Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2018
pagine: 162
L'autobiografia di Victor Frankl, psichiatra di fama internazionale sopravvissuto ad Auschwitz. Un inno ad una visione positiva dell'esistenza umana. Un manifesto di positività per affrontare il vuoto e la delusione della vita e della società contemporanea. Un'autobiografia che è il manifesto di una visione positiva dell'esistenza umana. Manifesto più che mai fondamentale in un contesto socioculturale quale quello contemporaneo segnato inesorabilmente dal vuoto e dalla delusione. Viktor Frankl, psichiatra, fu deportato nel settembre del 1942 a Theresienstadt, in Boemia, per poi essere trasferito ad Auschwitz, a Kaufering III e quindi a Türkheim. Scampò alla morte, ma perse le persone più care. Racconti, sentimenti, aneddoti: Frankl racconta qui la sua storia, di uomo e di psichiatra. Dall'impegno dei primi anni quando, ancora studente universitario, si mise a creare centri di consulenza per giovani in difficoltà, al dramma della deportazione. Dalla vita nei campi di concentramento al ritorno a Vienna e alla sua attività di terapeuta e conferenziere. Ripercorrere oggi i suoi scritti vuol dire ritrovare un'immagine dell'uomo centrata sulla libertà, sulla responsabilità e sulla ricerca di senso della vita, dove anche il rapporto tra terapeuta e paziente viene interpretato nella prospettiva indispensabile di appello ai valori: il terapeuta non dev'essere solo un abile tecnico, un perfetto testista, un accurato diagnosta, ma dev'essere prima di tutto un saggio, capace di compenetrazione e di empatia, pronto al dialogo e disponibile al confronto, rispettoso dei valori del paziente e fermamente appassionato della libertà e della responsabilità. Basta, infatti, addentrarsi in alcuni nuclei teorici quali l'appello alla libertà dinanzi alle provocazioni di vario tipo cui si è costantemente sottoposti, la consapevolezza di una responsabilità che fonde insieme armonicamente il passato, il presente e il futuro, la ricerca del compito unico e originale che si è chiamati a realizzare, la "fede incondizionata in un significato incondizionato della vita" e l'ampio spettro di valori con cui è possibile gustare in pienezza l'esperienza del vivere quotidiano, per rendersi conto di tutta la portata innovativa e propositiva dell'analisi esistenziale nel campo delle scienze umane, e di quelle psicologiche in modo particolare.