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Einaudi: Einaudi. Storia

Tutte le nostre collane

Segreti e lacune. Le stragi tra servizi segreti, magistratura e governo

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 336
Un’Italia, quella della seconda metà del Novecento, che si è mossa tra le lacune dei depistaggi e le condotte spesso equivoche dei servizi segreti. Benedetta Tobagi racconta, sullo sfondo delle stragi, la dialettica tra intelligence, magistratura e potere esecutivo dalla P2 alla caduta del Muro. “Segreti e lacune”, valendosi di documentazione d’intelligence declassificata in larga parte inedita, indaga i conflitti tra magistratura, servizi segreti e potere esecutivo nel corso dei processi per le grandi stragi terroristiche (1969-80), nel periodo compreso tra la riforma dei servizi segreti del 1977 e la metà degli anni Novanta, quando cioè l’Italia riemerge dal terremoto politico della fine della Guerra fredda. A partire da qui affronta temi più ampi, quali l’annoso problema di come esercitare un controllo democratico effettivo sull’attività dei servizi e insieme le possibilità e i limiti della ricostruzione storica di vicende dell’Italia repubblicana in cui la dimensione politica si intreccia a quella criminale: ovvero come affrontare con metodo rigoroso anche gli aspetti indicibili e la dimensione occulta della politica. In Italia i processi per le grandi stragi terroristiche, durati decenni e terminati spesso con assoluzioni generalizzate, costituiscono un terreno d’indagine perfetto per analizzare la conflittualità permanente tra magistratura e servizi segreti. In ciascuno di essi si manifestano infatti lentezze, gravi distorsioni e depistaggi veri e propri, messi in atto dagli organismi d’intelligence e da altre forze di sicurezza, operanti a servizio dell’esecutivo. Con la legge di riforma dei servizi del 1977 (varata proprio sull’onda degli scandali connessi alle stragi), che introduce per la prima volta un controllo politico e parlamentare sull’intelligence e insieme revisiona la disciplina del segreto di Stato, cresce l’attenzione pubblica, e insieme l’ipocrisia istituzionale, su questi temi. Il focus sugli anni Ottanta di questo libro consente di osservare nella pratica i limiti di questa pur importante e per molti versi innovativa legge di riforma, che aveva suscitato grandi speranze ben presto dissipate dallo scandalo P2. Nonostante la fine della Guerra fredda, con il corollario della «doppia lealtà» delle forze di sicurezza, depistaggi e degenerazioni nel funzionamento dell’intelligence continuano a riproporsi. “Segreti e lacune”, prendendo in esame le mentalità, i motivi e i meccanismi che ostano alla trasparenza, nonché la fisiologia e patologia dei rapporti tra intelligence e potere politico, delinea le radici di questa continuità dai risvolti drammatici.
29,00 27,55

Le meraviglie del parto. Donare la vita tra Medioevo ed Età moderna

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 208
Tra Medioevo ed Età moderna dominava l’idea che l’utero della donna potesse celare «meraviglie» che solo all’ultimo momento venivano rivelate. Testimonianze di una mentalità e di un sapere condiviso entro il quale il pensiero scientifico e la tradizione popolare tendevano a fondersi. Venire alla luce è sempre stata una soglia difficile da definire, sfuggente, dolorosa e caricata di pudore e mistero arduo da rivelare. Questo libro si propone di raccontare il modo in cui era descritta e rappresentata la «scena del parto» in Occidente, nel periodo compreso tra l’Alto Medioevo e l’Età moderna fino al XVII secolo – prima cioè della medicalizzazione settecentesca della pratica ostetrica e della nascita delle cliniche. Alessandra Foscati considera un ampio ventaglio di fonti di diverso genere (mediche, giuridiche, religiose, letterarie) che le servono per raccontare le azioni compiute sulla partoriente, oggetto di attenzioni da parte di altre donne, tra cui l’ostetrica, le parenti, le vicine di casa (il parto è un momento corale di grande solidarietà femminile), ma anche di uomini (il marito, il prete e, da un certo momento in poi, il chirurgo). Con sguardo ampio e diacronico, il libro mette in evidenza gli aspetti e gli elementi di lunga continuità, così come i cambiamenti più significativi dell’Età moderna.
26,00 24,70

Dolore e furore. Una storia delle Brigate rosse

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 760
La dolorosa storia degli «anni di piombo» attraverso il ritratto di una generazione furente. Per raccontare l’Italia delle Brigate rosse, Sergio Luzzatto ha adottato un fil rouge biografico e, insieme, una prospettiva suggestivamente corale. Il filo rosso viene dalla vita, sanguinosa quanto breve, dell’ex marinaio Riccardo Dura: colui che, sparando al cuore dell’operaio comunista Guido Rossa, cambiò per sempre sia la storia delle Br, sia la storia d’Italia. E che, trucidato dalle forze dell’ordine, suo malgrado appose al terrorismo di sinistra l’ambiguo sigillo del martirio. La prospettiva corale viene dai volti e dalle voci di Genova, la città dove tutto inizia e dove tutto finisce. La storia della lotta armata va compresa guardando, più che al singolo, ai molti. E guardando indietro, all’Italia degli anni Sessanta, altrettanto che all’Italia degli anni Settanta. L’immigrazione, la famiglia, la scuola, la fabbrica, i «movimenti», la piazza, l’università, il carcere: in questo libro, quello dei «compagni che sbagliano» è romanzo di formazione, prima di diventare romanzo criminale. Questa è una storia delle Brigate rosse ricostruita attraverso il prisma della città di Genova. Città-laboratorio di violenza politica, dagli incerti esordi della banda XXII Ottobre al sequestro del giudice Sossi, la prima impresa clamorosa delle Br. Città-palestra di lotta armata, dall’omicidio del giudice Coco e della sua scorta al tentativo dei terroristi di trasformare in rivoluzionari gli operai dell’Italsider, dell’Ansaldo, dell’Italcantieri, in quella che negli anni Settanta era la capitale italiana dello Stato imprenditore. Città-cimitero in una guerra infine quasi privata, le Br del «militarista » Riccardo Dura contro i carabinieri del generale Dalla Chiesa, cui i responsabili politici della Repubblica delegarono il compito di annientare il terrorismo rosso a mano altrettanto armata. Nella prospettiva di Sergio Luzzatto, Genova diventa una chiave per interpretare l’Italia degli «anni di piombo». Lo spazio del racconto si allarga, il contesto locale si intreccia con il contesto nazionale e internazionale: dall’asse Genova-Roma, che sostenne la logistica del sequestro Moro, all’asse Genova-Parigi, che garantì i rapporti esteri dei brigatisti, passando per i traffici d’armi nelle acque del Mediterraneo. E la chiave genovese vale a collocare la posizione storica dei «cattivi maestri». In particolare, attraverso il riconoscimento del ruolo assunto ai vertici delle Br da una strana coppia di intellettuali, due professori universitari imparentati tra loro: il filologo Enrico Fenzi e il sociologo Giovanni Senzani, «cognati rossi».
38,00 36,10

Aleksandra Kollontaj. La valchiria della rivoluzione

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 192
Chi è Aleksandra Kollontaj? Un'aristocratica russa, che molto presto rifiuta il suo ambiente e sceglie la rivoluzione. Prima donna al mondo a diventare ministro, al fianco di Lenin. Prima donna ambasciatrice del suo Paese. Grande oratrice multilingue, scrittrice eccellente, teorica dell'emancipazione femminile. Questo libro racconta la vita straordinaria e multiforme di Aleksandra Kollontaj. Aristocratica russa convertita al comunismo, la troviamo attivista nella rivoluzione del 1905 e poi, nel 1917, al fianco di Lenin. Unica donna a far parte del suo governo, sarà la prima al mondo nel ruolo di ministro – commissario del popolo. Così come, cinque anni dopo, sarà la prima donna a diventare ambasciatrice del suo Paese. Oratrice plurilingue di grande carisma, è anche un'intellettuale di rango, autrice di saggi e romanzi. Donna appassionata e innamorata, è teorica dell'amore libero e sostenitrice dell'emancipazione femminile e dei diritti delle donne. È celebre per la sua bellezza inalterabile e la sua costante eleganza, prefigurando le icone mediatiche del XX secolo. Non ultima, fra le sue prodezze, l'essere sopravvissuta alla follia distruttrice di Stalin, sfuggendo al destino tragico della vecchia guardia bolscevica. Hélène Carrère d'Encausse ha raccolto in questo volume, che si legge come un romanzo, una documentazione considerevole – archivi, scritti di Kollontaj, memorie dei bolscevichi presenti all'epoca – e gli studi storici a lei consacrati.
23,00 21,85

Processo alla Resistenza. L’eredità della guerra partigiana nella Repubblica (1945-2022)

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 256
Molto è stato scritto sulla Resistenza e sulla guerra di liberazione in Italia. Ma che cosa accadde ai partigiani dopo l'aprile 1945? Come vissero realmente gli anni del dopoguerra e della rinascita del Paese coloro che la Repubblica avrebbe celebrato come i nuovi eroi della patria, martiri del secondo Risorgimento nazionale? Dal 1948 e fino ai primi anni Sessanta, nelle aule di giustizia della nuova Italia democratica va in scena un «Processo alla Resistenza», destinato ad avere un forte impatto mediatico. Assassini, terroristi, «colpevoli sfuggiti all'arresto». Così la magistratura del dopoguerra, largamente compromessa col regime fascista, giudica quei partigiani che hanno combattuto una guerra clandestina per bande, tra il 1943 e il 1945. Giudizio condiviso dalla stampa e da gran parte dell'opinione pubblica italiana, che si accompagna a una generale riabilitazione di ex fascisti e collaborazionisti della Rsi, autori di stragi e crimini contro i civili, costretti a «obbedire a ordini superiori». Attraverso carte processuali e documenti d'archivio inediti, Michela Ponzani ricostruisce il clima di un'epoca, osservando i sogni, le speranze tradite e i fallimenti di una generazione che pagò un prezzo molto alto per la scelta di resistere. Cosa resta della Resistenza nella Repubblica? Rimosso dalla memoria collettiva, il «Processo alla Resistenza», celebrato nelle aule di giustizia dopo il 1945, anima per decenni il dibattito mediatico, plasmando distorsioni, manipolazioni, miti e luoghi comuni «antiresistenziali», in una serie di polemiche a posteriori. La messa sotto accusa dell'antifascismo finisce col ribaltare ragioni e torti, meriti e bassezze, valori e disvalori. Coloro che hanno combattuto contro nazisti e fascisti si trasformano in pericolosi fuorilegge, colpevoli di aver attentato al bene della patria (esposta all'invasione angloamericana e ai tragici effetti delle rappresaglie, scatenate dall'occupante tedesco) e di aver messo a repentaglio la sicurezza nazionale, difesa invece fino alla fine dai combattenti di Salò. Assassini, vigliacchi, terroristi, «colpevoli sfuggiti all'arresto». Sulla base di questi termini (utilizzati dalla stampa degli anni Cinquanta) la magistratura del dopoguerra, quasi sempre compromessa col regime fascista, giudica quei partigiani che hanno combattuto una guerra per bande. Mentre ex fascisti e repubblichini, autori di stragi e crimini contro civili, vengono assolti, riabilitati e persino graziati per aver «obbedito ad ordini militari superiori» o per la loro natura «di buoni padri di famiglia», i partigiani sono giudicati responsabili delle rappresaglie scatenate dai nazifascisti, per non essersi consegnati al nemico.
28,00 26,60

L'affaire 7 aprile. Un caso giudiziario tra anni di piombo e terrorismo globale

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 392
La clamorosa inchiesta del 7 aprile 1979 sulla sinistra extraparlamentare ha inciso profondamente su storia e memoria dell'Italia repubblicana dagli anni di piombo a oggi. Con questo libro trova finalmente una sua ricostruzione storica, svolta su documenti originali. Il 7 aprile 1979 una serie di clamorosi arresti colpì militanti della sinistra extraparlamentare, tra cui intellettuali che avevano fatto la storia di quel comunismo eretico espresso da gruppi sovversivi come Potere operaio e Autonomia operaia. Firmò gli ordini di cattura il magistrato Pietro Calogero della procura di Padova, città dove imperversava la violenza autonoma e dove insegnava il principale imputato: Antonio (Toni) Negri, pensatore politico e teorico del sabotaggio anticapitalista. Partito dalla provincia veneta, il 7 aprile diventò un caso nazionale in cui i "cattivi maestri" di una cultura politica ribelle erano accusati di aver tirato i fili della lotta armata fino a dirigere il rapimento e l'omicidio di Aldo Moro nel 1978. Loro, i sovversivi, nella stragrande maggioranza dei casi non negavano di essere tali. Addebiti specifici a parte, la loro autodifesa passava essenzialmente attraverso un assunto: che l'inchiesta mirasse a criminalizzare una generazione politica. Da questo duello intorno ai principî-chiave dello Stato repubblicano – il dovere di difenderlo, il diritto di contestarlo – scaturisce una complessa vicenda politica e giudiziaria che ha attraversato la Guerra fredda ed è giunta fino ai giorni nostri, intrecciandosi con le urgenze securitarie dell'antiterrorismo globale.
32,00 30,40

Operazione austerità. Come gli economisti hanno aperto la strada al fascismo

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 432
L'austerità, parola d'ordine degli economisti ortodossi, sembra aggravare i problemi più che risolverli, tanto da far dire ai suoi critici che non funziona. Se tuttavia ne scopriamo le origini e ne osserviamo la storia, diventa evidente come sia il baluardo del capitalismo difeso dagli economisti liberali a ogni costo: anche alleandosi al fascismo e sostenendo politiche autoritarie. L'austerità non è qualcosa di nuovo né un prodotto della cosiddetta era neoliberista iniziata alla fine degli anni Settanta. Per più di un secolo, governi in crisi finanziaria hanno implementato politiche di austerity, ovvero tagli al welfare (scuola, sanità, ecc.), privatizzazioni, tassazione regressiva, deflazione, repressione salariale e deregolamentazione del mercato del lavoro. Queste politiche rassicurano i creditori, mentre producono effetti sociali devastanti. Oggi, che l'austerità continua a imperare, è urgente domandarsi: e se il pareggio di bilancio non fosse mai stato davvero l'obiettivo? L'economista Clara E. Mattei indaga sulle origini dell'austerità per svelarne i motivi fondanti: proteggere il capitalismo dalla sua crisi esistenziale, per far fronte alle contestazioni dal basso che ne stavano intaccando le fondamenta.
34,00 32,30

Generazione Settanta. Storia del decennio più lungo del secolo breve (1966-1982)

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 462
Gli anni turbinosi di un'Italia ove i nodi di una modernizzazione non risolta vengono al pettine. Anni Settanta: il decennio piú lungo del secolo breve inizia nel 1966 con gli «angeli del fango» che accorrono a Firenze invasa dall'Arno e finisce nel 1982 con il trionfo ai mondiali di calcio. Tra questi due poli corre una storia piena di speranze e di ferocia, di sogni e di violenza in cui l'Italia, condizionata con forza dal contesto internazionale, vive trasformazioni profonde all'inseguimento di una sempre difficile modernizzazione. Questo libro racconta quegli anni generosi e terribili in cui tutto è sembrato possibile con uno sguardo generazionale non del testimone ma dello storico. Un segnale tangibile della presenza di un risveglio giovanile non legato esclusivamente alla nuova classe operaia, bensí riguardante anche la piccola e media borghesia, coinvolta nel processo di scolarizzazione di massa allora in corso, si registrò in occasione dell'alluvione di Firenze nel novembre 1966. Tantissimi giovani, mossi da una volontà d'impegno collettivo, accorsero in modo spontaneo nella città da ogni parte d'Italia per rispondere anche al bisogno di un nuovo protagonismo generazionale. Nell'immaginario comune quei ragazzi divennero i cosiddetti «angeli del fango», che s'impegnarono volontari per salvare almeno una parte del patrimonio artistico e librario custodito nei musei e nelle biblioteche fiorentine sommerse dalle acque dell'Arno. La voglia di contare si mescolava con un'ansia pungente di ribellione, che contestava i valori perbenisti e i modelli di vita borghesi. Quell'irrequietezza esistenziale poteva trasformarsi in una rabbia sorda e impotente. È da qui che Miguel Gotor inizia a raccontare i momenti chiave del «decennio piú lungo del secolo breve» arrivando fino al 1982, data del trionfo dell'Italia nei mondiali di calcio. Un decennio turbinoso, ove le contraddizioni della modernizzazione sono il basso continuo su cui si muovono la contestazione giovanile e quella operaia, e ancora la strategia della tensione, lo stragismo e la lotta armata, la solidarietà nazionale, il movimento del Settantasette e il femminismo fino al tramonto della guerra fredda.
34,00 32,30

La natura del duce. Una storia ambientale del fascismo

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 216
Tra leonesse addomesticate e bonifiche integrali, paesaggi coloniali e autarchia, parchi e monumenti, finalmente un libro che racconta come il fascismo ha immaginato, usato e trasformato la natura. La natura del duce esplora le ecologie politiche fasciste, ovvero le pratiche e le narrative attraverso cui il regime ha costruito ecologie, tanto immaginarie quanto materiali, funzionali al suo progetto politico. Il libro non insegue dunque il fantasma di un Mussolini verde, magari contando quanti parchi nazionali siano stati creati durante il regime o quanti alberi piantumati. Diversamente da quanto affermato dalla storiografia internazionale, gli autori non credono che il fascismo si sia disinteressato della natura; piuttosto ne ha fatto un uso attento, tuttavia lontano da idee di cura e conservazione dell'ambiente. Il libro muove da un'analisi della figura di Mussolini e del suo rapporto con la natura per spaziare su alcuni aspetti cruciali della trasformazione fascista dell'ambiente. Dalla bonifica alla battaglia del grano, dall'autarchia alle politiche di tutela, dalle ecologie coloniali fasciste all'eredità del regime nel paesaggio contemporaneo, La natura del duce guida chi legge in un viaggio nel tempo e nello spazio, rivelando come sia possibile interrogare passaggi e paesaggi della nostra storia attraverso nuove domande e chiavi di lettura.
24,00 22,80

Un rivoluzione passiva. Chiesa, intellettuali e religione nella storia d'Italia

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 448
La Controriforma non fu un ritorno al passato, bensì un grande riassetto del sistema dei poteri. Fu, in realtà, come emerge da questo libro di Adriano Prosperi, una «rivoluzione passiva». La Riforma protestante, nata dall'aspirazione al ritorno alla purezza evangelica delle origini, fu in realtà una grande rivoluzione che trasformò profondamente culture e società di molta parte della moderna Europa. Invece nel contesto degli Stati italiani la pronta reazione della Chiesa romana e la politica di alleanze del papato dettero vita a una vicenda diversa sulla cui natura e sui cui esiti storici si è molto discusso. Si è parlato di Controriforma, riforma cattolica, disciplinamento sociale, pensando specialmente alla repressione del dissenso religioso. Ma in realtà si trattò non di un ritorno all'antico bensì di un riassetto profondo del sistema dei poteri. Mentre il papato consolidava la sua egemonia politica sui minori stati italiani e Roma diventava una grande capitale europea capace di attirare una nutrita élite intellettuale, mutava anche il rapporto tra il clero e i laici. Il governo religioso del popolo fu affidato a un clero diventato una corporazione di intellettuali. L'aspirazione da tempo diffusa a un mutamento profondo venne bloccata e congelata nei secoli da quella che si può definire una rivoluzione passiva.
34,00 32,30

Il perfetto fascista. Una storia d'amore, potere e moralità nell'Italia di Mussolini

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 536
Attraverso la storia di un fascista esemplare – un eroe di guerra diventato un importante gerarca al comando delle Camicie nere – Victoria de Grazia mostra come il personale diventi politico nella ricerca fascista di potere e virilità. La storia che Victoria de Grazia racconta in questo libro parte ricordandoci che «fascisti si diventa, non si nasce». Il libro capta, nella figura di Attilio Teruzzi, l'archetipo del piccolo uomo del primo Novecento che da persona decente e buon soldato finisce per guidare squadre di picchiatori fascisti e partecipare alla marcia su Roma da ufficiale decorato di guerra di bella presenza, per arrampicarsi in cima alle gerarchie del regime e infine collaborare con le SS. Basandosi sulle carte del suo infausto matrimonio con Lilliana Weinman, giovane diva dell'opera, ebrea, newyorkese, viene fuori la storia sociale di un uomo che si fa largo attraverso una rete di relazioni sia umane che politiche: un impietoso ritratto del fascismo italiano. "Il perfetto fascista" ci invita a vedere nel vano, leale, licenzioso e impetuoso Attilio Teruzzi, un ufficiale dell'esercito decorato privo di scrupoli e con un debole per le parate militari, un esempio dell'Uomo Nuovo fascista. Perché Teruzzi repentinamente si liberò della donna che aveva così intensamente corteggiato? E perché, quando venne il momento di trovare un'altra compagna, scelse un'altra donna ebrea come sua moglie putativa? Nel racconto di Victoria de Grazia, vediamo Teruzzi vacillare tra il volere del Duce e ciò che il cuore gli dettava. In ogni società il matrimonio è un atto fondativo. È il cuore del nostro modo di considerare cosa conta davvero nella vita. "Il perfetto fascista" prende in esame il matrimonio di Teruzzi come punto di partenza per un'esplorazione della vita morale sotto il regime fascista. Indaga lo scopo perseguito da Mussolini nel considerare il movimento fascista una rivoluzione «spirituale» ed «etica», una «politica del cuore» in contrasto con quella da lui denigrata come la sterile «politica della mente» della società liberale. Esplora il modo in cui Mussolini strumentalizzò un nuovo ordine morale che esaltava una ipermascolinità razzialmente omogenea per consolidare il proprio potere, e rivela fino a che punto questo nuovo ordine morale si imperniasse sulle guerre mosse all'estero e all'interno del Paese. Esamina la natura dell'Uomo Nuovo fascista e rivela la fondamentale inadeguatezza dell'ambizione di Mussolini di creare una reincarnazione novecentesca dell'Impero romano.
36,00 34,20

Storia della Brigata ebraica. Gli ebrei della Palestina che combatterono in Italia nella Seconda guerra mondiale

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 240
Un'indagine sull'unica unità combattente che nella Seconda guerra mondiale vide tra le sue file ebrei della Palestina. Un libro che è, al contempo, la riscoperta di una vicenda vera, ma mai raccontata sul serio, e una riflessione sull'uso pubblico e politico della storia. La Brigata ebraica fu una brigata inquadrata nell'esercito britannico, nata nel 1944 per operare in Italia, composta soprattutto (ma non solo) da ebrei, molti dei quali provenienti dalla Palestina. Questo libro è importante per almeno due ragioni. In primo luogo non vi è sostanzialmente nessun lavoro storiografico su questa vicenda straordinaria: gli ebrei d'Europa, durante la Shoah, trovano un'occasione di riscatto a guerra ancora in corso, combattendo contro i nazifascisti nel teatro bellico italiano. In secondo luogo, in Italia, negli ultimi anni, la presenza della Brigata ebraica nelle manifestazioni del 25 aprile è stata occasione di forte conflitto, tra comunità ebraiche e simpatizzanti di sinistra filopalestinesi. Spesso, nell'ambito di questa diatriba, si sostengono tesi storiograficamente errate sia sulla Brigata ebraica sia sul legame negli anni Quaranta tra palestinesi e nazismo. È il momento di riformulare questo dibattito – in modo pacato – partendo da fatti concreti e non da leggende militanti. La Brigata ebraica – Jewish Brigade Group – fu l'unica unità combattente che vide tra le sue file ebrei di Palestina. Si batté in Italia, e solo in Italia. Perché un libro sulla Brigata ebraica? Prima di tutto perché la vicenda è di estremo interesse. La nascita della Brigata ebraica, il suo impiego operativo, la sua eredità militare e morale si intrecciano con una serie di fatti storici e di questioni storiografiche di grande rilevanza. La storia della Brigata ebraica getta nuova luce su queste vicende e permette di guardare a tali questioni da un punto di vista inconsueto. Tra questi temi si devono annoverare: la storia della Palestina negli anni Trenta e Quaranta; la storia del sionismo; il rapporto tra fascismo e mondo islamico. Inoltre la Brigata ebraica ha fatto notizia negli ultimi anni a causa delle polemiche sorte per la presenza di manifestanti che hanno sfilato con le sue bandiere, bianche e blu con la Stella di Davide, dunque le bandiere di Israele, al corteo del 25 aprile, festa della Liberazione. Questo libro parla quindi della "riscoperta" della Brigata ebraica, e di come la sua storia sia stata pubblicizzata da alcuni gruppi di pressione che sono una componente importante dell'ebraismo italiano. Si discute anche degli attacchi alla Brigata che sono arrivati da altri gruppi. Entrambe queste posizioni sono analizzate con attenzione come casi esemplari di un uso pubblico e politico della storia.
27,00 25,65

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