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Pisa University Press: Greco, arabo, latino. Le vie del sapere

Tutte le nostre collane

Storie arabe di greci e di romani. La Grecia e Roma nella storiografia arabo-islamica medievale

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 310
Al tema affascinante dell'eredità greca nella cultura araba medievale sono stati dedicati negli ultimi decenni molti importanti contributi. Tuttavia queste opere sono quasi unicamente incentrate sulla sopravvivenza e sull'influenza del pensiero filosofico e scientifico all'interno della civiltà arabo-islamica e si interessano solo marginalmente a materie quali arte, letteratura e storiografia. Ciò ha, almeno in parte, un fondamento nella realtà dei fatti, giacché i testi letterari greci non furono tradotti in arabo; al tempo stesso, costituisce un limite alla più completa comprensione dell'atteggiamento islamico nei confronti della cultura antica. Storie arabe di Greci e di Romani colma una lacuna degli studi sulle forme di conservazione della tradizione classica nell'Islàm: esplora infatti la storia greca e romana per come essa è percepita, narrata e rappresentata nella storiografia arabo-islamica medievale fra I'VIII e il XIV secolo dell'era cristiana, cioè a partire dalle prime opere storiche arabe preservate per giungere alla più celebre cronaca universale musulmana, il Kitàb al-Thar di Ibn Haldfm (m. 808/1406). Dalla legenda di Alessandro Magno alla conversione di Costantino, dalla corte di Bagdad al celebre castello del deserto di Q.15ayr Amrah, un viaggio attraverso i documenti alla ricerca della storia della Grecia e di Roma vista con occhi arabi.
18,00 17,10

Prima di Platone. Plotino e gli inizi della filosofia greca

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 136
Anassagora, Democrito e gli atomisti, Empedocle, Eraclito, Parmenide, Pitagora e gli antichi pitagorici vengono richiamati piú volte all’interno delle Enneadi. Ma per quali ragioni Plotino vi ricorre? E con quali obiettivi? Il presente volume tenta di rispondere ai due interrogativi, passando in rassegna tutti i riferimenti ai preplatonici delle Enneadi. Il nucleo dello studio è un’analisi dei passi in cui Plotino si serve dei preplatonici per argomentare le proprie teorie, o per dimostrare il loro sostanziale accordo con i migliori insegnamenti della tradizione filosofica greca. Tale analisi è condotta con un approccio teoretico e storico al tempo stesso: l’attenzione è rivolta sia alla funzione che ogni riferimento svolge all’interno della trattazione, sia alle sue possibili fonti. L’obiettivo è quello di ricostruire, in tutte le sue sfaccettature, le idee di Plotino sulla fase nascente del pensiero greco, e il contesto in cui tali idee si sono formate. I riferimenti ai preplatonici che non danno alcuna informazione al riguardo (perché sono dubbi, o perché non hanno un vero e proprio ruolo nelle argomentazioni) sono riportati nelle appendici. In questo modo, il volume si propone di fornire al lettore un quadro completo del modo in cui Plotino plasma il pensiero preplatonico e lo integra nella sua filosofia.
22,00 20,90

L'armonia delle opinioni dei due sapienti: il divino Platone e Aristotele. Ediz. italiana e araba

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2019
pagine: XVI-256
Nella Bagdad del X s. dell’era cristiana, IV dell’Egira, al-Farabi commenta le opere di Platone e di Aristotele e scrive trattati di filosofia, nella convinzione che l’eredità greca trasmessa “da Alessandria a Bagdad” rappresenti il perno di una società umana virtuosa e lo strumento indispensabile per la comprensione del senso del Corano. I nemici della filosofia accuseranno questo sapere antico ed estraneo alla fede islamica di essere empio, inutile, contraddittorio: l’Armonia, qui presentata con testo arabo rivisto, traduzione italiana e ampio commento, dimostrerà che essi si sbagliano. Non soltanto l’insegnamento di Platone e quello di Aristotele sono in pieno accordo, ma le apparenti divergenze sono il risultato di esegesi superficiali o faziose. Affinché i nemici della filosofia siano confutati, coloro che se ne considerano gli eredi nella città musulmana devono conoscere intimamente il pensiero di Platone e di Aristotele, che è in profonda sintonia. Nel solco della tarda antichità greca, che. nelle scuole neoplatoniche proclamava l’unità delle dottrine di Platone e Aristotele, l’Armonia si presenta come una raccolta di argomenti di controversia. La sua attribuzione ad al-Farabi è stata contestata da alcuni; altri hanno pensato che si trattasse di uno scritto divulgativo, in cui egli avrebbe addirittura sostenuto tesi di comodo: un’analisi paziente e rigorosa mostra che tanto i dubbi sull’autenticità quanto la lettura dell’opera in chiave di pamphlet sono da archiviare. Prefazione di Gerhard Endress.
22,00 20,90

Le forme degli elementi. Isaac Abravanel e la tradizione aristotelica medievale

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: X-215
Isaac Abravanel (1438-1508) appartiene non solo alla storia del pensiero ebraico, ma anche a quella della filosofia. Le radici della sua formazione filosofica sono insieme medievali e rinascimentali; egli si fonda su un patrimonio di testi e dottrine ereditate dalla tradizione greco-araba - Avicenna, al-Gazali, Averroè - ma è immerso anche nella cultura del suo tempo. "Le forme degli elementi" ("Surot ha-yesodot") è il primo dei suoi scritti. Discute una difficoltà posta dalle dottrine fisiche di Aristotele: che cosa sono i quattro elementi di cui si parla nel trattato sulla "Generazione e la corruzione", e in che modo la loro interazione segue le leggi generali stabilite nella "Fisica" e si accorda con la natura del mondo celeste? Fuoco, acqua, aria, e terra sono delle qualità, delle sostanze, né qualità né sostanze? Da questo breve trattato, ci giunge l'eco della tradizione dell'aristotelismo, che non ha cessato di interrogarsi su questi temi dalla filosofia di età imperiale, con Alessandro di Afrodisia, sino alle esegesi di Averroè. Segmento della storia dell'aristotelismo e, insieme, testimonianza della cultura filosofica dell'ebraismo tra la fine del Medioevo e l'inizio del Rinascimento, il trattato di Isaac Abravanel sulle "Forme degli elementi" e qui trascritto dall'edizione cinquecentesca e tradotto per la prima volta.
22,00 20,90

L'immortalità dell'anima IV 7 (2). Plotiniana arabica (pseudo-teologia di Aristotele, capitoli I, III, IX). Testo greco a fronte

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 700
Fra le dottrine di Platone, l'immortalità dell'anima è sempre stata ritenuta centrale. Ma quale parte dell'anima è immortale, solo quella razionale? E se lo è in quanto affine alla realtà intelligibile, che è eterna e immateriale, perché si trova qui, nel mondo sensibile? Platone non sembra avere una posizione univoca. Questi problemi, cruciali nella storia del platonismo antico, vengono affrontati in modo nuovo da Plotino, nel III secolo della nostra era. Convinto che la corretta definizione di "anima" sia il punto di partenza per la loro soluzione, egli dedica un'ampia parte confutatoria all'emergentismo stoico e all'epifenomenismo, incarnato per lui dalla dottrina "pitagorica" dell'anima-armonia e dalla dottrina aristotelica dell'anima atto del corpo. Utilizzando tutta la letteratura di controversia della sua epoca - soprattutto Alessandro di Afrodisia e Plutarco -, egli affronta le concezioni dell'anima diverse da quella platonica sul loro stesso terreno, mirando a dimostrare che nessuna soddisfa le istanze per le quali era stata formulata. Solo il platonismo, inteso in un senso profondamente riformato, dà conto della vera natura dell'anima, compresa la quale si comprenderà che l'anima è immortale. Questo scritto fu tradotto in arabo nel IX secolo e fu incluso quasi per intero in un'opera, detta Teologia di Aristotele, destinata ad esercitare una grande influenza sulla filosofia arabo-musulmana. Attribuita cosi ad Aristotele, la dottrina dell'immortalità dell'anima divenne uno dei temi principali del pensiero filosofico in lingua araba, fino ad Avicenna ed oltre. In questo volume il trattato di Plotino, con testo greco, traduzione e commento, è seguito dall'edizione con traduzione e commento della sua versione araba.
35,00 33,25

La «zoologia» di Aristotele e la sua ricezione dall'età ellenistica e romana alle culture medievali. Atti del convegno (Pisa, 18-20 novembre 2015)

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 315
Dopo la morte di Aristotele la sua opera zoologica sembra occupare un posto marginale nella tradizione filosofica greco-romana, mentre conosce straordinaria fortuna nell'ambito della cultura generale (per esempio nella letteratura paradossografica e in quella fisiognomica, o in Plinio il Vecchio). Sembra venir meno in ogni caso il progetto aristotelico di uno studio teorico e sistematico degli animali, che in apparenza rinasce solo nel XIII secolo con Alberto Magno. I saggi riuniti in questo volume dimostrano che la storia non è così semplice. E anzi possibile disegnare una linea di ricezione in cui momenti e spazi innegabili di discontinuità (che si spiega nel pensiero greco con il mutare dell'agenda filosofica, evidente per esempio in area neoplatonica) procedono paralleli a un filo di continuità (solidissimo certo nel mondo arabo, ma già tenuto ben teso a Roma da Galeno) che di ratto congiunge Aristotele, attraverso l'opera di traduzione di Michele Scoto, all'età di Alberto Magno.
20,00 19,00

«Teleia Zoe». Ricerche sulla nozione di vita in Plotino

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2017
pagine: 283
La nozione di "vita" percorre trasversalmente molti trattati delle "Enneadi" di Plotino. Questo volume indaga la presenza della nozione di "vita" nella descrizione plotiniana dei tre principi Uno, Intelletto e Anima, proponendosi di analizzare le differenti forme in cui essa si manifesta nei vari livelli della gerarchia metafisica. Esso si concentra, inoltre, sulle riflessioni che Plotino dedica agli aspetti biologici di questo tema. Il concetto di "vita" va considerato come uno dei punti di snodo decisivi della metafisica delle "Enneadi". Introduzione di Franco Ferrari. Prefazione di Christoph Horn.
18,00 17,10

La luce

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2016
pagine: XV-202
Il filosofo e vescovo inglese Roberto Grossatesta (1170 ca.-1253) si interroga nel breve trattato De luce, uno dei suoi più noti ed enigmatici scritti, sull'origine e la struttura del cosmo, temi di vasto e articolato dibattito all'indomani dell'ingresso in Occidente delle opere fisiche di Aristotele e dei suoi commentatori arabi. L'idea nuova e singolare che propone è quella per la quale l'universo si sarebbe originato dalla subitanea e infinita moltiplicazione di un "punto" di luce unito alla materia prima, espansa fino a formare un corpo sferico di immane grandezza. La luce è principio causale in quanto è la forma prima del corpo, individuata nella stessa corporeità o tridimensionalità fisica. Attraverso questa singolare tesi ontologica, il trattato attualizza l'antico tema della struttura matematico/armonica dell'universo nonché le dottrine fisiche pre-aristoteliche, traendone spunto per un'inedita esegesi del biblico Fiat lux. Questo scritto è considerato un "unicum" nel pensiero medievale, e il suo tradizionale inquadramento nella corrente di pensiero della "metafisica della luce" giustifica solo in parte la sua originale teoria. Questo primo studio dedicato interamente al De luce presenta l'edizione critica di Cecilia Panti che, insieme ad una nuova traduzione italiana, cura un ampio e puntuale commento testuale e un'introduzione complessiva alla dottrina grossatestiana della luce. Il volume propone una rilettura dei molti interrogativi che questo scritto sucita.
18,00 17,10

La retorica di Aristotele e la dottrina delle passioni

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2015
pagine: 240
18,00 17,10

Che cos'è l'essere vivente e che cos'è l'uomo?. Testo greco a fronte

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2015
pagine: 197
Qual'è il soggetto delle affezioni? Chi, o che cos'è in noi che precisamente prova gioia o dolore, desidera o aborrisce quelche cosa? L'anima? Il corpo? Una terza cosa che scaturisce dalla loro unione? Questo interrogativo non è stato sollevato da un filosofo della mente del ventesimo secolo, ma da Plotino, il filosofo che, tra i seguaci di Platone, potrebbe sembrare il più alieno dal preoccuparsi dell'interazione fra anima e corpo. Al contrario, questo scritto testimonia, nel suo andamento problematico e nella soluzione che propone, una riflessione su di una delle questioni perenni del platonismo, il cosiddetto dualismo di anima e corpo: giunto alla fine della sua vita, Plotino pensa ancora di doverla esaminare daccapo. Alla traduzione, corredata da un ampio commento e introdotta da una ricostruzione della problematica affrontata da Plotino che guida anche il lettore non specialista, si accompagna un saggio introduttivo che fa dialogare un tema antico con la filosofia moderna.
18,00 17,10

Giamblico. «De anima». I frammenti, la dottrina

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2014
pagine: 352
Negli ultimi anni l'attenzione degli studiosi verso la figura e l'opera di Giamblico è aumentata e si è dato risalto al suo pensiero nella storia della scuola platonica. Un'opera tuttavia rimane ancora poco studiata: il De Anima. Conservata solo in frammenti nell'antologia di Stobeo, essa si rivela centrale per la conoscenza degli sviluppi del platonismo alla fine dell'antichità. Mentre per Plotino l'anima dell'uomo ha in sé un'innata capacità di vivere la vita stessa del mondo intelligibile e la riscoperta nella nostra anima di questa vita intelligibile latente ma reale è il fine della filosofia, per Giamblico e per i platonici che seguiranno le sue dottrine l'anima umana è rinchiusa nel cosmo. Pur essendo una sostanza spirituale e incorruttibile, essa non può elevarsi da sola verso il mondo intelligibile, che rimane al di fuori della sua portata e al quale può giungere solo per l'azione salvifica degli dei. I termini di questo lontano dibattito che appassionò i platonici alla fine dell'antichità ci sono forse estranei, ma le implicazioni per la storia della filosofia sono rilevanti: la descrizione aristotelica dell'anima umana come inevitabilmente legata all'individuo di cui è l'atto vivificatore entrerà da Giamblico in poi a far parte della dottrina delle scuole neoplatoniche. Questo libro offre in primo luogo una ricostruzione accurata della figura di Giamblico, inquadrandola nel contesto storico e culturale che fu il suo, quel IV secolo che fa da spartiacque fra due mondi.
25,00 23,75

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