Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2025
pagine: 252
"Il re in Giallo" non è solo un libro. È una crepa nella mente. Un contagio silenzioso. In una New York sospesa tra il presente e qualcosa che ancora non esiste, un dramma proibito comincia a circolare. Chi lo legge sente voci, cade in una vertigine che ha la forma della normalità, deforma le stanze, frantuma l'identità. Tutto inizia in un momento preciso: l'apertura del libro. Da lì nulla si ricompone. All'inizio è una presenza invisibile: un testo maledetto, un'opera dentro l'opera, che non può essere letta senza conseguenze. È la scrittura che devasta chi tenta di penetrarla. Un dio? Un'ombra? Nessuno sa cosa sia il re, ma la sua assenza prende forma. Nei racconti della seconda parte, tutto si sposta su un'altra frequenza: restano visioni, ricordi, crepe nella memoria. La logica cede, la realtà si piega. Pubblicato nel 1895, questo libro è un punto di rottura. Chambers scrive un'opera che precede Lovecraft, anticipa l'orrore cosmico, distrugge la distanza tra ciò che si racconta e ciò che si vive. "Il Re in giallo" - nella nuova traduzione di Massimo Scorsone, che restituisce con esattezza il ritmo e la patina della lingua originaria - ha fatto del weird un filtro per raccontare la scomposizione del reale. È uno di quei testi che non si limitano a influenzare: modificano irrevocabilmente ciò che è possibile scrivere. E percepire.