Nella letteratura latina la presenza delle api è molteplice, e il raffronto - talora implicito, altre volte esplicito - tra la società degli uomini e la vita delle api, il virgiliano "parva componere magis", è in realtà ricorrente in molti autori. Anzi, spesso, come scrive a proposito di Plinio Italo Calvino, l’animale “appena nominato s’investe d’un potere fantasmale; diventa allegoria, simbolo emblema”. Attraverso l’immagine paradigmatica dell’ape si riflette nella cultura di Roma la polemica tra le diverse scuole filosofiche, con la contrapposizione tra fondamento naturale o convenzionale della legge e del potere politico, e si richiama la vita delle api negli anni della crisi della res publica, per la rappresentazione dell’alternativa tra ordine sovrano e guerra civile; o durante il principato, tra governo temperato e tirannia, e tra libertà e schiavitù, anticipando temi, prospettive e questioni, che si ritrovano anche nella Modernità, talora fino ai nostri giorni.