Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Libri di Raphael Ebgi

Biografia e opere di Giovanni Pico della Mirandola

Il giovane meraviglioso. Vita di Pico della Mirandola

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 104
Ciò che muoverà Pico per tutta la sua breve vita non è desiderio di fama e di stupire. O non solo. È una forza senza nome, che spinge tutti gli uomini, con maggiore o minore intensità, a seguire un proprio cammino. In lui, questa forza si presenta come nostalgia per ciò che nella natura e nelle creazioni dello spirito, o al di là di esse, vi è di infinito. Il suo sapere non si limitò dunque a conoscere sempre più cose, ma a trovare in esse ciò che le rende vive, nuove, e inafferrabili. Nell'autunno del 1961, la grande famiglia dei paperi Disney si arricchì di un nuovo personaggio: Ludwig von Drake, anziano cattedratico iperlaureato e pressoché onnisciente. Con una finezza e un'arguzia di cui abbiamo parecchia nostalgia, gli editori italiani lo ribattezzarono Pico de Paperis... Perché è questo che, del Giovanni Pico della Mirandola autentico e originale, un po' ci si ricorda tutti: un rinascimentale dalla memoria prodigiosa. Forse professore di qualcosa; quasi sicuramente barbosissimo addormentatore di folle (come del resto il papero suo erede). Neanche a dirlo, la realtà che emerge dalle pagine di questa breve biografia - che ha il ritmo serrato e avvincente di un docufilm - è del tutto diversa. Talmente diversa da riguardarci ancora oggi, anzitutto affascinandoci. Che era poi la caratteristica dominante di Giovanni. Bellissimo in un'epoca che aveva fatto del bello il proprio credo e la propria scienza, viziato, testardo, catastrofico rapitore di avvenenti malmaritate, imprudente patrocinatore di tesi pericolose nella Roma papale, fuggiasco curioso, collezionista di lingue arcane, lettore onnivoro e scrittore stupefacente e prolifico. Il tutto nel ristretto espace di trentun anni spremuti fino all'ultima goccia, da eterno e fedele innamorato di una cosa su tutte: il sapere. Uno "scavezzacollo culturale", insomma, un forever young amato dagli dèi e sedotto dall'idea grandiosa di una possibile concordia e pace universale tra religioni e scienze umane. Armonia complessa (perché il bello è divino, ma non semplice) di cui non ebbe il tempo di lasciarci la compiuta chiave, che tanto ci farebbe comodo in questo nostro sempre più brutto mondo, riempiendoci però di indizi sul come e dove andarla a cercare. E così quando la vita di Pico, e con lei il libro, finiscono, dispiace davvero. Ci si ritrova un po' trafelati ma anche parecchio galvanizzati. Desiderosi di saperne di più, soprattutto.
14,00 13,30

Umanisti italiani. Pensiero e destino

Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 656
Una reinterpretazione storico-culturale profondamente innovativa, destinata a cambiare le opinioni comuni sull'Umanesimo e dunque su una grossa fetta della letteratura e della filosofia tra la fine del Trecento e gli inizi del Cinquecento. Umanesimo come scuola di retorica, culto dei Latini e dei Greci, nascita della filologia? Le cose sono più complesse e meno schematiche di così, e la stessa filologia umanistica va in realtà inserita in un progetto culturale più ampio nel quale l'attenzione al passato è complementare alla riflessione sul futuro, mondano e ultramondano. Dunque una filologia che è intimamente filosofia e teologia. E i nodi filosofici affrontati dagli umanisti (che in quest'ottica non iniziano con Petrarca o con i padovani, ma con lo stesso Dante) sono difficilmente ascrivibili a sistemi armonici o pacificanti, secondo una visione tradizionale del Rinascimento. Un'antologia di testi nel segno del tragico e di un'antropologia filosofica destinata a farsi teologia, ermetismo e profezia. Tra gli autori antologizzati: Petrarca, Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini, Lorenzo Valla, Leon Battista Alberti, Marsilio Ficino, Cristoforo Landino, Pico della Mirandola, Poliziano, Savonarola, Leonardo da Vinci, Machiavelli.
18,00 17,10

La dignità dell'uomo. Testo latino a fronte

Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2021
pagine: 130
Nel 1486 Pico scrisse l'introduzione a quelle Conclusiones che avrebbero dovuto essere discusse davanti ai sapienti della Chiesa, ma che finirono invece accusate di eresia, come il loro autore. Originariamente senza titolo, il testo venne denominato Oratio de hominis dignitate dall'edizione di Strasburgo del 1504. Dimenticato per più di due secoli, venne riscoperto tra Ottocento e Novecento diventando una specie di manifesto dell'Umanesimo. Ora che le idee ottocentesche e primo-novecentesche sul Rinascimento e certe forzature interpretative dell'Oratio appaiono superate si può rileggere Pico reinnestando il suo pensiero nella temperie teologica della sua epoca. Ma la sua antropologia e la sua idea di cultura restano un vertice della filosofia italiana e continuano ad avere molto da dire anche nel nostro tempo. «In noi risiede una discordia molteplice: ospitiamo in casa nostra gravi conflitti intestini, peggiori delle guerre civili. Soltanto la filosofia morale li terrà a freno e li sederà dentro di noi, se li vorremo rifiutare e aspireremo a quella pace che ci sollevi addirittura all'altezza dei prediletti del Signore. Ma solo se l'uomo che è in noi chiederà anzitutto una tregua ai nemici, allora essa potrà fiaccare le incursioni sfrenate della bestia multiforme e la rissosità del leone, i suoi accessi d'ira, la sua violenza. Se però delibereremo più correttamente nel nostro interesse, ricercando la tranquillità della pace perpetua, allora essa giungerà a esaudire generosamente i nostri voti. Dopo avere ammazzato le due bestie (e sarà come immolare la scrofa sacrificale), la filosofia sancirà un patto inviolabile di santissima pace tra la carne e lo spirito. La dialettica sederà i tumulti della ragione, che si dibatte angosciosamente tra i discorsi contrastanti e la capziosità dei sillogismi. La filosofia naturale placherà le controversie e i dissidi dell'opinione, che strattonano l'anima irrequieta da una parte e dall'altra, fino a lacerarla e farla a brandelli. Ma nel momento in cui li placherà, ci spingerà anche a ricordare che secondo Eraclito la natura ha origine dalla guerra: per questo essa venne denominata "contesa" da Omero. Perciò non possiamo trovare in essa vera pace e stabile quiete». Sicuri, arroccati dietro il muro della propria tradizione. Così vivono gli angusti filosofi. Proprio di autentici amanti del sapere è invece trasgredire i confini di ciò che è familiare e noto, pronti a incrociare le proprie armi – le armi della dialettica – con chi si incontrerà lungo il cammino. Questa ratio philosophandi , dice Pico, non è superflua, ma necessaria. Come se non vi fosse conoscenza qualora il nostro pensiero non si specchiasse nel pensiero altrui, vedendosi come da fuori, in prospettiva – vedendo cioè i suoi limiti, le sue mancanze, e insieme le sue peculiarità. In altri termini, solo incontrando ciò che è diverso, e riconoscendolo come differente, la nostra identità può determinarsi e definirsi. Pico, citando da una pagina talmudica, parla del confronto tra due sapienti come di uno scontro tra due ferri, che nell'affrontarsi si affilano e aguzzano l'uno con l'altro. Da qui l'importanza del dialogo, della curiosità per le altre tradizioni, per quello che le altre tradizioni hanno di unico, di particolare, di differente. Una curiosità che non mira a sopraffare l'altro, ma a metterlo – e a mettersi – in discussione, per condurre infine a una vittoria che sia però portatrice di una possibile armonia, di una futura pace.
22,00 20,90

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.