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Libri di Paolo Gomarasca

Biografia e opere di Paolo Gomarasca

Salviamo la cosa pubblica. Tattiche per la rianimazione delle istituzioni

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 208
Cosa pubblica: un concetto quanto mai in bilico oggi, considerate le sempre più pervasive infiltrazioni di logiche privatistiche nel funzionamento delle istituzioni e il conseguente ricorso a una modellistica di tipo protocollare incapace di entrare in risonanza con la domanda del cittadino. Eppure le istituzioni sarebbero per vocazione presìdi di civiltà, luoghi in cui forgiare o medicare la nostra umanità, centri di accoglienza della vita, all'occorrenza vere e proprie unità di crisi; e, oggi più che mai, polmoni di una società depauperata di valori civili e in drammatico debito di ossigeno. Come rimettere al centro del dibattito la loro natura di Cosa pubblica, mantenendole in costante dialogo con i territori e le comunità? Alla luce del patrimonio di culture e pratiche consegnatoci dalla nostra storia passata e nella consapevolezza di non poter più contare su salvataggi ‘dall'alto', gli autori di questo volume sviluppano un inedito dialogo tra le loro diverse competenze – filosofico-sociologiche da un lato e psicanalitico-terapeutiche dall'altro – affrontando una serie di questioni cruciali: da un profondo e critico ripensamento della funzione della leadership alla necessità di delineare un'etica delle pratiche d'équipe realmente istituente, fino alla scommessa di una formazione non meramente professionale, ma capace di far percepire a chi opera nelle istituzioni l'importanza e la nobiltà del proprio lavoro. Perché la Cosa pubblica – che riguardi, come gli autori ci mostrano anche con riferimenti concreti, la politica come la scuola, l'economia come la pratica terapeutica – è sempre espressione della Cosa per eccellenza, quello specifico umano intessuto di riconoscimento reciproco che chiamiamo comunità civile.
18,00 17,10

Con l'inchiostro e il pennello. Lacan e Shitao

Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 161
Scopo di questo libro è mostrare la sorprendente congruenza tra l'insegnamento di Lacan e la filosofia taoista, così come è incarnata emblematicamente nella pittura e nella poesia di Shitao. Il tema tipicamente taoista del vuoto come condizione del divenire del mondo e come luogo operativo in cui avviene la pittura è preso alla lettera da Lacan: lungo tutto il suo insegnamento, lo psicoanalista francese non farà altro che insistere sulla questione del “buco nel sapere”, cioè sul fatto che il soggetto umano, per identificarsi, deve reggersi sull'assenza di garanzie ultime. L'incontro con questo Reale – come lo chiama Lacan, ma che freudianamente si chiama castrazione – è la chance che il dispositivo analitico offre per inventare lo stile (per ciascuno singolare) di quel girare intorno al vuoto che ci caratterizza come umani. La conoscenza che Lacan ha della lingua cinese, i viaggi in Giappone, l'amicizia con François Cheng e le conversazioni intorno ai “Discorsi sulla pittura” del monaco Zucca Amara di Shitao: sono tutti elementi che il libro collega e analizza per mostrare quanto Lacan esca allo scoperto, fino al punto di sostenere che la scommessa della psicoanalisi si vince solo “con l'inchiostro e il pennello”, cioè attraverso un'ascesi soggettiva non diversa dall'ascesi richiesta al pittore cinese per creare la sua opera pittorico-poetica. Presentazione di Matteo Bonazzi e Marcello Ghilardi.
14,00 13,30

Comunità e partecipazione. L'idea di democrazia in Pier Luigi Zampetti

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2011
pagine: XX-222
Lucido interprete del suo tempo, Zampetti coglie fin dagli anni Sessanta ciò che costituisce, a suo avviso, la ragione principale della cosiddetta "crisi" dello Stato: sfera politica e sfera sociale costituiscono, a conti fatti, due mondi senza finestre. Non stupisce allora che, a queste condizioni, la democrazia non sia in grado di mantenere - come diceva anche Bobbio - una delle sue fondamentali promesse: la partecipazione. Ma Zampetti non si limita alla diagnosi di un'epoca. Il suo tentativo è quello di escogitare un'architettura istituzionale che interrompa l'isolamento "monadico" che tiene separate sfera politica e sfera sociale. Cominciando a prendere in seria considerazione la rilevanza pubblica dei soggetti che operano all'interno della società civile. La sua idea, in estrema sintesi, è che non ci può essere comunicazione tra sfera sociale e sfera politica senza escogitare il modo appropriato di "immettere" le forze vive della prima all'interno dei meccanismi istituzionali della seconda. E così che nasce l'idea di "Stato dei partiti", nella misura in cui la suddetta "immissione" sembra dipendere, per Zampetti, dalla duplice funzione assolta dal partito: innanzitutto la funzione di "filtro" e, in secondo luogo, la funzione di interfaccia. Certo, la proposta giuridico-politica di Zampetti è un'ipotesi istituzionale senz'altro discutibile e tutt'altro che risolutiva; ma il quesito da cui muove è di quelli inaggirabili, almeno per chi crede che la democrazia abbia un futuro.
28,00 26,60

Rosmini e la forma morale dell'essere. La «Poiesi» del bene come destino della metafisica

Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 1998
pagine: 192
Questo lavoro è alla ricerca del peso speculativo che la filosofia morale occupa nel pensiero rosminiano. Generalmente concepita come un'appendice, inserita più spesso per completezza di sistema che per reale implicazione teoretica, la filosofia morale assume invece in Rosmini, un'importanza fondamentale. Per il filosofo infatti l'etica non può essere semplicemente uno strato che ricopre il piano ontologico. Eppure il sistema rosminiano non si limita ad un esercizio di riscrittura dell'ontologia in termini etici: il "morale" si manifesta come forma dell'essere prima di venire a parola nell'etica, così che questa, una volta scritta, sembra capace di raccontare il destino stesso della metafisica.
26,50 25,18

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