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Libri di Melania Ranieli

Biografia e opere di Melania Ranieli

ART. 2445-2447. Riduzione del capitale sociale. Riduzione del capitale per perdite. Riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale

Libro
editore: Zanichelli
anno edizione: 2025
pagine: 320
La disciplina codicistica sulla riduzione, reale e per perdite, del capitale sociale della società per azioni è da rileggere nell'attuale contesto di ripensamento del ruolo e delle funzioni del capitale sociale fisso, ma considerando anche che l'apertura a società a capitale irrisorio o marginale, in Italia, non ha finora riguardato il tipo azionario. Le disposizioni sono, inoltre, da interpretare nei mutati equilibri tra gli organi societari, in particolare per le s.p.a. interessate da una crisi d'impresa. Le operazioni e le decisioni di riduzione del capitale risentono infatti delle nuove competenze esclusive degli amministratori all'istituzione degli assetti di cui all'art. 2086 cod. civ. ed al governo dell'accesso agli strumenti di regolazione della crisi delle società di cui all'art. 120-bis cod. crisi. Tale ultima scelta, tra l'altro, si riflette sulla possibilità di sterilizzazione degli obblighi di cui all'art. 2447 cod. civ. e di parte di quelli di cui all'art. 2446 cod. civ. (v. artt. 20, 44, 64, 89 cod. crisi). Il volume offre un'accurata ed aggiornata disamina delle questioni interpretative ed applicative riguardanti le riduzioni del capitale sociale delle s.p.a. (incluse le start-up e le PMI innovative) e si estende agli interventi derogatori giustificati, oltre che dalla crisi d'impresa, da eventi sismici e dalla pandemia da Covid-19, ricostruendo un quadro ragionato delle posizioni della dottrina, della giurisprudenza e della prassi notarile. Nel testo si propongono prime soluzioni alle questioni più nuove e si evidenzia l'importanza di valorizzare le differenze tra s.p.a. ed s.r.l., nonostante la similarità delle rispettive disposizioni.
64,00 60,80

Prove di contendibilità nel concordato preventivo e fallimentare

Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2017
pagine: 295
A far data dalla riforma del 2006 e soprattutto in seguito alle modifiche apportate dal D. n. 83/2015, nel corpo della legge fallimentare si registra una progressiva erosione del monopolio dell'imprenditore nella gestione della crisi della propria impresa, alla quale si contrappone una sempre maggiore apertura del c.d. mercato dell'insolvenza, realizzata dal diritto positivo mediante l'espansione dei soggetti legittimati a presentare proposte di concordato fallimentare (art. 124 I. fall.) e proposte di concordato preventivo e offerte concorrenti (artt. 163 e 163 bis I. fall.). La fiducia del legislatore negli effetti favorevoli che l'intervento di terzi nelle procedure concordatarie dovrebbe produrre, tra i quali una migliore recovery per i creditori, non è allo stato supportata da riscontri concreti. Le nuove regole parrebbero anzi celare insidie sia per il titolare di ciò che è divenuto contendibile (azienda, attivo, controllo societario, quote di società di capitali), sia per i terzi, le cui proposte di concordato preventivo o fallimentare incontrano significativi ostacoli nel corso del procedimento che le dovrebbe condurre all'omologazione. In seno alle procedure concorsuali, il fenomeno competitivo risulta complesso e sollecita dubbi interpretativi e ricostruttivi, la cui rilevanza giunge a coinvolgere anche la tutela del diritto di proprietà dell'imprenditore in crisi e la salvaguardia dei diritti dei soci di società di capitali nei concordati. La contendibilità si atteggia inoltre peculiarmente nell'ambito del gruppo di società e nel concordato in continuità aziendale. Nel volume si esaminano i contenuti della nuova disciplina e si procede a verifiche di fruibilità e funzionalità delle regole rispetto al perseguimento degli obiettivi sottesi alle scelte legislative e, all'esito, si individuano alcune aree di criticità di portata anche sistematica.
35,00 33,25

L'impugnazione delle decisioni degli amministratori nella s.r.l.

Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2013
pagine: XII-342
Il lavoro indaga la disomogeneità del diritto positivo in tema di regimi di impugnazione delle decisioni degli amministratori di s.p.a. (art. 2388 c.c.) e di s.r.l. (art. 2475 bis c.c.). Il dato normativo non è risultato riflettere una corrispondente disomogeneità di interessi ed esigenze di tutela nei due tipi societari; nei quali, anzi, si rinvengono analoghe istanze di salvaguardia, tanto della conformità delle decisioni degli amministratori alla legge ed allo statuto; quanto dei diritti dei soci, suscettibili - nell'uno e nell'altro tipo - di essere lesi da decisioni efficaci degli amministratori. L'omogeneità degli interessi, e la meritevolezza di una loro tutela anche nel tipo a responsabilità limitata, ha indotto a valutare la capacità di supplenza di rimedi alternativi a quello impugnatorio, al fine di verificare se il sistema normativo si limiti a differenziare, non già il grado o l'entità della tutela, bensì, le mere forme della stessa. Tale analisi ha consentito di evidenziare come il ricorso a rimedi alternativi di diritto comune e/o interni al tipo s.r.l. non scongiuri la permanenza di ingiustificati vuoti di tutela, ai quali soltanto l'operatività di un generale rimedio impugnatorio pare poter sopperire. In tale prospettiva, si è cercato di delineare un criterio selettivo del regime in concreto applicabile a diversi tipi di decisioni degli amministratori di s.r.l., ponendo in special modo a raffronto quello di cui all'art. 2388 c.c. con quello di cui all'art. 2479 ter c.c.
35,00 33,25

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