Libro: Libro in brossura
pagine: 160
A pochi chilometri dalla Sicilia occidentale, l'isola di Favignana è immersa nell'area marina protetta più estesa d'Europa, ma la pressione turistica è ormai insostenibile. Non è l'unica contraddizione che investe questo territorio: da una parte una perdita importante di abitanti effettivi, servizi e identità culturale, dall'altra un sovraffollamento turistico che consuma risorse naturali e beni importati, a cominciare dall'acqua, producendo costi ambientali e sociali non più sopportabili. Il troppo vuoto e il troppo pieno sono l'effetto di un modello di sviluppo economico e urbano capitalista, estrattivo e coloniale, che si incarna sempre più nell'industria del turismo che svuota, impoverisce e mercifica. Città e paesi, isole minori e aree interne: il turismo investe sia i poli della crescita urbana che i territori da questa resi marginali. Occorrono allora un cambio di sguardo, che superi la distinzione tra urbano e non urbano, e una proposta alternativa, che riparta dai luoghi. Le isole minori come Favignana sono ecosistemi fragili, in prima linea nell'esposizione ai cambiamenti climatici, e qui sono forse più visibili i danni del turismo in termini di sovrautilizzo di risorse, colonizzazione, svuotamento e impoverimento; ma proprio da qui è possibile costruire un'alternativa al modello urbano capitalista in crisi, a partire dalle persone, dalle risorse e da altre forme di mobilità e abitare.