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Edizioni ETS: Mousai. Laboratorio di archeologia e storia delle arti

Tutte le nostre collane

Palinsesto e paradigma. La metamorfosi monumentale nella Salerno di Roberto il Guiscardo

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 136
«Ci sono tanti modi per raccontare una città medievale» e per Salerno la prospettiva della storia dell’arte è imprescindibile per ricostruirne il panorama monumentale e vivacissimo che, dalla cappella palatina di Arechi II a dopo la costruzione della magnificente cattedrale normanna, si arricchisce e si trasforma facendo della materia e della memoria le sue due componenti nodali. Questo libro ruota attorno a uno snodo essenziale ovvero la conquista della opulenta Salernum nel 1076 da parte di Roberto il Guiscardo, che porta con sé nuove modalità di espressione e di affermazione all'interno dello spazio urbano. La ricostruzione dei processi di committenza artistica e architettonica tra età longobarda e normanna permette di riconoscere una vera e propria città palinsesto, in cui la persistenza del riuso di materiali antichi, quali segni di prestigio e di legittimazione, e le pratiche devozionali, che giustificano la configurazione e la funzionalità di opere ed edifici, sono i veri segni dell’appropriazione e della caratterizzazione degli spazi privati e pubblici da parte dei committenti. Salerno, divenendo “di Roberto il Guiscardo”, si trasforma, assume un aspetto monumentale e si proietta verso il futuro: laboratorio collaudato di convivenza sociale ed etnica, di sperimentazione architettonica e di produzione artistica, è centro esemplare - e per alcuni aspetti paradigmatico - per le successive imprese normanne in tutto il Meridione, prima e irrinunciabile tappa nel percorso che porterà al Regno di Sicilia.
18,00 17,10

La Firenze di Winckelmann

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 240
Gli otto mesi che dal settembre 1758 all’aprile dell’anno successivo Johann Joachim Winckelmann trascorse a Firenze costituiscono un momento felice della sua biografia. Giunto in città su invito di Heinrich Wilhelm Muzell Stosch per stendere il catalogo della raccolta di gemme che il barone Philipp von Stosch, morto il 22 marzo 1757, conservava nel suo appartamento al piano nobile del Palazzo Ramirez de Montalvo in Borgo degli Albizzi, Winckelmann trovava altre cogenti motivazioni per il suo tour fiorentino nel desiderio di conoscere le raccolte granducali e i materiali delle altre collezioni fiorentine e, soprattutto, nella volontà di approfondire lo studio del mondo etrusco e delle sue anticaglie, un tema che, in quegli anni, occupava un posto non secondario nell’officina della Geschichte der Kunst des Alterthums. Attorno a questo tema si sono concentrate le manifestazioni fiorentine che hanno aperto i festeggiamenti internazionali per celebrare il doppio anniversario dei duecentocinquanta anni della nascita a Stendal in Sassonia il 9 dicembre 1717 e dei trecento anni della morte, avvenuta a Trieste il giorno 8 giugno 1768, di Johann Joachim Winckelmann. Le celebrazioni fiorentine hanno visto dapprima la mostra, "Winckelmann, Firenze e gli Etruschi. Il padre dell’archeologia in Toscana", che dal 26 maggio 2016 al 30 gennaio 2017 ha coinvolto presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze un grande concorso di pubblico, e poi il convegno internazionale "Winckelmann, Firenze e gli Etruschi", promosso dall’Università di Firenze, dalla Winckelmann-Gesellschaft Stendal e dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze, che, apertosi la mattina del 26 gennaio 2017 nel Salone dei Cinquecento del Palazzo Vecchio, ha visto nei giorni 26 e 27 gennaio un folto gruppo di studiosi italiani, tedeschi, francesi discutere, nell’Auditorium del Consiglio Regionale della Toscana in Palazzo Panciatichi di via Cavour, su Winckelmann e il suo interesse per il mondo etrusco e il suo rapporto con il milieu intellettuale fiorentino, nonché sul riverbero che il pensiero e le opere del sassone conobbero a Firenze e, più in generale, nel Granducato nella seconda metà del XVIII secolo e nel corso delle prime decadi dell’Ottocento. Integrandosi armonicamente con i saggi pubblicati nel catalogo della mostra, vengono ora pubblicate le relazioni presentate nelle varie sedute del convegno.
34,00 32,30

Riti e cerimonie per le dee nel santuario di Monte Li Santi-Le Rote a Narce

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 123
Il santuario suburbano di Monte Li Santi-Le Rote ai piedi dell’abitato falisco di Narce è stato scavato in più riprese tra il 1985 e il 2014; la lunga frequentazione dell’area sacra tra gli inizi del V e la fine del II sec. a.C. ha determinato trasformazioni edilizie e cultuali, accompagnate da azioni liturgiche di cui si sono conservate straordinarie evidenze. Gli scavi hanno svelato riti di fondazione e di consacrazione, riti di dismissione con l’obliterazione degli strumenti del sacrificio e delle strutture sacre, e hanno mostrato la celebrazione di grandi cerimonie collettive nei momenti critici della vita della comunità, come quella che ha sancito il definitivo abbandono del complesso santuariale. Attraverso il regime delle offerte e le forme della ritualità sembra possibile ricomporre una sequenza nella quale, a livelli cronologici diversi, ruoli e competenze della sfera divina accompagnano soprattutto la figura femminile, in un quadro nel quale la fecondità umana si salda con la fertilità della terra. Accanto alle due dee di cui ci è stato restituito il teonimo, Minerva Maia e Fortuna, si percepisce la presenza di un sistema cultuale più complesso e sfumato nel quale più divinità sovrintendono al percorso di maturazione della fanciulla, dalla regolazione del mestruo, evocato da un culto di natura lunare, alla transizione verso l’età adulta ricordata dai dona dell’infanzia, ai riti nuziali sotto la tutela di Persefone e di Afrodite, per poi garantire non solo la maternità, ma anche la felice crescita della prole con Minerva Maia e, nel tempo, la stabilità delle unioni matrimoniali sotto l’egida demetriaca. In questo scenario è solo apparentemente marginale la figura maschile, che entra a far parte del sistema religioso del santuario in una fase cronologicamente avanzata. Il richiamo alla transizione dei giovani maschi verso l’età adulta è reso esplicito dalla figura di Eracle e dal culto tributato a Fortuna, a fianco di Minerva Maia, a sottolineare l’intreccio della fertilità femminile e maschile. È un processo teso a rinsaldare la comunità, favorendo, attraverso la celebrazione dei riti di passaggio maschili e femminili, l’ingresso dei giovani – linfa vitale – nel corpo civico, ma anche a garantire la sopravvivenza della specie attraverso le risorse del territorio nel momento di crisi segnato dall’avanzata di Roma.
18,00 17,10

Cippi, stele, statue-stele e semata. Testimonianze in Etruria, nel mondo italico e in Magna Grecia dalla prima Età del Ferro fino all'Ellenismo. Atti del Convegno internazionale (Sutri, Villa Savorelli, 24-25 aprile 2015)

Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 249
Il volume contiene gli atti del convegno tenutosi il 24 e 25 aprile 2015 a Villa Savorelli nel Parco Regionale dell'Antichissima Città di Sutri specificatamente dedicato ad una serie di monumenti, i segnacoli funerari, dell'area centro-italica dalla prima età del ferro fino all'ellenismo. Attraverso una ricca serie di relazioni, presentate da parte di archeologi e storici dell'antichità italiani, tedeschi, austriaci e francesi, viene tracciato, per la prima volta, un quadro organico del panorama offerto da questa classe di monumenti, affrontando, attraverso l'esame anche di singoli casi, l'intero spettro delle problematiche che i vari segnacoli presentano.
35,00 33,25

Archeologia a Massa Marittima. Giornata in ricordo di Giovannangelo Camporeale

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 128
In occasione delle «Giornate degli Etruschi 2017» indette dal Consiglio Regionale della Toscana, il Comune di Massa Marittima ha voluto rendere omaggio a Giovannangelo Camporeale, etruscologo di fama internazionale, professore emerito di Etruscologia e Antichità Italiche presso l’Università degli Studi di Firenze, Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici e Lucumone dell’Accademia Etrusca di Cortona, organizzando il 23 e il 24 settembre 2017 due giornate di studio a poco meno di tre mesi dalla sua scomparsa. Il tributo che la città di Massa Marittima ha dedicato a Camporeale ha voluto, con affetto e riconoscenza, sottolineare quanto la sua presenza e la sua attività in questo territorio ha significato. Non solo per l’ininterrotta serie di campagne di scavo che dal 1980 per oltre trent’anni il professore ha condotto nell’area dell’insediamento arcaico presso il lago dell’Accesa, un momento cruciale non solo per la storia di questo territorio e più in generale per la conoscenza del mondo dell’Etruria arcaica, ma anche per l’impegno generosamente profuso nella valorizzazione del patrimonio archeologico di Massa Marittima, che ha portato dapprima all’ampliamento della sezione archeologica dell’ottocentesco Museo Civico di Massa Marittima e alla nascita del Museo Archeologico, a cui dal 1985, in occasione della mostra «L’Etruria mineraria» curata da Camporeale nel quadro dell’Anno degli Etruschi promosso dalla Regione Toscana, è stato destinato l’intero Palazzo del Podestà. Per questi meriti verso la città, l’8 novembre del 2014 il Comune di Massa Marittima ha conferito a Giovannagelo Camporeale la cittadinanza onoraria. Il volume raccoglie i testi delle relazioni che colleghi, amici e allievi hanno presentato nella giornata del 24 settembre incentrata sull’archeologia del territorio di Massa Marittima, uno dei filoni di ricerca a cui Camporeale ha dedicato la sua vita di studioso.
18,00 17,10

Archeologia classica a Firenze. Atti della Giornata di studi in memoria di Luigi Beschi

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 126
Luigi Beschi (1930-2015) ha insegnato Archeologia Classica all'Università di Firenze dal 1981 al 1999. Nelle parole di Vincenzo Saladino: "Dotato di eccezionale talento, Luigi Beschi univa all'intuizione rigore filologico ed elevate competenze professionali. I suoi gusti erano raffinati, ma non indulgeva all'estetismo, rimprovero che ultimamente è stato da alcuni rivolto a chi studia l'arte antica". La sua straordinaria personalità scientifica seppe infatti elevare la discussione artistica oltre il canone estetizzante, dimostrando come un'attenta osservazione del dato tecnico e stilistico potesse condurre a conclusioni storiche pregnanti, sostanziate da una vasta conoscenza della cultura antica, e greca in particolare. Alla Grecia, sua patria d'adozione, Luigi Beschi ha infatti dedicato alcuni tra i suoi più notevoli contributi. Attraverso il ricordo dei colleghi fiorentini e greci, nel volume si ripercorre la storia dell'insegnamento di Archeologia Classica a Firenze e si illustra, attraverso un'ampia selezione di tematiche, la vitalità del lascito culturale di Luigi Beschi.
16,00 15,20

Vasi attici a figure rosse da Tarquinia

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 392
Collocandosi idealmente sulla scia del lavoro di Gloria Ferrari Pinney dedicato ai vasi attici a figure rosse del periodo arcaico edito nel 1988, il volume riunisce e analizza le ceramiche attiche a figure rosse databili tra l'età delle guerre persiane e l'inizio dell'ellenismo conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia. Ai trecentosessanta vasi provenienti dalle necropoli dell'etrusca Tarchna si aggiungono altri sessantatre pezzi rintracciati in vari musei italiani e stranieri ugualmente provenienti da Tarquinia. L'esame della documentazione offerta dalle necropoli, unitamente all'analisi dei dati di ambito urbano e di quelli del complesso santuariale di Gravisca, consente una ricostruzione organica del quadro delle importazioni di ceramica attica figurata a Tarquinia tra gli anni attorno al 520 a.C. e l'inizio dell'età ellenistica. Il panorama così ricomposto evidenzia come, a differenza di quanto è possibile registrare per il complesso di Gravisca, dove a partire dal 480 a.C. si assiste ad un brusco diradarsi della presenza del materiale attico, il quadro della città e delle necropoli mostri per l'intero periodo significative presenze sia per il numero delle attestazioni che per la qualità dei vasi attestati.
45,00 42,75

Dialogando. Studi in onore di Mario Torelli

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 477
“Questo lavoro prende le mosse dall'osservazione dell'altare della Pietà di Agostino di Duccio, che lo eseguì tra il 1473 e l'anno successivo per la cattedrale di Perugia e ora in parte rimontato nel Museo Capitolare della città. In particolare, vorrei mettere in evidenza il tema della consistenza materiale del manufatto e delle sue finiture di superficie. Il dato che salta immediatamente all'occhio è quello della policromia, o, meglio, delle ampie campiture di colore ancora visibili sui bassorilievi. Leggendo, però, i documenti non c'è alcun riferimento all'acquisto, e quindi all'impiego, di materiali destinati a "colorire" i supporti lapidei.” (Chiara Basta)
60,00 57,00

Intrecci mediterranei. Pisa tra Maiorca e Bisanzio

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 118
Il libro raccoglie sette saggi. “I materiali arabi conservati a Pisa, a Lucca, a Firenze e la loro provenienza dalla conquista balearica”: sulla base della presenza nella chiesa pisana di San Sisto della lapide funebre di al-Murtadá, primo sovrano indipendente delle isole Baleari, derivante senza alcun dubbio dal sacco di Maiorca effettuato dalle milizie pisane durante la guerra balearica del 1113-1115 e non ricordata nelle fonti, l’autrice si chiede se altri oggetti islamici conservati a Pisa, a Lucca, a Firenze possano appartenere al medesimo bottino. Escludendo inoltre che queste splendide opere potessero venire immagazzinate, e privilegiando invece l’ipotesi di una loro collocazione immediata e celebrativa nel duomo pisano dopo il ritorno dalle Baleari nel 1115, individua attraverso la loro dislocazione originaria lo stato di avanzamento dei lavori nella medesima cattedrale, al momento della sua consacrazione il 26 settembre 1118. “Indagini sul falco islamico di Lucca”: la partecipazione di cittadini lucchesi alla medesima impresa e i confronti con il grifo pisano, suggeriscono di ricondurre al medesimo saccheggio il falco conservato nella basilica di San Frediano a Lucca. “Precisazioni sulla lastra ornata con tre plutei del Duomo di Pisa”: l’analisi critica e materica della lastra con tre plutei del duomo pisano invita a considerare anche questo pezzo come proveniente dal sacco di Maiorca. “Un confronto fra l’arabitas pisana e quella genovese”: il confronto con la situazione pisana consente di attribuire al saccheggio effettuato dalla flotta genovese nel 1147 ad Almeria, alcuni oggetti islamici conservati a Genova. “Draghi antropofagi sulla facciata del duomo di Pisa”: componenti di cultura islamica sono presenti nel basamento della facciata nella cattedrale di Pisa. L’anomala collocazione di opere caratterizzate in maniera analoga nella zona intermedia del frontespizio, quali i draghi antropofagi, viene ricondotta ai restauri successivi all’incendio del 1595. “La porta del duomo di Pisa proveniente da Bisanzio”: sulla base di parallelismi con la porta ageminata di San Paolo fuori le mura a Roma, l’iconografia bizantina delle scene presenti sul pulpito di Guglielmo viene collegata alla porta analogamente ageminata ricordata sulla facciata del duomo di Pisa e distrutta nell’incendio del 1595. “Fra Diotisalvi e Nicola Pisano”: la nascita a Pisa di Nicola Pisano, attestata dall’iscrizione presente sopra una formella della Fontana di Perugia, riapre il discorso sulla figura del padre, quel Pietro che nei documenti coevi è detto “de Apulia”, ma che al momento della nascita di Nicola doveva già trovarsi nella città toscana. Alla citazione di un maestro Pietro presente in un documento ricondotto dalla critica a lavori interessanti la decorazione basamentale del battistero e databili ai primi anni del duecento, viene affiancata la presenza del medesimo nome fra le due prime archeggiature della chiesa pisana di San Nicola, forse collegabile a un sarcofago o comunque a una “memoria”. Ne consegue la proposta di riportare al primo quarto del duecento, confermando il loro collegamento con gli studi di Leonardo Fibonacci, sia la parte originale della facciata della chiesa, sia il campanile corrispondente, uno dei capolavori dell’architettura medievale pisana.
18,00 17,10

Identità e conflitti tra Daunia e Lucania preromane

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2016
pagine: 112
I due saggi raccolti nel presente volume prendono in esame in modo sistematico i risultati conseguiti dalla ricerca archeologica svolta nel corso degli ultimi decenni da numerosi studiosi italiani e stranieri in alcuni territori della Magna Grecia abitati da popolazioni indigene. Il primo, curato da Angelo Bottini, a distanza di mezzo secolo dall'istituzione dell'allora Soprintendenza alle Antichità della Basilicata, propone un bilancio complessivo sia delle attuali conoscenze che dei temi ancora da approfondire a proposito dell'organizzazione territoriale, delle modalità insediative, delle produzioni e delle interazioni con Greci ed Etruschi delle compagini insediare nei vari distretti oggi ricadenti entro i confini della regione, in particolare per quanto riguarda i secoli fra VII e IV a. C. Maria Luisa Marchi, nel secondo, si concentra invece sui diversi tipi di relazioni instauratesi in un arco cronologico analogo fra le popolazioni italiche dell'area appenninica, identificabili con i Sanniti della tradizione storica, ed i Dauni, insediati più a sud e più ad oriente, fra Puglia settentrionale e valle dell'Ofanto; dai semplici scambi di prodotti alla transumanza stagionale, fino a veri e propri spostamenti, gravidi di conseguenze storiche, di nuclei dei primi nella terra dei secondi.
20,00 19,00

L'obolo di Persefone. Immaginario e ritualità dei «pinakes» di Locri

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2016
pagine: 127
Nel XIX secolo lo scavo del santuario di Locri Epizefiri dedicato a Persefone ha portato alla luce oltre 1.500 esemplari, integri o in frammenti, di pinakes figurati, databili al V secolo a.C, che costituiscono un insieme unico nel variegato mondo della devozione religiosa greca di età classica. Una prima reazione a questo stato di cose si deve a Mario Torelli, che nel 1977 ha proposto un itinerario di lettura sistemica, che collocava al centro delle immagini di questi pinakes il mondo della fanciulle impegnate nella preparazione del rito nuziale. Ma a questa ricostruzione mancavano il dato quantitativo e la presentazione completa dei tipi figurati, un'opera che solo nel 2007 è giunta a conclusione con l'edizione completa delle nostre tavolette, curata da L. Vlad Borrelli, E. Lissi-Caronna e C. Sabbione. Grazie al supporto dei nuovi dati, gli autori hanno raggiunto conclusioni nuove su queste singolari rappresentazioni. In particolare Elisa Marroni ha scomposto il tradizionale quadro tipologico e ha analizzato i significati del sistema delle immagini, mentre a Mario Torelli si deve una nuova rilettura dei rituali rappresentati e un'originale ricostruzione antropologica della mentalità dei devoti e del collegato linguaggio dei pinakes, con rilevanti conseguenze di portata storica sullo sforzo, compiuto nel momento di pericolo corso dalla società tutta a causa dell'aggressiva politica di Anassila di Reggio, mirante all'integrazione dei gruppi subalterni protagonisti delle immagini dei pinakes.
20,00 19,00

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