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Libri di Graham Greene

Biografia e opere di Graham Greene

Missione confidenziale

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2025
pagine: 392
Missione confidenziale è uno dei migliori «divertimenti» di Graham Greene, sulla scia di spy story come Il treno per Istanbul e Una pistola in vendita, un thriller disseminato di svolte inaspettate e di azioni disperate. D. è un agente segreto in missione a Londra. Viene da un paese sconvolto dalla guerra civile. Mandato dal governo legittimo, è costretto ad agire come la parte debole perché i golpisti, si intuisce, hanno dietro potenti appoggi. È a Londra per ottenere una fornitura di carbone di cui il governo repubblicano ha necessità più che di carri armati. Porta con sé dei documenti segreti con cui presentarsi a un gruppo di ricchissimi affaristi. I suoi nemici - visibili e invisibili - fanno di tutto per impedirglielo, ma la strategia repubblicana diventa presto ambigua, misteriosamente contorta: D. finisce in una ragnatela infinita di intrighi e corruzioni che coinvolgono soprattutto gli individui di cui dovrebbe fidarsi di più. L'unica persona che gli è veramente amica è quella più improbabile: la giovanissima, capricciosa Rose. Del resto, nemmeno D. è un vero agente segreto, né per professione né per vocazione. È un professore di lingue romanze, dal passato tragico, di mezz'età, consapevole che i capi per cui si batte non sono immuni da colpe e nefandezze. Ha scritto Dario Ferrari nella sua Nota che D. «sembra essere la vittima predestinata del feroce clima bellico e spionistico e finisce invece per diventare il cacciatore, e questo proprio in virtù di un senso di giustizia profondo e di un'indisponibilità ad accettare gli atroci corollari della guerra». Graham Greene scrisse il romanzo nel 1939, nel clima di guerra del secondo conflitto mondiale. Ma la forza con cui lo scrittore trascina in quel mondo di insicurezza psicologica e di dilemmi etici deriva da un insieme narrativamente perfetto di fattori: la coppia dei protagonisti, D. e la giovane Rose, portatrice di tutta l'ambiguità dell'amore, e soprattutto la banalità antiepica del mondo delle spie che è la svolta che Greene ha impresso a Missione confidenziale dove «la guerra, i sentimenti, il desiderio, la paura sono presenti fin dalla prima pagina, e fino all'ultima pagina restano in bilico» (Domenico Scarpa nella Postfazione).
16,00 15,20

L'americano tranquillo

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 368
«Qualsiasi altra cosa sia stato, in letteratura Greene è stato un agente doppiogiochista», scrive Zadie Smith nella nota introduttiva, e L'americano tranquillo è forse il suo romanzo più equivocabile: ambientato a Saigon durante la prima guerra d'Indocina, può essere letto come un thriller politico-spionistico - racconto di intrighi, violenza, attentati - e, allo stesso tempo, come il resoconto struggente di un triangolo amoroso. Fowler, il narratore, è un cronista inglese cinico e disimpegnato: coinvolto nella guerra solo come osservatore, ha una relazione con una ragazza vietnamita, Phuong, forse l'unica cosa a cui tenga davvero. Pyle è un giovane americano, inviato in Vietnam per manovrare gli eventi a vantaggio degli interessi USA e promuovere la democrazia attraverso una ambigua «Terza Forza»: un «americano tranquillo», pericolosamente innocente e ferocemente idealista, che si sente in dovere di portare salvezza: al Vietnam come a Phuong. Giovane e bellissima, Phuong è un personaggio indimenticabile, misterioso, schiettamente venale. Quando Fowler, di fronte agli attentati che insanguinano Saigon, si decide ad intervenire, non è più in grado di dire se sta agendo per amore o per la propria coscienza: ed è «un colpo da maestro calibrare la situazione in modo tale che non possiamo mai emettere sui personaggi quel giudizio definitivo e compiaciuto con cui si potrebbe considerare concluso il lavoro di chi legge» (Zadie Smith). Scritto all'inizio degli anni Cinquanta, ispirato all'attività di Graham Greene come agente dei servizi segreti britannici durante la Seconda guerra mondiale e agli inverni trascorsi in Vietnam come corrispondente, L'americano tranquillo - «un titolo sarcastico, da immaginarselo bofonchiato con disprezzo, o ringhiato per esasperazione, o soffiato fuori senza suono in una calma disperata», scrive Domenico Scarpa nella sua illuminante Postfazione -è un libro spietatamente profetico, che ha presagito con anni di anticipo la guerra del Vietnam, e ostinatamente attuale. Subito dopo la pubblicazione, Greene fu accusato di antiamericanismo, criticato dal «New Yorker» per aver ritratto gli Stati Uniti come assassini, infine dichiarato «persona non grata» dal governo americano. A distanza di settant'anni, questo romanzo continua implacabile a chiamarci in causa tutti, nessuno escluso, come solo la letteratura può e deve fare perché, scrive Greene: «Prima o poi bisogna scegliere da che parte stare. Se si vuole restare esseri umani». Presentazione di Zadie Smith.
16,00 15,20

Fine di una storia

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 376
Sarah Miles e Maurice Bendrix sono stati amanti durante la guerra. Il loro è un amore clandestino, rabbioso, quasi feroce. Una passione così assoluta che perfino i terribili bombardamenti tedeschi su Londra sembravano solo un sottofondo rumoroso. Il marito di lei, Henry, alto funzionario, non aveva mai dato segno di sospettare. Poi, Sarah aveva troncato di netto la relazione, improvvisamente e senza nessuna spiegazione. Dopo quasi due anni, finita la guerra, un incontro casuale tra Bendrix e Henry Miles riaccende la gelosia dell'ex amante: Bendrix non crede che Sarah sia semplicemente tornata dal marito; «l'odio, il sospetto e l'invidia», mai realmente sopiti, lo spingono ad assoldare un investigatore privato che pedini Sarah alla ricerca di un «terzo uomo». Ma che cosa ha capito Bendrix, che di mestiere scrive romanzi, ricordando il passato amore e inseguendo, attraverso i resoconti del detective, il presente di Sarah? Che cosa ha capito della «fine di una storia»? Il diario di Sarah svela un'altra verità. Non è solo l'ossessione, a volte selvaggia e spietata, di Bendrix che ha distorto la sua versione dei fatti. È anche che la storia di Sarah ha intrapreso una strada incommensurabile dove si incontra l'assurdo della fede, come desiderio di non essere soli nel deserto. Pubblicato nel 1951, Fine di una storia - da Greene definito il suo «Great Sex Novel» - è un romanzo lancinante, il resoconto di un amore carnale, immenso, crudele, in cui, per via dell'enormità della guerra, irrompe il divino. Ma è un divino diviso, tragicamente incerto, rischioso. Alla fine di questa storia, al di là dello scandalo e delle censure, resta - ha scritto Scott Spencer nella sua introduzione - la «convinzione che anche nelle circostanze più squallide ci sia qualcosa che non si vede, qualcosa che resiste e nobilita».
16,00 15,20

Il treno d'Istanbul

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 360
"Il treno per Istanbul" fu il primo grande successo di Graham Greene. Pubblicato nel 1932, rientra tra le storie che l'autore definiva «divertimenti». È ambientato sull'Orient Express, un treno dal fascino esotico diventato mito grazie a scrittori come Agatha Christie e Ian Fleming e consacrato dal cinema. Durante un viaggio da Ostenda a Istanbul, si intrecciano le vite di un gruppo di passeggeri, esistenze tragiche riflesso di «un'umanità spaventata - scrive Antonio Manzini nella Nota - insicura, dubbiosa, tragica e dolente». Coral, la dolce ballerina di fila; il dottor Czinner, comunista e sognatore; il signor Myatt, ricco ebreo in viaggio d'affari; Mabel Warren, cinica giornalista a caccia di uno scoop; il ladro Grünlich che approfitta dell'altrui bontà solo per salvarsi la pelle. Ognuno di loro custodisce un segreto e corre sui binari incontro al proprio destino in un giallo ad altissima tensione che fotografa l'Europa tra le due guerre mondiali. Ma in viaggio sui vagoni si intravede anche l'umanità di oggi e i suoi tormenti, l'antisemitismo, la povertà, la frustrazione sessuale, il fallimento politico. Ed è questo che rende sempre attuale l'opera di Graham Greene.
12,00 11,40

Brighton Rock

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 464
Hale, un piccolo giornalista prestato più alle campagne pubblicitarie che non ai reportage, sa di dover morire, una volta sceso alla stazione di Brighton - la Brighton colorata delle vacanze inglesi ma che qui diventa, grazie al tocco pittorico della penna di Graham Greene, un labirinto cupo e grigio, una perfetta «Greeneland». La fine violenta di Hale è dettata da una lotta tra bande criminali, e diventa il motivo scatenante di una trama doppia e nerissima. Da un lato l'indagine della strana Ida Arnold che vuole svelare l'omicidio. Ida è una specie di materialista magica, è atea ma devota a piccoli rituali superstiziosi. Dall'altro lato c'è Pinkie, il Ragazzo, il vero protagonista, che si trova a essere un giovanissimo capobanda. Con tutti i mezzi, con nuove efferatezze agisce per coprire le tracce. A questo scopo seduce la piccola Rose, pericolosa testimone. Pinkie è un sociopatico, un ossessivo: un asceta del male cattolicissimo vocato a una terribile redenzione al contrario. E Rose è la vittima ambigua che lo accompagna nella sua visione, fino alla fine impensabile e inquietante. Una delle grandezze della creatività di Graham Greene che attrae e turba, è quella di costruire polizieschi che sono anche spietate indagini morali. Forse più in questo che in altri suoi romanzi, che costò all'autore l'etichetta di scrittore cattolico e un poco eretico. Quello che gli interessa è avvincere il lettore nella storia costringendolo a guardare a cruciali opposizioni: come quella tra giusto-sbagliato contro bene-male, oppure quella tra la misericordia e i suoi misteriosi limiti. «Pubblicato nel 1938, che cosa è - anche - Brighton Rock in anni nei quali si può dire che ogni libro di Greene sia un presagio di quanto sta per succedere in Europa? La carriera di Pinkie si fa leggere anche come uno scongiuro, chissà se e fin dove inconsapevole, sulla resistibile ascesa di un Hitler in erba, che qui è cresciuto nelle scuole popolari inglesi e nello sprofondo della città più sbarazzina d'Inghilterra» (Domenico Scarpa nella Nota al volume).
16,00 15,20

Un mondo tutto mio. Diario dei sogni

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2022
pagine: 176
«Ho deciso di selezionare, da un diario che conta più di ottocento pagine, cominciato nel 1965 e terminato nel 1989, delle scene tratte dal Mondo tutto mio», così Greene definiva il mondo dei suoi sogni. «In un certo senso è un'autobiografia, che inizia con la Felicità e termina con la Morte». Il taccuino sempre sul comodino accanto al letto, Graham Greene aveva l'abitudine di appuntarsi i sogni appena fatti (un'eredità di antiche sedute con lo psicanalista) per poi ricostruire la mattina dopo. Poco prima di morire, dall'enorme materiale, ne scelse alcuni, raggruppandoli in categorie. Il risultato, Un Mondo tutto mio, è l'ultimo suo libro. E non è soltanto la testimonianza, la memoria della sua vita onirica, con tutti i collegamenti che questa poteva avere con una vita da sveglio complicata e strabiliante quale la sua (tra viaggi, spionaggio, noia e depressione, amori, guerre, scommesse con la morte), e con tutti gli scambi con la creatività geniale di uno dei più originali scrittori del Novecento. Si legge come un libro estremamente avvincente prendendolo proprio come racconto, come pura narrativa. Vuoi perché dai suoi sogni Greene traeva continuamente contenuti: «I temi dei romanzi di Greene», scrive Vittorio Lingiardi nella sua Nota, «sono pura materia psichica. Certo, ci sono i conflitti sociali e politici che esplodono in tutto il mondo, ma con loro esplodono anche quelli personali: l'antagonismo, la lealtà e il diritto alla slealtà, il tradimento, il ritorno delle esperienze infantili, soprattutto del rapporto padre-figlio. Non c'è romanzo di Greene che non preveda soluzioni oniriche». Vuoi perché, raccontando sogni, era come se toccasse il punto ideale dello scrivere: descrivere una storia totalmente fantastica, inventata, del tutto separata dalla realtà, avendo però un ancoraggio oggettivo, una sua realtà al di là delle intenzioni di chi la scrive. Come si legge nella Postfazione di Domenico Scarpa: «Se esiste un libro lieve, brioso, energetico, se esiste un libro che esprima libertà allo stato puro, è proprio Un Mondo tutto mio. C'era in Greene il piacere di fare ciò che è la quintessenza del mestiere di scrittore: invitare il lettore a entrare in una intimità realmente accaduta in ogni dettaglio, ma inesistente nella realtà».
14,00 13,30

In viaggio con la zia

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2022
pagine: 432
«In viaggio con la zia è l'unico libro che io abbia scritto per puro divertimento. Malgrado il tema sia la vecchiaia e la morte e malgrado un ottimo critico abbia parlato di "risate all'ombra del patibolo", mentre lo scrivevo ho sperimentato assai più il riso che l'ombra». Opera del narratore della verità del dubbio, del romanziere del dilemma morale, del costruttore di intrighi drammatici sulla doppia faccia del reale, "In viaggio con la zia" è al contrario un libro avventuroso e comico. Mr Pulling, un cinquantenne direttore di banca in pensione anticipata, incontra al funerale della madre la zia Augusta, che era sparita dalle frequentazioni di famiglia dai tempi della nascita del nipote. La folgorante settantacinquenne immediatamente trascina il timido Henry nel ciclone della sua vita sempre in movimento. Lui tranquillo e conformista, impacciato con le donne e con la vita, trascorre il suo pensionamento solitario coltivando dalie e scambiando corrispondenza con una Miss Keene che rappresenta la personificazione dell'occasione sentimentale mancata. La zia Augusta è la vecchietta candida e terribile, scapestrata e pungente, dall'appetito sensuale spregiudicato (a cominciare dal grande «valletto» di colore Wordsworth che la accompagna e: «provvede ai miei bisogni»). Ma questa è solo l'apparenza. I viaggi attraverso l'Europa, e infine in America Latina, in realtà corrispondono a un complicato disegno della zia, che punta a un misterioso grande amore italiano (di nome Visconti) di cui si è persa traccia dopo la guerra. Gli spostamenti, in cargo, in aereo, in treno, in taxi, ingannando polizie e forzando frontiere, sono infarciti di avventure strabilianti, individui iperbolici, e intricatissimi ricordi narrati dalla zia che, a un tratto, rivelano a Henry fatti impensabili dei suoi genitori, la sua nascita e, inevitabilmente, se stesso. La pazza corsa termina nel Paraguay del dittatore Stroessner amico dei capi nazisti in fuga. Ma non può finire lì, e per Pulling inizia qualcosa di nuovo. In realtà l'interminabile viaggio con la zia è stato una iniziazione alla vita. "In viaggio con la zia" propone in modo diverso tutti i motivi cari a Greene, «al centro della sua persona scrivente e della sua persona intima» (Domenico Scarpa): l'ironia, implicita e mai autocompiaciuta; il dubbio, incarnato dal contrasto tra vita e morale; i luoghi esotici e le spie, soggetti ricorrenti nello scrittore che fu agente segreto. A comporre un divertito e pensoso capolavoro («quasi tutto quello che ha scritto è un capolavoro»: Elena Stancanelli).
16,00 15,20

Il terzo uomo

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 216
Rollo Martins, scrittore di western dozzinali, subito dopo la guerra va a Vienna, una città in condizioni disperate, divisa in zone sotto il controllo dei quattro Alleati. Lo ha invitato, perché scriva un servizio giornalistico, il suo miglior amico, Harry Lime. Solo che lo trova morto, o almeno partecipa al suo funerale. Qui incontra un funzionario di Scotland Yard, Calloway, il quale, con i suoi sospetti infamanti, sospinge Rollo a indagare sulla fine dell'amico. L'incontro con l'ex fidanzata di Harry complica la sua ricerca, e spunta un'ombra: un terzo uomo, la chiave di tutto. La storia è raccontata non dal protagonista ma dal disincantato colonnello Calloway. Così il punto di vista del desolato Rollo risulta bilanciato da quello distante dell'ufficiale di polizia: per lui Rollo, colpito nell'amicizia e nell'amore, è alla fin fine «un simpatico idiota». Graham Greene è attentissimo nell'esplorare le psicologie dei suoi personaggi, e li immerge in storie sinistre, che generano individui divisi tra il be-ne e il male, esseri colpevoli carichi di umanità. Ma il suo modo di narrare è sempre in bilico fra il tragico e il grottesco, tra la cronaca e la pietà: usa il distacco dell'ironia per suscitare partecipazione emotiva. Viaggiatore, inviato di guerra, agente segreto, le sue storie, variegate di noir, spionaggio, sospetto, hanno sempre l'aroma della realtà ben conosciuta. Ma il sigillo di Graham Greene sta nelle atmosfere che rievoca: e questa cupa Vienna disastrata, che si incarna nella disperazione di un uomo, mentre un altro uomo osserva senza battere ciglio, è rimasta una delle immagini che meglio rappresentano e raccontano il Novecento.
14,00 13,30

Il potere e la gloria

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2020
pagine: 288
In un Messico insanguinato dalla rivoluzione, che perseguita, fucila o costringe al matrimonio i ministri di Dio, l'ultimo prete rimasto è braccato in una spietata caccia all'uomo. Su di lui pende una taglia, e un Saint-Just idealista e implacabile segue le sue tracce. Non ha nome, lo chiamano «il prete spugna»: è indegno, debole, impuro. Il peso delle sue colpe è l'unico bagaglio che si porta appresso. Nello spasmodico inseguimento della propria sopravvivenza, vorrebbe allontanarsi per sempre da quell'angolo di mondo dimenticato da Dio e che di Dio sembra volersi dimenticare. Ma una forza più grande della sua debolezza lo costringe a ritornare e ad affrontare il calvario. Ispirato ai due mesi trascorsi in Messico dall'autore, "Il potere e la gloria" rappresenta il capolavoro di Graham Greene e una delle espressioni più alte del suo personalissimo cattolicesimo. Condannata dal Sant'Uffizio ma difesa da papa Paolo VI, la dolorosa, più che umana parabola del prete peccatore illumina quello che è il motivo più autentico e costante dello scrittore inglese: l'interesse «per il bordo vertiginoso delle cose», l'esiguo crinale tra il bene e il male. Con uno scritto di don Luigi Ciotti. Postfazione John Updike.
14,50 13,78

Il treno per Istanbul

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2019
pagine: 352
Graham Greene, lo scrittore spia, scelse il treno per Istanbul, rievocante il fascino luccicante dell'Orient Express, per mettere in azione il suo campionario di tipi umani. Il romanzo – un divertimento, come recita il sottotitolo – è del 1932 ed è il primo grande successo di vendite dell'autore. Precede di un anno il giallo allestito sullo stesso mezzo da Agatha Christie con Hercule Poirot. Ma quanto diversi dagli eleganti signori vendicativi della scrittrice sono i passeggeri del treno di Greene: «un'umanità spaventata – scrive Antonio Manzini nella "Nota" a questo volume – insicura, dubbiosa, tragica e dolente». Uomini e donne in viaggio attraverso l'Europa e attraverso le proprie vite: chi per la prima volta di fronte a una specie di amore, chi alle prese con un ultimo riflesso di idealismo; tutti, però, vittime e carnefici di un cinismo generale. Coral, la piccola dolce ballerina di fila, è attesa da una traballante compagnia inglese in Turchia, e intreccia durante il viaggio una relazione sentimentale carica di illusione. Il dottor Czinner, comunista e sognatore, non crede più che la miccia che vuole accendere prenderà e spera solo che il suo sacrificio ambito abbia degna risonanza. Il signor Myatt, ricco ebreo in viaggio d'affari, ha un conto da regolare con un funzionario infedele della ditta, ma sente il vigore del disprezzo razziale che gli cresce intorno. Mabel Warren, cinica giornalista a caccia di uno scoop cannibalesco, sa che la sua amante mantenuta Janet la tradirà definitivamente. Il ladro Grünlich approfitta dell'altrui bontà solo per salvarsi la pelle. E via così in un ingarbugliarsi di vite dentro lo spazio affollato degli scompartimenti, mentre il treno scorre sui binari «simile al movimento di una macchina da presa» (Domenico Scarpa, nella Postfazione). E in questo romanzo dall'umorismo impassibile il manovratore di destini Greene è come se leggesse la profezia oscura di quello che accadrà in Europa; nella naturale ineluttabile crudeltà delle persone, nel crescente antisemitismo incontrastato, nel disprezzo esibito dai conformisti verso ogni solidarietà. Chi soccombe del tutto alla fine sono i benintenzionati. "Il treno per Istanbul" è un classico romanzo entre-deux-guerres. Ma in quei vagoni potrebbe viaggiare benissimo un campione della spaesata umanità di oggi. Lo scavo etico-psicologico, la rappresentazione di una società, costituiscono l'attualità senza tempo dell'opera di Graham Greene.
14,00 13,30

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