Libro
pagine: 128
“Sul non poco che accade fra la consegna di un manoscritto e la sua pubblicazione esiste una vasta letteratura, fatta però in genere di congetture fantasiose, o ricostruzioni di parte. È quasi una regola, e tutto lascerebbe pensare che la storia di quel calvario personale che fu prima scrivere, e poi fare uscire, Sotto il vulcano ne sia stata una conferma da manuale. E invece no. Appena ricevuta da Jonathan Cape una lettera in cui il suo futuro editore gli trasmetteva una lunga serie di osservazioni e proposte di modifica, cioè di tagli anche molto significativi, Malcolm Lowry prese carta e penna e scrisse quaranta pagine – parecchie, ma con la misura Lowry aveva da sempre un rapporto complesso – per confutare, una a una, le critiche che gli venivano mosse, e soprattutto l’idea che le ispirava, quella di trasformare il Vulcano in un romanzo normale. E facendolo costruì, con una lucidità che nessuno era solito attribuirgli, il resoconto più attendibile di quell’incrocio fra una partita a scacchi e uno sport di contatto senza il quale non avremmo i libri come li conosciamo: di quel gioco a volte crudele, ma appassionante e spesso irresistibile che chiamiamo editoria.”