Nella casa del Portico Alto, alla Creta Azzurra, l'anziana Pietra Che Narra racconta una storia, la sua storia. Di quando era una bambina chiamata Gufo Settentrionale, divisa tra due mondi: quello del Condor, il popolo di suo padre, una società patriarcale e bellicosa destinata a ripetere gli errori di un passato apocalittico (tristemente simile al nostro presente); e quello dei Kesh, che nel nord della California hanno dato vita a una civiltà pacifica, sopravvissuta alla catastrofe ecologica e fondata sulla cooperazione, che vive in armonia con la natura e si regge senza capi, senza ruoli determinati dal genere, senza sopraffazione reciproca. La vicenda di Gufo Settentrionale/Pietra Che Narra è in realtà solo lo spunto da cui inizia Sempre la valle, immaginaria relazione etnografica sul popolo dei Kesh in cui si uniscono storia e leggenda, poesia, arte, musica e molto altro. «Un capolavoro», «Ipnotico», «Il suo libro più lirico e luminoso»: con simili giudizi la critica ha accolto nel 1985 l'uscita di quest'opera originalissima, frutto di cinque anni di elaborazione, qui ripubblicata nella sua forma definitiva - quella predisposta dall'autrice stessa poco prima della sua scomparsa per la Library of America.