Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Libri di Francesco Panarelli

Biografia e opere di Francesco Panarelli

In vino civilitas. Vite e vino nella civiltà d'Europa, dall'antichità all'evo moderno: letteratura, storia, arte, scienza

Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2020
pagine: 402
Vite e vino hanno segnato profondamente la storia umana sin dal loro apparire, a quanto pare iniziando il loro viaggio dalle lontane regioni del Nord-Est euroasiatico. Se la loro importanza può essere rivendicata per molte culture, tanto più può esserlo, però, per le regioni mediterranee, dalle quali il dono di Dioniso s'è diffuso per il mondo facendosi elemento di civilizzazione ed, anzi, finendo per caratterizzare la civiltà stessa: l'economia trova vigoroso impulso nella coltivazione della vite e nella produzione della preziosa bevanda, la scienza la studia fin dai suoi albori, spiegandone le virtù terapeutiche e i pericoli. Non manca il vino nelle offerte agli Dèi e ai morti, e poi nell'Eucaristia, mentre la vite che lo genera si fa simbolo di vita eterna: perciò, lunghissima è la teoria delle sue immagini nell'arte. I saggi contenuti nel volume coprono l'arco temporale compreso fra l'VIII a. C. e il XV s., ossia tra la Classicità e il Medioevo, non senza incursioni nella remota preistoria e nel Moderno, ed ancora nella scienza odierna: vi si trattano dunque interessanti problemi di microbiologia e di agronomia, accanto a temi e questioni nella civiltà materiale, schemi culturali, commerci, produzioni e 'promozione' dei territori, disfunzioni e terapie, usi e abusi, miti, occasioni simposiali e rituali, in un progetto interdisciplinare tutto incentrato sulla bevanda — o forse meglio sull'alimento — temibile e desiderabile, che, facendosi 'ponte' di sacertà tra paganesimo e cristianesimo, viaggia con i monaci per tutta Europa, insieme al Vangelo. Il volume riunisce saggi di: Gabriele Archetti (Università Cattolica del S. Cuore di Milano), Béatrice Bakhouche (Université Paul Valéry di Montpellier), Maria Antonietta Barbàra e Paola Colace Radici (ambedue dell'Università dí Messina), Pietro Dalena (Università della Calabria), Carlo Vittorio Di Giovine e Alessandro Dí Muro (Università di Basilicata), Anita Di Stefano (Università di Messina), Simona Gavinelli (Università Cattolica del S. Cuore di Milano), Luciano Landolfi (Università di Palermo), Antonio Lerra (Università di Basilicata), Antonio Macchione (Università della Calabria), Daniele Macris (Liceo Classico Maurolico di Messina), Fabiana Micca (Università di Basilicata), Livia Radici (Università di Lovanio), Elena Santagati e Rosa Santoro (ambedue dell'Università di Messina), Francesca Stroppa (Università Cattolica del S. Cuore di Milano), Renzo Tosi (Università dí Bologna). I saggi di Vitale Nuzzo e compagni, e Patrizia Romano e compagne (tutti dell'Università di Basilicata) propongono i risultati del lavoro di gruppi di ricerca, e così quello di Antonio Pugliese e Annamaria Pugliese (Università di Messina). Infine, Rosa Maria Lucifora è autrice di un saggio e curatrice del volume con Aldo Corcella e Francesco Panarelli (tutti dell'Università di Basilicata). Gli indici sono stati curati da Rosa Mauro e Fabiana Micca (ancora dell'Università di Basilicata).
26,00 24,70

Alle fonti della Basilicata medievale: edizioni, progetti, cantieri

Libro: Libro in brossura
editore: Adda
anno edizione: 2017
pagine: 344
Tornare a discutere della situazione delle fonti per lo studio della Basilicata medievale: questo è l’obiettivo delle relazioni presentate durante un Seminario di studi tenuto a Lagopesole nel marzo 2016 e qui raccolte in volume. Lo spettro tipologico proposto si apre anche alle fonti narrative, come pure a quelle sempre più ricche e promettenti di ambito artistico ed archeologico, in modo da fornire (e aggiornare) un quadro stimolante e a tratti anche provocatorio, mostrando limiti e potenzialità di un contesto di storia regionale che non può che avvantaggiarsi da una collocazione in una prospettiva di storia generale in grado di affrancarlo da un atteggiamento spesso acquiescente e passivo nei confronti della tradizione e del cliché di una regione immobile nel tempo. Da questo discende in parte la mancata pubblicazione dei fondi conservati in originale negli archivi lucani – sopravvissuti al concentramento, con imprevista distruzione, nell’Archivio di Stato di Napoli – e fuori regione, o di quanto in tempi diversi è stato trascritto da originali oggi perduti. Tanto più opportuna appare la ponderata riflessione sullo stato dell’arte qui proposta, pensata e programmata come solida base per un lavoro di edizione e scavo che presenta ancora notevoli margini di incremento.
25,00 23,75

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.