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Mimesis: Centro internazionale insubrico. Studi

Tutte le nostre collane

Tra Husserl e Heidegger. Per una fenomenologia del bene comune

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 232
Sorta nel cuore di una profonda esigenza rinnovatrice, la diffusione del sintagma bene comune interpella la contemporaneità verso inediti sentieri riflessivi. Il tentativo di una sua ricognizione teorica e giuridica sembra, tuttavia, scontrarsi con una serie di straordinarie difficoltà: l'estrema eterogeneità di contenuti e di contesti cui il bene comune viene fatto riferire, l'utilizzo del termine al singolare e al plurale, la discussa distinzione tra beni comuni materiali e immateriali, sembrano vincolare l'intenzione di ricerca ai soli settori specialistici di applicazione. Come intendere, allora, filosoficamente, la ricchezza, ma anche l'ambiguità semantica del sintagma bene comune? Il volume prova a rispondere al quesito attraverso le magistrali voci di Edmund Husserl e di Martin Heidegger che permettono di offrire visibilità a ciò che antecede, teoreticamente, il variegato prisma delle stesse proposte normative-culturali rivolte al bene comune, facendone affiorare i tratti descrittivi.
20,00 19,00

Simondoniana. Commento analitico e storico-critico de «L'individuazione alla luce delle nozioni di forma e d'informazione» di Gilbert Simondon

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 224
Personaggio defilato rispetto ad altri più celebri della sua epoca, è forse solo in questi ultimi anni che ci si è resi conto della radicale profondità di Gilbert Simondon (1924-1989) e di quanto avanti e visionaria fosse la sua ricerca, nel rielaborare la nozione di soggetto, di individuazione, di metastabilità e nel ripensare la tecnica in modo così originale. La sua opera più importante, "L'individuazione alla luce delle nozioni di forma e di informazione" è stata pubblicata integralmente in italiano da Mimesis, a cura di Giovanni Carozzini, che in questo lavoro intitolato Simondoniana ha voluto raccogliere l'apparato critico al testo e un commento storico-analitico, strumenti utili per affrontare la lettura dell'opus magnum del filosofo francese. La complessità dei suoi riferimenti alla Teoria dell'informazione, alla fisica quantistica, alla biologia, alla psicologia e la notoria rarità di note nel testo originale, rendono il libro di Carozzini, uno dei maggiori studiosi a livello internazionale di Simondon, praticamente indispensabile sia per affrontare "L'individuazione alla luce delle nozioni di forma e di informazione", sia per avvicinarsi al pensiero del filosofo francese.
18,00 17,10

L'individuazione alla luce delle nozioni di forma e di informazione-Simondoniana

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 792
Questo testo costituisce la prima traduzione italiana integrale del capolavoro di Gilbert Simondon (1924-1989): la tesi di dottorato principale. In questo saggio, l’autore promuove una puntuale critica alle classiche concezioni filosofiche delle nozioni di individuo e soggetto, ripensandone le definizioni a partire dal processo che sottende alla loro costituzione ed elaborazione. A tale scopo, Simondon sviluppa alcune significative suggestioni provenienti dalla tradizione della fenomenologia francese, dalla Gestaltpsychologie, dalla Teoria dell’Informazione e dalla Fisica quantistica, articolando, al contempo, una riflessione autonoma e sistematica, atta a ripensare l’individualità alla luce dei contributi delle più recenti teorie scientifiche. Il volume consta della traduzione italiana del monumentale saggio simondoniano, con Prefazione di Jacques Garelli; questa edizione ripresenta nella sua unitarietà complessiva l’opera simondoniana.
36,00 34,20

Per andare dove. 1934-1949

Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 152
Venire al mondo comporta l'imitazione del linguaggio dei genitori, una raffigurazione vivente della loro storia e il proprio coinvolgimento nel loro stile di vita. L'apprendimento scolastico fascista e l'inquadramento nelle istituzioni del regime. Le vicende della guerra diventano un appassionante scenario quotidiano. La sorpresa di un risveglio necessario e felice nel '44-'45: un adolescente che si sente tutto dalla parte di chi resiste al nazifascismo. Ne esce nel dopoguerra una spontanea e facile figura socialista. Certezza politica e un'immaginaria vocazione letteraria e poetica convivono nell'ingenuo protagonismo del liceo. Una identità fragile, ma rumorosa, solo un capitolo che non sa di essere in attesa del proprio futuro.
12,00 11,40

La civiltà dell'Anáhuac. Sviluppi scientifici, umanistici e culturali del Messico antico

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 168
I messicani attuali sono il prodotto dello scontro fra due civiltà, dell’incontro fra due modi diversi di vedere il mondo, di due forme diverse di porre i grandi interrogativi circa il senso della nostra esistenza. Tuttavia una di queste due civiltà è praticamente ignorata non solo nel mondo, ma anche nello stesso Messico dove, agli occhi di molte persone, la componente indigena che porta dentro di sé è scomparsa o divenuta irriconoscibile. Ciò è largamente frutto del fatto che, per lungo tempo, gli studi su questo grande retaggio culturale sono stati compiuti da specialisti stranieri, che hanno influito, con la loro prospettiva eurocentrica, a influenzare anche l’opera di vari studiosi messicani. Fortunatamente, la situazione oggi sta mutando e diversi autori stanno mettendo in luce come una quantità notevole dei modi in cui i messicani vivono a livello di atteggiamenti personali, di rapporti sociali, di concezioni di vita risenta delle loro lontane origini. Questi autori si sono impegnati pertanto in un’indagine approfondita e non preconcetta di quella grande “civiltà madre” (la Anáhuac) che si estendeva territorialmente dall’attuale Nicaragua fino al sud del Canada. Questo libro si iscrive in tale nuova linea di studi, proseguendo una ricerca pluriennale da cui traspare, accanto al rigore storiografico e alla riflessione filosofica, anche una sincera passione intellettuale che è venuta crescendo col progredire delle vere e proprie scoperte che l’hanno accompagnata.
18,00 17,10

L'animale e la Repubblica. 1789-1802, alle origini dei diritti delle bestie

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 248
Nel 1802, tredici anni dopo la proclamazione dei "Diritti dell’uomo e del cittadino", l’Institut National de Paris lanciava un concorso sul tema: “Fino a che punto il trattamento barbaro inflitto agli animali è oggetto di morale pubblica? E, converrà fare leggi in questo senso?”. Il concorso si rivelò un successo senza precedenti sia per il numero di partecipanti (28) sia per la varietà delle voci coinvolte. Tuttavia, nel 1804, la giuria decretò che nessuno dei testi pervenuti fosse degno del premio. I contenuti di quelle dissertazioni sono la base di questo libro. Un succedersi di riflessioni che rivelano, in primo luogo, quanto le tensioni politiche del momento – la re-istituzione della schiavitù e l’ascesa al potere di Bonaparte – influissero sulle proposte suggerite, tutte ben inserite nell’acceso dibattito intorno al modello di società da prospettare e applicare. Ma non solo. In secondo luogo ripercorrendo i ragionamenti che animarono tale dibattito, il libro ha la capacità di accompagnare il lettore verso questioni dell’attualità più stringente, inserendosi così in un’ampia disputa che coinvolge diversi campi del sapere e dell’opinare: dalla sociologia alla storia e alla filosofia, dal diritto all’etica, dalle scienze naturali alla zoologia. Quelle considerazioni sulla legge e sulla sensibilità degli animali portano alla luce la consapevolezza dell’importanza che l’uomo già attribuiva all’ambiente, elaborando così una lucida anticipazione delle preoccupazioni e inquietudini dell’uomo contemporaneo. Una questione posta duecento anni fa, e divenuta la sfida del XXI secolo di fronte all’emergenza ecologica. Un’occasione dunque da non perdere e colta dal corso di studio in Storia e storie del mondo contemporaneo dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese, promotore della presente edizione e traduzione. Prefazione di Fabio Minazzi.
20,00 19,00

Homo homini deus. L'ideale umano di Spinoza

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 280
Nell’Ethica la filosofia di Spinoza si presenta nel proprio rigore razionale scandito secondo il mos geometricum, capace di fare emergere le ricche tensioni concettuali proprie del pensiero spinoziano, come quelle tra realtà e ideale, tra necessità e libertà, tra ragione e intuizione, tra finito e infinito. Seguendo nel proprio svolgersi tale pensiero e considerando anche altre opere di Spinoza, questo studio evidenzia come la concezione dinamica del Deus seu Natura, lontana da qualsiasi antropomorfismo e antropocentrismo, permetta di delineare la realizzazione dell’essere umano in questa vita e su questa terra attraverso la conoscenza e il rispetto delle leggi universali della Natura. Tale itinerario, allo stesso tempo teoretico e pratico, è frutto di una continua conquista che comporta l’affermazione del proprio esistere per ogni singolo individuo nella sua unità di Mente e Corpo e, proprio per questo, conduce necessariamente alla ricerca della libertà, della giustizia, dell’uguaglianza e del reciproco aiuto fra tutti gli esseri umani, così che ciascuno possa vivere nella gioia del bene agere et laetari essendo homo homini deus.
20,00 19,00

Il male comune nella storia. Le donne collaborazioniste processate a Milano dal 1945 al 1947

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 422
Guardare le collaborazioniste con gli occhi della storia di genere significa tendere a non riflettere sul ruolo rivestito dalle stesse nel periodo 1943-’45. Sono coloro che hanno preso parte attiva alla storia del tempo, compiendo opere espressione del male dilagante. Ed ecco che la verità processuale, emersa attraverso l’attenta lettura dei fascicoli di alcune imputate, fa affiorare il male comune inteso non agostinianamente come assenza del bene, bensì quale libera estrinsecazione della volontà umana, del bene di pochi. Parafrasando un’espressione di Massimo Recalcati, il male comune diviene un sistema pervasivo che, gradualmente, si espande penetrando all’interno degli anditi più reconditi della mente umana in grado di pervenire alla persecuzione dell’altro. Le vicende affiorate consentono non solo di ricostruire avvenimenti trascurati e caduti nell’oblio, ma aprono il varco alla riflessione fenomenologica. Il male trova nel suo opposto la dissoluzione del negativo: attraverso l’amore, inteso come la più alta espressione del bene, vi è l’implicazione della condizione femminile, la quale si esplicita tramite la debolezza dell’umanità. Quest’ultima, costituita da una prevalenza mediatica maschile, vorrebbe dominare ma non vi riesce nella sua egoistica affermazione, ricorrendo all’universo femminile nei momenti di inesorabile precarietà. Ed ecco che la donna, per antonomasia estrinsecazione di positività, di colei che genera il buono, cioè il nuovo uomo, la vita, manifestazione di sicuro progresso diviene il fulcro nodale dell’argomentazione che conduce a ri-memorare, a ri-costruire i processi celebrati nei confronti delle collaborazioniste, mettendo in luce – per dirla con Paul Ricoeur – ciò che è stato, ciò che non dovrebbe essere, ma che deve essere combattuto: il male. L’etica, la politica e la società, in primis, chiedono il superamento del male comune, anzi la modificazione del male in bene per la collettività. Prefazione di Fabio Minazzi.
28,00 26,60

Opera medica

Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 666
L’"Opera" del medico locarnese Giovanni Pietro Orelli Barnaba, quasi un unicum nella produzione culturale lombarda di inizio Settecento, si presenta come un manuale a uso dei medici e degli speziali, delle persone colte e di chi voglia tentare di curarsi da sé. Le principali patologie trattate (una cinquantina) sono scandite secondo la descrizione, il pronostico e la metodologia di cura: il linguaggio è adeguatamente tecnico e si presenta interessante per la lessicografi a dell’italiano, dal momento che le opere di questo genere erano composte prevalentemente in latino in tutta Europa. Nell’introduzione e nell’apparato di commento si cerca di risalire alle fonti cui Orelli Barnaba ha attinto, con una puntuale serie di rimandi alla prassi medica e farmacologica antica e coeva. Vengono pure illustrate la principale terminologia tecnica della sfera medica e la valenza terapeutica delle varie sostanze e preparati, ricorrendo ai contesti latini e italiani estrapolati dalle fonti e dalla manualistica allora corrente.
44,00 41,80

Mario Dal Pra nella «Scuola di Milano». La filosofia come meta-riflessione critica sulle differenti tradizioni concettuali (filosofiche, scientifiche e tecniche)

Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 576
Mario Dal Pra non ha mai cessato di svolgere l’esercizio critico della riflessione filosofica attraversando differenti esperienze teoretiche e storiografiche. Formatosi nell’ambito della filosofia cattolica e realista, per alcuni anni ha condiviso una prospettiva incentrata su una forma metafisica di realismo dualista, mentre ha perseguito la possibilità di individuare un nesso critico tra ricerca storiografica e riflessione filosofica. Dal Pra non ha tuttavia mancato di confrontarsi con le inquietudini civili e sociali italiane del Novecento. Insegnante liceale (per tre lustri, a Rovigo, Vicenza e Milano) ha progressivamente maturato un suo distacco critico radicale dal fascismo. All’indomani del 25 luglio 1943 si schiera con le forze dell’antifascismo, entrando nelle fila di Giustizia e Libertà, per poi svolgere, prima a Vicenza e poi, clandestinamente, a Milano, come Procopio, un’intensa attività partigiana in seno al movimento di Liberazione. Nel 1944 pubblica "Valori cristiani e cultura immanentista" in cui, delinea una sintesi tra immanentismo e cristianesimo, e argomenta, more martinettiano, il diritto di resistenza armata alle forze del nazi-fascismo quale autentico atto di carità, scrivendo alcune delle pagine più alte della Resistenza italiana. Con Andrea Vasa, condivide il trascendentalismo della prassi mentre, dopo aver fondato la «Rivista di storia della filosofia» (1946), continua un intenso lavoro storiografico pubblicando studi su "Hume" (1949), "Lo scetticismo greco" (19501, 19893), "La storiografia filosofica antica" (1950), "Amalrico di Bène" (1951), "Giovanni di Salisbury" (1951), "Nicola d’Autrecourt" (1951) che integrano le precedenti monografie su "Scoto Eriugena" (19411 e 19522), "Condillac" (1942) e "Maturi" (1943). Nel 1956 Dal Pra succede ad Antonio Banfi sulla cattedra di storia della filosofia, con la quale dà avvio alla formazione di una sua scuola storiografica. Partecipa alla stagione del neoilluminismo e si avvicina all’empirismo critico e al trascendentalismo storico-oggettivo di Giulio Preti. Nell’ultima fase della sua riflessione elabora uno storicismo critico mentre realizza disamine come "La dialettica in Marx" (1965, 1972), "Logica, esperienza e prassi" (1976), "Studi sul pragmatismo italiano" (1984), "Filosofi del Novecento" (1989), nonché "Ragione storia" (1992), in cui ricostruisce, dialogando con Minazzi, la propria biografia intellettuale e civile. Anche in questa fase intreccia lo studio con la capacità di promuovere differenti progetti editoriali che, nel caso dell’opera pretiana, lo inducono ad avviare una felice serie di iniziative, coinvolgendo alcuni tra i suoi più giovani allievi, che hanno permesso una rinascita degli studi dedicati al pensiero di Preti, cui lui stesso contribuisce con gli "Studi sull’empirismo critico" di G. Preti (1988).
36,00 34,20

Lo spettro del federalismo. La ricostruzione dell'Italia e le libertà locali tra politica, stampa e opinione pubblica in Lombardia nel secondo dopoguerra

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 353
Il volume raccoglie parte del vivace dibattito sul centralismo, il federalismo e le libertà locali che si accese in Italia appena terminata la Seconda guerra mondiale e durò fino al termine della prima Legislatura. Dopo vent'anni di dittatura e la guerra mondiale si doveva ricostruire il Paese dalle fondamenta, e alla stampa era assegnato un compito fondamentale, «il più vivo e delicato», come scrisse Riccardo Bauer in quei giorni: «essa dovrà accogliere quanto meglio sappia e convogliare la voce dei cittadini tutti, dovrà interpretarla e chiarirla come indicazione di volontà, che non deve essere negletta dai legislatori se questi vorranno realmente fondare una democrazia e non vorranno essere edificatori di una macchina paternalistica e sostanzialmente autoritaria». Vengono qui riproposti quindi oltre cento articoli pubblicati sui quotidiani e settimanali lombardi di tutte le aree politiche e culturali negli anni decisivi per la rinascita del Paese. Da questa rassegna emerge la parabola del dibattito sul federalismo, il centralismo e in generale le libertà locali: una sorta di «fiume carsico», che scorre sotterraneo per poi riemergere con forza in superficie. Sebbene sovente lasciato sullo sfondo il tema è, infatti, da sempre presente nelle istanze di vaste parti della classe dirigente degli ultimi due secoli: tuttavia, solo in alcune circostanze ben definite si è imposto nella dialettica politica e ha coinvolto l'opinione pubblica. Momenti che, in genere, corrispondono a fasi di crisi acuta del Paese. Questa raccolta affronta uno di quei momenti, e mostra quanto sul federalismo e sul centralismo si giocò una partita tutta politica influenzata anche dall'affermarsi della Guerra Fredda, che non poteva non avere ricadute sulla politica interna del Paese. Così, per i protagonisti della nuova «Repubblica dei Partiti», le libertà locali finirono per essere considerate non un aspetto decisivo per creare una nuova autentica democrazia, ma una sorta di contro-assicurazione politica.
26,00 24,70

Il «fiume carsico». Federalismo e centralismo nel dibattito pubblico tra Lombardia e Italia (1945-1953)

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 166
Nella storia dell'Italia contemporanea il dibattito sul centralismo, sul federalismo e sulle libertà locali ha l'immagine di un «fiume carsico» che scorre sotterraneo per poi riemergere con forza in superficie. Sebbene sovente lasciato sullo sfondo il tema è, infatti, da sempre presente nelle istanze di vaste parti della classe dirigente degli ultimi due secoli: tuttavia, solo in alcune circostanze ben definite si è imposto nella dialettica politica e ha coinvolto l'opinione pubblica. Momenti che, in genere, corrispondono a fasi di crisi acuta del Paese. Questo volume affronta uno di quei momenti: terminata la Seconda guerra mondiale e mentre procedeva la ricostruzione anche il nuovo ordinamento dello Stato - o, come disse Ivanoe Bonomi, «distruggere la vecchia impalcatura dello Stato, quale è uscito dalla prova di oltre ottant'anni, e sperimentarne una nuova» - era considerato una riforma necessaria per creare un'autentica democrazia. In tale ricostruzione, morale e materiale, era investito anche il mondo della stampa ora tornata libera, cui era assegnato il delicato compito di accogliere e convogliare la voce dei cittadini, interpretarla e chiarirla come indicazione di volontà che non poteva essere ignorata dalla classe dirigente. Attraverso dunque il dibattito sulle oltre cinquanta testate pubblicate in Lombardia tra il 1945 e il 1953 il volume ripercorre la parabola delle autonomie in quella decisiva fase storica e mostra quanto sul federalismo e sul centralismo si giocò una partita tutta politica, influenzata anche dall'affermarsi della «Repubblica dei Partiti» e della Guerra Fredda, un nuovo equilibrio geopolitico mondiale che non poteva non avere ricadute sulla politica interna del paese.
16,00 15,20

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