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Giappichelli: Futuro anteriore

Tutte le nostre collane

L'educazione del principe. L'assetto dell'amministrazione sabauda in un manoscritto del XIX secolo

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2020
pagine: 272
Ricorrendo nel 2020 il bicentenario della nascita di Vittorio Emanuele II, l'occasione è particolarmente propizia per rivolgere l'attenzione ad un rilevante documento inedito, utile per ricavare spunti sulla giovinezza e sulla formazione del futuro primo re d'Italia, ma anche per avere un singolare spaccato dell'ordinamento amministrativo dei territori sabaudi nella prima metà del XIX secolo. Nel novembre 1842 il giovane principe Vittorio Emanuele regala al padre Carlo Alberto un suo breve studio sull'organizzazione amministrativa dello Stato, in occasione dell'onomastico paterno e dello scoccare dei suoi dieci anni di regno. Questo elaborato venne svolto sulla base di un ben più corposo manoscritto anonimo - steso intorno al 1841 da qualche personaggio vicino alla Corte - il quale offre un interessante squarcio sulla situazione dell'amministrazione sabauda nei primissimi anni Quaranta. Dall'anonimo manoscritto traspare un ordinamento statale alquanto caotico, mirante sempre a salvaguardare la centralità del re all'interno del sistema e ad attuare riforme dell'amministrazione statale prevalentemente legate al passato. D'altro canto in questo periodo vengono avviati invece importanti mutamenti in ambito legislativo ed istituzionale, considerati solo di sfuggita dall'anonimo autore. Tali trasformazioni producono uno scollamento tra il piano legislativo, che evolve, e quello dell'amministrazione pubblica che stenta a cambiare e ad adeguarsi ai nuovi princìpi emersi dall'esperienza rivoluzionaria e napoleonica, i quali cominceranno ad affermarsi soltanto durante il regno di Vittorio Emanuele II attraverso l'applicazione evolutiva dello Statuto.
33,00 31,35

Profili giuridici del fallimento nel pensiero dei commentatori

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2019
pagine: 240
Allorché, alla metà del XVI secolo, il giurista anconetano Benvenuto Stracca portò a compimento la risistemazione del diritto commerciale nel suo trattato sulla mercatura, una fondamentale sezione del quale era dedicata proprio al fallimento, già da molto tempo la dottrina giuridica si era, misurata con questo fenomeno, ponendosi domande, cercando soluzioni, elaborando costrutti, nozioni, principi e categorie. Risalente è la tradizione di studi che guarda al fallimento dal punto di osservazione dello ius proprium. Lungi dal contrapporsi come mondi autosufficienti e impermeabili l'uno all'altro, ius commune e ius proprium restavano complementari e progredivano entro un gioco dialettico in virtù del quale concetti, categorie e istituti giuridici operavano in osmosi, adeguandosi al continuo mutare delle condizioni sociali, economiche e culturali che dovevano regolare. Se il diritto statutario delle terre e città medievali svolse un ruolo decisivo nella maturazione del diritto fallimentare, allo stesso modo non può essere sottaciuto il contributo che la scientia iuris tra il Basso Medioevo e l'Età moderna fornì a quel processo formativo. Questo volume ripercorre il lungo travaglio subito dalla dottrina dei commentatori intorno ai diversi aspetti giuridici del fallimento, prima che si realizzasse la sistemazione nell'opera De mercatura di Benvenuto Stracca.
32,00 30,40

L'ombra lunga della tradizione. Cultura giuridica e prassi matrimoniale nel Regno di Napoli (1809-1815)

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2018
pagine: VIII-207
L’analisi giurisprudenziale del Titolo VI del codice napoleonico, relativo al divorzio, ha consentito di indagare il processo di francisation del Regno di Napoli e di accertare «l’esistenza […] di una via [napoletana] della codificazione francese». Nonostante lo scompiglio generato dalla ondata laicizzatrice imposta dal Bonaparte, la tradizione giuridica partenopea preesistente alle riforme francesi non fu spazzata via di colpo dall’introduzione dei nuovi testi legislativi. Quelli della dominazione francese nel Regno di Napoli furono anni di transizione e non di assestamento: le novità si innestarono in un sistema che poteva contare sulla solidità di un’eredità sapienziale millenaria, e il nuovo codice fu applicato – per volere di Murat – da magistrati autoctoni in carica già prima della conquista francese. Nel 1819 le cose non mutarono radicalmente: la recezione del modello napoleonico passò attraverso una retorica giuridica di adeguamento della tradizione. Si sarebbe dunque confermata la tendenza già manifestatasi durante il Decennio, non nel segno di un rifiuto delle novità normative d’Oltralpe, bensì nell’ottica di un armonico e non traumatico svolgersi di quello che è indubbiamente stato un passaggio epocale. Passaggio che, svoltosi nel Regno di Napoli nell’ombra lunga e rassicurante della tradizione, avrebbe successivamente reso irrevocabile la scelta per la codificazione.
28,00 26,60

Ricerche sul «Consiglio di Stato e dei Memoriali» degli Stati sabaudi. Percorsi fra equità, diritto e politica (secoli XVI-XIX )

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2018
pagine: VIII-324
Il Consiglio distato e dei Memoriali del Regno di Sardegna, così ufficialmente denominato nel 1749, costituisce l'evoluzione d'un preesistente Consiglio di Stato riorganizzato intorno al 1559, a sua volta erede del medievale "Consilium cum domino" dei Duchi di Savoia. In linea di principio, esso doveva consigliare e all'occorrenza coadiuvare il principe in tutti gli atti di governo di particolare importanza, fossero essi di natura politica, giurisdizionale o legislativa. La pratica di governo autocratica della dinastia determinò tuttavia un progressivo appannamento del suo ruolo politico, mentre ne rimase in stato di costante operatività - sino al 1831 - la 'sezione giuridica': un corpo polifunzionale di giuristi - i Referendari - posti agli ordini del Gran Cancelliere, prima carica della monarchia, anch'esso giurista. Destinato a generali funzioni di consulenza giuridica, l'attività primaria e quotidiana di quest'organo fu, lungo tutto il corso della sua storia, soprattutto quella dello studio e della relazione al principe dei ricorsi/suppliche ad esso direttamente indirizzati: i "memoriali", donde il nome di Consiglio dei Memoriali assunto nella prima metà del '700. Questi ricorsi consistevano in massima parte in richieste di deroga in via di grazia a specifiche previsioni del diritto positivo, ed involvevano in quanto tali l'esercizio d'una prerogativa riservata esclusivamente al principe, secondo le modalità tipiche della "giustizia ritenuta": in linea di principio, il Consiglio doveva verificare se, nei singoli casi, sussistesse una "iusta causa" idonea a giustificare l'esercizio da parte del sovrano delle proprie eccezionali e riservate potestà derogatorie. Si perpetuarono così per secoli, nel cuore dell'apparato di governo della monarchia, le teorie sulla "absoluta potestas" del princeps elaborate dai giuristi medievali.
42,00 39,90

41,00 38,95

Mezzadria. Persistenza e tramonto di un archetipo contrattuale

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2017
pagine: XXIV-227
Il volume ripercorre la vicenda storico-giuridica del contratto di mezzadria. Come prolungamento di una trama storica che rimanda alla civiltà comunale, quel contratto ha rappresentato un vero e proprio sistema sociale nell'Italia centrale sino alla modernizzazione degli anni sessanta del secolo scorso. In chiave giuridica, il volume tematizza i passaggi decisivi che portano alla crisi irreversibile, partendo dalla trasformazione dei contenuti contrattuali nel corso dell'Ottocento, con l'affermazione del patto colonico collettivo, affrontando le prime rivendicazioni di inizio secolo, la svolta della grande guerra, il periodo fascista e la lunga fase di smobilitazione che dal Lodo De Gasperi arriva sino alla riforma dei contratti agrari del 1982. La ricerca individua nuove linee di lettura della mezzadria alla luce della questione ambientale. Una puntuale documentazione, anche di natura archivistica, accompagna la ricostruzione delle trasformazioni giuridiche del contratto secondo variabili geografiche e sociali.
30,00 28,50

Amori in causa. Strategie matrimoniali nel Regno d'Italia napoleonico (1806-1814)

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2017
pagine: XIX-304
Muovendo da un dossier, ignoto e inedito, conservato presso l'Archivio di Stato di Milano, e dal corposo materiale giudiziario reperito in diciassette Archivi di Stato italiani, viene qui investigato l'atteggiamento della società e dei giuristi, che si sono resi, a un tempo, attori e spettatori del dirompente impatto del diritto di famiglia napoleonico nella realtà del Regno Italico. Vagliando le sentenze, le conclusioni dei giudici relatori, gli atti di parte di più di duecento processi, si disvelano le strategie matrimoniali di nobili e notabili, commercianti e artigiani, avvocati e militari, sudditi cattolici ed ebrei. Dall'analisi della storia del 'dopo codice' emerge inoltre come la politica del diritto napoleonica passasse attraverso l'applicazione delle norme del codice civile, ma talora anche per mezzo della loro disapplicazione. Un aspetto della vicenda, questo, decisamente paradossale.
30,00 28,50

Unioni di fatto. Dal diritto romano ai diritti attuali. Atti dell'Incontro italo-tedesco (Imperia, 27-28 novembre 2015)

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2017
pagine: XV-145
Questo volume raccoglie gli atti del Convegno internazionale “Unioni di fatto: dal diritto romano ai diritti attuali” che si è svolto ¡I 27 e 28 novembre 2015 presso il Polo Universitario di Imperia. Nel momento del Convegno, era in fase avanzata di approvazione in Parlamento il progetto legislativo sulla tutela delle convivenze, divenuto legge il 20 maggio 2016. Gli interventi approfondiscono il tema delle unioni non matrimoniali dal punto di vista della storia del diritto romano, diritto medioevale e moderno e da quello del diritto europeo attuale, partendo da quei paesi che da tempo tutelano le convivenze, come la Germania, la Francia, l'Inghilterra, a cui si affianca la recente normativa italiana. Si è scelto un percorso trasversale, che prende le mosse da epoche precedenti e giunge alle diverse realtà attuali europee. Le unioni di fatto sono un fenomeno sociale che si configura da sempre come una convivenza stabile tra due soggetti legati sentimentalmente, ma che non possono o non vogliono unirsi in matrimonio. Come hanno reagito i singoli ordinamenti a questo fenomeno? Quali legami si sono creati tra le unioni legittime e le unioni "altre", sia in relazione ai figli, che rispetto alla tutela dei diritti patrimoniali? I vari interventi offrono una panoramica sulla varietà di reazioni e di soluzioni giuridiche adottate dal mondo romano ad oggi.
20,00 19,00

Recezione e traduzione della Pandettistica in Italia tra Otto e Novecento. Le note italiane al «Lehrbuch des Pandektenbrechts» di B. Windscheid

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2016
pagine: 448
Sconfitta la Francia, il 18 gennaio 1871 Gugliemo I di Hohenzollern è proclamato Imperatore tedesco nella Galleria degli Specchi della Reggia di Versailles. Nasce la Germania moderna, la cui egemonia militare e politica in Europa si accompagna ad un significativo avvicendamento dei modelli scientifici, complice il prestigio dell'Università tedesca, veicolo per nuove metodologie didattiche e di ricerca. Come insegna lo storia giuridica, non si tratta comunque di un cambiamento repentino, quanto piuttosto di un risalente processo di recezione culturale. In Italia, esso si accompagna alla traduzione dei manuali della Pandettistica tedesca, corrente scientifica che prende il nome dal Digesto, le Pandette di Giustiniano, e mira ad attualizzarne lo studio. Le traduzioni restituiscono tutta la peculiarità dell'approccio dell'interprete italiano, capace di mettere in relazione le "Pandekfen" tedesche con il diritto positivo nazionale, di prevalente matrice francese. Emblema di tale inedita sintesi sono le note originali che Carlo Fadda e Paolo Emilio Bensa appongono alla loro versione del rinomato "Lehrbuch des Pandekfenrechfs" (manuale del diritto delle Pandette) di Bernhard Windscheid, premessa fondamentale per il futuro sviluppo della civilistica italiana.
50,00 47,50

Parola di avvocato. L'eloquenza forense in Italia tra Cinque e Ottocento

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2015
pagine: X-276
Questo libro nasce dalla curiosità di sapere quanto in un paese di affabulatori e concionatori come l'Italia ha pesato l'eloquenza degli avvocati. La prospettiva lunga adottata si spiega con la fortuna intermittente dell'oratoria forense: che se in alcune aree (a Venezia e a Napoli) vantò sempre esempi più o meno illustri, in altre conobbe lunghe parentesi, complice anche la forma non pubblica del processo. Eppure lentamente si formò una scuola di eloquenza destinata a produrre la figura del Principe del Foro, infine trionfante nelle aule giudiziarie dell'Italia unita. Uno dei temi affrontati riguarda l'eterna vicenda di conflitto e alleanza tra letterati e giuristi.
32,00 30,40

20,00 19,00

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