degli alimenti e dei piatti tipici, svelandoci che, al di là dei "gastronazionalismi", gli italiani sono ottimi cuochi proprio perché non sono mai stati vincolati da una tradizione, bensì sempre aperti alla cucina e agli ingredienti degli altri paesi del mondo.
13,00 12,35

La dieta sostenibile. Scelte alimentari che salvano il pianeta

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 192
Oltre alla transizione ecologica, dobbiamo cominciare a fare anche la transizione dietetica. Quella, cioè, del nostro modo di mangiare e del nostro rapporto con il cibo. È il messaggio, semplice ma vitale per il nostro futuro e quello del pianeta, che questo libro vuole lanciare. Sono troppe le contraddizioni alimentari del nostro tempo. Troppo cibo in una parte del mondo e troppo poco nell’altra; troppe le calorie del cibo-spazzatura, troppa l’offerta di cibo a ogni angolo e a ogni ora. Ormai sappiamo che la produzione della sola carne è responsabile del 18 per cento di tutte le emissioni di anidride carbonica prodotte dalle attività umane, pari a quella di tutte le attività industriali. E il pesce che finisce sulle nostre tavole, siamo sicuri che non impatti sulla sostenibilità ambientale? E sulla salute degli oceani, che cosa sappiamo realmente? Queste e altre risposte le potrete trovare in questo libro, scritto a due mani da due esperte nutrizioniste. Perché la consapevolezza alimentare è la strada necessaria per farci vivere meglio tutti. «Oggi sembra plausibile pensare che il cibo perfetto sia quello che nega la possibilità di nutrire. L’avverbio più usato oggi, nel marketing alimentare, infatti, è “senza”. Senza grassi, senza glutine, senza ogm, senza zuccheri, senza olio di palma, senza conservanti, senza coloranti e così via, fino al paradosso logico rappresentato dalla definizione che sempre più spesso si trova sulle etichette di molti prodotti: “senza chimica”, che equivale a dire, senza tutto» (dalla prefazione di Alberto Grandi)
17,50 16,63

Dieta mediterranea, addio!

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 144
«La dieta mediterranea difende dal morbo di Alzheimer». «Grande successo della dieta mediterranea in Giappone». «Olio di oliva sempre più sano: è antinfiammatorio». «La dieta mediterranea fa bene alla salute». Per molti anni ci siamo sentiti dire e ripetere – da medici, dietologi, salutisti e opinionisti vari – che il segreto della nostra salute, la grande inconsapevole fortuna di cui noi italiani potevamo godere nel campo del benessere fisico, era la dieta mediterranea. La fatidica, mitica, salvifica dieta mediterranea. Ci voleva un polemista irriducibile come il giornalista e scrittore Paolo Guzzanti per demolire anche quest’ultimo baluardo dell’orgoglio nazionale. "Dieta mediterranea, addio!" è un atto di accusa, misurato ma fermo, non tanto nei confronti delle buone abitudini alimentari degli italiani, quanto piuttosto verso i «fanatici», gli integralisti del mangiare a base di pasta, pomodori e olio d’oliva. Lungi dal volersi sostituire ai dietisti e agli esperti di nutrizione, Guzzanti ha inteso piuttosto scrivere un «pamphlet gastro-letterario». Il cui punto di partenza poggia su una base reale di polemica medico-scientifica (l’attacco alla dieta mediterranea portato in questi ultimi anni da molti nutrizionisti anglosassoni), per sviluppare poi un percorso di personale narrazione, fatto di ricordi familiari (come mangiavano, o non mangiavano, i padri e i nonni), di esperienze alimentari disperse nella memoria, di sapori e odori che riaffiorano come frammenti di vita vissuta. Prefazione di Alberto Grandi.
15,90 15,11

La cucina italiana non esiste. Bugie e falsi miti sui prodotti e i piatti cosiddetti tipici

La cucina italiana non esiste. Bugie e falsi miti sui prodotti e i piatti cosiddetti tipici

Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 276
"Quando Gualtiero Marchesi, considerato il fondatore della nuova cucina italiana, negli anni Novanta consigliava di mettere la panna nella carbonara, a nessuno veniva in mente di scatenare autentiche guerre di religione come avviene oggi." Alberto Grandi, professore di Storia del cibo e presidente del corso di laurea in Economia e Management all'Università di Parma, e Daniele Soffiati, suo sodale nel celeberrimo podcast DOI - Denominazione di Origine Inventata, ci spiegano perché la cucina italiana non esiste! È vero che i prodotti italiani sono buonissimi, spesso i migliori al mondo, ma è falso che abbiano origini leggendarie, perse nella notte dei tempi. Non è serio sostenere che Michelangelo faceva incetta di lardo ogni volta che passava per Colonnata, così come non è credibile che i milanesi abbiano insegnato agli austriaci a preparare la cotoletta. La ricerca storica attesta che la cucina italiana, intesa come prodotti e ricette della tradizione, è un'invenzione recente e, di fatto, un'efficace trovata di marketing: la narrazione della tradizione è spesso l'ingrediente contemporaneo che rende i nostri piatti ancora più gustosi. La ricerca della coppia Grandi-Soffiati ci ricorda che fino a un recente passato gran parte degli italiani moriva di fame, mentre le élite si dilettavano con cuochi e buon cibo. Inoltre, molti piatti simbolo della "tradizionale" cucina italiana, dalla pizza alla pasta, non sarebbero stati possibili senza il fondamentale contributo dei migranti italiani, che tornarono da terre lontanissime con qualche soldo in tasca e prodotti alimentari praticamente sconosciuti fino al 1900. Con questo libro, vera e propria miniera di informazioni e curiosità, gli autori ci accompagnano in un ideale supermercato. Analizzando, scaffale per scaffale, la storia degli alimenti e dei piatti tipici, ci svelano che gli italiani sono ottimi cuochi proprio perché non sono mai stati vincolati da una tradizione di fatto inesistente, bensì sempre aperti alla cucina e agli ingredienti degli altri paesi del mondo.
19,00

Storia delle nostre paure alimentari. Come l'alimentazione ha modellato l'identità culturale

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 252
“Questa è una storia dell’alimentazione raccontata attraverso aneddoti e vicende curiose. Ma è soprattutto la storia di come le paure alimentari abbiano condizionato lo sviluppo economico e sociale delle varie regioni nel mondo, con particolare attenzione all’Europa e in generale a quello che chiamiamo Occidente. E cosa c’è di più naturale, di più culturale, di più sociale e di più politico che mangiare?” Dopo il grandissimo successo del podcast DOI - Denominazione di Origine Inventata, in cui ha ripercorso la storia della cucina italiana insegnandoci a distinguere la verità dalle narrazioni pubblicitarie, Alberto Grandi affronta un nuovo, interessantissimo e finora poco esplorato tema legato all’alimentazione, quello della paura del cibo. Quando i frigoriferi, la pastorizzazione e tutte le altre tecniche di conservazione ancora non esistevano, come faceva l’uomo a essere sicuro di quello che mangiava? Poteva ammalarsi, o addirittura morire, dato che per stabilire se un cibo è pericoloso serve sostanzialmente una cosa: l’esperienza. È il ricordo di ciò che è successo dopo aver ingerito un alimento a determinare la fiducia o la sfiducia nei suoi confronti. La possibilità di assumere sostanze tossiche è sempre molto concreta ed è quindi naturale che ogni essere vivente abbia sviluppato sistemi e processi automatici per valutare i potenziali rischi insiti nell’atto di nutrirsi. Sembra addirittura che alcuni mammiferi che vivono in gruppo, in particolare i ratti, abbiano selezionato tra i loro membri dei veri e propri assaggiatori per verificare se un cibo può essere consumato dal branco oppure no. Insomma, molte paure alimentari di oggi sono solo l’ultima versione delle paure che l’uomo ha sempre avuto. Quando poi si è trasferito nelle città, l’uomo non ha più potuto controllare la filiera alimentare e ha dovuto dotarsi di istituzioni sempre più complesse per evitare di morire di fame o ricevere cibo pericoloso. Alberto Grandi ripercorre, dunque, le tappe di questa storia millenaria attraverso aneddoti e vicende curiose, dalla paura della lebbra suina (una malattia inesistente), a quella del pomodoro velenoso, fino alla stigmatizzazione degli OGM, degli insetti e della carne coltivata, tenendo insieme scienza, superstizione, politica, economia ed ecologia, perché oggi produrre cibo per otto miliardi di persone non è solo una questione sanitaria, è soprattutto un tema che mette in gioco la salvezza dell’intero pianeta.
24,00 22,80

L'incredibile storia della neve e della sua scomparsa. Dalle civiltà mesopotamiche al frigorifero, dai cocktail all'emergenza climatica

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2022
pagine: 200
La storia della conservazione della neve è un’epopea mondiale che tocca tutte le aree geografiche e tutte le grandi civiltà: dagli assiri agli egizi, dalla Roma di Nerone alla Cina Imperiale, dalle raffinate corti dell’Italia rinascimentale alla Versailles del Re Sole. Fin dall’antichità il freddo è stato uno dei mezzi più semplici per conservare gli alimenti deperibili. Il ghiaccio e la neve venivano utilizzati anche per preparare specialità gastronomiche particolarmente ricercate o, più semplicemente, per rinfrescare pietanze e bevande. Non solo: il freddo fu per lungo tempo l’unico presidio medico davvero efficace nel controllo della temperatura corporea. Da qui scaturiva la necessità di un’attività di produzione, raccolta e commercio immane e costellata di sfide logistiche che presentavano problemi tecnici non indifferenti e che vennero del tutto superati solo nella seconda metà del XIX secolo, con l’invenzione della macchina per produrre artificialmente il ghiaccio. Attraverso un arco temporale che va dall’antichità ai giorni nostri, l’originalissimo saggio di Alberto Grandi ripercorre le tappe di questa incredibile storia, in gran parte sconosciuta, che ha avuto momenti davvero epici e ha rappresentato, almeno fino alla metà del XX secolo, una realtà economica di rilevanza internazionale. Una storia che fa emergere non solo elementi economici di grande interesse e attualità ma anche qualcosa di più sorprendente, vale a dire la dimensione culturale dell’uso del freddo. Oggi come nel passato, infatti, il livello dei consumi di ghiaccio non è mai stato solo legato alla sua disponibilità a basso costo, ma sembra essere strettamente connesso a particolari propensioni e ai gusti dei consumatori, a qualcosa, in altre parole, che potremmo definire come una simbologia sociale del freddo. “La storia della neve è la storia di un prodotto, di un mercato, di una tecnologia. È la storia di modelli di consumo che si sono evoluti in maniera differente nei diversi paesi del mondo. Oggi il ghiaccio e la neve si producono solo per soddisfare bisogni superflui, come la realizzazione di cocktail o per preparare piste da sci. Il paradosso è che per avere a disposizione tutto ciò, per avere le nostre case sempre fresche e i nostri frigoriferi sempre più grandi, stiamo contribuendo a rendere la Terra un pianeta torrido: per avere la neve artificiale, ci stiamo privando del piacere di toccare e di contemplare la neve naturale”.
22,00 20,90

Denominazione di origine inventata. Le bugie del marketing sui prodotti tipici italiani

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2020
pagine: 192
Il Parmigiano Reggiano più simile a quello creato tanti secoli fa dalla sapienza dei monaci emiliani? È il Parmesan prodotto nel Wisconsin, in USA. E quella meraviglia dolce e succosa, coccolata dal sole e dall'aria della Sicilia, che si chiama pomodoro di Pachino? È un ibrido prodotto in laboratorio da una multinazionale israeliana delle sementi. Per non dire del Marsala: fu inventato, commercializzato e prodotto su larga scala da un commerciante inglese che aggiunse alcool al vino al solo scopo di conservarlo meglio durante il trasporto verso la madrepatria. E tutto quel gran sbattersi per definire il vino DOC, DOP o IPG in base a presunte e millenarie tradizioni dei vigneti? Un nobile intento che però finge di non sapere che nella seconda metà del 1800 un parassita distrusse tutte le vigne presenti sul territorio italiano ed europeo. Dovendo ripartire da zero, i nostri viticoltori usarono obbligatoriamente viti non autoctone e innesti vari. Alberto Grandi, professore dell'Università di Parma, svela quanto marketing ci sia dietro lo strepitoso successo dell'industria gastronomica italiana. I tantissimi prodotti tipici italiani, gran parte dei piatti e la stessa dieta mediterranea sono buonissimi, ma le leggende di storia e sapienza che li accompagnano sono invenzioni molto più recenti, scaturite dalla crisi industriale degli anni Settanta: è in quel momento che imprenditori e coltivatori italiani si alleano per inventare una presunta tradizione millenaria del nostro cibo e il conseguente storytelling per sostenerla. «Denominazione di Origine Inventata» è un libro che farà arrabbiare – ma forse anche ragionare – tutti coloro che sono fideisticamente innamorati del grande mito della tipicità italiana.
11,50 10,93

Per conservar lo pesce di vostra altezza serenissima. Pescatori e pescivendoli a Mantova in età moderna

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2015
pagine: 84
L'economia di Mantova al tempo dei Gonzaga "girava" anche attorno a una voce importantissima quanto poco nota: quella della pesca e del commercio del pesce, decisamente vitale per una città circondata e difesa dalle acque. Alberto Grandi per la prima volta studia e illustra, in modo rigoroso e insieme piacevole, il particolare e difficile equilibrio fra domanda, offerta e impellenti necessità della Corte, anche attraverso momenti storici drammatici come il Sacco della città. Una società costantemente in precario equilibrio alimentare, dove però la Chiesa imponeva di mangiare "di magro" almeno un giorno su tre e dunque il pesce non costituiva un alimento "di lusso".
10,00 9,50

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